
Nato a Latiano (Brindisi) nel 1841, visse una profonda esperienza spirituale che lo spronò a diffondere la devozione del Rosario. Promotore della costruzione del santuario mariano di Pompei, ma anche uomo di straordinario impegno e di generosa carità, affiancò al centro mariano numerose opere sociali. Morì nel 1926.
Dall'impegno di Sr. Roselei Bertoldo e Sr. Rita Giaretta contro la tratta alla missione di Sr. Rosemary Nyirumbe e Dominique Corti per salvare vite in Uganda. Dalla riflessione sulle donne nella Bibbia di Rosanna Virgili all'appello all'uguaglianza di Noemi Di Segni. Il progetto raccoglie contributi di 30 autrici di diverse culture e religioni, provenienti da America, Europa, Asia, Africa e Oceania, offrendo riflessioni sul tempo di pandemia che stiamo vivendo. L'obiettivo del progetto, curato da "Terra e Missione", è uno scambio di messaggi di speranza tra le autrici e il mondo, raccolti intorno a tre aree: vulnerabilità, connessione e speranza. Teologhe, psicologhe, religiose, storiche, ambientaliste, esperte di dialogo interreligioso e missionarie riflettono sul cambiamento storico dovuto alla crisi pandemica. Non mancano le domande sulle inevitabili conseguenze per la società, la vita religiosa, gli equilibri estremamente precari in cui si trovano numerose popolazioni, lo sfruttamento, il ruolo della donna, l'interconnessione.
Questo libro presenta la figura del giudice siciliano Rosario Livatino (1952-1990), oggi Servo di Dio. Lavora al Tribunale di Agrigento prima come sostituto procuratore per oltre dieci anni, poi come giudice a latere. Con capitoli brevi e forma narrativo-discorsiva, vengono delineate l'infanzia del giudice, la sua formazione umana e di studi, la sua vita professionale, infine la sua morte, appena trentasettenne, per mano di sicari della mafia. A dare maggiore spessore contribuiscono i passi tratti dalle agende che il giudice aggiornava ogni giorno dal 1978 e la ricostruzione dell'agguato, tramite le sentenze dei processuali. L'opera, inoltre, approfondisce la fede cristiana di Livatino. Nella seconda parte sono riportate le uniche due relazioni che il giudice tenne in pubblico. La prima è il suo testamento spirituale sul ruolo del giudice. La seconda è il manifesto del suo impegno di magistrato credente.
Il testo racconta la storia e l'attività di don Fortunato Di Noto, sacerdote siciliano, fondatore dell'associazione Meter, da molti anni in prima linea nella lotta alla pedofilia e alla pedopornofilia diffusa specialmente tramite Internet. Alle descrizioni e osservazioni dell'Autore sulla realtà sociale si alternano lunghi brani in cui don Fortunato parla in prima persona della propria vita, a partire dagli anni della giovinezza a Ragusa per arrivare fino a oggi, mettendo in luce difficoltà e successi del suo impegno a difesa dei bambini. Un capitolo è dedicato anche alla pedofilia nella Chiesa; l'ultimo capitolo raccoglie alcune testimonianze rese in età adulta dalle vittime stesse.
Questo libro presenta la figura del giudice siciliano Rosario Livatino (1952-1990), oggi Servo di Dio. Lavora al Tribunale di Agrigento prima come sostituto procuratore per oltre dieci anni, poi come giudice a latere. Con capitoli brevi e forma narrativo-discorsiva, vengono delineate l'infanzia del giudice, la sua formazione umana e di studi, la sua vita professionale, infine la sua morte, appena trentasettenne, per mano di sicari della mafia. A dare maggiore spessore contribuiscono i passi tratti dalle agende che il giudice aggiornava ogni giorno dal 1978 e la ricostruzione dell'agguato, tramite le sentenze dei processuali. L'opera, inoltre, approfondisce la fede cristiana di Livatino. Nella seconda parte sono riportate le uniche due relazioni che il giudice tenne in pubblico. La prima è il suo testamento spirituale sul ruolo del giudice. La seconda è il manifesto del suo impegno di magistrato credente.
