
La pazzia, signore, se ne va a passeggio
per il mondo come il sole, e non v’è luogo
in cui non risplenda.
- Shakespeare, La dodicesima notte -
Uno schizofrenico che immagina di uccidere il Diavolo, uno straccione acculturato che trova pornografico il David di Michelangelo, un francese che si sente monaco medievale, gli incontri quotidiani tra un escursionista e un ratto superbo, il funerale di un vivo in una città di morti. Ma anche il ritratto della donna amata, delle famiglie in vacanza, di qualcuno che in Scozia scopre l’importanza simbolica di campanili e campane. I racconti di Andreoli ci presentano un mondo variegato, a metà tra il fantastico e il realistico, in cui pazzi e sani trovano lo stesso spazio. Tutto il “materiale umano” così familiare allo psichiatra, diventa nella narrazione uno straordinario strumento per parlare agli uomini di loro stessi: ogni personaggio e ogni momento di vita è guardato sotto la lente rivelatrice di un particolare comportamento – strano o banale, folle o sano – che ci rende la ricchezza di sfumature del mondo, e la labilità dei confini in cui siamo soliti inquadrarlo. Un incredibile affresco corale al contempo divertente, affascinante e inquietante, che andando oltre la dimensione psicologica si offre come chiave per la comprensione di noi stessi in quanto singoli e membri di una società ormai globale.
Antologia di testi letterari su Cristo, a partire dalla nascita del volgare fino ai nostri giorni. L'Autrice accanto a scrittori di comprovata fede cattolica, che hanno prodotto testi intenzionalmente dedicati a Gesù (da Petrarca a Manzoni) ha inserito nel suo lavoro anche laici" (come D'Annunzio, Pirandello, Alda Merini) che a un certo punto della loro vita hanno incontrato la presenza di Cristo.Oltre 14 illustrazioni dai Musei Vaticani impreziosiscono il libro. "
Questo secondo volume completa la pubblicazione degli scritti autobiografici di Fernanda Pivano, dopo il primo volume che copriva gli anni 1917-1973. La scrittura riprende dal 74 - anno del "Grande Gatsby", del referendum per il divorzio - e si chiude pochi mesi fa, poco prima della scomparsa. Attraverso il ricordo di questi anni, emergono i volti della narrativa americana contemporanea, da Bret Easton Ellis a Jay Mclnerney, da David Leavitt a Barry Gifford, da Don de Lillo a Jonathan Safran Foer, Gore Vidal, Chuck Palaniuk, Kurt Vonnegut, David Poster Wallace... E, insieme a loro, grazie all'inesausta curiosità di Fernanda, le testimonianze di alcune personalità della cultura italiana, letteraria e musicale, da Fabrizio de André a Pier Vittorio Tondelli, da Andrea De Carlo a Ligabue e Vinicio Capossela.
C’era una volta il favoloso mondo di Lossiniere, un paese dove non suonano i telefoni e si viaggia in carrozza. Napoli, invece, è un inferno vero di traffico e spazzatura. Uno scrittore, appena arrivato da Roma, scopre che l’evento a cui doveva partecipare è stato annullato all’ultimo minuto. Il viaggio, in apparenza inutile, gli fa conoscere una enigmatica maestra e lo porta all’incontro fortuito con un manoscritto ambientato nel paese di Lossiniere, Il libro di Clara e Riki, e con il mistero della sua autrice: una bambina di otto anni. Nel Libro regnano la calma interiore, la concentrazione imperturbabile, la forza d’animo necessaria a essere nient’altro che se stessi. Bambini simili a dèi, Clara e Riki sembrano conoscere il segreto della gioia perpetua. Il sovrano istinto dell’attimo libera infatti la loro esistenza dall’obbligo di significare qualcosa agli occhi del prossimo. Ma qual è il potere di queste pagine capaci di riscuotere il protagonista dal torpore e dalla rassegnazione in cui era sprofondato? E chi è la bambina che le ha scritte, come fosse un oracolo in miniatura, un maestro zen di otto anni? Emanuele Trevi conferma in queste pagine la sua capacità di fondere le seduzioni del racconto con l’indagine appassionata e imprevedibile sulle meraviglie e i terrori dell’infanzia, e sulle radici più profonde dell’arte e della creatività. Un romanzo dal coraggio sfrontato, capace di avvolgerci in una spirale che, complice una prosa perfetta, porta dritti dritti al nucleo del nostro vivere.
