
CONTENUTO DEL CD
1. Introduzione. Perché Gesù parla in parabole
2. Le parabole del Regno. La parabola del Seminatore (Mc 4,1-9)
3. Ascolto e predicazione della Parola (Mc 4,10-34)
4. La parabola della zizzania: il male e il giudizio (Mt 13,24-30.36-43)
5. La parabola del banchetto nuziale: dono e responsabilità (Mt 22,1-14)
La parabola del lievito nascosto (Mt 13,33-35)
6. Il tesoro, la perla preziosa, la rete gettata in mare (Mt 13,44-50)
7. Le parabole della misericordia. Il servo spietato (Mt 18,21-35)
Gli operai dell’ultima ora (Mt 20,1-16)
8. Le parabole della vigilanza (Mt 25,1-46)
È sempre arduo parlare di Dio. Ancora di più lo è nelle Scritture. Soprattutto se questo parlare riguarda ciò che Dio ha rivelato di sé: il suo essere Trinità. Il tema si snoda nell'Antico Testamento, attraverso le categorie di Parola, Sapienza e Spirito, e trova la sua realizzazione nel Nuovo, tramite i Vangeli e la teologia di san Paolo. È un piccolo squarcio sul mistero fondamentale della vita cristiana, un aiuto a intraprendere l'avventura di avvicinarsi a Dio. Nella consapevolezza che grande è lo spazio in cui si può indagare e tentare di comprendere qualcosa del mistero trinitario, ma ancor più grande è lo spazio nel quale la Trinità si può solo contemplare.
Molte volte ci riempiamo di nervosismo perché avvertiamo alcune persone o cose come nemici pericolosi. È una sensazione di debolezza che ci carica di tensioni davanti a qualunque pericolo o a qualunque cosa che possa privarci delle nostre sicurezze. Se alimentiamo questa malattia, arriveremo a non considerare nulla come buono. Fernàndez ci offre una serie di suggerimenti per "allentare la presa" di fronte alle sfide e ai limiti della vita.
La vita è piena di cose belle, ma molte volte non sappiamo goderne. Uno dei vizi più frequenti che non ci permettono di essere felici è quello di renderci schiavi di alcune cose, di abbarbicarci ad esse; altre volte le fantasie che ci creiamo non ci lasciano prendere contatto con la realtà, che ha sempre qualcosa di buono da offrirci. In questo volume troveremo un cammino spirituale per liberarci dalle dipendenze e dalle ossessioni.
Alcune persone sanno godersi la vita, altre persone sono rivolte al futuro: vivono cioè in continuo anticipo, cercando di accelerare ogni cosa. Tutto deve essere "già". Così facendo si negano alla vita, rigettano la realtà e si trasformano in nemici del presente. Con questo libro intraprenderemo un percorso di rasserenamento dinanzi alla realtà e agli altri, un percorso per guarire dall'ansia e dall'impazienza.
Dobbiamo confessarlo: ciò che di Gesù ancora oggi scandalizza non sono le sue parole di giudizio; ciò che scandalizza è la misericordia, interpretata da Gesù in un modo che è all'opposto di quello pensato dagli uomini religiosi, da noi! In tutta la storia della chiesa la misericordia ha scandalizzato, e per questo è stata poco esercitata. Quasi sempre è apparso più attestato il ministero di condanna piuttosto che quello della misericordia e della riconciliazione. Di tutto il messaggio di Gesù, la misericordia è forse la parte meno capita, più rifiutata. Scandalizza chi si crede giusto ma è compresa da chi sente di aver bisogno di un cambiamento nella propria vita. Scandalizza spesso anche i credenti, li spiazza. Basta guardare alla nostra storia personale: quanto è difficile perdonare! E ancor più a livello sociale: misericordia diventa quasi una parola rivoluzionaria e scomoda. Tutto questo, dice Enzo Bianchi, è tradire il Vangelo, che annuncia invece l'amore scandaloso di Dio. Il priore di Bose commenta i brani del Vangelo in cui emerge con più forza la misericordia di Dio, in particolare un testo spesso ritenuto "pericoloso" dai cristiani stessi, quello della donna adultera (Gv 8) con la celebre frase di Gesù: "chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra".
La Bibbia non è che il racconto della passione di Dio per l'uomo. Preso da amore folle per lui, Dio è innamorato della bellezza della sua creatura. Per questo i cristiani dovrebbero leggere e rileggere continuamente i racconti della Passione. Il cardinal Martini, convinto di ciò, ha dedicato ad essi diverse meditazioni, ora raccolte in questo volume. Per le sue riflessioni, Martini sceglie di utilizzare una serie di "quadri biblici". Il primo ha per protagonista Pietro, nel quale il credente riconosce l'uomo che vede venir meno tutte le sue sicurezze, ma le immagini bibliche si succedono in rapida sequenza: Giuda, le guardie, Pilato? Un commento densissimo, senza ombra di dubbio il libro più completo e lucido mai scritto sui racconti della Passione, imbevuto di un realismo sapienziale e aperto alla speranza.
