
Gli scritti pedagogici di Rosmini che delineano il suo pensiero sull'educazione. Raccoglie gli scritti pedagogici di Antonio Rosmini: Del principio supremo della metodica, e di alcune sue applicazioni in servigio dell'umana educazione; Della libertà d'insegnamento; Metodo filosofico; Regolamenti scolastici; Frammenti. Rosmini aveva predisposto di elaborare tre volumi di Pedagogica e Metodica fin dal 1836, opere che poi lasciò incompiute, come la più nota Teosofia. In particolare, Del principio supremo della metodica, e di alcune sue applicazioni in servigio dell'umana educazione è un testo cruciale, perché offre il criterio filosofico-teologico princeps per l'attività educativa e per correlarla a tutta l'enciclopedica prospettiva del sistema aperto della verità elaborato dallo stesso Rosmini.
Di un'edizione in italiano corrente di quella che, con ogni probabilità, è la più importante opera italiana di filosofia politica, quale è la Filosofia della politica di Antonio Rosmini (1839), si avvertiva da tempo l'esigenza. Concorre a colmare tale vuoto la presente pubblicazione, destinata sia alla divulgazione, sia al pubblico degli addetti ai lavori. La scelta di offrire una selezione di testi tratti dall'opera integrale, con segnalata omissione di alcuni capitoli, obbedisce proprio al duplice criterio di fornire, da un lato, un testo maggiormente accessibile rispetto a quello che è il più voluminoso testo originale, dall'altro lato di restituire al meglio, con la debita evidenziazione, i capisaldi del pensiero politico di Rosmini. La "Filosofia della politica" è uno dei testi fondamentali dell'intera articolazione dei saperi elaborata da Antonio Rosmini e, all'interno del sistema rosminiano, nella sua in sé compiuta originalità e organicità, si colloca al crocevia delle scienze giuridiche, della filosofia, della pedagogia, della teologia e delle stesse scienze politiche. Il cruciale dibattito tra l'articolato percorso storico-teorico della dottrina sociale della Chiesa e il differenziato liberalismo dell'Occidente trova una felice soluzione nel "liberalesimo" rosminiano - singolare declinazione del "cattolicesimo liberale" - che viene delineato dal Roveretano principalmente in quest'opera. Nota Editoriale: Raimondo Cubeddu.
Il beato Antonio Rosmini è stato fra i più grandi pensatori italiani di ogni tempo. I Principi della scienza morale (1831), qui riproposti in forma antologica e commentata, non trattano di norme specifiche ma di giudizi universali. Superando ogni relativismo etico, si mostra la derivazione della morale da una fonte trascendente, necessaria all'individuazione ordinata del bene. Il senso ultimo della morale si compie solo alla luce del destino meta-storico dell'uomo, in vista di quella beatitudine che la congiunzione con il Bene-Assoluto (il Dio-Amore) può dare. Rosmini ci propone di riconoscere l'essere oggettivo delle cose (l'etica come "giudizio di verità") e ci propone di volergli bene secondo le sue perfezioni (l'etica come "amore"), contro ogni forma di egoismo che rifiuta colposamente il giusto e l'onesto per acquietarsi nei piaceri individuali: ecco l'origine del male, il disprezzo del prossimo e la negazione di quella "scintilla divina" che ognuno reca in sé.
A cura di Francois Evain, l'antropologia di Rosmini in questo saggio teologico.
Nella Natural costituzione - così come, più compiutamente, nella Filosofia del Diritto - Rosmini «sviluppa la teoria della rappresentanza in apparente continuità con le teorie patrimonialistiche dominanti nel periodo della Restaurazione. La società civile viene così in qualche modo assimilata ad una società commerciale: il "diritto di governare" la società appartiene agli individui che si uniscono insieme e che diventano "soci". Conseguentemente, la rappresentanza politica coincide di fatto con la rappresentanza degli interessi». Dalla lettura della Natural costituzione della società civile «deriva, soprattutto, una lezione di realismo, una prospettiva di lettura, se si vuole, anti-ideologica della politica: che non è, come giustamente ha sottolineato D'Addio, una risposta ai problemi ultimi dell'uomo, ma, più modestamente, "lo studio delle condizioni sociali, cioè dei modi d'essere della società (e pertanto dei principii che la fanno essere tale) e dei processi mediante cui l'uomo perviene a dichiararsi appagato». (Giorgio Campanini, già storico delle dottrine politiche all'Università di Parma)
Il testo raccoglie cinque scritti rosminiani apparentemente dissimili. I primi tre - l'appendice Sulla condizione dei bambini morti senza battesimo, la Dissertazione e il Ragionamento sul peccato originale - sono, infatti, di indole prettamente teologica, incentrati sul problema della grazia e della giustificazione, mentre gli altri due - Le lodi di Maria Vergine nel Corano e il Voto sulla proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione - hanno contenuto mariologico. Sono scritti accomunati dall'epoca di composizione (tra il 1842 e il 1845) oltre che dall'evidente connessione della persona della Beata Vergine Maria con la riflessione sul peccato originale, dal quale fu esentata in virtù dell'Incarnazione del Verbo. Ciò che li distingue, invece, è l'intenzione con cui Rosmini li compose: polemica ed intenzionale per i primi, delucidatoria ed occasionale per i secondi.
