
Il libro
Tema centrale de La Grecia e le intuizioni precristiane è lo studio dell'autentico pensiero religioso greco, quello cioè delle religioni dei misteri, che è filtrato solo in parte e in modo frammentario nei testi pitagorici e in alcuni scrittori e filosofi, fra cui assume una particolare rilevanza Platone. Secondo la Weil la saggezza contenuta in queste tradizioni è la stessa saggezza che si ritrova nel Vangelo.
Apparentemente disorganici, i saggi qui raccolti assumono una profonda unità man mano che ci si inoltra nella lettura: teologia, matematica, letteratura si mescolano in un tessuto di una ricchezza spirituale non comune. I temi fondamentali che si pongono ad ogni uomo, la dialettica fra necessità e libertà, i rapporti con Dio, la Trinità, la figura e il significato di Gesù Cristo, per citare solo i principali, sono affrontati in una prospettiva che offre aperture illuminanti.
Un cofanetto con tre volumi.
"Francesco uno di noi": una ricca antologia di citazioni, tratte da discorsi, preghiere, omelie. Per riflettere nel segno dell'accoglienza, della tenerezza e della pace.
"Francesco e Maria": l'amore per la Madonna è una componente centrale della spiritualità di Bergoglio. Le invocazioni e i riferimenti mariani contenuti nelle sue parole sono qui raccolti per imparare anche noi a lasciarci "guidare da lei".
"L'anno della misericordia": i pensieri di Papa Bergoglio per vivere assieme l'Anno Santo del Giubileo, le cui celebrazioni si concluderanno il 30 novembre 2016.
Un prezioso volume per far conoscere la profondità dell'insegnamento teologico di don Tonino, la sua passione per la vita della Chiesa, il suo amore per i poveri e il suo impegno per la pace. Arricchisce il volume un'ampia selezione di documenti inediti che riportano le testimonianze di prima mano di Vescovi, sacerdoti e laici della diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca che hanno conosciuto personalmente don Tonino e hanno instaurato con lui rapporti di familiarità e di fraternità. Inoltre, si riportano le due cittadinanze onorarie conferite dai comuni di Ugento e di Tricase attestazione dell'enorme affetto. Il libro è il segno di festa con gli amici di sempre ai quali don Tonino ripete ancora una volta: "Vi voglio bene". Il lettore sarà così trasportato nel "mondo" di don Tonino, divenendo anch'egli "uno di famiglia". Potrà partecipare alla festa, conoscere meglio il suo lato umano, il suo afflato spirituale, il suo desiderio di santità. E ripetere con la diocesi ugentina: "Grazie, don Tonino".
"È senz'altro sintomatico, e decisamente promettente, il fatto che oggi la teologia cattolica, alla ricerca di un nuovo equilibrio e di un nuovo slancio che le permetta d'interpretare con pertinenza e impatto performativo le molteplici sfide proposte dal cambiamento d'epoca che stiamo attraversando, faccia ricorso al classico assioma gratia supponit naturam. In effetti, nella sua icastica sinteticità, esso esprime il cuore dinamico dell'intelligenza evangelica della realtà. Ma che cosa significa e comporta, in verità, questo assioma e quali ne sono l'origine e la storia? Il grande merito del magistrale e per molti versi teologicamente strategico saggio di Simone Billeci è quello di rispondere con oculata documentazione e competente cognizione di causa a queste domande assumendo come ideale chiave interpretativa la teologia di un maestro come Joseph Ratzinger, evidenziandone così ancora una volta - se ve ne fosse bisogno - lo spessore e la lungimiranza." (dalla «Prefazione» di Piero Coda)
4 volumi indivisibili, raccolgono l'opera di Antonio Rosmini, pensatore di statura europea, capace di dialogare alla pari con i piu grandi filosofi del suo tempo. Uno strumento fondamentale per lo studio di questo acuto pensatore italiano.
Dopo più di un secolo, il pensiero di John Henry Newman (1801-1890) non ha ancora potuto mostrare appieno la sua fecondità. Radicato nella conoscenza della Bibbia, dei Padri e dei teologi dei primi secoli del cristianesimo, nonché delle tradizioni anglicane e riformate, traccia un itinerario in cui l'azione e le decisioni si nutrono di riflessione. Il protagonista più eminente della rinascita religiosa nell' Inghilterra del secolo XIX fu sacerdote anglicano che si convertì al cattolicesimo, scrisse fra le altre un' opera di potente originalità che è il vertice della sua produzione speculativa. Sostanziata da una profonda assimilazione spirituale della tradizione cristiana e dall'intima comunicazione tra ragione e fede, l'ermeneutica elaborata da Newman ha un solo referente: la verità della conoscenza, radicata nell'originaria evidenza della realtà che si manifesta attraverso tutta la gamma delle possibili forme dell'esperienza e del pensiero. Newman possiede una straordinaria attualità per la cultura, spesso segnata dal nichilismo e dalla sfiducia radicale. L'atto di fede, adesione alla verità soprannaturale, è uno dei maggiori problemi della teologia del secolo XIX. Il cristiano è come teso tra le due correnti maggiori del suo tempo: l'apprendimento intuitivo e, talvolta, vago del romanticismo e la via razionale e deduttiva sostenuta dalla fiducia, a volte esagerata, nella scienza. Il testo newmaniano - pubblicato nel 1870, anno del Concilio Vaticano I in cui venne formulata la dottrina dell'atto di fede -, proponeva un suo approccio personale al problema che testimonia la maturità del suo pensiero, e forgiava appositi concetti e persino un vocabolario.