"Nel concepimento immacolato di Maria siamo invitati a riconoscere l'aurora del mondo nuovo, trasformato dall'opera salvifica del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. L'aurora della nuova creazione attuata dalla divina Misericordia. Per questo la Vergine Maria, mai contagiata dal peccato e sempre ricolma di Dio, è madre di una umanità nuova".
(Papa Francesco, Angelus, 8 dicembre 2015, Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata vergine Maria, Piazza San Pietro)
"Il presiedere nella fede e nell'obbedienza è legato inscindibilmente al presiedere nella carità". È la frase, riportata nella quarta di copertina, che fa da compendio al volume "Deus caritas est. Porta di Misericordia", che riunisce gli Atti del Simposio internazionale svoltosi a Roma dal 19 al 21 novembre 2015, nel decimo anniversario della prima enciclica di Benedetto XVI. La raccolta si apre con il contributo del cardinale Kurt Koch sulla Deus caritas est nel contesto del Pontificato di Papa Benedetto. Il cardinale Paul Josef Cordes sottolinea i risvolti dell'enciclica nell'opera caritativa della Chiesa, mentre don Vincent Twomey presenta la Deus caritas est nel contesto del lavoro teologico di Joseph Ratzinger. Seguono interventi che approfondiscono certi insegnamenti dell'enciclica, soffermandosi in particolare sulla prospettiva e il concetto di verità in Deus caritas est (cardinale Gerhard L. Müller); sull'idea di unità dell'amore, sulla centralità di Cristo e sull'antropologia integrale dell'homo viator (cardinale Angelo Scola); sul martirio come suprema testimonianza d'amore (Ralph Weimann); sui risvolti dell'enciclica nella vita sociale e politica (Giorgio Napolitano); sul nesso tra l'enciclica e l'Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco (monsignor Rino Fisichella). Il volume si chiude con cinque contributi che fanno vedere la ricezione e le prospettive dell'enciclica nei diversi continenti.
"Gli anni passati a Córdoba - ha affermato papa Francesco - hanno determinato la mia solidità spirituale, perché furono come una notte, ma mi hanno permesso di consolidarmi come pastore". A Córdoba, oltre 700 chilometri a nord di Buenos Aires, Jorge Bergoglio visse una prima volta come novizio gesuita, tra il 1958 e il 1960, e una seconda come sacerdote, dal 1990 al 1992. In mezzo c'erano stati i suoi sei anni da Provinciale dei Gesuiti, dal 1973 al 1979, ma anche la giunta militare, il ritorno alla democrazia, il disorientamento nella Chiesa, le crisi sociali ed economiche. Questo libro ricostruisce i due periodi di Córdoba, fondamentali per capire la visione che Francesco ha di Dio, della Chiesa, della vita, della storia, della politica, e di se stesso. In particolare, gli anni "oscuri" dal 1990 al 1992, quando Bergoglio fu esiliato, zittito, messo da parte per essere diventato un "sassolino" nella scarpa di molti, furono un cammino evangelico di "purificazione interiore". Lì sono le radici nascoste del pontificato di Francesco.
La persona e l'opera del Servo di Dio Antonio Bello sono caratterizzate da una dimensione costitutiva: il francescanesimo. Appartenente all'Ordine Francescano Secolare, don Tonino ha spesso citato gli scritti e i gesti di Francesco d'Assisi, e si è rifatto in modo esplicito all'esempio del santo, come nel memorabile viaggio di pace a Sarajevo. Questo libro è perciò dedicato a illuminare la componente francescana di una luminosa figura contemporanea di santità.
"Il Dio biblico è il Dio Uno che si rivela; non è raggiunto dallo sforzo umano di elevarsi a lui e di conoscerlo, ma si rivela, cioè si dona per sua libera iniziativa e volontà. Egli non è definito in termini essenzialistici filosofici, ma relazionali: è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. È il Dio dei padri. Rivelandosi, egli precede e fonda l'esperienza che l'uomo può fare di lui. In particolare, il Dio biblico si rivela mediante la parola: egli è il Dio che parla e parlando chiama l'uomo all'ascolto e alla relazione. Per la Bibbia questa relazione si chiama alleanza". In questo fascicolo sono pubblicate la conferenza inaugurale e le due lectio tenute a Lourdes il 26-27 ottobre 2007 in occasione di "Ecclésia 2007", un raduno di settemila catechisti e operatori pastorali di tutte le diocesi della Francia.