
Il testo presenta uno dei punti più delicati della formazione cristiana: il rapporto tra il regno di Dio e la Chiesa. In questo equilibrio teologico e pastorale la Chiesa è segno e inizio del Regno. Quale Maestro autentico per la sua Chiesa, Martini richiama nel presente testo non solo alcuni temi essenziali del ministero della Chiesa - scandendoli e approfondendoli attraverso i passaggi che la definiscono "una, santa, cattolica e apostolica" -, ma anche alcuni concreti orientamenti pastorali.
Il brano evangelico che ci propone le "beatitudini" è una specie di "carta programmatica" offerta da Cristo al discepolo che voglia entrare realmente nelle sue intenzioni e nel suo cuore. Il cardinale C.M. Martini infatti dichiara che lo scopo delle meditazioni è precisamente quello "di apprendere la sublime scienza di Gesù, di conoscere il cuore di Cristo", per partecipare più da vicino al suo modo di vivere e di agire. Questo testo del Cardinale C.M. Martini è stato tradotto in più lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, ungherese, slovacco e coreano.
Nella Bibbia il cuore sta a indicare l'interiorità della persona, la sede dei sentimenti, delle emozioni profonde, dei pensieri, delle decisioni. Per capire il senso degli alti e bassi dell'anima, che si alternano dentro di noi, il cardinale scruta i sentimenti di Maria, creatura capace di vita interiore, di riflessione profonda, di penetrazione nel mistero di Dio a partire dal cuore. Questo testo del Cardinale C.M. Martini è stato tradotto in più lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, ungherese, slovacco e coreano.
Meditazioni che aiutano a entrare nel cuore del mistero cristiano a partire dalla preghiera del Padre nostro, contestualizzata in luoghi diversi a seconda dei contenuti sottolineati. "... Le parole del Padre nostro sono correlate con la nostra esperienza di figli di Dio. Ogni volta che pronuncio il nome 'Padre' sento pronunciare l'appellativo 'figlio, figlio mio, figli miei'. La mia invocazione è risposta alla parola di figliolanza che Dio proclama su di me, ciascuno di noi. Possiamo allora intuire quali sensazioni suscita il nome 'Padre' quando lo diciamo con intensità. La sensazione di essere capiti a fondo; lui sa ciò di cui ho bisogno. La sensazione di essere importanti davanti a Dio, come si è ritenuto importante il figliol prodigo della parabola nel momento in cui, tornato a casa, è stato abbracciato dal padre. Se Dio ci permette di chiamarlo Padre, significa che abbiamo grande valore per lui. Da qui anche la sensazione di non essere abbandonati nei giorni della prova, ma di essere capiti, sostenuti, accompagnati. E poi la sensazione di poter rivolgerci a Dio con audacia; se è Padre, siamo liberi di parlargli con franchezza".
Il testo nasce da Esercizi spirituali che propongono un intenso percorso di ascolto, di meditazione, di contemplazione che passi poi nell'azione, a partire dal capitolo 21 del Vangelo secondo Giovanni, dove viene data testimonianza a Gesù risorto insieme con Pietro. Queste catechesi, occasionate da una visita del Santo Padre Giovanni Paolo II alla diocesi di Milano, sono volte ad approfondire il senso di Chiesa e la coscienza di Chiesa che c'è in ciascuno per arrivare ad una sorta di "esame di coscenza ecclesiale". Questo testo del Cardinale C.M. Martini è stato tradotto in più lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, ungherese, slovacco e coreano.
Il testo rappresenta il testamento spirituale che il cardinale lascia alla diocesi ambrosiana dopo ventidue anni di intenso servizio pastorale.
Due contributi (inediti per il grande pubblico) che presentano il rapporto preghiera e vita come un continuum da riaffermare sempre con forza. Una sorta di doppio registro che tiene insieme l'appello coraggioso di una Parola che chiede ospitalità nel profondo del cuore come nei gesti concreti di tutti i giorni.
Nelle riflessioni di Qohelet,
parola di Dio nella crisi dell’uomo,
è già all’opera
il germe segreto e nascosto della redenzione
Qohelet,
piccolo gioiello della letteratura biblica,
è un medico che si fa vicino ai suoi lettori
per dare un nome alle malattie che,
più o meno impreviste,
minacciano il senso
dell’esistenza umana sotto il sole,
giorno dopo giorno.
L’aureo libretto di Qohelet si rivela opera di un sapiente, nel senso vero della parola: egli ci invita cioè ad affrontare i temi fondamentali e le dimensioni più profonde dell’esistenza dell’uomo. Ma la sua riflessione si segnala per un ulteriore, decisivo pregio: egli dà un nome preciso alle malattie che costellano le nostre giornate, non ha timore di guardarle in faccia. Ponendosi con impietosa lucidità di fronte a queste sindromi, Qohelet compie analisi realistiche, talvolta minimaliste, certamente tutte necessarie per smitizzare le nostre letture banali e stereotipate della realtà, sotto le quali mascheriamo la volontà di ignorare il negativo che la attraversa.
Gianfranco Ravasi (1942), presbitero della diocesi di Milano, è Prefetto della Biblioteca ambrosiana e docente di Esegesi biblica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. All’indiscussa competenza dello studioso, unisce una rara capacità di divulgazione del messaggio biblico per gli uomini e le donne del nostro tempo. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Il linguaggio dell’amore.
Il volume ripercorre tutta la linea di pensiero che unisce l'economista e sociologo Giuseppe Toniolo e papa Francesco, mettendo in parallelo i loro testi e avendo il beato Toniolo come "commentatore inedito" dell'Evangelii gaudium. Cosa emerge da questo insolito confronto? In primis la continuità della dimensione sociale dell'annuncio cristiano e l'attenzione sempre viva verso i più poveri, già presente nella rigorosa analisi del Toniolo, e poi ripresa con accenti nuovi nel messaggio di "gioia solidale" verso chi è in difficoltà che caratterizza tutta l'esortazione apostolica di Francesco.
Popolo: parola centrale nell'azione pastorale di papa Francesco. Sia l'introduzione che l'antologia testimoniano come il Santo Padre ricordi sempre l'unica "debolezza" di Dio, quella dinanzi alla preghiera del Suo popolo. Se dunque è la preghiera la vera forza dell'uomo, non ci si deve stancare mai di bussare alla porta del cuore di Dio, di chiedere aiuto perché "quando è chiamato a difendere il suo popolo, Dio è un guerriero implacabile". Introduzione di Stella Morra.
La povertà è un argomento ampiamente trattato e fortemente sentito dal cardinale Bergoglio e, poi, da papa Francesco. Egli desidera da sempre "una Chiesa povera per i poveri" e ci indica la via su cui camminare e crescere come credenti, nelle nostre comunità e nella società. I poveri, ci ricorda il Papa, hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio. Poveri, il terzo volume della collana "Le parole di Francesco", offre un'ampia antologia dei discorsi del cardinale Bergoglio nella sua amata Buenos Aires, e del Papa, i tweet e l'Evangelii Gaudium, sul tema della povertà nella Chiesa e nel mondo. L'introduzione al testo di Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas internationalis, è una perfetta sintesi della vasta opera di apostolato di papa Francesco lunga tutta una vita e ancora, e sempre, da scrivere.