L'opera in cui Rosmini definisce la costituzione di una nazione, «l'opera più grande che si possa mai fare: l'opera la più importante». Questi testi offrono al lettore una esposizione chiara della mente di Rosmini in materia di applicazione pratica del suo pensiero sul diritto e sulla politica. In occasioni fra loro differenti, ma avendo in mente sempre l'Italia unita, Rosmini traduce in articoli legislativi i principii da lui elaborati nella Filosofia del diritto, nella Filosofia della politica e soprattutto nella Natural costituzione della società civile, che idealmente faceva parte della riflessione sulla filosofia della politica e la cui prevista pubblicazione doveva essere contemporanea a questi progetti costituzionali.
L'attività culturale di Antonio Rosmini si è inserita in un contesto storico e culturale che, inevitabilmente, ha esercitato su di lui un'influenza decisiva: la Rivoluzione francese, Napoleone Bonaparte, il congresso di Vienna, la Restaurazione, la prima guerra di indipendenza e il ritorno dell'egemonia asburgica sulla Penisola. Sul piano culturale Rosmini ha affrontato le sfide lanciate dal sensismo e dell'illuminismo, si è confrontato col criticismo di Kant e con l'idealismo di Hegel. In questo volume viene proposta una versione critica dei suoi diari, scritti attraverso i quali è possibile ricostruire l'iter intellettuale e spirituale dell'autore e ottenere numerose informazioni sull'origine e la scrittura delle sue opere.
«Scritti letterari» comprende due parti, entrambe relative alla produzione letteraria rosminiana degli anni giovanili, precedenti al 1827. La prima parte raccoglie quattro operette in prosa: Sull'Idillio e la nuova letteratura italiana, Galateo dei letterati, il dialogo La carta di scusa e la Risposta alla lettera del dottor Pier Alessandro Paravia sulle cagioni per cui da pochi oggidì ben s'adopera la lingua italiana. La seconda raduna, in dodici sezioni tematiche, la quasi totalità degli scritti poetici di Rosmini (canzoni, odi, sonetti ecc.), scritti per varie occasioni e pressoché tutti inediti. Solo una minima parte di essi era stata pubblicata dall'autore, a volte sotto nome altrui. Completano il tutto due brevissime appendici con frammenti di studi su Dante Alighieri e sulla "scienza del bello" (callologia), che testimoniano il senso del volume: mostrare l'interesse poetico e linguistico di Rosmini nella più vasta ottica dei suoi rapporti con le arti, la letteratura e la filosofia.
Uno strumento essenziale per comprendere il suo pensiero, la sua personalità spirituale, la storia italiana nella prima metà dell'Ottocento. Il testo inaugura le Lettere di Romini in una nuova edizione ampiamente corredata da un ricco apparato filologico. Un'impresa impegnativa per il numero di lettere scritte da Rosmini nella sua vita (circa undicimila) e per la vastità dei temi affrontati. Sono qui raccolte le 151 lettere che coprono gli anni giovanili (2 giugno 1813-19 novembre 1816): i corrispondenti sono i compagni di studio, i cugini, gli amici con cui vengono avviate collaborazioni culturali, e diverse personalità della cultura roveretana e nazionale. Oltre ad una vasta bibliografia il volume presenta in appendice un Dizionario dei corrispondenti, nel quale viene segnalato l'inizio della corrispondenza, il numero delle lettere contenute nel volume, nonché viene delineato il profilo di ogni corrispondente rosminiano con le precise informazioni bibliografiche.
Apertura a tutta la verità, desiderio di giustizia, comunione piena con la Chiesa, pace interiore che accompagna la risposta alla chiamata divina, totale abbandono nella Provvidenza, riconoscimento del proprio limite, amore operoso, carità ordinata e intelligente, disposizione al sacrificio, gaudio interiore in attesa della gloria. Sono le stelle polari di riferimento, i pilastri di una solida vita cristiana, offerte e illustrate in modo semplice e breve ma profondo da un classico della spiritualità cristiana. Merito dell’Autore è quello di presentarceli come valori incastonati nel thesaurus o tesoro della madre Chiesa, anelli legati l’uno all’altro in modo da formare una catena aurea o catena d’oro, che dà dell’ideale di perfezione del cristiano una visione integrale, consapevole e intelligente. Un libro non solo da leggere, ma da conservare e consultare come compagno ed amico spirituale durante il viaggio dell’esistenza terrena.
Le pagine di Rosmini riportate sono state scelte tra le sue opere, come fiori da un albero che andrebbe contemplato nella totalità della sua generosa fioritura, gemme prese quasi a caso per dare al lettore un saggio del tesoro spirituale racchiuso nei suoi scritti.
Un'opera fondamentale e di grande respiro in cui si rinvengono i germi del cattolicesimo liberale. L'opera che in maniera organica presenta il pensiero di Rosmini suscitò grande eco ai suoi tempi e trovò calorosa accoglienza presso gli ambienti liberali. Scientificamente riveste un alto valore, per il suo carattere sistematico e per la trattazione strettamente logica dell'argomento, tutto formulato attraverso deduzioni concettuali. Il diritto come Rosmini spiega in Filosofia del diritto (1841-45) - ha come suo fondamento la persona, perché "la persona dell'uomo è il diritto umano sussistente, quindi anche l'essenza del diritto".