
Il volume raccoglie i messaggi, in lingua italiana e latina, inviati da papa Francesco attraverso Twitter dall'1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2017.
Una raccolta di saggi che affrontano il tema delle radici cristiane d'Europa. Cristianesimo ed Europa sono legati da una storia bimillenaria che rappresenta il nostro presente, il nostro passato e il nostro futuro. La fede è alla base dell'identità dell'Europa Cristiana e papa Francesco sin dall'inizio del suo pontificato ha posto il suo sguardo sul concetto di persona e di dignità alla luce delle politiche odierne incentrate sulla "cultura dello scarto".
Papa Francesco con i giornalisti e i comunicatori in genere ha da sempre un rapporto speciale perché speciale è la natura del loro compito: descrivere la realtà con parole e immagini. Parlare con loro per il Pontefice significa interagire con il mondo intero ed essere così una Chiesa “in uscita” (pag. 3).
Il volume, come sottolinea Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, nella Prefazione: «racconta, attraverso i tanti discorsi di Francesco ai giornalisti, i messaggi per le Giornate mondiali delle Comunicazioni sociali» e raccoglie gli altri suoi interventi sul tema della comunicazione precedenti alla sua elezione a Papa. I primi due capitoli sono risalenti agli anni in cui Francesco era arcivescovo di Buenos Aires e sono una forte testimonianza dell’importanza che ha per lui la comunicazione come mezzo di ricerca del vero, del bene e del bello (pag. 3 e pag. 4). Segue una raccolta di interventi, interviste e discorsi in materia di comunicazione da quando Egli è stato eletto Papa e la raccolta dei messaggi pronunciati da Francesco in occasione delle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali.
Introduzione di: Paolo Ruffini; (Palermo, 4 ottobre 1956) è un giornalista italiano. Ha occupato importanti ruoli prima nei quotidiani Il Mattino e Il Messaggero, nella Rai e in seguito direttore di TV2000. Dal 5 luglio 2018 è prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede.
Il volume raccoglie il ciclo di catechesi sulla preghiera del “Padre Nostro” tenute da Papa Francesco nel corso delle Udienze generali dal 5 dicembre 2018 al 22 maggio 2019. Con parole semplici il Pontefice spiega a più riprese il significato di questa breve preghiera, che «affonda le sue radici nella realtà concreta dell’uomo» (Udienza generale, 12 dicembre 2018, Piazza San Pietro). Le riflessioni di Papa Francesco evidenziano l’importanza di pregare con umiltà, il valore dell’esame di coscienza e il dono del perdono. La Prefazione è a firma del Cardinale Walter Kasper.
Il volume raccoglie i testi dei videomessaggi ai Festival della Dottrina Sociale della Chiesa pronunciati da Papa Francesco dal 2015 al 2019. La prefazione è a firma del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità. «I testi del Santo Padre, qui raccolti, - scrive Sua Eminenza - non solo attestano la Sua sollecitudine e la Sua particolare attenzione per un incontro finalizzato a perseguire il vero scopo della Dottrina Sociale della Chiesa, ma ribadiscono allo stesso tempo la vocazione dell'uomo a essere soggetto di relazioni difendendone le esigenze di giustizia, pace, dignità».
Il volume raccoglie 8 interventi di papa Francesco (solo scritti o pronunciati) nei quali fa emergere il suo messaggio e il suo sogno per il mondo “nuovo” che sta nascendo durante e dopo la pandemia del coronavirus. Un mondo con al centro le relazioni tra le persone, in cui la solidarietà e la collaborazione, la creatività e il sostegno a chi è “più indietro”, sono i pilastri. Introduce il volume la prefazione del card. Michael Czerny, gesuita, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede.
"Le beatitudini contengono la carta d'identità del cristiano - questa è la nostra carta d'identità-, perché delineano il volto di Gesù stesso, il suo stile di vita".
Nella sua catechesi, svoltasi durante le udienze pubbliche del mercoledì nei mesi di agosto e settembre 2020, Papa Francesco ha cercato di rivolgersi alla Chiesa e al mondo con parole di consolazione e di proporre alternative stimolanti ai vecchi stili di vita, alle abitudini e strutture sociali che la pandemia ha rivelato essere carenti in giustizia, insostenibili e bisognosi di riforme drastiche per mantenere saldo il valore centrale della persona umana.
Papa Francesco ha sempre considerato la fede un'esperienza umana che mette in moto la persona. Il credente non è mai fermo né si ferma, è un pellegrino dell'assoluto, in cerca di approfondire le ragioni del proprio credere. In queste riflessioni, raccolte nell'arco del pontificato, si esplicita in semplicità il valore dell'essere persone in cammino nella propria esperienza di fede.
La tenerezza è la forza più umile, eppure la più potente per cambiare il mondo. La tenerezza - come ha ricordato papa Francesco - "non è la virtù del debole; anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amare". Il percorso tracciato in queste pagine, prende spunto dall'omelia che il Santo Padre ha pronunciato all'inizio del suo pontificato: nelle sue parole la fede emerge come reale occasione d'amore, capace di condurre il nostro "essere di tenerezza" fino alla tenerezza infinita di Dio. Solo così la vita si trasforma in gioia piena e piena bellezza, per far fiorire la nostra umanità e il mondo intero.
«Uno degli aspetti drammatici delle avventure ideologiche del Novecento è stato quello di separare l'anelito alla giustizia sociale dall'esercizio personale della virtù della giustizia: si è verificato così il paradosso di chi ha usato la violenza e l'ingiustizia con la pretesa di realizzare in tal modo una maggiore giustizia. Ed anche oggi uno dei segni di deterioramento del tessuto sociale sta nella crescente incapacità di vivere in modo giusto l'impegno per costruire una società più giusta per tutti. Lo stile della vita pubblica, specialmente in politica, è qui chiamato in causa, come anche l'azione volta a chiedere e dare lavoro, casa e dignità a tutti» (Bruno Forte)
La missione è compito di ciascun cristiano. Ma non perché costituisca un dovere, bensì in quanto è naturale riespressione della bellezza sperimentata nell'aderire al Vangelo. "Abbiamo ricevuto un bene che non vogliamo né possiamo conservare solo nel nostro intimo" scrive Victor Manuel Fernàndez, il "braccio destro" di papa Francesco in campo teologico. L'annuncio missionario nasce dalla frequentazione con Gesù e si esplicita nella ricerca del regno di Dio. Si è realmente discepoli del Maestro che incontrava tutti e a tutti offriva speranza quando si vive l'impellenza di "uscire" davvero dal proprio guscio per testimoniare a ciascuno la "gioia del Vangelo".

