
Luigi Giussani (1922-2005) fin dalla prima ora di scuola disse ai suoi allievi del Liceo classico Berchet di Milano dove prese le mosse Gioventù Studentesca (poi Comunione e Liberazione): "Non sono qui perchè voi riteniate come vostre le idee che vi do io, ma per insegnarvi un metodo vero per giudicare le cose che io vi dirò. E le cose che io vi dirò sono un'esperienza che è l'esito di un lungo passato: duemila anni".
Questa preoccupazione ha caratterizzato sempre il suo impegno educativo, indicandone con chiarezza lo scopo: mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita.
Quando muore una persona cara, occorre dirle addio. Il lutto è innanzitutto il dolore per l’addio: è un addio che fa male.
Allo stesso tempo, però, il lutto non ruota soltanto intorno al dolore del distacco, ma anche intorno ad argomenti importanti legati al rapporto con il defunto. Il lutto è amore che continua, al di là della morte.
Infine, la morte di una persona cui ero legato scuote le fondamenta dell’intera mia esistenza di uomo o di donna. Il lutto riguarda perciò anche la questione della mia identità e del senso della mia vita.
«In queste pagine desidero, per prima cosa, esaminare brevemente la natura del lutto e le sue diverse fasi. Parlerò poi della consolazione e dell’accompagnamento delle persone in lutto. Mi chiederò infine come possiamo dare al lutto una patria nel nostro cuore e nella nostra vita» (Anselm Grün).
Esperto in accompagnamento spirituale di persone in lutto, Anselm Grün indica in questo libro come parlare della consolazione alle persone in lutto e come accompagnarle alla ricerca di un loro percorso interiore di rinascita..
Debitamente accompagnati, quanti vivono il lutto potranno attraversare le varie fasi della ribellione, della disperazione e della solitudine e trovare infine dei percorsi spirituali per reagire alla perdita della persona cara. Scopriranno in sé nuove potenzialità, che fino a quel momento non avevano affatto percepito. Potranno instaurare una nuova relazione con il defunto, così che egli divenga un compagno di strada interiore, da integrare nella loro esistenza. Si apriranno così alla consolazione che proviene dal mistero stesso della risurrezione di Gesù. Perché l’amore non viene distrutto dalla morte, resiste oltre la morte. Comprendere il messaggio del defunto, essergli vicino in ciò che contava per lui può essere una via verso la vita e verso una nuova intimità, per costruire una relazione profonda.
Il mondo attuale appare profondamente scosso alle radici, fra violenza politica, insofferenze etniche, grandi migrazioni, crisi di valori. Ma certe situazioni che vive l'uomo contemporaneo trovano inaspettate analogie con altri periodi storici, che Carlo Maria Martini, nelle riflessioni raccolte in questo volume, individua nell'antica storia ebraica e negli anni più lontani del Cristianesimo. Attraverso un'attenta analisi che dagli Atti degli Apostoli affonda fino al Libro dei Giudici, affiorano in superficie epoche di profonda transizione, segnate da forte instabilità. La rilettura dei testi e l'interpretazione di passi chiave, porta Carlo Maria Martini a vedere nelle comunità delle origini tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo un esempio di creatività e di impegno nell'apostolato particolarmente attuale. Soprattutto per la ricerca di valori comuni capaci di ridefinire, nelle turbolenze di età aspre e contrastate, le modalità di una convivenza. Il compito dell'evangelizzazione si prefigura oggi, nel libro di Martini, all'altezza di quelle stesse sfide che le prime comunità affrontarono reinventando le forme del messaggio cristiano in vista della costruzione di inattesi modelli di vita.
Una nuova lettura della lettera di Paolo ai Filippesi, che chiede ad ogni cristiano un'adesione personalissima a Cristo e, nello stesso tempo, ad una dimensione comunitaria della propria fede: vivere una profonda relazione con il Signore altro non è che acconsentire a fare quotidianamente questo insieme ai fratelli, membra del corpo di Cristo. Un libro che ricostruisce il centro vitale della comunità cristiana, oltre ogni sfrenato attivismo, idolatria della militanza, burocratizzazione dei ministeri nella comunità cristiana.
Vivere con semplicità significa vivere liberamente, autenticamente, essere in armonia con se stessi, entrare in contatto con il profondo dell’anima. Vuol dire trovare il proprio ritmo nel corso dell’anno liturgico e nel volgere delle stagioni, ma anche in ogni fase della nostra esistenza. Un libro, corredato di quarantaquattro semplici esercizi, che guida alla scoperta di un piccolo, grande mistero: l’arte della vita.
Descrizione
Vivere con semplicità. La cosa sembra facilissima. Ma che cosa vuol dire propriamente vivere? E che cosa vuol dire con semplicità, quando il mondo in cui viviamo è sempre più complicato?
Questa la risposta di Anselm Grün: vivere con semplicità significa non dipendere dalle cose esteriori e non farsi determinare da scopi esterni. Significa vivere liberamente, autenticamente. Significa essere sempre più in armonia con se stessi. Significa essere aperti, in ogni momento, a ciò che avviene in quel preciso istante.
Vivere con semplicità vuol dire trovare il proprio ritmo, nel salutare incontro con la natura, in ogni fase della nostra esistenza e – specialmente – nelle feste e nei riti dell’anno liturgico, con il loro profondo simbolismo. Chi entra così in contatto, pieno di gioia e di passione, con il profondo della sua anima, riesce a scoprire il fondamento della spiritualità.
Il volumetto espone la problematica che va sotto il nome di identificazione con la chiesa" e offre alcuni elementi concreti per una equilibrata soluzione della questione. "
Questo libro raccoglie per la prima volta tutti gli scritti di Papa Francesco su poesia e letteratura firmati durante il suo pontificato. Il curatore del volume, p. Antonio Spadaro, fornisce le decisive chiavi di lettura per comprendere l'intelligenza letteraria del Pontefice, delineando il vasto panorama degli autori che hanno costellato la sua formazione, da Dante a Dostoevskij, da Virgilio a Manzoni o a Borges, passando per Hölderlin, Tolkien e tanti altri. P. Spadaro ha pure realizzato una illuminante intervista con uno degli alunni di Lettere al Liceo nel quale Jorge Mario Bergoglio insegnava quando ancora non era sacerdote.
Un dialogo senza compromessi tra i due autori sulla figura di papa Francesco e sui temi più scottanti che la Chiesa è chiamata ad affrontrare.