
Fra arte e storia naturale una botanica del XXI secolo
Botanica Magnifica presenta 251 straordinarie fotografie di Jonathan M. Singer, vincitore dell’Hasselblad Laureate Award, che ritraggono - nelle parole di un critico di ARTnews - piante e fiori rari ed esotici a grande scala e con eccellente dettaglio emergente dall’ombra di uno stile evocativo delle pitture degli Antichi Maestri. Ispirato dal lavoro dei grandi artisti botanici che lo precedettero, Singer ha sviluppato uno stile di fotografia digitale che possiede sia la chiarezza sia la qualità artistica dell’illustrazione botanica tradizionale; attraverso le lenti della sua fotocamera cattura non solo la fisicità della pianta, ma anche la sua essenza. In realtà, molti di questi ritratti rivelano delicate strutture delle piante a un livello di dettaglio irraggiungibile con pennello e colore, dandoci una percezione completamente nuova della complessità e della personalità di questi organismi viventi. L’edizione originale di Botanica Magnifica, che consiste di cinque volumi sontuosamente rilegati a mano, era limitata a sole dieci copie, la prima delle quali è stata recentemente donata alla Smithsonian Institution.
Il grande formato double-elephant (cm 68,5 x 101,5) dell’edizione è stato scelto perché fosse in linea con quella del famoso folio Birds of America di Audubon, e in verità Botanica Magnifica, nel campo della storia naturale, è una delle poche opere fotografiche che possano competere con quella di Audubon per portata e maestria. In elogio del formato double-elephant di Botanica Magnifica, il direttore del Dipartimento di Botanica della Smithsonian ha affermato: "Tutti quelli che hanno visto le fotografie sono rimasti straordinariamente impressionati dalla forza, dal dettaglio e dalla profondità dell’opera". Come l’edizione maggiore, questo volume è diviso in cinque sezioni: I) Orchidaceae, che introduce all’enorme diversità delle orchidee; II) Florilegium, che mostra la complessità e la bellezza dei fiori, capolavori dell’evoluzione; III) Proteus, che, rubando il nome al multiforme dio marino della mitologia greca, illustra le forme evolute dalle piante per sopravvivere; IV) Zingiberaceae, tributo alla famiglia dello zenzero, che comprende piante tropicali comuni e rarità minacciate di estinzione; V) Botanicus, selezione di esemplari spettacolari e bizzarri della famosissima collezione botanica di studio del Museo Nazionale di Storia Naturale della Smithsonian Institution. Le piante raffigurate in ogni sezione di Botanica Magnifica sono disposte per lo più in ordine alfabetico per nome scientifico e ciascuna è accompagnata da una chiara descrizione botanica del soggetto con cenni di geografia, folklore, storia e conservazione. Inoltre ciascuna delle cinque sezioni è preceduta da una pagina pieghevole che ritrae una pianta eccezionale in una dimensione sfarzosa. Con meravigliose riproduzioni e testo affascinante, Botanica Magnifica è uno dei volumi più straordinari di fotografia naturalistica mai pubblicato. Gli autori si augurano che una tale opera possa incoraggiare maggior presa di coscienza del regno delle piante e stimoli la preoccupazione di un’urgente necessità di preservare le specie che stanno scomparendo.
"La vita antica fu tutta silenzio. Nel Diciannovesimo secolo, coll'invenzione delle macchine, nacque il Rumore. Oggi, il rumore trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini." Così Luigi Russolo introduceva L'Arte dei rumori nel 1913, anticipando gli scenari sonori del nostro tempo. Questo volume, riproponendo il testo originale di Russolo, un'ampia introduzione al Futurismo e alla musica futurista, insieme ai manifesti, a una completa cronologia e ai profili di tutti i protagonisti, offre un quadro chiaro ed esauriente dell'unica avanguardia italiana del primo Novecento.
La sceneggiatura è la premessa essenziale della costruzione delle immagini e dei suoni che costituiranno il film; analogamente il discorso sulla sceneggiatura è la premessa essenziale del lavoro critico sul film. Una sceneggiatura approssimativa genererà dunque, con buona probabilità, un film malfermo; un'analisi approssimativa della sceneggiatura genererà, ancora più probabilmente, una recensione malferma. Per neutralizzare questi rischi, occorre concepire la sceneggiatura come un sistema, cioè come un intero formato da parti essenzialmente connesse fra loro. Tenendo fermo tale principio, questo saggio propone un modello concettuale in grado di spiegare il funzionamento narrativo di qualsiasi film, da "L'arroseur arrosé" dei Lumière a "Tutti pazzi per Mary" dei Farrelly, da "Biancaneve e i sette nani" di Walt Disney a "Goodbye South, Goodbye" di Hou Hsiao-hsien. Non solo: nell'elaborare schemi applicabili a qualsiasi film, "Il sistema sceneggiatura" si rivolge a un qualsiasi potenziale lettore, sia questo sceneggiatore, critico cinematografico, cinéphile, insegnante o studente. Nel suo tentativo di coniugare teoria e pedagogia aggiornando la Poetica di Aristotele all'era delle immagini in movimento, "Il sistema sceneggiatura" ambisce a essere al tempo stesso un manuale per imparare a scrivere i film e un trattato per imparare a capirli.
