
Con l’aiuto della psicologia del profondo, l’Autore (teologo e psicoterapeuta) indica modalità nuove di interpretazione dei testi biblici, per ricondurre l’esperienza religiosa alle sorgenti più profonde della psiche umana. Così questi stessi testi, aldilà di una comprensione storico-critica, possono sviluppare ancora quelle energie libranti di cui sono capaci. In questo modo l’Autore getta un ponte tra scienza biblica e religioni dell’umanità. L’opera si articola in 2 volumi: il 1° ricerca la verità delle forme espressive archetipiche e il 2° cerca la verità delle opere e delle parole.
Attraverso le conversazioni contenute in questo libro s'intraprende un serio tentativo di collegare l'angoscia con i temi della teologia, e, più in generale, dell'esistenza umana e cristiana.
La leggenda di Tobia interpretata alla luce della psicologia del profondo.
L'autore mostra quanto e come la Bibbia tenga in considerazione le donne.
La favola del ‘Piccolo Principe’ dello scrittore francese Saint-Exupéry è uno dei racconti più suggestivi e più letti del nostro secolo. Drewermann ne dà qui una interpretazione teologica e psicanalitica, che ne ricupera criticamente i densi simboli come direttiva di vita, come sfida a guardare il mondo con gli occhi dell’amore: «negli occhi dell’amore il mondo intero è soltanto il velo, la luce, l’ombra dell’eternità».
Chi ama tocca l'infinito: e questo il grande messaggio dell'autore del libro.
Interpretazione dei racconti dell'infanzia del vangelo di Luca a partire dalla psicologia del profondo.
"C'è speranza per la fede?", chiede Drewermann all'inizio del XXI secolo. «Che cosa sia la religione e che cosa abbia da dire, sono cose che sapremo solo dando voce a noi stessi: con i nostri bisogni, con le nostre fragilità, con le nostre angosce, con i nostri fallimenti, con i nostri dubbi e disperazioni. Una religione, che non si interessa di ciò, si affonda da sola urtando contro il solenne vuoto di contenuto delle sue espressioni dottrinali».
E restano gli interrogativi: «Chi siamo noi esseri umani? come affrontiamo le conseguenze di un'immagine radicalmente mutata del mondo e della natura?». Prendendo le mosse da questi interrogativi, Drewermann riconosce, sia nelle tradizioni bibliche sia in quelle di altre religioni, molti approcci che prendono terapeuticamente sul serio la sofferenza delle persone e sono adatti per mitigarla. E così egli rivolge lo sguardo su ciò che Gesù voleva, ciò che Lutero intendeva, ciò che vi sarebbe da imparare dal Buddha, dal saggio cinese Lao Tzu e dal profeta Mohammed. Indipendentemente da tutte le deformazioni delle istituzioni religiose, noi ci imbattiamo ovunque nelle enunciazioni sostanziali che colpiscono l'essere umano al cuore e gli sono necessarie esistenzialmente per diventare e restare capace di vivere e di sopravvivere, quindi capace di sperare.
Per Drewermann è in gioco la conservazione e la conferma dello spirito di umanità. L'ultimo capitolo riprende quattordici voci che danno risposta alla domanda di che cosa intende l'Autore quando parla di Dio, creazione, fede, risurrezione, peccato originale, redenzione, chiesa, angelo, diavolo e di altre essenziali tematiche religiose.
I genetisti giocano alla creazione. Il grande capitale detta legge sullo sviluppo.
Contemporaneamente il nostro rapporto con la natura mostra conseguenze catastrofiche in formato apocalittico. Come si fa, in un’epoca che sembra determinata dai calcoli biotecnologici ed economici, a parlare ancora di Dio, anima, significato? Drewermann, che, come nessun altro teologo, ha familiarità con le moderne scienze naturali e lo ha dimostrato con un’ampia produzione saggistica e letteraria, si concentra qui sulle questioni capitali – e prende posizione. La sua convinzione: abbiamo bisogno della religione più urgentemente che mai, perché le scienze naturali non sono in grado di rispondere alla domanda che riguarda il senso della nostra vita, alla domanda che chiede da dove viene e dove va l’essere umano. Ma il senso è possibile solo se osserviamo l’interezza della creazione. Una religione, che sia in grado di opporsi alla distruzione del senso, del significato, è possibile soltanto in un nuovo accordo delle religioni: religione non come archivio di un sapere sicuro, bensì come via esistenziale come la richiede Gesù di Nazareth. Le tesi di Drewermann suonano provocatorie. Ma quello che egli ha da dire tocca ciò che molte persone pensano e sentono.
L'umorismo è un atteggiamento che, in virtù di una fiducia più profonda, riconosce, in mezzo alle assurdità e alle debolezze spesso curiose della vita umana, una sorta di velata amabilità. È di questo 'umorismo' di Dio su e con gli esseri umani che il libro di Giona, questa meravigliosa fiaba biblica, dà testimonianza.
Le prediche di E. Drewermann sono riconosciute come i testi tra i piu riusciti del teologo escrittore tedesco. Questo primo volume raccoglie una scelta dei sermoni da lui dedicati al periodo dell'Avvento e del Natale.
Il libro riporta le prediche di Eugen Drewerman per il periodo della Quaresima e della Pasqua, comprendendo temi e testi del ciclo A, B, C.