
Attraversando la croce come fosse una strada (across) si cammina insieme e insieme si dialoga sul tema universale della sofferenza e dell'umano dolore. Ma la croce rimane scandalo originario di strumento ignominioso di tortura che ha ucciso un uomo innocente condannato a morte. L'artista anche oggi è costretto a stargli di fronte (across) e misurarsi con il suo significato. Può anche negarlo, ma in questo modo fa il suo gioco. Più nega e offende la croce più essa realizza profondamente il suo significato di strumento di sconfitta e di umiliazione. l'artista allora, anche oggi, può provare a guardarla anche dall'altra parte (across), come in certe croci dipinte siciliane: da una parte il crocifisso dall'altra il risorto. Essa svela in questo modo il suo senso vitale, positivo, e spinge l'artista al di là (across), verso l'oltre dei suoi umani desideri.
Uno studio per scoprire la figura e l'opera dell'Apostolo delle Genti, attraverso selezionate opere d'arte custodite dalle Istituzioni culturali della Santa Sede.
Una pièce sul mistero dell’amicizia, su come ognuno costruisce la propria identità, e sui rituali e i malefici della sessualità nella vita segreta delle persone. Chispas Bellatin è un maturo uomo d’affari. È a Londra per lavoro, in un lussuoso hotel sulle rive del Tamigi. Qualcuno bussa alla porta: è una donna che dice di essere la sorella di Pirulo, il suo migliore amico di gioventù. Sono 35 anni che non lo vede, smisero di frequentarsi dopo che Pirulo tentò di baciarlo in una palestra di Lima. In verità, la sera stessa Chispas andò a casa dell’amico per scusarsi del pugno che gli aveva inferto per allontanarlo; ma da allora Pirulo sparì per sempre dalla sua vita. Sono tante, ambigue e fantasmatiche le storie, le versioni del passato, che iniziano a rianimarsi sulla scena: Raquel confessa di essere Pirulo e che grazie a quel pugno ha avuto la forza di operarsi diventando donna (nelle sue fantasie loro due si sono persino sposati, in un’altra sono stati amanti); Chispas confida all’amico/a di aver capito cosa fosse l’amicizia solo quando smise di vederlo, e che le sue avventure con le donne, i suoi tre matrimoni sono stati infelici a causa di quell’amicizia infranta (forse quel bacio in palestra doveva farselo dare). E se le cose fossero andate diversamente? E se quello sulla scena fosse il fantasma dell’amico morto per colpa di Chispas? E che pensare poi, quando lo stesso Pirulo apre la porta vestito da impaziente uomo d’affari? Certe sono solo le avventure, le fantasie segrete, le menzogne, le fughe in nuove dimensioni dell’immaginario che ognuno racconta a se stesso e agli altri per «rompere la camicia di forza dell’esistenza quotidiana».
Nel quadro di Raffaello nove personaggi attorniano il Christo deposto dalla croce. Ognuno racconta di sè e del rapporto con il Deposto: attraverso questi racconti viene presentata da Wilhelm Rath una versione non usuale degli eventi di Palestina.
La nascita avventurosa di un prodigio
dell’architettura e del genio che lo ideò.
“Quale uomo, per quanto duro di cuore o geloso, non elogerebbe l’architetto Filippo al vedere qui una costruzione tanto enorme da ergersi sopra i cieli, abbastanza grande da fare ombra all’intera popolazione della Toscana, e realizzata senza l’ausilio di travi o eleborati supporti lignei?”
– Bernardo di Chiaravalle
Per costruire Santa Maria del Fiore i fiorentini avevano abbattuto intere foreste per ricavare il legname delle travi, raso al suolo vecchie chiese e quartieri, esumato i morti dalle tombe attorno al battistero di San Giovanni. La prima pietra era stata posata nel 1296, e nel 1418 mancava un solo particolare: la cupola. Sarebbe stata la più grande mai costruita e doveva levarsi verso il cielo senza sostegni visibili. Fu indetto un concorso e a vincerlo fu un orafo e scultore che sarebbe diventato un genio del Rinascimento: Filippo di ser Brunellesco. Un saggio in cui le vicende della costruzione della cupola e del brillante Brunelleschi, orgoglioso delle sue invenzioni e ossessionato dalle macchinazioni dei rivali, si intrecciano alla narrazione degli eventi – guerre, epidemie, lotte politiche – e dei fermenti intellettuali di un’epoca straordinaria. La creazione di un capolavoro, capace di resistere ai fulmini, ai terremoti, al passare dei secoli, che oggi incanta chiunque lo osservi da lontano o salga lungo le sue strutture; incarnando, ai nostri occhi, lo spirito del Rinascimento e di Firenze.
Il cinema insegue i giovani, sia confezionando prodotti per loro sia parlando di loro. Il libro presenta un ampio e aggiornatissimo panorama di film italiani, con interviste a registi e attori.