Il duomo di Monreale è un patrimonio artistico di eccezionale bellezza mai documentato prima d'ora con tale ampiezza di immagini, realizzate mediante una apposita campagna fotografica e strumenti tecnici all'avanguardia. Il duomo di Monreale è una delle testimonianze più impressionanti di quella stagione artistica straordinaria che la Sicilia visse nel XII secolo. Sulle pareti del duomo si snoda un ciclo musivo, conservatosi pressoché intatto, che racconta la storia della salvezza, dalla creazione del mondo alla resurrezione di Cristo, in un percorso che ha alle sue estremità le due figure imponenti del Cristo pantocratore dell'abside, le cui braccia si aprono in un abbraccio commovente che accoglie il fedele lasciandolo senza parole, e della Vergine nella controfacciata, la cui maternità è segno perenne del rinnovarsi della presenza di Cristo che accompagna la vita degli uomini, posto genialmente sopra la porta attraverso la quale i fedeli lasciano la basilica per portare nel mondo la loro speranza. Oltre alla sequenza narrativa vetero e neotestamentaria, le pareti della basilica ospitano una impressionante serie di ritratti di santi, testimonianze perenni della vita della Chiesa. Anche in questo caso, la loro collocazione rivela un progetto geniale: se infatti le absidi laterali ospitano i due capisaldi della fede cristiana, Pietro e Paolo, lungo le pareti del presbiterio e nei sottarchi delle navate si susseguono figure intere, busti e volti di monaci, vescovi, laici, eremiti, uomini e donne che hanno testimoniato la loro fede, chiesa trionfante sempre più vicina alla chiesa militante che affolla ogni giorno la chiesa, per concludersi nella controfacciata, accanto alla figura di Maria, con gli esempi più vicini alla gente di Monreale, Cassio, Casto e Castrense, i "loro" santi. Il ciclo musivo di Monreale dispiega così un inno alla Chiesa di eccezionale bellezza.
Il modello del giardino in Italia e in Europa
Non si può parlare dei famosi giardini romani, interni alla città e nella campagna, senza ricordarsi che prima di essi sorsero già nel Medioevo i giardini vaticani: proprio questi furono l'oggetto di imitazione per i giardini romani. Pur celeberrimi, i giardini vaticani mancano di uno studio che li inserisca come imprescindibile pietra miliare nella storia del giardino occidentale e nella storia dell'arte. Le prime notizie sui giardini vaticani ci giungono in rapporto ad alcune trasformazioni avvenute nel XIII secolo. Gli ultimi grandi cambiamenti si avranno negli anni Trenta del XX secolo, quando il Vaticano divenne uno Stato. Questa pubblicazione ripercorre tutta la loro storia, evidenziando realizzazioni, esperimenti e trasformazioni che concernono 22 dei 44 ettari totali della Città del Vaticano.
Sulla base di una vasta ricerca dei documenti originali, è stato possibile ricostruire le origini dei giardini e la presenza di una collezione di piante tale da farli considerare il più antico orto botanico d’Italia; il configurarsi di tipologie architettoniche e del verde destinate a costituire modelli per lo sviluppo delle ville; la presenza quali curatori dei giardini di personalità come Michele Mercati (tra il 1570 ed il 1580) che vi ha introdotto piante provenienti dalle Americhe e all’epoca rarissime e di Johannes Faber (dal 1600 al 1629), illustre botanico membro della prestigiosa Accademia dei Lincei. Per i giardini sono stati evidenziati i significati simbolici, la compresenza di attività produttive e di funzioni di delizia, il ruolo di decoro ma anche quello di supporto scientifico alle scienze botaniche. L’importanza dell’acqua, sia quale elemento simbolico sia vita per le piante e le fontane, è tema che percorre tutta la storia, soprattutto dopo la conduzione dell’acqua Paola e la realizzazione delle spettacolari e scenografiche fontane volute da Paolo V. Non meno interessante è la ricostruzione delle pratiche di giardinaggio, degli interventi in prima persona di pontefici giardinieri come Leone XIII che si occupava della vigna, fino alla eliminazione di ogni elemento di ruralità per destinare tutto lo spazio a disposizione per la bellezza ed il decoro. Il volume si conclude con gli interventi di Pio XI che, dopo il Concordato del 1929, ha realizzato numerosi edifici, fontane, monumenti e soprattutto nuovi giardini che vedono il trionfo del revival del giardino all’italiana, con elaborati parterres, aiuole geometriche, graziose fontane. Un ultimo capitolo è dedicato alle ville dove i pontefici villeggiavano, prima che la Villa di Castel Gandolfo divenisse residenza estiva ufficiale, con un’anticipazione sulla storia di questa villa che presenta ancora molti aspetti sconosciuti ed inediti.