Giuseppe Carini racconta in modo vivace, ma sfidante, la sua amicizia con padre Puglisi. Aveva 21 anni e studiava medicina quando lo conobbe a Brancaccio, quartiere di Palermo con consolidate realtà mafiose, dove era nato e cresciuto. Fin da piccolo - anche grazie a un parente che il giovanissimo Giuseppe idealizzava - era attratto da Cosa Nostra. Come molti o tutti nel quartiere era cresciuto con il mito dell'uomo d'onore. Poi accadde l'incontro con 3P - come i ragazzi chiamavano padre Pino Puglisi - e la sua vita cambiò. Divenne un suo stretto collaboratore sino al giorno dell'omicidio, e restò fedele ai suoi insegnamenti al punto da divenire nel 1995 testimone di giustizia. Da quel momento è nello speciale programma di protezione previsto in questi casi.
È la storia di un prete che insegna teologia, entusiasta delle sue speculazioni, vissute come avventura tra le verità e i misteri di Dio. Nella pace e tranquillità del suo animo si inserisce la ricerca di nuove vie. Trasloca in Africa, dove scopre una parte di se stesso rimasta sopita nel girovagare tra i misteri divini. Nell'incontro con una giovane donna rafforza il suo essere uomo di Dio. L'intreccio tra prete, Dio e la donna, è un inno all'amore nelle sue infinite manifestazioni. Gli eventi raccontati fanno emergere considerazioni o "ragionamenti" di grande attualità nel dibattito culturale e religioso dei nostri giorni.
Madre Maria Eletta di Gesù, al secolo Caterina Tramazzoli, nasce a Terni nel 1605. All'età di ventuno anni entra nel monastero delle Carmelitane Scalze della sua città che lascia nel 1629 chiamata a fondare il Carmelo di Vienna, del quale - pur giovanissima - sarà priora dal 1638 al 1642, quando le viene affidata la fondazione del monastero di Graz. Nel 1656 è incaricata di fondare un terzo monastero a Praga dove si fa ponte tra la cultura e l'identità latina, tedesca e slava, contribuendo così a promuovere un vero risveglio spirituale della capitale boema. È a Praga che Madre Maria Eletta chiude il suo itinerario terreno, l'11 gennaio 1663, circondata dall'amore e dalla venerazione delle sue figlie spirituali che conservano il suo corpo incorrotto, ancora oggi oggetto di venerazione. L'Autrice ripercorre le tappe della straordinaria avventura umana e spirituale.
La serva di dio Madre Maria Agostina Lenferna de laresle, fondatrice delle suore di carità di nostra signora del buono e perpetuo soccorso
di Pierluigi Mirra
“Essere Carità” non è uguale a “fare la carità”. Essere carità è uguale ad essere amore, immedesimarsi in Dio stesso che è Amore, e far vibrare i palpiti del proprio cuore al ritmo di quelli del cuore di Dio. Madre Maria Agostina, la cui vita è raccontata in questo volume, è stata carità coll’essere “Madre” con un amore illuminato da Dio e che ha generato nella Chiesa testimoni che rendono visibili nel tempo l’amore eterno del Signore.
Le figlie di Madre Maria Agostina, sparse ed operanti sotto vari cieli e su vasti orizzonti, oggi vivono nella Chiesa il carisma della Fondatrice e continuano a portare a tutti il messaggio della loro Madre: «Essere carità sempre, essere carità per tutti».
Autore
Pierluigi Mirra è un religioso della Congregazione dei Padri Passionisti. Ha collaborato con varie case editrici, sia per biografie, sia come compositore di musica. Ha all’attivo varie pubblicazioni, specialmente di biografie di Santi e Beati del suo Istituto. Ha pubblicato raccolte di racconti (Rogate 2002) e ultimamente una raccolta di poesie dal titolo Io sono un camminatore (Ed. Il Mezzogiorno 2011). Missionario itinerante, dirige la Rivista Presenza Missionaria Passionista (Napoli).