Tonino Guerra sente la vita da novant’anni. E nel sentirla l’ha immaginata oltre ogni umana comprensione. L’ha resa eterea, la vita, con quel diluvio di fantasia e parole che la pazienza, la dedizione e il metodo gli fanno profondere ogni giorno nell’arte. La sua arte è il suo sentire. Le storie, i versi e i segni non sono che le differenti forme che assumono i suoi sensi sensibili. Questo libro è il viaggio che per la prima volta, e in forma sistematica, Tonino Guerra compie all’interno di questa molteplicità, un’enciclopedia del fantastico entro cui rifugiarsi per ritrovare la nostra sensibilità, la nostra fantasia, la nostra vita. Dice Tonino: “Se uno siede in un posto dove sedeva un altro finisce per sentirsi in qualche modo quell’altro.” Allo stesso modo leggendo questo libro, anche solo una pagina o per intero, tutto d’un fiato, potremo sperare di trasformarci in poeti, e se non tali, uomini dalle vite sensibili. Questo dicono pure alcuni amici di ieri e di oggi di Tonino, la cui testimonianza abbiamo voluto condividere insieme alle parole del poeta: Pedro Almodóvar, Theo Angelopoulos, Bernardo e Clare Bertolucci, Carlo Bo, Italo Calvino, Gianfranco Contini, Gerardo Filiberto Dasi, Enrica Fico Antonioni, Dario Fo e Franca Rame, Natalia Ginzburg, Andrea Guerra, Elsa Morante, Ennio Morricone, Giovanni Nadiani, Renzo Piano, Nicola Piovani, Juan Piqueras, Giuseppe Prezzolini, Francesco Rosi, Roberto Roversi, Luis Sepúlveda, Vittorio Sgarbi, Alberto Sughi, Ersilio Tonini, Umberto Veronesi, Wim e Donata Wenders.
Isole, ponti, palazzi, infinite pagine di carta, otto milioni di abitanti più tutti gli eroi delle sue storie: la materia di New York è il granito e l’immaginazione.
«La prima guglia sparata in cielo, il primo marciapiede gremito, il colore della pelle del primo incontro. Il primo odore inatteso, che per qualcuno è di oceano, o di carne arrostita, o di zucchero a velo, o di ruggine e foglie marce, anche se quello che sta marcendo è legno, cemento, ferro, mattoni, perché l’intera città sembra attaccata dalla ruggine e dalla muffa. Sono inaspettati anche i colori. Non il bagliore freddo del vetro e dell’acciaio, ma le tonalità pastello del rosso, dell’arancio, del marrone. La sorpresa di sbarcare nel Nuovo Mondo e scoprire una città vecchia: non come sono vecchie quelle europee, che sono vecchie come monumenti, ma vecchia come una fabbrica abbandonata, o una casa di famiglia, o gli edifici ferroviari che si vedono appena fuori dalle stazioni, o i luna park in disuso.» Questo libro è frutto di diversi viaggi a New York. Il risultato è una mappa ottenuta per accumulazione di appunti – piena di buchi, libri che non ho letto, posti che non ho visitato. Del resto, se scrivere una guida sulla città più raccontata al mondo ha un senso, l’unico senso possibile è che sia incompleta, particolare e mia.
Con il DVD del documentario Il lato sbagliato del ponte (2005)
Indice
Prologo. Ritorno a Gotham - 1. Chiamatemi Ismaele (Brooklyn Heights + Dumbo) - 2. Kaddish per un sogno (Lower East Side) - 3. Dove vanno le anatre di Central Park d’inverno? (Midtown Manhattan) - 4. In cerca di un jukebox all’idrogeno (Greenwich Village + East Village) - 5. Il lato sbagliato del ponte (Park Slope) - 6. Musica nella città di Dio (Williamsburg) - 7. Brooklyn senza madre (Red Hook + Carroll Gardens) - 8. Molto forte, incredibilmente vicino (Coney Island) - Bibliografia
Piero Rosini è un giovane integralista cattolico. Con una bella moglie altrettanto cattolica, una casa vista Ikea a Porta di Roma, tanti amici uguali a lui, "intellettuali organici in golf a strisce e mocassini da tranviere", e un lavoro come redattore alla casa editrice Non Possumus - ultracattolica, naturalmente. Diretto ormai a testa bassa verso la santità, eroe della rinuncia e dell'astinenza sessuale, Piero è costretto suo malgrado a realizzare che dentro di lui si sta facendo largo un io sepolto e rimosso che lotta per tornare in superficie. Gli basta vedere ballare sua cognata Ada, florida ventiquattrenne fiera della propria verginità, per non togliersi più dalla testa quelle tette immacolate. Ed è seguendo questa versione ruspante di sé che Piero abbandona Roma e il libro a cui sta lavorando - un controverso saggio contro Giovanni Paolo II -, per trasferirsi da solo a Parigi, città tentatrice per eccellenza. Dove le sue certezze si sgretolano in un vortice di "vorrei ma non posso" che lo conduce a una fatale, esilarante schizofrenia.