Uno strumento unico e riccamente illustrato: la storia millenaria del giardino in occidente
Dalle lontane origini mesopotamiche alla rinnovata coscienza attuale della necessità di pensare il mondo come un giardino affidato alla responsabilità di tutti, si svolge l’avventura di pensiero e di vita sociale che questo libro presenta. Attraverso il giardino ellenistico e romano e poi quello medievale, il lettore è condotto all’innovazione del giardino rinascimentale italiano. Questo, pur continuando l’immagine medievale di hortus conclusus, costituisce una svolta quanto a disegno e tecnica di realizzazione e diviene un modello da imitare in tutta Europa. Spazio di rappresentanza e di loisir, è anche luogo di studio e di sperimentazione scientifica. Nella Francia d’ancien régime la dimensione del giardino come luogo di esercizio pratico e simbolico del potere viene sottolineata con la forza del rigore formale che Versailles, Fontainebleau, le Tuileries impongono a tutti i sovrani europei, dalla Prussia all’Italia. Ma tanto uso porta a vedere i limiti del formalismo alla francese: cadono i confini del giardino e oltre essi si inizia a vedere il paesaggio, una natura non più ostile e separata. È la grande stagione del paesaggismo, che inizia in Inghilterra per diffondersi altrove e impone una diversa riflessione sul rapporto tra artificiale e naturale, sugli elementi che compongono giardino e paesaggio, sul recupero dell’antico e l’introduzione di finto antico, sull’assunzione di apporti esotici e la costruzione di architetture apposite come padiglioni e belvedere. Le nuove forme di urbanesimo introdotte dall’Ottocento impongono però anche di ripensare la forma del giardino, vuoi come ridotta espansione verde delle abitazioni suburbane, vuoi come parco aperto a tutta la cittadinanza. Il volume segue poi il destino di questa ricchissima varietà di apporti nell’America tra Ottocento e primo Novecento, dove la diversa scala degli spazi selvaggi e delle urbanizzazioni impone soluzioni e collegamenti inediti, che si riflettono poi nell’esperienza europea del Novecento. Il percorso del libro si conclude nei nostri anni, quando va in frantumi la separazione tra giardino e paesaggio e il giardino penetra nella città in modi finora impensati, come la trasformazione di viadotti abbandonati in giardini pensili, la creazione spontanea di verde urbano in spazi di risulta e la trasformazione di pareti di grandi edifici urbani in muri vegetali. Oggetto di grandi sperimentazioni, il tema del giardino si presenta oggi in tutti i livelli e gli ambiti della vita sociale come riflessione e invenzione del modo di rapportarsi con la natura, teso tra la progettazione della comunità degli abitanti e l’autorappresentazione degli architetti paesaggisti e della comunità politica.
La cattedrale, simbolo della grandezza artistica del Medioevo occidentale e del ruolo svolto dai vescovi nelle città, è il monumento che meglio definisce l'arte gotica con il passaggio dall'arco ogivale alle volte a crociera costolonate, sistematicamente organizzate in una struttura profondamente razionale e articolata. La scultura copre le facciate e segna la divisione in piani degli alzati, dominati dalle gallerie dei sovrani coronati. All'entrata della chiesa, le statue-colonna accolgono i fedeli. Nel definire il gotico privilegiamo di solito gli elementi culturali e formali, mentre l'architettura gotica è fatta di novità tecniche, di progressi nel trasporto della pietra, di miglioramenti degli strumenti di sollevamento e di forza, e soprattutto di perfezionamento dell'organizzazione del cantiere attraverso la standardizzazione del lavoro, l'organizzazione degli elementi prefabbricati e una maggiore razionalizzazione della produzione. La novità più spettacolare dell'architettura gotica consiste nella capacità di rendere trasparente l'edificio grazie all'immissione della luce, che attraversa le vetrate piene di immagini soddisfacendo la sete d'assoluto e di trascendenza degli uomini del tempo. Questo libro invita a fare un viaggio alla scoperta semplice e diretta delle chiavi che possono aiutare a comprendere lo spirito dell'arte gotica, la sua bellezza e le ragioni che hanno ispirato i grandi committenti, laici ed ecclesiastici, del Medioevo.
