
«In Cristo Oriente e Occidente non sono due mondi divisi; rappresentano piuttosto due civiltà, due mentalità distinte, destinate a completarsi nella Chiesa una. Ma se noi togliamo Cristo a questi due mondi non ci potrà essere alcuna possibilità di unione o d'intesa: Oriente e Occidente rappresentano allora due mondi divisi e destinati a scontrarsi in un urto che elida o l'uno o l'altro e sia, forse, la fine dell'uno o dell'altro». Dalla Prefazione di don Divo Barsotti, 1948)
Vent'anni fa moriva sotto il tunnel de l'Alma Lady Diana. Su di lei è stato scritto e detto di tutto, scavando in veri e presunti gossip del suo privato. Come un interminabile feulleiton, sempre più piccante di puntata in puntata. Mai però si è svelato il suo lato più intimo, la luce che ne ha guidato i passi, portandola dalla collera e dalla paura in cui era precipitata dopo la rottura con il principe Carlo alla serenità sincera con cui aveva abbracciato grandi cause umanitarie come la battaglia anti-mine, il sostegno agli ammalati di Aids, ai senzatetto, ai bambini orfani e ammalati. C'è un cammino segreto che ha dato quiete alla sua anima in pena. Per la prima volta questo libro, con una serie di testimonianze inedite, ricostruisce l'evoluzione interiore della principessa, in cui giocarono un ruolo fondamentale alcun grandi incontri. Il prologo fu quello con Giovanni Paolo II nel 1985, di cui disse agli amici «è stato il momento più sacro della mia vita, finora»; poi irruppe nella sua vita Madre Teresa. L'amicizia con la Santa di Calcutta, articolatasi ben oltre i meeting immortalati dai reporter, la toccò nell'intimo. E la spinse a un'altra visione della vita, quella che la portò a mettere del tutto al servizio dei deboli e degli ultimi la sua enorme ribalta mediatica. Quella che la spinse alla tenerezza e all'aiuto dei sofferenti anche lontano dai media. Come raccontano i suoi amici più cari. Proprio per questo e non per i suoi scandali la "candela" della sua leggenda non si è mai spenta e Althorp è ancora meta di continui pellegrinaggi di persone che ne hanno amato e ne ameranno sempre il cuore generoso. Seguendo la vera parabola esistenziale di Lady D, si comprendono anche le enigmatiche parole che le dedicò circa un anno dopo la sua morte la mistica Natuzza Evolo. Parole in linea con il messaggio di santa Teresa di Calcutta, scomparsa pochi giorni dopo l'amica Diana: «I poveri sono la nostra salvezza».
Gli esercizi spirituali di monsignor Bruno Forte dedicati ai momenti centrali dei quattro Vangeli: l’annuncio del Figlio in Marco, il rapporto legge/grazia in Matteo, il cammino di Gesù verso Gerusalemme e la passione – che è il fulcro del racconto di Luca – e la questione dell’amore di Dio, fino al dono totale, in Giovanni.
Una profonda occasione per riflettere sui Vangeli, supportati da un’ampia introduzione alle grandi tematiche cristiane che ne sono il nucleo e che permettono, con un solo sguardo, di cogliere l’insieme del cammino cristiano nei suoi elementi fondamentali. Una piccola summa della meditazione orante del vescovo di Chieti-Vasto sulla Parola del Signore.
BRUNO FORTE (Napoli, 1-8-1949) è sacerdote dal 1973 e dottore in teologia e in filosofia. Dal 2004 è Arcivescovo di Chieti-Vasto. È membro, tra l’altro, del Pontificio Consiglio per la Cultura, di quello per l’Unità dei Cristiani e di quello per la Nuova Evangelizzazione.
Esperti e studiosi sviluppano i vari aspetti del tema «pensare formativo»: da quello biblico-teologico a quello psico-pedagogico, fino a illustrare più da vicino le caratteristiche francescane della formazione, specialmente alla vita di comunità.
Una delle maggiori difficoltà per comprendere chi vive in una condizione di malessere, è saper distinguere se si tratta di un disturbo di natura psichica o di un maleficio. L'autore approfondisce il tema con un gruppo di psichiatri. "Il ricorso all'esorcista deve essere l'ultima cosa a cui pensare", dice don Gabriele Amorth, che rinvia ai comuni mezzi della grazia e alle preghiere di liberazione, tema che tratta ampiamente. Viene inoltre presentata una breve storia degli esorcismi, da Cristo ad oggi: una carrellata lunga duemila anni.