In breve
“Perché questo è il gioco. Bisogna comprendere gli altri anche nel momento in cui ti stanno uccidendo. Senza mai sottovalutare la forza sbilenca dell’ironia.” Tony Pagoda è un cantante melodico con tanto passato alle spalle. La sua è stata la scena di un’Italia florida e sgangheratamente felice. Ha avuto il talento, i soldi, le donne. Quando la vita comincia a complicarsi…
"Paolo Sorrentino ha inventato Tony Pagoda, un eroe del nostro tempo, il più grande personaggio della letteratura italiana contemporanea.” Antonio D'Orrico.
Il libro
Tony Pagoda è un cantante melodico con tanto passato alle spalle. La sua è stata la scena di un’Italia florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri, e il mondo. È stato tutto molto facile e tutto all’insegna del successo. Ha avuto il talento, i soldi, le donne. E inoltre ha incontrato personaggi straordinari e miserabili, maestri e compagni di strada. Da tutti ha saputo imparare e ora è come se una sfrenata, esuberante saggezza si sprigionasse da lui senza fatica. Ne ha per tutti e, come un Falstaff contemporaneo, svela con comica ebbrezza di cosa è fatta la sostanza degli uomini, di quelli che vincono e di quelli che perdono. Quando la vita comincia a complicarsi, quando la scena muta, Tony Pagoda sa che è venuto il tempo di cambiare. Una sterzata netta. Andarsene. Sparire. Cercare il silenzio. Fa una breve tournée in Brasile e decide di restarci, prima a Rio, poi a Manaus, coronato da una nuova libertà e ossessionato dagli scarafaggi. Ma per Tony Pagoda, picaro senza confini, non è finita. Dopo diciotto anni di umido esilio amazzonico qualcuno è pronto a firmare un assegno stratosferico perché torni in Italia. C’è ancora una vita che lo aspetta.
1848. La rivoluzione infiamma l’Europa. Milano insorge contro la dominazione austriaca. In soli cinque giorni un popolo conquista la libertà, una nazione nasce, un uomo e una donna si amano perdutamente. Per farlo, tradiscono tutti, rimanendo fedeli soltanto a se stessi, alla purezza di un sentimento assoluto. 1885. Il senatore del Regno d’Italia Italo Morosini riceve un manoscritto anonimo. Quelle pagine lo sospingono indietro di quarant’anni, quando un manipolo di giovani male armati sconfisse l’esercito più potente del mondo: l’Impero asburgico. Ma quelle righe raccontano anche la passione d’amore che travolse la bella Aspasia, allora musa della rivolta, ora fedele e remissiva moglie del senatore. In un’Europa insanguinata dal terrorismo anarchico, quando tutte le illusioni sembrano perdute e tutte le passioni spente, il destino bussa alla porta. Intrecciato a un potente quadro del nostro Risorgimento e scritto come un grande romanzo ottocentesco,Una storia romantica parla in realtà di noi, di come, straziati da una dolorosa precarietà sentimentale, siamo condannati a vivere tra le rovine di un mondo che sognò ideali e amori assoluti.
Betti non è mai sparita così, quasi due giorni senza rispondere nemmeno ai messaggi sul cellulare. Delle tre è lei, la manager in carriera, quella sempre reperibile, e il problema per Guia e Lucia è semmai come arginare le sue chiacchiere. Perciò le amiche non possono fare a meno di preoccuparsi per Betti. Soprattutto da quando sanno che ha perso la testa per il misterioso Raul, da loro soprannominato il fecalomo: "la vera essenza del bastardo". E fanno bene a preoccuparsi: ancora non sanno che Betti sta per coinvolgerle nel grosso guaio in cui si è cacciata...
