
Il sentiero che guida alla pace del cuore, indicato in brevi pagine da un grande maestro della vita spirituale. Se pensiamo e viviamo come se la pace non ci sia ancora, e che siamo noi che dobbiamo crearla, siamo sulla strada verso l'autodistruzione. Al contrar io, se abbiamo fiducia che il dio dell'amore ha gia donato la pace che cerchiamo, vedremo questa pace emergere dal terreno rotto della nostra condizione umana e saremo in grado di permetterle di crescere velocemente e perfino di guarire le malattie politiche e economiche del nostro tempo.con questa fiducia nei nostri cuori potremo sentire le parole:beati i costruttori della pace perche "
Il sentiero che guida alla liberta di chi accoglie la vita come dono. Questo breve libro parla di una storia relativa a un incidente...il mio. Quando fui investito da un furgone mentre facevo l'autostop e fui tra sportato di corsa al pronto soccorso dell'ospedale piu`vici no, mi ritrovai all'improvvis o alla porta della morte. Dal momento che non sono morto, ma anzi sono ritornato in buona salute, posso raccontare la mia storia. Ora mi sento di dire che questa interruzione mi ha dato una nuova conoscenza di dio. E cosl, piu`forte che mai, sento il bisogno di scrivere al riguardo e di presentare semplicemente questa conoscenza che non posso tenere solo per me. Spero e prego che questa rapida occhiata di la dallo specchio possa portare conforto e speranza ai miei fratelli e sorelle che hanno paura di pensare all'avvicinarsi d ella loro morte o che ci pensa
Brevi pagine per una teologia della debolezza, che ci fa assumere il potere dell'amore di Dio. In questo libricino l'autore intende offrire una teologia della debolezza. Vuole guardare con gli occhi di dio e come gesu`ha insegnato alla nostra esperienza di creature deboli, limitate, vulnerabili e fragili, nella speranza che questa prospettiva possa offrirci un modo sicuro di viaggiare sulla terra. Egli mettera a fuoco tre parole: potere", "impotenza" e "forza". In primo luogo analizza il potere che opprime e distrugge. Poi intende dimostrare come quel potere venga disgregato dall'impotenza e inf ine proclamare la forza autentica che libera, riconcilia e g"
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane sono: Lui vive e ti vuole vivo!».
L'esortazione si arricchisce della guida alla lettura di don Maurizio Gronchi, partecipante al Sinodo con la qualifica di consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. Egli spiega che si tratta di «una lettera indirizzata a tutti i giovani cristiani, che ricorda alcune convinzioni della nostra fede, e incoraggia a crescere nella santità e nell'impegno della propria vocazione. Ma dato che nasce dal sinodo, il testo è rivolto nello stesso tempo a tutto il popolo di Dio, perché la riflessione sui giovani e per i giovani riguarda tutti».
Sommario
Cristo vive. I. Che cosa dice la Parola di Dio ai giovani? II. Gesù Cristo sempre giovane. III. Voi siete l’adesso di Dio.. IV. Il grande annuncio per tutti i giovani. V. Percorsi di gioventù. VI. Giovani con radici. VII. La pastorale dei giovani. VIII. La vocazione. IX. Il discernimento. E per concludere... un desiderio. Guida alla lettura (M. Gronchi).
Note sull'autore
Maurizio Gronchi, presbitero della diocesi di Pisa, è professore ordinario di cristologia alla Pontificia Università Urbaniana in Roma, consultore della Congregazione per la dottrina della fede e della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. Si prende cura pastorale di persone con disabilità fisica, psichica e socialmente svantaggiate.
“Solo l’ascolto reciproco può
salvarci dal gelo della
solitudine e farci entrare
nel giardino della solidarietà.
Una Parola di vita
è nascosta nelle vicende
di ogni famiglia.”
Il dono del Battesimo, custodito e coltivato dai genitori e dalla comunità cristiana, è per i figli un seme che germoglia e cresce fino a portare frutto.
L’arrivo di un bambino segna un tempo speciale nella vita di un uomo e di una donna. Per questo, l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi scrive una lettera ai genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli, rivolta non solo alle famiglie già impegnate nella vita delle parrocchie, ma anche a coloro che esitano ad avvicinarsi alla Chiesa per timore di essere respinti o giudicati. Perché tutti i genitori, accompagnando il loro bambino nell’esperienza del primo sacramento, intraprendono un cammino nuovo verso la pienezza dell’incontro con il Signore.
