
Se la Chiesa in uscita missionaria costituisce una delle novità che maggiormente caratterizzano il servizio di Papa Francesco, la formula è il filo conduttore delle meditazioni che l’Autore offre ai presbiteri attraverso le diverse sue sfaccettature, intese tutte all’attuazione di un’autentica conversione pastorale e missionaria al fine di garantire e promuovere uno “stato permanente di missione” (EG 25).
Oggi si tratta, per così dire, di ribattezzare la parrocchia, cioè di reimmergerla nelle caste acque del mistero, richiamandola e ripensandola con i religiosissimi nomi, con i quali la Scrittura e il Concilio chiamano la chiesa... Infine, in occasione del suo nuovo battesimo alla parrocchia sarà dato il nome di: Parrocchia sinodale, casa del popolo di Dio. Sono parole ricavate dal ricco dizionario ecclesiale e pastorale che papa Francesco va scrivendo con creatività alta giorno dopo giorno. Insomma, parliamo di una parrocchia, ripensata nell'ottica di una 'chiesa in uscita', che è una casa del popolo di Dio e, perciò, una "parrocchia sinodale". La parrocchia va immaginata nella prospettiva sinodale, una scelta, questa, lungimirante, dal momento che la sinodalità è una parola da millennio...
I Padri dei primi secoli cristiani hanno parlato del mistero della Chiesa attraverso immagini simboliche, spesso evocate nel recente insegnamento di papa Francesco e, prima, di papa Benedetto XVI. È forse doveroso, però, offrire ai lettori più attenti qualche ragguaglio sulle origini e l'attualità di una delle immagini ecclesiali care ai Padri, ossia quella della Chiesa come Luna, il mysterium Lunae. L'astro minore, infatti, quello che illumina il mondo immerso nelle tenebre per virtù della luce del Sole, immagine di Cristo, ci vuole ricordare la funzione vicaria della Chiesa illuminata da Cristo e che solo in lui trova il senso della sua esistenza nel mondo e la forza per essere fiaccola che nella storia illumina gli uomini e le donne chiamati a essere una cosa sola in Cristo.
Benedetto XVI indica la strada per rimanere in Gesù di Nazareth e lasciarsi istruire da Lui. Al mondo della cultura il Papa chiede di essere capace di attingere costantemente alla bellezza dell'arte, del sapere e delle relazioni tra gli uomini e i popoli.
La riflessione sul tema della "narrazione" si articola in tre momenti: 1) dapprima ne scopre la matrice profonda che è la "parola" quale evento archetipo dell'essere, logos per mezzo del quale tutte le cose sono state create. La riflessione passa dunque a considerare; 2) il racconto nel quale la parola vive come evento fonetico, grafico e simbolico, mettendo insieme l'eterno e lo storico, l'assoluto e il relativo, la trascendenza e l'immanenza, la divinità e l'umanità. Il terzo momento della riflessione introduce un altro protagonista della vicenda della narrazione e cioè 3) colui che ascolta, perché il racconto suppone un elemento dialogico, suppone un'altra persona: siamo noi che ascoltiamo il Suo racconto e Lui che ascolta i nostri racconti.
È bellissimo, attraverso gli occhi di Madre Teresa, imparare qualcosa sull'immenso mistero di Dio e dell'incontro con l'altro, soprattutto con chi è segnato dalla povertà. Nell'esperienza della prossimità, Madre Teresa consegna una testimonianza di fede degna di essere paradigma di riferimento ad ogni età. Offrire questa prospettiva nel percorso educativo dei piccoli è un dono che rende capaci di aprire il cuore al futuro facendo tesoro del dono della fede nella testimonianza dei santi. Età di lettura: da 6 anni.
L'invito del Cardinal Martini è verso un cammino di concretezza, verso una "realtà costruttiva che lo Spirito mette in noi" che "non è solo per alcuni eletti, non ha carattere straordinario, ma è parte della vita di ogni giorno".
Vi è oggi un diffuso anelito al silenzio come terapia per combattere il proprio malessere interiore. Secondo Anselm Grun, monaco benedettino, fra i più noti autori di spiritualità, manca però un aspetto in questa lode quasi unanime del silenzio: il silenzio come impegno, come necessità di lavorare su se stessi, di cambiare. Ripercorrendo le esperienze di silenzio degli antichi monaci del III e IV secolo, padre Grun in queste pagine aiuta a capire che il silenzio è un impegno spirituale che richiede il coinvolgimento di tutta la persona. Il silenzio non è una tecnica di rilassamento o di contemplazione, né tantomeno l'arte di non pensare, ma un impegno morale: ridurre i nostri comportamenti sbagliati, contrastare il nostro egoismo, aprirci a Dio.
Spunto di partenza è il romanzo "Il Codice Da Vinci", fortunato bestseller dell'americano Dan Brown, nuovo appuntamento contro il Cristianesimo, nuovo "attacco" alla Chiesa. Da qui parte un fuoco di fila di domande di Andrea Tornielli, vaticanista del quotidiano "Il Giornale", a Padre Fanzaga, fondatore, direttore e speaker di Radio Maria.
Anselm Grün si sofferma in queste pagine sulle immagini e sulle leggende che ruotano attorno ai quattordici santi ausiliatori: san Giorgio che lotta con il drago, san Cristoforo che traghetta i viaggiatori tra i flutti del fiume, santa Margherita che porta a spasso un mostro tenendolo al guinzaglio.