L'antologia originale delle più celebri apparizioni televisive di Sordi. Un progetto di Franco Rostagno, curato da Marco Sacco e con la regia di Gianni Canale, in undici grandi capitoli "tematici" è raccolto il meglio dalle apparizioni televisive dell'Albertone nazionale: dagli sketch con Mina, Raffaella Carrà, Corrado, le gemelle Kessler e Alighiero Noschese, fino alla riproposta del personaggio di Mario Pio; dalle interviste in cui racconta di sé, all'esecuzione delle canzoni "Nonnetta" e "Carcerato". A rendere ancora più preziosa questa galleria di apparizioni, il provino cinematografico per il film "Casanova" di Fellini. Il libro che accompagna il DVD inserisce il percorso artistico di Sordi nei teatri, nelle piazze, nella storia del nostro Paese: ne "La grande anima d'Italia", infatti, Valentina Pattavina racconta l'avventura artistica di Sordi, fotografando ambienti, storie e protagonisti, e restituendo il sapore di un'Italia che non c'è più, anche attraverso i tanti riferimenti alla storia e alle tecniche dei "generi artistici" di cui il talento comico sordiano si è nutrito. (Introduzione di Vincenzo Cerami).
Il volume è il catalogo della mostra di Napoli (MADRE - Museo di Arte Contemporanea Donnaregina, 29 maggio - 12 ottobre 2009) dedicata a Francesco Clemente, a 10 anni dalla importante retrospettiva del Guggenheim di New York. Un ritorno dell'artista nella sua città natale e anche nel museo in cui ha lavorato per 4 mesi,nel 2005, ad un affresco, articolato in due sale, di proporzioni monumentali e a un pavimento in ceramica che ripercorre con la memoria dell'infanzia i luoghi e simboli antichi di Napoli. Otto sezioni e più di 100 opere, tra cui un gruppo di inediti, che descrivono il continuo "salpare" dell'artista dal suo luogo natale verso Roma, l'India, gli Stati Uniti per poi ritornare sempre "a casa". Una sezione speciale, creata in occasione della mostra, raccoglie 10 lavori nuovi e inediti datati 2009, che portano il titolo di "In meiner Heimat" . Heimat è un vocabolo tedesco che non ha un corrispettivo nella lingua italiana e indica il territorio in cui ci sente a casa propria perché vi si è nati, vi si è trascorsa l'infanzia, o vi si parla la lingua degli affetti. Raccolti nella sezione intitolata "Mappe", questo gruppo di lavori illustra i luoghi da cui Clemente parte e a cui fa continuo riferimento nel suo viaggio artistico. Sono esposti inoltre i disegni che l'artista ha realizzato per illustrare il racconto inedito di Salman Rushdie dal titolo "Nel Sud", che lo scrittore ha realizzato in occasione della mostra e che viene pubblicato in allegato al catalogo.
"Il cinema italiano rinasce come campo di contraddizioni aperte, per qualche tempo assai produttive. Rinasce come autentico atto di fiducia in un enorme patrimonio intellettuale da scoprire e valorizzare. Rinasce perché l'attesa del momento in cui l'occhio della macchina da presa possa tornare a vedere tutto e a poter esplorare senza limitazioni il visibile si è consumata negli anni di guerra. I registi, per la prima volta nella loro storia, sono liberi di vedere e di guardare l'Italia e gli italiani non come mondi possibili, ma come dimensioni tutte da scoprire e osservare come un territorio vergine. Rinasce come frutto di un capitalismo privo di capitali, ma non privo di idee e a suo modo coraggioso e pieno di iniziative, che riesce a sopravvivere e a vivere delle briciole del mercato. Rinasce, infine, perché intende, almeno nelle ipotesi iniziali, coinvolgere il pubblico nell'operazione creativa e promuovendolo a soggetto creatore di storie e racconti." Gian Piero Brunetta indaga l'età dell'oro del cinema italiano nel dopoguerra, dalle vicende della produzione a quelle della censura e della critica, dai rapporti con la politica e l'America alle nuove poetiche del made in Italy che trasformeranno il cinema mondiale.
Un ritratto spietato e profondamente pungente del mondo della famiglia e dei rapporti tra i sessi, frutto di un'analisi degna della perizia di Freud. Un universo popolato da eroici capitani d'industria che sacrificano amore coniugale e paterno al lavoro e al potere, come il console Bernick o il costruttore Solness. Da antieroi o individui inetti sempre in attesa di compiere una trasformazione che non avverrà mai, come il dottor Stockmann o Johannes Rosmer. Da dolenti eroine, donne oppresse o represse, protagoniste di vicende luttuose e violente, come Nora o Hedda. E da strazianti figure di figli suicidi per amore dei padri come Hedvig e il piccolo Eyolf. Questa edizione raccoglie i dodici drammi (I sostegni della società; Una casa di bambola; Spettri; Un nemico del popolo; L'anitra selvatica; Casa Rosmer; La signora del mare; Hedda Gabler; Il costruttore Solness; Il piccolo Eyolf; John Gabriel Borkman; Quando noi morti ci destiamo) che l'inventore del "teatro del salotto borghese" dedica alla società sua contemporanea. L'aridità dei rapporti e la brutalità degli istinti si riflette nella lingua dura, carica di simbolismo, che questa nuova traduzione dall'originale norvegese restituisce in tutta la sua potenza innovativa e destabilizzante.