Con Il dono più grande il cardinale Tettamanzi ci illumina sul significato più profondo del Battesimo e ci rivela che è un dono per tutti, l’inizio di un’amicizia profonda tra le famiglie e Dio, attraverso la Chiesa.
Annunciare Gesù è compito di ogni cristiano. Ma come farlo oggi? Enzo Bianchi propone ai lettori nuovi modelli di evangelizzazione.
«Sì, lo stile con cui il cristiano sta nella compagnia degli uomini è determinante: dal “come” dipende la fede stessa, perché non si può annunciare un Gesù che racconta Dio nella mitezza, nell’umiltà, nella misericordia, e farlo con stile arrogante, con toni forti o addirittura con atteggiamenti che appartengono alla militanza mondana!».
L'Autore
Enzo Bianchi (1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. È autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora con «La Stampa», «Avvenire», e, in Francia, con «La Croix», «Panorama» e «La Vie». Autore di diversi libri come Il pane di ieri (Einaudi, 2008), Ogni cosa alla sua stagione (Einaudi, 2011), per le Edizioni San Paolo ha pubblicato, tra gli altri: Il Padre nostro. Compendio di tutto il Vangelo (2008), L’amore vince la morte (2008), Ascoltate il figlio amato! (2008), Perché pregare, come pregare (2009), Il Padre Nostro spiegato da Enzo Bianchi (2010), Una lotta per la vita. Conoscere e combattere i peccati capitali (2011) e Le tentazioni di Gesù Cristo (2012).
Se è vero che noi oggi diamo poca importanza all’ingordigia, al punto che non la consideriamo più come un peccato, e altrettanto vero che, mai come oggi, sperimentiamo quanto essa sia dannosa per la nostra salute. È parados- sale eppure reale: siamo maggiormente disposti ad accettare i disagi prove- nienti dagli abusi nel nostro rapporto con il cibo che non quelli causati da un suo retto uso, cioè le moderate rinunce e il giusto rapporto con il cibo che ci consentirebbero di intrattenere un rapporto equilibrato con il nostro corpo.
enzo Bianchi (1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. È autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora con «La Stampa», «Avvenire», e, in Francia, con «La Croix», «Panorama» e «La Vie». Autore di diversi libri come Il pane di ieri (Einaudi, 2008), Ogni cosa alla sua stagione (Einaudi, 2011), per le Edizioni San Paolo ha pubblicato, tra gli altri: Il Padre nostro. Compendio di tutto il Vangelo (20082), L’amore vince la morte (20082), Ascoltate il figlio amato! (2008), Perché pregare, come pregare (2009), Il Padre Nostro spiegato da Enzo Bianchi (2010), Una lotta per la vita. Conoscere e combattere i peccati capitali (20112) e Le tentazioni di Gesù Cristo (2012).
Enzo Bianchi dedica questo volume della serie "Se questa vita ha un senso" alla lussuria, vizio dell'anima. La voracità di cibo e quella sessuale affondano le radici nello stesso terreno: "l'ingordigia è madre della lussuria"; significativamente Giovanni Climaco mette in bocca all'ingordigia personificata questa dichiarazione: "Mia figlia primogenita è la lussuria", perché l'eros è chiamato alla relazione, ma se quest'ultima è negata, il sesso si deforma in lussuria.
Enzo Bianchi dedica questo volume della serie "Se questa vita ha un senso" all'avarizia. L'avarizia è un vizio che si insinua lentamente nel cuore dell'uomo: si inizia con il trattenere per sé ciò che può essere condiviso con altri; si prosegue con l'accumulare senza mai essere soddisfatti; ciò provoca una crescente inquietudine, la quale a sua volta genera l'ossessione dell'aumento del possesso.
Molte volte ci riempiamo di nervosismo perché avvertiamo alcune persone o cose come nemici pericolosi. È una sensazione di debolezza che ci carica di tensioni davanti a qualunque pericolo o a qualunque cosa che possa privarci delle nostre sicurezze. Se alimentiamo questa malattia, arriveremo a non considerare nulla come buono. Fernàndez ci offre una serie di suggerimenti per "allentare la presa" di fronte alle sfide e ai limiti della vita.

