
Dobbiamo confessarlo: ciò che di Gesù ancora oggi scandalizza non sono le sue parole di giudizio; ciò che scandalizza è la misericordia, interpretata da Gesù in un modo che è all'opposto di quello pensato dagli uomini religiosi, da noi! In tutta la storia della chiesa la misericordia ha scandalizzato, e per questo è stata poco esercitata. Quasi sempre è apparso più attestato il ministero di condanna piuttosto che quello della misericordia e della riconciliazione. Di tutto il messaggio di Gesù, la misericordia è forse la parte meno capita, più rifiutata. Scandalizza chi si crede giusto ma è compresa da chi sente di aver bisogno di un cambiamento nella propria vita. Scandalizza spesso anche i credenti, li spiazza. Basta guardare alla nostra storia personale: quanto è difficile perdonare! E ancor più a livello sociale: misericordia diventa quasi una parola rivoluzionaria e scomoda. Tutto questo, dice Enzo Bianchi, è tradire il Vangelo, che annuncia invece l'amore scandaloso di Dio. Il priore di Bose commenta i brani del Vangelo in cui emerge con più forza la misericordia di Dio, in particolare un testo spesso ritenuto "pericoloso" dai cristiani stessi, quello della donna adultera (Gv 8) con la celebre frase di Gesù: "chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra".
Ryan, João, Natasha, Emil, Yfan, Alessio… I bambini di tutto il mondo, dalla Cina alla Russia, dall’Europa all’Equatore si rivolgono ogni giorno a Papa Francesco per chiedergli aiuto, consigli, risposte ai propri dubbi e spiegazioni sul senso più profondo della fede e dell’esistenza, inviandogli lettere e disegni. Che cosa faceva Dio prima di fare il mondo? Che cosa ne è dei nostri cari dopo la morte? Abbiamo davvero tutti, anche i malvagi, un angelo custode? E ancora: qual è stata la scelta più difficile che il Papa ha dovuto fare nella sua missione e che cosa farebbe se potesse realizzare un miracolo? A queste e altre domande contenute in una trentina di lettere provenienti dai cinque continenti, Papa Francesco risponde con parole semplici e straordinariamente intime, come un padre premuroso, accogliendo e confidando ai più piccoli la sua riflessione sulla vita e sulla fede. Sono corrispondenze indimenticabili che faranno bene a tutti, anche a chi ha perso l’innocenza dei bambini. Perché Dio è semplice, e semplice la sua presenza in mezzo a noi.
Dei molteplici e variegati contenuti di Amoris laetitia, Fumagalli indaga il centro irradiante, costituito dall’amore. In questa Esortazione apostolica post-sinodale di papa Francesco, l’amore è inteso come storia, la storia che Dio ha generato creando l’uomo, maschio e femmina, affinché giungesse a gioire del suo stesso Amore, rivelato in Cristo ed effuso dallo Spirito Santo. L’innovativo sguardo di Amoris laetitia coglie l’amore coniugale, più che come stato di vita, come storia di vita. Per questo rispetto alla semplificazione della morale cristiana a un’etica normativa, papa Francesco richiama e raccomanda l’irrinunciabile coinvolgimento della coscienza personale. È infatti la coscienza personale il luogo sintetico del discernimento non perché esclusivo, bensì perché integrativo delle norme magisteriali. 22N 80
ARISTIDE FUMAGALLI, sacerdote dal 1991, ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Insegna Teologia morale presso il Seminario Arcivescovile di Milano e la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
C'è un filo rosso che attraversa tutto il magistero di Francesco: il tema della giustizia, che per il papa è l'altro nome dell'amore. "Il bene è contagioso" scrive Bergoglio. "E come il bene tende a comunicarsi, così il male a cui si acconsente, cioè l'ingiustizia, tende a espandere la sua forza nociva e a scardinare silenziosamente le basi di qualsiasi sistema politico e sociale". Per il pontefice argentino, ogni nostra azione ha delle conseguenze e anche il più piccolo frammento d'immoralità annidato nelle strutture della società contiene sempre un potenziale di dissoluzione e di morte. Ma c'è anche un'altra giustizia a cui Francesco non si stanca di fare riferimento: se viviamo secondo la legge "occhio per occhio, dente per dente" non usciremo mai dalla spirale dell'odio. La legge degli uomini non può salvare il mondo. Solo la legge di Gesù, che dall'alto della Croce perdonò i suoi assassini, ci potrà riscattare, imponendo un giudizio di qualità sulla nostra vita terrena nell'orizzonte misterioso dell'amore incondizionato: la misericordia. In questo "vangelo della giustizia" il lettore troverà un itinerario ricco di suggestioni da cui lasciarsi ispirare per orientare i propri desideri, le proprie scelte e il proprio agire quotidiano nel mondo.
