
In queste pagine viene presentato un itinerario di nuova evangelizzazione e di rinnovamento spirituale basato sulla Lettera di san Paolo ai Romani. Si tratta di un cammino alla luce della parola di Dio, che vuole essere un aiuto al credente per approfondire il mistero cristiano e le implicazioni del proprio battesimo. «Non basta leggere, studiare, imparare anche a memoria la parola di Dio. Bisogna “mangiarne il rotolo, divorarlo, sentirne l’amarezza nelle viscere e la dolcezza sulle labbra" (cf Ez 3, 1 ss; Ap 10, 12), cioè assimilarla, farla diventare carne della propria carne e sangue del proprio sangue, lasciare che essa ferisca e purifi chi interiormente anzitutto colui che è chiamato ad annunciarla ad altri. È quello che ci accingiamo a fare con il testo dell’Apostolo» (dall’introduzione).
Padre Raniero Cantalamessa, francescano cappuccino, è originario della provincia di Ascoli Piceno. Laureato in Teologia e in Lettere classiche, già professore di Storia delle origini cristiane presso l’Università Cattolica di Milano e membro della Commissione Teologica Internazionale, nel 1979 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi alla predicazione in varie nazioni del mondo. Dal 1980 è Predicatore della Casa Pontificia. È stato creato cardinale da papa Francesco nel concistoro del 28 novembre 2020. Ha condotto per 14 anni, su RAI 1, il programma di cultura religiosa "Le ragioni della speranza". Con Àncora ha pubblicato molti libri di successo, tradotti in tutto il mondo.
Il volume indaga gli anni giovanili e la formazione di Lorenzo Milani. La ricostruzione della vita di Lorenzo prima della decisione di diventare sacerdote si appoggia principalmente su due fonti: le testimonianze scritte e orali di coloro che l'hanno conosciuto e frequentato, e il materiale archivistico e iconografico. Il libro ha un ricchissimo repertorio di immagini, tra cui spiccano (oltre alle fotografie della famiglia, degli amici, degli anni di scuola) i dipinti di Lorenzo, che aveva frequentato l'Accademia di Brera e voleva fare il pittore. Da ciò l'autore trae «riflessioni storico-artistiche e intuizioni interpretative volte a delineare la complessa formazione di un giovane benestante e geniale al quale il destino offrì ulteriori opportunità».
Ragione e fede sono state spesso rappresentate come opposte, inconciliabili tra loro, con grave detrimento dell’una e dell’altra.
Infatti una ragione che non sia chiusa in sé stessa scopre un’intima vocazione a ciò che la precede e la supera, a una pienezza che l’uomo non può darsi da sé e che pure attende.
Proprio l’esperienza di una inestinguibile attesa porta l’uomo a mettersi in cammino per scoprire ciò che può dare alla propria vita una prospettiva di ferma e sicura speranza.
A sua volta la fede, se non vuole cristallizzarsi e ridursi a dottrina, ha bisogno dell’uomo che interroga e che cerca. Ciò che la ostacola non è il domandare, ma, al contrario, la chiusura a ogni forma di domanda.
Queste pagine ripercorrono il magistero di Benedetto XVI, seguendo quello che lui stesso ha indicato come filo rosso del suo pensiero: il rapporto tra fede e ragione. Non si tratta di una questione accademica, bensì del futuro di ciascuno, della Chiesa e dell’intera umanità.
Una fede separata dalla ragione, infatti, è inevitabilmente separata dalla vita e non sa più indicare la strada dove si incontrano la libertà dell’uomo e il dono che Dio fa di sé.
Prefazione di Christoph Ohly
Postfazione di Andrea Bellandi
«Nel 2001 ho pubblicato in un’opera di tre volumi i commenti ai vangeli domenicali e festivi con il titolo Gettate le reti. Erano le riflessioni svolte in televisione nel programma “A Sua immagine”, in onda su Rai Uno ogni sabato sera. Da allora, avendo continuato fino a oggi il mio servizio televisivo alla parola di Dio, ho avuto modo di svolgere altre riflessioni e di riprendere, sintetizzandole, quelle precedenti. Il risultato è questo volume unico per tutti e tre i cicli liturgici annuali.
Ho cercato di cogliere, ogni volta, il tema dominante del Vangelo, basando su di esso le applicazioni alla vita. La cosa da fare quando ci si vuole assicurare di essere in ordine non è “guardare lo specchio”, analizzandone i materiali, la cornice, il supporto, ma è “guardarsi nello specchio”. Anche nei confronti dello specchio della parola di Dio la cosa più importante non è risolvere tutti i problemi critici, studiarne le fonti e i passi paralleli, ma lasciarsi interpellare da essa. Specchiarsi in essa. Mettere in pratica i suoi punti chiari, senza aspettare di aver risolto tutti i suoi punti oscuri.
