“Una volta, dopo un pranzo in Curia, dove ogni anno mi invitava per due volte affinché lo informassi dettagliatamente sull’andamento del Centro Aletti, il padre generale di allora, padre Peter-Hans Kolvenbach mi ha detto:
– Mi raccomando: un giorno dovrà scrivere un libro sul suo padre spirituale. Intendo dire, un libro su padre Spidlík. Evidentemente, non lo potrà fare se non scrivendo anche del suo padre di sangue, perché in un certo senso anche lui era un padre spirituale. In questo è stato privilegiato dalla grazia di Dio. Ma, scrivendo su padre Spidlík, attento: non deve essere una biografia classica, un elenco di dati e di “detti celebri” del padre. Padre Spidlík ha già scritto da solo il suo pensiero. L’insegnamento del padre si legge in ciò che succede nel figlio. Si parla del padre confessandosi e, confessandosi, si manifesta la paternità e la figliolanza nella loro più autentica identità”.
(dall’inizio del libro)
Mio padre tornava a casa dall'ufficio e ripeteva ossessivamente una frase: "Sta diventando una cosa impossibile". Ma che cosa o chi stava diventando una cosa impossibile? Qualcosa di più grande del lavoro e di più piccolo della vita? O era così debordante da essere più grande della vita? C'erano giorni in cui molte piccole cose che componevano la vita erano più potenti e importanti della vita stessa, che pareva un'entità misera, lontana. Allora fuori esisteva questa cosa che rendeva la vita impossibile a mio padre, a milioni di esseri umani e animali e vegetali, e la cosa diventava impossibile perfino per se stessa, si sarebbe suicidata senza rendersene conto, questa cosa che nemmeno si poteva definire continuava a lievitare, soffocava l'esistenza di tutto.
Nel 2000 l'autrice ha pubblicato un piccolo volume il cui obiettivo era quello di trovare un solido fondamento metafisico alla differenza sessuale. Gli studi raccolti in questo volume si collegano, ognuno con una sua fisionomia, a quel testo e, ad eccezione del primo che è anteriore e che si propone come un iniziale svolgimento dei temi del libro, intendono sviluppare le linee tracciate nel 2000, muovendosi in diverse direzioni. Altro punto di contatto tra le due opere, pur così diverse, è il piano su cui esse si collocano. Un piano legato all’indagine filosofica, con intenzionali aperture alla prospettiva teologica, ritenuto di livello prioritario.
Bollini arrivò a morire con eroismo grazie alla solida formazione ricevuta all'interno del suo oratorio e nella Giac, la Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Da qui la necessità di alzare lo sguardo verso un orizzonte più ampio, ovvero quello costituito dalla partecipazione alla lotta di Liberazione dei giovani e degli uomini che nell'antica associazione militavano o avevano militato pochi anni prima. Il rapporto tra Ac e Resistenza è stato studiato finora sotto molti profili, ma per lo più in modo disorganico oppure apologetico o, ancora, all'interno della più vasta storia dei cattolici nella Resistenza. Le pagine che seguono non hanno certo la pretesa di colmare questa lacuna, ma vorrebbero sollecitare gli studiosi ad affrontare in modo più organico e completo questi argomenti, oltre che invogliare gli attuali appartenenti all'Azione Cattolica (e, certo, non solo loro) a riscoprire e valorizzare un patrimonio di idealità e di fede che non deve andare disperso.
Il libro propone una nuova traduzione del Cantico dei cantici dai testi originali in lingua ebraica (Renato Turra), nella quale i versi del poema vengono intercalati da brani di prosa, in modo che l'insieme possa essere letto come un vero racconto, frutto di una rielaborazione fantastica, ma fedele all'idea dell'antico autore e alle consuetudini dell'epoca. Dopo una Prefazione di don Renzo Bonetti e una Introduzione a carattere storico, letterario e didattico, viene proposto qui un Prologo, secondo cui autore cerca di dare una organicità al poema che, così come è, risulterebbe frammentario. La storia, suddivisa in otto capitoli, è corredata di otto disegni al tratto di Anna Barracchia.
Filosofo del diritto fra i più eminenti del Novecento, Giuseppe Capograssi (1889-1956) è stato un acuto indagatore tanto della crisi del diritto quanto del dramma dell'umanesimo nella stagione dei totalitarismi. Il suo pensiero è ancora attuale in una stagione in cui nuovi demoni si affacciano sugli scenari della storia del mondo.