«Summa» della vicenda speculativa di Newman (1801-1890) che sostanzia con singolare coerenza e continuità tutto l’arco della sua lunga, intensissima esistenza, la Grammatica dell’assenso (1870) presenta ancora e soprattutto oggi una straordinaria attrattiva ideale. Il nichilismo contemporaneo proclama l’impossibilità e dunque l’inutilità di ogni tentativo di individuare il senso dell’esistere; Newman propone uno scavo paziente, tenace e aderente alla realtà data per rintracciare le radici a cui si ancora l’itinerario dell’uomo, dalla prima aurorale consapevolezza alle forme più alte e complesse dell’intuizione di universi e mondi che da ultimo si proiettano al di là dell’orizzonte stesso del mondo presente. La domanda iniziale circa la natura e la validità della conoscenza di fede porta così a un cammino a ritroso armoniosamente e coralmente articolato secondo le nervature interne della realtà verso il fondamento primo dell’esperienza, in cui l’esistere e il conoscere si congiungono in un misterioso saldissimo connubio. Sta in ciò la novità e l’unicità di questo testo capitale, manifesto del metodo naturale del pensare, richiamo all’immediatezza del dialogo con la realtà, invito a ritrovare la semplicità e lo stupore dell’infanzia spirituale, da cui soltanto nasce ogni forma di autentica edificazione umana.
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Dalla introduzione di Luca Orbetello
Misericordia: non un'emozione, ma assunzione di responsabilità fino all'impegno concreto verso gli altri, fossero anche lontani, estranei o nemici. L'autore, frequentatore e conoscitore delle pagine bibliche, ci propone una nuova riflessione sull'unico grande imperativo dell'amore, al quale Gesù ha dato un primato assoluto, chiedendo ai suoi discepoli di contribuire al cammino di umanizzazione senza smentire mai questo primato. Le sette opere di misericordia corporale sono indicative di questo cammino, da compiersi a tutti livelli: personale, comunitario e politico.
"Abele e Caino si incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano. Sedettero in terra, accesero il fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca, quando declina il giorno? Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e, lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca, chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: Sei tu che mi hai ucciso o io ho ucciso te? Non ricordo più" (Jorge Luis Borges). La consapevolezza che il perdono è una realtà complessa e delicata, non riducibile a una codificazione giuridico-sociale, appare già in un curioso dato statistico: nell'ebraico biblico, che è una lingua di soli 5750 vocaboli, sono ben otto i verbi a disposizione per coprire semanticamente un'esperienza dallo spettro tematico variegato e carico di sfumature, iridescenze e sfaccettature. Perdonare fa parte di quella particolare "economia" dell'amore che non calcola ma dona e spezza la catena rigida del dare-avere, creando un nuovo regime nei rapporti umani.
L’esperienza originaria e originante dell’esistenza che è l’amore viene resa oggetto di un’attenta e ricca meditazione spirituale da parte di Bruno Forte, il più noto teologo italiano, da tre anni arcivescovo di Chieti-Vasto.
L’Autore riflette sull’amore a partire dal libro biblico che più direttamente ne parla, il Cantico dei Cantici. Il primo capitolo ne fa comprendere l’immenso valore nella tradizione ebraica e nella tradizione cristiana, mentre il secondo mostra in che senso l’amore ne sia il tema principale. Sono gli altri tre capitoli a soffermarsi attentamente sui gradi dell’amore. Il primo grado è l’amore che cerca, il secondo grado è l’amore unitivo, il terzo grado è l’amore che vince anche la morte, l’amore senza fine che solo da Dio può essere reso attuale.
Bruno Forte , nato a Napoli nel 1949, sacerdote nel '73, dottore in teologia nel '74 e in filosofia nel '77, è stato a lungo titolare della cattedra di teologia dogmatica nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Ha trascorso lunghi periodi di ricerca a Tubinga e a Parigi. Ha tenuto lezioni e conferenze in molte università europee e americane, e corsi di aggiornamento e di esercizi spirituali nei vari continenti. Delle sue opere (molte delle quali tradotte nelle più importanti lingue del mondo) la principale è la Simbolica Ecclesiale, pubblicata dalle Edizioni San Paolo in otto volumi tra il 1981 e il 1996.
Il 26 giugno 2004 il Santo Padre lo ha nominato arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto. Nel 2005 è stato eletto Presidente della Commissione Episco pale per la Dottrina della Fede, l’Annuncio e la Catechesi della Conferenza Episcopale Italiana.
Nel 1996 Marina Ricci, all'epoca vaticanista del Tg5, viene mandata a Calcutta mentre Madre Teresa sta affrontando una grave malattia e molti pensano che sia prossima la sua morte. La giornalista, visita le realtà in cui le suore di Madre Teresa aiutano i bambini in difficoltà e conosce Govindo, un bambino gravemente malato che nessuna famiglia intende adottare. Marina sceglie invece di accoglierlo insieme a tutta la sua famiglia: inizia un percorso che cambierà la sua vita, quella di suo marito e dei suoi figli. Gogo, come tutti lo chiamano, soffre di una malattia degenerativa; non cammina e non cresce, ma questo non gli impedisce di amare ed essere amato dalla sua nuova famiglia e di andare oltre lo scetticismo dei medici che gli avevano dato pochi anni di vita. Gogo circondato dagli affetti, riempie di gioia mamma Marina, papà Tommaso e i suoi fratelli e nipoti fino al 5 novembre 2010 quando, a 18 anni appena compiuti, si spegne. Questo libro è una testimonianza del dono prezioso che è stato Govindo per la sua famiglia, e per chi, attraverso genitori fratelli e amici, lo ha conosciuto, magari anche per pochi minuti.