Avete mai pensato alla vostra casa, all'ufficio, alla scuola, al cinema, alla trattoria, ai negozi, alle strade che frequentate? Avete riflettuto sul valore specifico dell'architettura, rispetto a quello delle altre arti figurative? Che differenza c'è tra la vostra abitazione e un tempio, o un arco di trionfo? Il giudizio che diamo su un monumento di Bramante è basato su criteri diversi da quelli su cui si fonda l'apprezzamento di un'opera di Le Corbusier? L'architettura è un'arte "astratta", oppure ha precisi contenuti? "Saper vedere l'architettura" risponde a questi interrogativi: il suo proposito è di rivelare il segreto, l'essenza spaziale dell'architettura, affinché tutti sappiano vedere gli ambienti in cui spendono tanta parte dell'esistenza.
il contenuto
A chi spetta il diritto di decidere in materia di architettura? Come assicurare questo diritto alle persone cui esso spetta? Come farlo in un mondo che va verso una povertà crescente? Come sopravvivere in tale mondo? Sono queste le domande a cui Yona Friedman cerca di rispondere nel presente libro, che non vuole lanciare l’ennesimo attacco all’architettura moderna, ma tentare di proporre soluzioni che rispettino le condizioni di sopravvivenza della specie umana. Di fronte agli attuali problemi di impoverimento e di esaurimento delle scorte diventa indispensabile un’architettura «povera» che riscopra i valori naturali e le tecniche compatibili con un modo di vita più sobrio. Risponde a queste esigenze l’architettura di sopravvivenza. Essa, a differenza dell’architettura classica che mira a trasformare il mondo per renderlo favorevole all’uomo, cerca di limitare le trasformazioni conservando solo le più necessarie perché l’uomo sia in grado di sopravvivere in condizioni sufficientemente favorevoli. In altre parole, l’architettura classica trasforma le cose per adeguarle all’uso umano, mentre l’architettura di sopravvivenza prova a trasformare il modo in cui l’uomo impiega le cose esistenti.
l'autore
Yona Friedman è nato a Budapest nel 1923. Vive e lavora a Parigi. Ha insegnato presso diverse università americane e collaborato con le Nazioni Unite e l’Unesco. Tra i suoi numerosi libri, in traduzione italiana: Per un’architettura scientifica (Officina, Roma 1971); L’architettura mobile (Edizioni Paoline, Alba 1972); Utopie realizzabili (Quodlibet, Macerata 2003).
In questo volume dedicato ai kilim, Taher Sabahi parte da un suggestivo ricordo personale che risale all'infanzia a Teheran, quando i venerdì di festa in gita con la famiglia, "sdraiati o seduti sui nostri due kilim, stesi sull'erba all'ombra dei gelsi, godevamo dell'aria meravigliosa che si respira alle pendici dei monti Alborz". Le più antiche testimonianze della tessitura kilim provengono dall'Anatolia, da dove la produzione si diffonde in tutto il Vicino e Medio Oriente, dall'Egitto all'Iran, in Asia Centrale, fino all'India e alla Cina. Diversamente dai tappeti annodati, i kilim sono tessuti piani e il loro minore spessore li destina a diverse funzioni: non solo complementi d'arredo come tappeti, ma anche divisori di dimore tribali, interni di tende, coperture, sacche da trasporto, tovaglie da mensa, gualdrappe e bande per fissare il carico sulle selle dei cavalli. Forse proprio questa destinazione più utilitaria ha fatto sì che fino a pochi anni fa i kilim non fossero particolarmente ricercati da collezionisti ed estimatori. Oggi, tuttavia, essi sono oggetto di studio, collezionismo e di un diffuso apprezzamento sia per le qualità artistiche, sia per il valore storico ed etnografico. L'autore raccoglie, organizzandole per aree di produzione, le testimonianze più significative di un'arte molto pregiata, risalendo dagli esemplari più antichi alla produzione attuale.
“L’anima degli eroi” terzo volume, raccoglie gli articoli che ci aiutano a superare l’indifferenza, l’individualismo e relativismo che ricoprono le nostre menti. In Matrix scopriamo come la giustizia divina sia sempre controbilanciata e superata dalla misericordia divina. In King Kong scopriamo che anche la bestialità, può essere sconfitta con l’amore e la verità. Buffy ed Angel, ci aprono il mondo interiore, che a volte si scopre essere meno mostruoso di quello che pensiamo. Madagascar ci svela un “continente” colmo di amore che si chiama Gesù. Il volo di Superman ci riporta al percorso che ogni credente è chiamato a compiere... il volo sulle possenti ali dello spirito Santo. La Guerra dei Mondi ci rammenta che anche nel nostro intimo, esiste un “alieno” che tenta di annientarci. Spiderman ci fa superare i “palazzi” delle razionalità, mediante i poderosi salti della Fede. Mentre i Transformers e Star Trek ci fanno salire sulla navicella della speranza, per scoprire infiniti pianeti colmi di amorevolezza. È giunto quindi il momento di allacciare le cinture di Fede, e spiccare il volo nelle altezze della spiritualità.