
Un libro per riscoprire il senso della gioia nella vita quotidiana.
Una lettura viva e approfondita del libro di Sofonia, che pur nella sua brevità, è uno dei più alti tra i libri profetici dell'Antico Testamento.
Il libro di Esdra e Neemia è importante non solo per Israele, ma anche per i cristiani, perché mette a fuoco quello che è il paradosso della rivelazione.
In ogni vita ci sono delle fonti limpide che purificano, rinfrescano e trasmettono fecondita. Sono le risorse collocate in noi fin dall'infanzia. Anselm Grun ci dice come fare per ritrovarle e farle di nuovo zampillare.
L'angoscia ha molti volti. Può chiudere l'individuo in sè, ma può rivelarsi anche una forza positiva, trasformandosi persino in un'amica che dona maggiore vitalità.
In mezzo allo stress che ci travolge, i rituali conferiscono chiarezza e ordine, profondità e colore alla nostra vita, rendendo anche più profonde le relazioni con gli altri. Grün descrive i rituali più belli che portano alla quiete interiore, al senso più profondo dell’esistenza. Per sapersi fermare e per trovare una nuova voglia di vivere.
Dalla quarta di copertina:
Fermarsi – trovare nuova voglia di vivere
«I rituali non hanno nulla a che fare con le prestazioni. Vogliono esserne proprio il contrario. In mezzo agli impegni della nostra vita, in mezzo alle situazioni di stress, vogliono garantirci uno spazio in cui possiamo tirare il fiato, in cui gioiamo del fatto di avere tempo per noi, un tempo sacro, di cui nessuno può disporre». (Anselm Grün)
Pasqua e la festa della gioia. Aiuta la nostra vita quotidiana ad essere piu ricca di luce e di gioia. Eppure siamo piu abituati alla via Crucis che alla via Resurrectionis. Provocazioni e meditazioni su un momento centrale per il cristiano
L'udito e la vista sono i due sensi più importanti dell'essere umano, Oggi rischiamo il loro ottundimento, perché siamo circondati senza sosta da rumori, immagini e informazioni che si rovesciano su di noi come una pioggia battente. C'è chi in casa tiene il televisore acceso tutto il giorno. C'è chi anche quando va a correre al parco o a passeggiare in centro ha le cuffie sulle orecchie e ascolta musica. Così, però, non sentiamo quello che avviene introno a noi. Qualcosa di simile avviene con l'atto di vedere. Prendendo lo spunto da alcuni episodi biblici, dalla Regola di san Benedetto, da illuminanti intuizioni filosofiche, Grün dimostra come l'ascolto e la visione - due pilastri della nostra vita di ogni giorno - si ripercuotano sulla nostra interiorità. Sono vie a una vita ricca e intensa. Ci aiutano a giudicare e ad agire in maniera diversa, più consapevole e più attenta: con le orecchie del cuore e gli occhi del cuore. Ci aprono al mistero di Dio: ci portano a sentire l'Inudibile e a vedere l'Invisibile. Senza clamori, dall'ascoltare e dal guardare passa dunque l'azione di Dio verso di noi - e passa la risposta che noi diamo a lui!
La domanda è: chi ci aiuta a essere uomini in maniera autentica e profonda? La risposta viene dalla scelta, libera e consapevole, di affidare a Dio l’intera nostra situazione umana. Questo il nucleo di una raccolta delle più illuminanti pagine di spiritualità disseminate nell’opera teologica di Joseph Ratzinger.
Dalla quarta di copertina:
Di che cosa è profondamente convinto Joseph Ratzinger – oggi Benedetto XVI? Che cosa per lui è importante? Il nucleo centrale del suo pensiero si esprime al meglio nella sua spiritualità.
I testi di questo volume sottolineano come egli si confronti sempre con la questione: Chi ci aiuta a vivere?
Egli ha cercato di continuo risposte alla domanda fondamentale: Come noi possiamo essere umani? E mostra dove sia possibile trovare la risposta: nella cosciente scelta di affidare a Dio l’intera nostra situazione umana.
Una raccolta delle più illuminanti pagine di spiritualità disseminate nell’opera teologica di Joseph Ratzinger.
Nell'ampio dibattito che durante il XIX secolo si sviluppa entro il mondo cattolico italiano sul tema dell'unità nazionale, della sua configurazioni istituzionale, delle modalità per il suo conseguimento la posizione di Antonio Rosmini si caratterizza per la consistenza delle sue basi filosofiche e insieme per la problematicità c i dissensi che ne sono derivati. Condannato all'Indice prima, discusso in vita cpost mortem, proclamato infine beato nel 2,007, il sacerdote roveretano sul piano politico e civile si distingue per un forte e sincero spirito di italianità che lo induce, lui formalmente suddito austriaco, a considerare il Piemonte come sua seconda patria. Ma su quali basi giungere all'unità nazionale? La risposta di Rosmini si iscrive nel vasto disegno di un articolato e complesso sistema dottrinale ove religiosità, centralità della persona, nazionalità, statualità, progetti di carte costituzionali, monarchia, repubblica, famiglia, proprietà economica, varietà e autonomie territoriali sono altrettanti tasselli concettuali che debbono confrontarsi con le condizioni reali cui l'Italia soggiace dopo che Rivoluzione francese e Restaurazione hanno impresso il segno del loro passaggio sul profilo politico e culturale del continente europeo.
La ricetta di Francesco per aiutare la Chiesa a guarire dai suoi mali prescrive più interiorità e più apertura. O, per dirlo in modo ancora diverso: più legami con Dio e con gli uomini e le donne di oggi.
'Quando leggo il catechismo del Concilio di Trento, mi sembra di non aver nulla in comune con la religione che vi e' esposta. Quando leggo il Nuovo Testamento, i mistici, la liturgia, quando vedo celebrare la messa, sento con una specie di certezza che questa fede e' la mia, o piu' precisamente sarebbe la mia senza distanza tra essa e me determinata dalla mia imperfezione'. Giunta agli ultimi anni della sua vita, Simone Weil volle esporre in una lunga lettera al padre Marie-Alain Couturier i propri convincimenti, per verificarne la compatibilita' 'con l'appartenenza alla Chiesa'. La risposta non arrivo' mai, e la Weil rimase fino all'ultimo fedele alla sua 'vocazione di essere cristiana al di fuori della Chiesa'. Cio' non deve meravigliare: le tesi qui proposte, nella loro cristallina, categorica chiarezza, sono in realta' una sfida alla Chiesa - forse la piu' alta fra le molte che ha conosciuto in questo secolo. E innanzitutto una sfida alla pretesa ecclesiale di offrire la verita' ultima, rispetto alla quale ogni altra e' una rudimentale prefigurazione. Non cosi' per la Weil, che trovava in Platone, nella "Bhagavad Gita" o nel "Tao te ching" le stesse verita', compiutamente espresse, che incontrava nei Vangeli. 'Ogniqualvolta un uomo ha invocato il cuore puro di Osiride, Dioniso, Krisna, Buddha, il Tao, ecc., il Figlio di Dio ha risposto inviandogli lo Spirito Santo. E lo Spirito ha agito sulla sua anima, non impegnandolo ad abbandonare la sua tradizione religiosa, ma dandogli la luce - e nel migliore dei casi la pienezza della luce - all'interno di tale tradizione'. volume in Italiano.