In questo senso, il titolo del libro riflette perfettamente il suo contenuto. Una preoccupazione costante è stata infatti quella di far risaltare la straordinaria “presa” che il Vangelo di Gesù ha sulla vita; come esso rischiari il cammino degli uomini del nostro tempo».
Dalla Premessa
di Padre Raniero Cantalamessa
Quello tra Joseph Ratzinger e Georg Gänswein è stato un lungo e significativo rapporto di profondo rispetto e stima reciproca, sin da quando, nel 2003, il futuro Papa nominò segretario personale il giovane sacerdote tedesco. E ancor più dopo l'elezione del cardinale Ratzinger come Benedetto XVI, don Georg ha vissuto costantemente al suo fianco quale suo più stretto collaboratore, ma anche confidente e consigliere, accompagnandolo durante il pontificato e nel tempo successivo alla storica rinuncia del 2013. Oggi, dopo la scomparsa del Papa emerito, per l'attuale prefetto della Casa pontificia è giunto il momento di raccontare la propria verità riguardo le bieche calunnie e le oscure manovre che hanno cercato invano di gettare ombre sul magistero e sulle azioni del Pontefice tedesco, e di far conoscere così, finalmente, il vero volto di uno dei più grandi protagonisti degli ultimi decenni, troppo spesso ingiustamente denigrato dai critici come "Panzerkardinal" o "Rottweiler di Dio". Un racconto autentico e schietto in cui, coadiuvato dalla esperta penna del vaticanista Saverio Gaeta, monsignor Gänswein propone l'autorevole ricostruzione di un particolarissimo periodo per la Chiesa cattolica, affrontando anche gli interrogativi su enigmatiche vicende, quali i dossier di Vatileaks e i misteri del caso Orlandi, lo scandalo della pedofilia e i rapporti fra il Papa emerito e il successore Francesco. Ne scaturisce l'intensa testimonianza della grandezza di un uomo, cardinale, Papa che ha fatto la storia del nostro tempo e che emerge qui come un faro di competenza teologica, chiarezza dottrinale e saggezza profetica.
Madre Teresa e Gandhi hanno incarnato i vertici di ciò che l'essere umano può raggiungere. I loro esempi hanno il potere di rischiararci la strada e di farci uscire da una impasse in cui la modernità è caduta, apparentemente senza via di uscita, mostrandoci come l'azione disinteressata e la condotta etica si realizzino a partire da presupposti e da una visione del mondo che - come afferma Panikkar - "è fondamentalmente incompatibile con quella attuale". Seguire il loro esempio è il salutare rischio a cui ci espone la vicinanza con culture diverse o lo studio di personaggi di confine che hanno vissuto in culture altre, proprio oggi che siamo di fronte a un impegno non rimandabile: quello di mettere in dialogo culture provenienti dai diversi angoli del mondo per far nascere un futuro più pacifico, più in sintonia con la natura e in armonia con le istanze profonde dell'essere umano. E il libro di Gloria Germani fa proprio questo, mette in luce il sentiero comune a Madre Teresa e a Gandhi, dall'intuizione che tutto è uno fino alla via per rimettere l'etica al centro della vita, contro l'abbaglio economico della modernità. Con una prefazione e uno scritto di Tiziano Terzani.
Dio vuole la patria unita e in ordine, dicevano i militari. Dio è dove c'è giustizia sociale, ribattevano gli studenti. Una patria cattolica non può licenziare i lavoratori, gridavano gli operai in sciopero. Pur di ottenere la civiltà dell'amore cara a Dio, rincaravano i gruppi armati, è lecito sacrificare vite nella rivoluzione. Il peronismo è un movimento umanista e cristiano; no, il peronismo è la via attraverso cui il popolo edifica il socialismo. Tutti in nome di Dio, tutti in nome del popolo. Questo libro indaga l'intreccio di storia politica e religiosa in Argentina, dagli anni Sessanta fino all'ultima dittatura militare, e scopre che all'origine della sua storia è il mito di una nazione cattolica. Un mito divenuto presto una camicia di forza; un mito che, nato per unire, ha diviso fino all'odio fratricida: cattolica si proclamava la dittatura del 1966, cattolica e cresciuta nelle parrocchie era la guerriglia, cattolico il peronismo tornato al potere nel 1973, cattoliche le sue fazioni in guerra tra loro, fino al regime cattolico che pretesero di incarnare i militari giunti al potere nel 1976. Solo allora, dinanzi alla tragedia, una parte crescente della Chiesa e degli argentini iniziò a scoprire le virtù della laicità, della democrazia politica e dello Stato di diritto.
