
L’esortazione apostolica Amoris laetitia, cogliendo le problematiche delle famiglie ci ha offerto la preoccupazione della Chiesa e ha indicato uno stile pastorale da mettere in campo al fine di rileggere la bellezza e la dignità del matrimonio, sia naturale che sacramentale, senza disattendere le fragilità e gli strappi all’indissolubilità e fedeltà coniugale. La Chiesa, che non è padrona ma dispensatrice dei sacramenti e presenza di salvezza per ogni persona che li desidera e li chiede con fede, offrirà ciò di cui quella persona e quella situazione hanno necessità per riparare e rimettersi alla scuola di Cristo.
Le troppe facili semplificazioni rigoriste e lassiste non aiutano chi ricerca quel senso che ha smarrito o abbandonato lungo le varie scelte della propria vita. La pastorale degna di una Chiesa, voluta per offrire salvezza e redenzione, ha bisogno di accoglienza, cuore, pazienza, correzione e fedeltà a Dio e all’immagine sua, anche quando questa è sbiadita.
Nell'abbandono e nel silenzio l'individuo trova Dio e dà senso compiuto alla sua vita. Un viaggio alla scoperta di ciò che può nutrire davvero la nostra anima e ciò di cui ha bisogno il nostro cuore per trovare la calma e la pace interiore nella vita di tutti giorni. È abbandonarsi a Dio nella consapevolezza del suo amore per noi.
E' arrivato il momento di ricostituire la stalla del Vangelo, con l'asino dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme, il gallo impertinente che ha segnalato il tradimento di Pietro, ma anche tanti altri animali che hanno una loro storia suggestiva da raccontare e una lezione da impartire alla chiesa d'oggi.
Dalla Premessa:
La parola di Dio "viva ed eterna", inesauribile ha ancora qualcosa da dire di nuovo sulla povertà. Proiettiamo allora parole di Dio come fasci di luce sulla nostra realtà; facciamole roteare come spade fiammeggianti, o come fari che nella notte perlustrano il mare tratto a tratto.
Fine anni '50, il grande filosofo tedesco vive ormai quasi da eremita nella sua celebre capanna in mezzo ai boschi; un altro filosofo, Jean Guitton, francese, cattolico, amico di Paolo VI, è a Friburgo per una conferenza su Pascal e Leibniz. Heidegger è fuori città; non potendo assistervi, il giorno dopo invia a Guitton un biglietto invitandolo nella sua casetta fra i boschi. Heidegger è già il filosofo messo sotto accusa per il "peccato" nazista degli anni Trenta, però la sua filosofia è sempre un riferimento per il pensiero esistenzialista. Guitton è curioso di conoscere come vive questo pensatore che si è ritirato dal mondo. Queste pagine memorabili sono la cronaca umana e filosofica di quell'incontro sul "sentiero di campagna". Guitton delinea con brevi tratti incisivi l'aspetto fisico, il modo di atteggiarsi, il parlato, gli oggetti sul tavolo del filosofo tedesco, la moglie, sposa devota del mito. Guitton cerca di cogliere la verità di quell'uomo, la "sua maniera di essere", egli è - annota - "un uomo il cui corpo cerca il lusso del silenzio e della semplicità". E Heidegger conclude la giornata con la consegna del suo testamento: Il sentiero di campagna.
Il libro è una raccolta di similitudini tratte da "L'evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta.
Il libro è una raccolta di similitudini tratte da "L'evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta.
"L'evangelo come mi è stato rivelato" è un'opera in 10 volumi che narra la nascita e l'infanzia della Vergine Maria e del figlio suo Gesù, i tre anni della vita pubblica di Gesù (che ne costituiscono la parte più ampia), la sua passione, morte, resurrezione e ascensione, i primordi della Chiesa e l'assunzione di Maria. L'opera descrive paesaggi, ambienti, persone, eventi, con la vivezza di una rappresentazione; presenta caratteri e situazioni, espone gioie e drammi con il sentimento di chi vi partecipa realmente; informa su caratteristiche ambientali, usanze, riti, culture. Questo primo volume tratta della nascita e vita di Maria e di Gesù e del primo anno della vita pubblica di Gesù.
In questo testo, a metà tra la biografia e la memoria fotografica, l'Arcivescovo emerito di Milano si racconta a cuore aperto: parla dei genitori, dei fratelli, dei compagni di studi, del seminario, della sua vocazione e del suo lungo ministero episcopale a Milano. Accanto al testo trovano posto numerose immagini, alcune personali tratte dall'album di famiglia e altre legate ai momenti ufficiali. Martini parla da Gerusalemme, città che ama e che ha scelto per trascorrervi l'oggi, nella preghiera e nello studio delle Scritture. Sullo sfondo della narrazione, il suo e il nostro Novecento, del quale egli ha rappresentato una delle guide più illuminate e ascoltate.
L'annuncio delle beatitudini nel Vangelo di Luca è particolarmente coinvolgente. Il "voi", che interpella in modo immediato, è rivolto ai discepoli sommersi dalla moltitudine in cerca di Gesù. Quel voi è rivolto ai discepoli di oggi, immersi nelle vicende delle nostre città, dove, se non è facile trovare folle in cerca di Gesù, certamente è possibile riconoscere costanti segni di vangelo. Il cardinale Dionigi Tettamanzi medita la pagina delle beatitudini secondo il Vangelo di Luca nel contesto di una città come la Milano dei nostri giorni, dentro concrete situazioni che inevitabilmente assumono carattere simbolico. Prima ancora che al contenuto, perciò è indispensabile porre attenzione al fatto che il messaggio della beatitudine cristiana rimbalza da precisi e significativi "luoghi di Chiesa", comunità pastorali che generosamente e continuamente si convertono al vangelo delle beatitudini e lo servono nei contesti di responsabilità, di sofferenza, di progetti per il futuro: in una parola, di vera umanità.