Maurizio Mirilli, pagina dopo pagina, guida il lettore in un percorso di avvicinamento a Dio. Un libro molto personale, in cui don Maurizio mette a nudo le sue debolezze per mostrare come ogni uomo si fragile ma come – allo stesso tempo – possa rialzarsi se sceglie di accogliere Gesù. D’altronde, se da un lato ciascuno sente dentro di sé la voce imperiosa e dolcissima che dice àlzati e lo spinge a mettersi in piedi e a vivere da battezzato, secondo la grazia che ha ricevuto, dall’altro come popolo di Dio riconsideriamo che siamo stati alzàti, cioè risollevati dal nostro peccato, condotti per mano e presi in braccio a seconda delle circostanze, ma comunque sempre sostenuti e amati.
Il 9 maggio 2021, la beatificazione di Rosario Livatino ha elevato questo credente, come si usa dire, all'onore degli altari. Toni Mira ha compiuto un ampio lavoro di indagine intorno alla figura dell'uomo, del cittadino, del servitore dello Stato, per offrirci la possibilità di un incontro faccia a faccia con un personaggio che è un altissimo esempio di valore civile e che scuote le coscienze di tutti noi ben più di quanto farebbe un "santo da immaginetta-. Livatino in preghiera, sì, Livatino guidato da un fortissimo senso della giustizia e della misericordia divine... ma soprattutto Livatino professionista, magistrato competente, concentrato e abile. L'uomo di legge che guadagna sul campo rispetto e autorevolezza. L'uomo scomodo per le mafie e forza trainante nel contrasto alla malavita. Un incontro vivo, emozionante e istruttivo, reso possibile dall'ascolto di molti testimoni: colleghi, collaboratori nelle indagini, persone informate sui fatti. Al termine del percorso vengono pubblicati integralmente tre discorsi di Livatino (uno dei quali inedito) che, in circostanze e su temi diversi, ci fanno scoprire la sua voce, il suo pensiero, i suoi ideali. " Un uomo che ancora, nell'esempio e nella memoria, vive-. Dalla Prefazione di don Luigi Ciotti.
Antonio Lanza (1905-1950), arcivescovo di Reggio Calabria e vescovo di Bova dal 1943 al 1950, fu una figura eminente della Chiesa italiana alla fine della seconda guerra mondiale, non solo per il suo eccezionale livello intellettuale e per il suo contributo scientifico nel campo della teologia morale, ma soprattutto per la appassionata dedizione pastorale a tutte le anime a lui affidate: dai seminaristi e dai parroci ai laici dell'Azione Cattolica, dalla gente comune che incontrava nelle ripetute visite pastorali agli intellettuali che accorrevano ad ascoltare la sua parola di maestro, da coloro che si affidavano con fiducia alla sua guida spirituale ai deputati e ai senatori della giovane repubblica italiana che chiedevano lumi per affrontare il nuovo arduo compito. Il suo insegnamento e la sua parola venivano richiesti ripetutamente al di là dei confini della sua diocesi, nelle settimane di studio, nelle riunioni dell'alta direzione dell'Azione Cattolica, nelle settimane sociali. Le sue lettere pastorali toccavano i temi più attuali e scottanti e talora esprimevano le direttive collegiali dell'episcopato Calabro, che volentieri gliene affidava la stesura. La morte improvvisa e in certo senso inspiegabile gli impedì di realizzare una grandiosa opera di risveglio culturale e religioso, di aiuto materiale a chi era uscito povero e senza tetto dalla catastrofe bellica, di definitivo superamento della perenne depressione delle zone meridionali d'Italia. Introduzione di Leonardo Bonanno.