
Il programma delineato da Anselm Grun, costituisce una felicissima prospettiva per trovare anche oggi, nella frenesia dell'epoca in cui viviamo, delle vie che possano aiutarci a ritrovare e conservare la pace.
I grandi temi, sempre attuali, sui quali il Profeta intrattiene i suoi interlocutori, ci riportano al mistero dell'esistenza umana che trascende l'individuo e il contingente. La presente edizione de Il Profeta offre, a fronte del testo originale inglese, una nuova traduzione italiana dell'opera di Gibran, particolarmente curata dal punto di vista filologico. In appendice viene ricostruita la genesi del libro attraverso passi tratti dal carteggio tra Gibran e Mary Haskell e dal diario personale di questa donna raffinata e colta, letterariamente e affettivamente fondamentale per lo scrittore libanese.
Che cos'è il giorno festivo delle grandi tradizioni religiose? Che cos'è il sabato? Qual è il suo rapporto con la "sorgente del tempo", con "l'eterno che non ha tempo"? Sono questi i temi che Heschel affronta con competenza teologica, filosofica e letteraria. Il volume non è solo un saggio di cultura, ma anche una meditazione offerta ai lettori, credenti e non, sul giorno di festa e sul suo significato profondo, un invito a rispondere alle nevrosi della civiltà moderna ricominciando ad ascoltare il richiamo del trascendente.
Le preghiere originali di don Tonino, nate dalle diverse esperienze che hanno accompagnato la sua opera infaticabile di costruttore di pace.
Scrittore ispirato, profeta della speranza, si è imposto all’attenzione del pubblico per profondità del messaggio, freschezza e originalità dello stile: nel 1996 fu premiato alla memoria come «Autore dell’anno» al Salone del Libro Religioso di Milano. Promossa dalla Fondazione Don Tonino Bello, è in corso la pubblicazione del suo archivio in questa serie «La sfida della speranza» (Edizioni San Paolo), che comprende due volumi curati dallo stesso Autore.
Don Tonino (così amava firmarsi e così tutti affettuosamente chiamavano mons. Antonio Bello) nacque ad Alessano (Lecce) nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1957, fu educatore in seminario e parroco. Nel 1982 divenne vescovo di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi. Campione del dialogo, costruttore infaticabile di pace, dal 1985 presidente nazionale del movimento «Pax Christi», fu pastore mite e protettore dei poveri, degli immigrati e degli ultimi, che ospitò anche in casa sua. Colpito da male incurabile, visse il suo calvario facendone un «luminoso poema». Morì il 20 aprile 1993.
Figli del tempo, gli esseri umani, a qualunque civiltà appartengano, non hanno mai smesso di interrogarsi su uno dei misteri più elusivi dell'universo. Dall'astronomia (Duccio Macchetto) alla fisica (John Barrow), dalla biologia (Edoardo Boncinelli) alla filosofia (Carlo Sini), per non dire della memoria (Giacomo Limentani) e dell'attesa (Gabriel Bunge). Nel dialogo e nei confronti con esperti delle più diverse discipline, Carlo Maria Martini rimanda il lettore al dilemma tra tempo finito e infinito, cercando la soluzione non tanto in formule intellettuali o in eleganti paradossi ma nella pienezza del presente.