Cresciuto in un contesto culturale dove la politica era religione e la religione politica, formatosi in una Chiesa dove Dio, patria e popolo erano tutt'uno, Jorge Mario Bergoglio è sempre stato un politico, ha sempre fatto politica. 'Politica alta', spiega, mai politica di partito. Ma non c'è alta politica senza la politica concreta. Di entrambe si occupa questo libro, che di Bergoglio studia idee e azioni, affinità e ostilità, convinzioni e contraddizioni, successi e fallimenti. Alieno agli intenti apologetici delle sue biografie, estraneo alle diatribe che la sua figura ha generato in seno alla Chiesa, Loris Zanatta ne ripercorre con spirito critico la parabola, dagli inizi a Buenos Aires agli ultimi anni in Vaticano. Il profilo che ne esce è quello di un moderno erede della cristianità antica. Di una cristianità, quella ispanica, in trincea perenne contro i nemici che la erosero e sconfissero, la frammentarono e marginalizzarono: l'illuminismo e il razionalismo, il liberalismo e il capitalismo, Giovanni Calvino e John Locke, la secolarizzazione e la globalizzazione, i nemici eterni ora dichiarati ora occulti. Bergoglio parla oscuro ma ha idee chiare, dissimula gli obiettivi ma non li perde mai di vista, si adatta all'ambiente per meglio conquistarlo. Un gesuita allusivo e flessibile che ama confondere le tracce e mischiare le carte, compiacere tutti senza identificarsi con nessuno, governare con mano di ferro ma farsi piccolo e umile per sedurre e convertire.
In occasione dei quarant´anni dalla morte di don Lorenzo Milani il volume rievoca, nel difficile biennio 1958-1959, i contenuti e le reazioni al libro di Milani Esperienze Pastorali offrendone anche - per la prima volta assoluta - alcune pagine originali con le varianti, le correzioni proposte dal censore e le scelte definitive di Milani. Del tutto inedito e poi il carteggio tra Milani ed una eminente personalità del mondo della cultura meridionale, carteggio dedicato interamente alle Esperienze Pastorali e dimostrazione della possibilità di dialogo tra uomini capaci di valicare le frontiere in nome della comune causa della giustizia sociale.
Descrizione
L’azione pastorale e civile di don Lorenzo Milani può ispirare la formazione delle coscienze delle genti del sud d’Italia aiutandole a superare la rassegnazione e il giogo delle associazioni criminali e della politica ridotta a clientela e a dominio? Rispondono a questa domanda alcuni studiosi meridionali: Anna Carfora, Rocco D’Ambrosio, Luigi Di Santo, Giorgio Marcello, Antonio Mastantuono, Umberto Santino, Cosimo Scordato, Fabrizio Valletti.
I curatori
SERGIO TANZARELLA insegna Storia della Chiesa e Introduzione alla storiografia presso l’Università Gregoriana di Roma e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli dove dirige l’Istituto di storia del cristianesimo. Tra le sue pubblicazioni Chiesa e società nel secolo XX (Roma 1993); La purificazione della memoria: il compito della sto- ria tra oblio e revisionismi (Bologna 2001). Ha curato l’edizione italiana di A. Harnack, Militia Christi (Trapani 2016) e i volumi: Tra Cristo e Gandhi.
LUIGI DI SANTO Insegna Filosofia del Diritto presso l’Università di Cassino ed è vicedirettore della rivista “Persona”. Tra le sue pubblicazioni: Teoria e pratica dei Diritti dell’Uo- mo (Napoli, 2002); Nomos e Chromos Il tempo nel diritto e il diritto nel tempo (Napoli, 2004); Tempo della coscienza ed esperienza giuridica (Napoli, 2008).
Un volume che prende in considerazione l'intera produzione di Joseph Ratzinger fino alla sua elezione al soglio pontificio, mostrando come questi - nell'arco di più di mezzo secolo - abbia saputo elaborare una serie di riflessioni teologico-politiche di grande pregnanza, la cui recessione sarebbe di grande aiuto nell'epoca presente.
C'è un legame storico, originario, fra la città di Rimini e Comunione e Liberazione. Don Luigi Giussani (1922-2005) ha spesso raccontato che l'idea di dedicarsi ad una presenza cristiana fra gli studenti gli venne durante un viaggio in treno da Milano a Rimini, quando incontrò un gruppo di giovani paurosamente ignoranti sul cristianesimo. E la città adriatica ha sempre risposto in modo generoso al messaggio del sacerdote milanese: dal rapido e fiorente sviluppo di Gioventù Studentesca all'incontro di Torello che diede avvio alla ripresa dopo la devastante crisi del Sessantotto, fino alla crescita di una comunità vivace da cui sono nati il Meeting e numerose altre opere in campo educativo (Karis Foundation), culturale e sociale.