Nemmeno il commissario Pietro Lanzi, del resto, avrebbe mai pensato di trovarsi alle prese con un caso così complesso proprio nella cittadina di mare dove suo malgrado è appena stato trasferito: e invece gli stretti carruggi, i moli, la spiaggia di ciottoli rivelano la loro anima segreta proprio quando i turisti fanno i bagagli, le imposte verdi delle case di vacanza si chiudono e arriva l'inverno, con una nebbia salata che scende dai colli fitti di ulivi. Una serie di aggressioni orchestrate secondo una regia meticolosa che sembra alludere a un immaginario infantile turba la vita della piccola Chiavari in un crescendo inquietante e misterioso.
Come in un caleidoscopio, mille tessere trasparenti si accumulano sulla scrivania del commissario, ma la soluzione dell'enigma è visibile solo per chi sa scorgerne il disegno nascosto: e quando Guia, Lucia e Betti entrano negli spogli uffici della polizia tutto assume senso e colore. L'intuito femminile di Guia, con i suoi bimbi e la sua segreta sensibilità cromatica, di Lucia, che prende lezioni di taekwondo per mettere al tappeto la noia, e anche la sventatezza di Betti, che su internet cerca la felicità, saranno fondamentali per cogliere la chiave dell'odio e della disperazione annidati nell'animo di un uomo, per distinguere la sagoma di un coccodrillo sotto il pelo dell'acqua melmosa dell'esistenza.
Valeria Corciolani disegna una spirale sempre più veloce di sentimenti e personaggi pieni di vita: dal libraio Guido appollaiato tra gli scaffali del suo negozio all'agente scelto Maria Fiore, che sa consolarsi di molti dispiaceri divorando un'intera Viennetta, dalle risa dei piccoli Emma ed Elia ai giochi spregiudicati del torvo armatore van Lagen e di tutti i suoi emuli assetati di denaro. E con un'ironia nutrita di allegra saggezza racconta la storia di un mistero risolto grazie alla fantasia.
Succede a volte che un imprevisto interrompa il corso normale della vita: un accidente si mette di traverso, e d'un tratto il tempo si biforca. Alla drammatica rapidità dell'istante si affianca un tempo diverso, dilatato e fermo: il tempo dell'attesa. «Io non sono buona ad aspettare, - dice Maria, la protagonista di questo romanzo. - Non sento curiosità nel dubbio, né fascino nella speranza. Aspettare senza sapere è stata la piú grande incapacità della mia vita».
Maria insegna italiano in una scuola serale di Napoli, legge Dante e Leopardi a giganteschi camionisti che faticano a infilarsi nei banchi.
Una sera, tornando a casa, un dolore rotondo e forte la precipita nella sala d'aspetto di un ospedale: «Quelli sono medici, signò, che vi possono rispondere?»
Narrata con una voce ribelle che pure sa trovare i toni dell'indulgenza, una storia che inizia come un destino di solitudine personale e piano piano si trasforma in un caldo coro di scoperte, volti e incontri. Tanto che a Maria sembra quasi che siano la vita e la città a farle da compagne.
Un libro bruciante, profondo, luminoso.
Maschere, sogni, allucinazioni, parrucche, trucco, schizofrenia, monologhi, travestimenti: i temi del romanzo di Adriana Asti tradiscono il primo mestiere della sua autrice. Il teatro è lì, presente in ogni pagina, nonostante Augusta Sarmerio, l’eroina innamorata e perduta in un suo mondo privato, una siciliana trapiantata a Parigi, non sia un’attrice, ma una lettrice. Legge per i ciechi, un modo discreto di essere attrice. Augusta ha un unico amore: la casa, ereditata da una zia, in rue de Tournon, a Parigi. Le vecchie e solide pareti cui appoggiarsi, aggrapparsi se necessario, le stesse da quando era bambina; le tende velate attraverso le quali scoprire il mondo circostante, senza però esserne travolta. Quella è la vita che ha scelto, che ama. Da anni ormai si è chiusa in una rassicurante solitudine fatta di libri, di passeggiate nei giardini del Lussemburgo e non sente il bisogno di altro.
Poi un giorno, durante uno dei tanti giri per le vie della città, Augusta legge un annuncio: è richiesta una lettrice per intrattenere una donna in rue Ferou. Così, decide di fare uno strappo alla regola e di proporsi per quel lavoro.
Proprio grazie a Marie, giovane e bella, ma afflitta da un male incurabile, e al suo affettuoso marito, Augusta riuscirà a dare un nuovo senso alla sua vita, a scoprire una se stessa diversa, che può concedersi di avvicinarsi a qualcuno e anche, perché no, di innamorarsi.