Nel giugno del 1940 l'esercito italiano attacca la Francia sul confine alpino: i francesi sono già prostrati dalla disfatta appena subita a opera dei tedeschi, ma i fanti italiani avanzano con enorme fatica e l'equipaggiamento inadatto miete più vittime, per assideramento, delle pallottole nemiche. "Alla prova della montagna il fascismo era già finito", scrive Bocca. L'autore ha girato il mondo e all'Italia ha dedicato diversi libri: qui ritorna alla "patria alpina", alla provincia incastonata tra le montagne da cui proviene e che diventa il crogiuolo in cui si mettono alla prova gli uomini e le idee. Dalla grande schiatta piemontese dei maestri di antifascismo - i Gobetti, i Galimberti, gli Einaudi, i Bianco - al rapporto con i valligiani nella Guerra di Liberazione, alla scoperta dell'eredità occitanica tra Piemonte e Francia, dalla provincia eterna che produce buoni alimenti ma è politicamente sempre rivolta al passato, fino alle montagne amatissime in cui ha passato la sua giovinezza di forte sciatore e che sono ora anch'esse vittime dell'industrializzazione, trasformate in palestre meccanizzate per il tempo libero.
Questa guida dal taglio pratico alla "ruota della consapevolezza", la rivoluzionaria tecnica di meditazione mindfulness ideata dall'autore, accompagna il lettore passo dopo passo in un viaggio lungo ventuno giorni alla scoperta di cosa significa realmente essere presenti e consapevoli nella vita quotidiana. In un mondo sempre più frenetico come quello di oggi può essere difficile trovare il tempo per riprendere fiato, recuperare il proprio equilibrio interiore e soltanto... essere. Grazie alle istruzioni dettagliate e ai numerosi esercizi pratici, il lettore potrà fortificare la propria mente imparando a focalizzare l'attenzione, ad avere una consapevolezza aperta e a sviluppare uno stato mentale positivo: sono questi i tre pilastri della pratica meditativa della mindfulness che, in base ai risultati della ricerca scientifica, favoriscono il raggiungimento di un livello più elevato di benessere fisico e mentale.
Cosa sono i settimanali diocesani? Quando sono nati? Dove si leggono oggi? Quale la loro funzione? A queste e a molte altre domande intende dare risposta il volume. I settimanali diocesani in Italia sono una realtà che edita circa 800mila copie complessive, per un numero di lettori attorno ai 2.400.000. Questo ponderoso volume si propone come una fotografia dei settimanali esistenti e delle loro diverse tipologie, ne ripercorre la storia, la difficile situazione che caratterizza il presente e poi si volge in avanti per rispondere all'interrogativo se ci sia un futuro per la stampa. "Questo libro non vuole essere l'ultima fotografia di gruppo dei giornali delle Chiese italiane. Lo scrivo per ridare speranza e rilanciare la stampa diocesana annota l'autore nell'introduzione -. Ma per non scomparire è necessaria una svolta". Il volume si articola in sei parti. La prima fa rivivere la storia dei settimanali cattolici, partendo dalla proclamazione dell'unità d'Italia nel 1861, citando tra l'altro alcuni passaggi dell'enciclica Etsi Nos di Leone XIII, datata 1882, con i quali il Pontefice intende dare impulso alla stampa cattolica per avversare l'onda liberale, con l'invito esplicito a fondare giornali anche quotidiani per contrastare le idee e le testate degli anticlericali. I settimanali diocesani sono poi protagonisti della vivace stagione editoriale d'inizio XX secolo, mentre attraversano grandi difficoltà durante il ventennio fascista...
Queste meditazioni teologiche ci offrono un originale approccio alla fede come il "grande affare". Gesù stesso amò parlare del regno di Dio con immagini di tipo economico: la perla preziosa o il tesoro nascosto per i quali vale la pena lasciare tutto in vista del centuplo. Del resto come può essere credibile e desiderabile il dono della fede se esso non si mostra conveniente, "capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda anche in mezzo alle prove?" (Francesco), se esso non risulta utile per affrontare le sfide del vivere, a compiere ciò che di più vero e di più profondo il cuore desidera?
C'è una fede segreta, sconosciuta e misteriosa, che porta a incontrare e conoscere figure come quella di San Charbel (1828-1898), monaco cristiano maronita libanese. Le miracolose guarigioni che si sono verificate grazie alla sua intercessione sono in continuo aumento in tutto il mondo e riguardano persone di ogni fede e di ogni credo. Santificato nel 1977 da Papa Paolo VI, questo monaco taumaturgo è la testimonianza di una fede immacolata e incontaminata che si manifesta attraverso la via nascosta di Cristo e una vita eremitica e solitaria, grazie alla sua arma più potente: la preghiera. In questo libro la vita e i miracoli sono accompagnati dalle preghiere, le litanie e la novena: chi si rivolge a lui ottiene qualche particolare grazia.
L'avvertimento dell'oltre trama l'arte contemporanea: un avvertimento che può cogliersi nel profondo dell'espressione come riflesso di un'ansia, come turbamento e ricerca non di rado drammatica di ragioni e sensi del mistero della vita. Una ricerca in genere non inquadrabile in un ambito confessionale, che non assume l'ansito di una speranza coltivata come dichiarata religio, ma che può essere vivissima, attingere più di tante pallide e retoriche manifestazioni confessionali alla sapienza del mistero. Come nel caso di tre grandi artisti del Novecento - Morandi, Rothko e Manzù - di cui l'autore, conosciuto critico d'arte, indaga l'opera e la vita.