C'è un filo rosso che attraversa tutto il magistero di Francesco: il tema della giustizia, che per il papa è l'altro nome dell'amore. "Il bene è contagioso" scrive Bergoglio. "E come il bene tende a comunicarsi, così il male a cui si acconsente, cioè l'ingiustizia, tende a espandere la sua forza nociva e a scardinare silenziosamente le basi di qualsiasi sistema politico e sociale". Per il pontefice argentino, ogni nostra azione ha delle conseguenze e anche il più piccolo frammento d'immoralità annidato nelle strutture della società contiene sempre un potenziale di dissoluzione e di morte. Ma c'è anche un'altra giustizia a cui Francesco non si stanca di fare riferimento: se viviamo secondo la legge "occhio per occhio, dente per dente" non usciremo mai dalla spirale dell'odio. La legge degli uomini non può salvare il mondo. Solo la legge di Gesù, che dall'alto della Croce perdonò i suoi assassini, ci potrà riscattare, imponendo un giudizio di qualità sulla nostra vita terrena nell'orizzonte misterioso dell'amore incondizionato: la misericordia. In questo "vangelo della giustizia" il lettore troverà un itinerario ricco di suggestioni da cui lasciarsi ispirare per orientare i propri desideri, le proprie scelte e il proprio agire quotidiano nel mondo.
Simone Weil è un punto di riferimento e di incrocio tra il pensiero laico, ebraico e cristiano e una delle figure più note della mistica contemporanea. In occasione del 70° anniversario della morte (31 agosto 1943), raccogliamo in questo volume alcune delle sue riflessioni più significative sull’amore di Dio.
«La forma velata dell’amore precede necessariamente la presenza di Dio e, spesso, regna essa sola nell’anima per lungo tempo; per molti, forse fino alla morte. Questo amore velato può attingere a gradi elevatissimi
di purezza e di forza. Ogni forma di cui questo amore è suscettibile, nel momento in cui tocca l’anima, ha la virtù di un sacramento».
L'AUTORE
Simone Weil (Parigi 1909 - Ashford 1943) israelita, fu insegnante di filosofia, fortemente interessata ai problemi sociali, militò nell’estrema sinistra. Lavorò come operaia in vari stabilimenti e partecipò, fin dall’inizio, alla guerra civile spagnola. Lasciò la Francia a causa della persecuzione nazista e, dopo un breve soggiorno negli Stati Uniti, passò a Londra gli ultimi anni della sua vita, militando nelle file della resistenza francese.
Questo studio parte dall'ipotesi che al cuore della teologia balthasariana si trova l'amore di Dio che costituisce il centro e l'evidenza propria della rivelazione culminata in Gesù Cristo. L'amore di Dio prende forma nella storia di Dio con l'uomo, culminata nel dono del Figlio.
Dieci anni fa, Papa Francesco firmava quello che da tutti è stato sempre considerato il documento programmatico del suo pontificato: l'Esortazione apostolica Evangelii gaudium sull'annuncio del Vangelo nel mondo attuale (24 novembre 2013). A dieci anni di distanza dalla pubblicazione di questo documento, pietra miliare del suo magistero, il Papa torna a occuparsi del tema dell'evangelizzazione, dedicando un intero ciclo di catechesi al cosiddetto zelo apostolico o passione per l'evangelizzazione. Se mai ce ne fosse bisogno, questa felice coincidenza non fa altro che attestare come per Papa Bergoglio la Chiesa non ha altro compito se non quello di annunciare la Buona Notizia del Vangelo, cioè che l'amore di Dio è per tutti, non esclude nessuno. La Chiesa non può prescindere da quella che è la sua missione specifica: assumendo lo sguardo di Gesù, annunciare a tutti la bellezza del Vangelo. Papa Francesco, nelle catechesi raccolte in questo volume, oltre a richiamare l'esempio di Gesù e dei primi testimoni del Vangelo, non si stanca di ripetere che l'evangelizzazione è l'ossigeno della vita cristiana. Senza la passione per l'annuncio del Vangelo, la Chiesa si ammala di autoreferenzialità, vive ripiegata su sé stessa ed è destinata a non avere più futuro, perché non sa più generare nuovi cristiani. Presentazione di Armando Matteo.
Cosa significa amare Dio? Come possiamo rispondere all’amore di Dio per noi? La Scrittura ci dà la testimonianza di un Dio che è amore e che ci ama in modo preveniente e incondizionato; il suo amore interpella la fede e impegna totalmente l’uomo.
Ma l’amore di Dio non va disgiunto dall’amore per il prossimo. L’amore è il fine della vita cristiana, il comandamento nuovo, definitivo che Gesù ci ha lasciato. Amare il prossimo significa ricercare il bene dell’altro, operare a favore dell’altro; è un cammino che non si nutre di idealismi, ma avviene attraverso gesti e atteggiamenti vissuti nel quotidiano e che costituiscono una grammatica umana dell’amore.
Il CD contiene la registrazione del ciclo di incontri “L’amore di Dio e del prossimo” tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose in occasione delle due giornate di primavera e del corso estivo 2011. Le meditazioni “Amerai il tuo prossimo come te stesso” e “Una grammatica dell’amore umano” sono disponibili su richiesta anche in formato CD audio.