Come affrontare le sfide di questa nostra epoca sempre più precaria, in cui la lotta tra Bene e Male pare sul punto di raggiungere il proprio apice e ogni luce si estingue, avvolta dall'avanzare delle tenebre? Come si può evitare, in questi tempi bui, di domandarsi se sia ancora possibile un futuro per il genere umano? Per padre Livio una risposta a queste domande esiste, e risiede nella fortezza. Ma non bisogna confondersi: la fortezza non ha nulla a che fare con la forza fisica, la violenza o la prepotenza; è piuttosto, insieme alla prudenza, alla giustizia e alla temperanza, una delle quattro virtù morali sulle quali l'uomo è chiamato a costruire se stesso. Una qualità dell'anima, e quindi spirituale, necessaria e imprescindibile per affrontare quel cammino che è la nostra vita e che, per sua natura, è faticoso e colmo di insidie. Ma ognuno di noi, addestrandosi fin dall'inizio alla pratica di questa virtù, perseverando e guardando alla propria esistenza come a una missione da compiere, può trovare il sentiero per uscire dal labirinto delle illusioni e, grazie all'intelligenza e alla volontà che gli è stata donata, navigare attraverso il mare agitato dell'esistenza, senza affondare al primo temporale e aprendosi un varco al di là delle tenebre, verso l'eternità.
L'affermazione che la Chiesa è indistruttibile non è certo una novità per qualsiasi cattolico che abbia scolpite in mente le parole rivolte da Gesù a Pietro: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa» (Matteo 16, 13-20). Tuttavia, la Madonna a Medjugorje ha voluto ribadire questa promessa di Gesù, proprio nel momento storico del più grande attacco alla Chiesa da parte del maligno. La stessa presenza della Madre di Dio per così lungo tempo a Medjugorje va vista innanzitutto in ottica ecclesiale: le sue apparizioni quotidiane, la sua preghiera e i suoi messaggi sono rivolti a rafforzare la fede della Chiesa e a guidarla attraverso la tempesta. Per questo la Madonna ha deciso di prendersi cura direttamente della parrocchia locale, per proporla come esempio di rinnovamento spirituale nel momento in cui è in atto una crisi della fede dalle proporzioni mai viste. In tal modo, la Regina della Pace sta preparando il suo popolo alle dure prove che l'attendono. In questo nuovo libro padre Livio, con la chiarezza e la precisione teologica che da sempre ne contraddistinguono l'opera, vuole aiutare il lettore a comprendere la battaglia spirituale che attanaglia il mondo, dalla quale dipende il destino stesso dell'essere umano. L'esito di tale combattimento, ci dice, non è un mistero, ma è già scritto nel segreto di Fatima, che Maria è venuta a realizzare a Medjugorje: alla fine trionferà il suo Cuore Immacolato e con esso la Chiesa, in un domani in cui, dopo tanto dolore, regnerà la pace.
Imparare a vivere come «pellegrini di speranza »: è questo che ci chiede papa Francesco mentre ci avviamo verso l'anno giubilare 2025, un evento epocale che, se vissuto nel modo giusto, può costituire un'occasione irripetibile di rinascita per tutta l'umanità, in questi tempi segnati da instabilità, catastrofi e paura diffusa. Se ci guardiamo intorno, lo scenario è desolante: guerre, povertà, carestie, disastri ambientali, conflitti sociali. Il mondo è un luogo sempre più cupo, e tuttavia non possiamo permettere che questo ci renda passivi, chiusi in noi stessi, rassegnati. Non possiamo perdere la speranza; d'altronde questa, se guardiamo bene, è presente in tutto ciò che ci circonda: nel volto di una donna che porta in grembo una nuova vita, in quello di un povero, di un migrante o di un rifugiato alla ricerca di un domani migliore, nel viso di un soldato e di un civile che pregano di tornare a casa o di un anziano e un bambino che camminano mano nella mano, liberi e al sicuro. Tutti questi sono, per papa Francesco, i volti della speranza, e diventano qui occasione per riflettere sulla famiglia e l'educazione, sulla situazione sociale, politica ed economica, su geopolitica e migrazioni, sulla crisi climatica, le nuove tecnologie e la pace. Una guida spirituale per predisporci con consapevolezza all'Anno Santo, lasciandoci avvolgere dall'energia e dal sentimento di solidarietà che lo animeranno; un invito del pontefice a guardare con rinnovata fiducia alle grandi sfide che ci attendono e a incamminarci su una strada di gioia e fraternità, verso un futuro in cui possiamo ancora sperare, insieme.
"La prima lettera ai Corinti era cara al cardinal Martini, che certamente l'aveva amata perché rivelava un volto dell'Apostolo spesso tenuto in penombra: ben lontano dal pastore appassionato, ben lontano dallo stereotipo dell'intellettuale e del teologo astratto e distaccato che gli era stato imposto da molti. Questo testo paolino presenta la vastità dei problemi che pervadono l'esistere cristiano non solo di allora ma di ogni epoca, fino ai nostri giorni. È perciò interessante seguire l'itinerario che propone il cardinal Martini, perché egli seleziona alcuni nodi capaci di riflessi attuali nella nostra contemporaneità; primo fra tutti, una certa disillusione, l'elemento che riesce a spiegare appieno il titolo scelto dal cardinale. Un itinerario, quello proposto da Martini, che riflette non solo la sua fede ma anche la sua anima di pastore, la sua sensibilità per la Parola di Dio nelle sue molteplici iridescenze, ma anche la sua profonda umanità e la sua sintonia con la cultura e la società contemporanea." (dalla prefazione del card. Gianfranco Ravasi)