Cosa vuol dire amare? E come cambia questo amore quando Dio si manifesta? Poiché, scrive Simone Weil, non è la stessa cosa quando si ama prima che Dio giunga, e quando si ama in sua presenza. Non è lo stesso amare «per amor di Dio» e amare «nell'amore di Dio». «La forma velata dell'amore precede necessariamente la presenza di Dio e, spesso, regna essa sola nell'anima per lungo tempo; per molti, forse fino alla morte. Questo amore velato può attingere a gradi elevatissimi di purezza e di forza. Ogni forma di cui questo amore è suscettibile, nel momento in cui tocca l'anima, ha la virtù di un sacramento». Le pagine che seguono sono una sorta di atrio alla vita mistica che, occorre non dimenticarlo, non è l'arte dei credenti più "avanzati", ma l'unica forma della manifestazione, nelle donne e negli uomini, dell'amore divino.
Prendendo spunto da alcune suggestioni di Benedetto XVI sull'immaginario cristiano della ragione il libro propone il cristianesimo come forza trainante della cultura europea a venire.
Si tratta di riprendere quel gesto del pensiero mediante il quale il cristianesimo fu capace di riscattare dall'oblio la tradizione filosofica greca, ormai ridotta al fantasma della propria grandezza, e aprire quegli spazi in cui sono state possibili le ideazioni più alte dell'Europa: dall'idea di libertà, con la sua autonomia, alla forma democratica della convivenza civile.
Il volume dà avvio a una collana di scritti di autori europei (teologi, filosofi, storici) culturalmente e scientificamente rilevanti, in cui ciascuno di essi, a partire dalla propria prospettiva, mostra il contributo che un pensiero cristiano competente può portare alla configurazione di un rilancio umanistico della cultura europea.
Sommario
Introduzione. I. IL LOGOS SENSIBILE. 1. Lo choc del Logos incarnato. 2. La gnosi, il dogma e l'ethos. 3. Il corpo-mondo e lo spirito-vita. 4. Liberare la finitezza? Nietzsche. 5. Il disponibile infinito di Dio. 6. Il lavoro dell'affezione. Hegel. 7. Logos della libertà nello Spirito. 8. La ragione astratta e la storia. II. L'AFFEZIONE CREATRICE. 9. La libertà vive nei legami, sempre. 10. Il 'nodo d'oro' della pro-affezione. 11. L'alterità e l'apertura non bastano. 12. Deus Trinitas. L'affezione creatrice. 13. La Ragione e il lavoro dell'affezione. 14. Il gemello inquietante di Kierkegaard. 15. Il Dis-ponibile, l'essere-personale. 16. La Pneumatologia, oltre l'ontologia.
Note sull'autore
PIERANGELO SEQUERI è professore ordinario di Teologia fondamentale nella Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e docente incaricato di Estetica del sacro presso l'Accademia delle Belle Arti di Brera (Milano). È membro della Commissione Teologica Internazionale. Professore invitato in diverse università, in Italia e all'estero, è autore di numerosi saggi di carattere filosofico e teologico. Tra le sue opere ricordiamo: Il Dio affidabile. Saggio di teologia fondamentale, Queriniana, Brescia 42006; L'idea della fede. Manuale di teologia fondamentale, Glossa, Milano 2002 (traduzione spagnola, francese, portoghese); Il timore di Dio, Vita e Pensiero, Milano 32009; L'umano alla prova. Soggetto, identità, limite, Vita e Pensiero, Milano 2002; Musica e mistica. Percorsi nella storia occidentale delle pratiche estetiche e religiose, Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2005; con S. Natoli Non ti farai idolo né immagine, il Mulino, Bologna 2011; Contro gli idoli postmoderni, Lindau, Torino 2011; Ritrattazioni del simbolico. Logica dell'essere-performativo e teologia, Cittadella, Assisi 2012.
«L'amore è tutt'altro che cieco. Ci vede benissimo». Se fosse cieco non riuscirebbe a orientarsi. Non saprebbe dove andare. Non avrebbe un senso. Sarebbe, come spesso acade, una parola fuori controllo, uno stato d'eccezione o d'emozione, senza alcun titolo a nominare Dio: a raccontare la grazia di Dio e i legami che contano. Questa sembra essere la profonda convinzione che ha guidato per una vita intera Hans Urs von Balthasar, uno dei grandi teologi del Novecento. Rileggendo con lui il saggio del 1963, Solo l'amore è credibile, attraverso le lenti d'ingrandimento della più accademica Trilogia e di un suo saggio gemello, riscopriremo la freschezza di un pensiero che restituisce all'amore il suo spessore di verità e di giustizia, il suo ethos. Ordo amoris lo chiamava Agostino: non la mistica umanamente avvilente dell'amore puro, e nemmeno la religione spensierata del sentimento senza limite; piuttosto, l'affezione, condivisa col Figlio di Dio, per la bontà dei legami che plasmano e rigenerano il mondo nella speranza di agape. «Chi perde la propria vita, per amore mio e del vangelo, la salverà» (Mc 8,35).