Dai Padri della Chiesa un prezioso aiuto per la comprensione e il commento della Sacra Scrittura. Con questo II tomo si completa il commento alla Genesi.
Agostino attacca il vescovo manicheo Fausto sulle questioni cruciali della controversia: la critica dell'A.T., le interpolazioni del N.T., la nozione di Dio, l'incarnazione. Questo tomo pubblica i primi 19 capitoli.
Un classico dell'apologetica, della storia della cultura e della filologia; uno dei più straordinari florilegi di autori dell'antichità classica mai pervenuti.
Cristologia nei Padri della Chiesa e cristologia nella riflessione dei filosofi: il volume parte da una panoramica sulla cristologia nella storia del cristianesimo dei primi secoli, con un'attenzione particolare alle origini, agli sviluppi, ai dibattiti principali e ai più significativi protagonisti. In seguito mette in luce come la riflessione cristologica proposta in ambito filosofico nell'epoca moderna (che il gesuita Xavier Tilliette ha opportunamente definito "cristologia filosofica") affondi le proprie radici nella cristologia patristica, di cui è non solo erede, ma anche originale interprete. I tredici saggi che compongono questo volume contribuiscono a delineare un quadro sulla cristologia patristica e sulla cristologia filosofica che integra, in modo innovativo, gli approcci storico, filosofico, teologico e letterario.
Palladio (nato tra il 363-364 e morto prima del 431), prima avvocato, poi monaco e infine vescovo, legò la sua vita a due protagonisti perdenti del cristianesimo del IV-V secolo. In Egitto, per nove anni fu discepolo di Evagrio Pontico, morto nel 399 in pace con la Chiesa, ma condannato per origenismo a Costantinopoli nel 553. Divenuto vescovo nel 400, fu stretto collaboratore di san Giovanni Crisostomo, condannato nel 403 al sinodo della Quercia e lasciato morire di stenti in esilio. Palladio difese l'uno e l'altro, con l'azione politico-ecclesiastica e con gli scritti. La Storia Lausiaca, dedicata nel 420 a Lauso, importante uomo di corte e vicino alle donne dell'entourage imperiale, è un diario di viaggio del suo monachesimo in Egitto, in Palestina e in Asia Minore fatto di una foltissima galleria di ritratti di asceti e ascete, con cui Palladio intende rivalutare la spiritualità ascetica e mistica di Origene e di Evagrio.
Il volume raccoglie le visioni (sugli Angeli custodi, sulla Chiesa e sulle anime del Purgatorio) di Anna Katharina Emmerick (1774-1824). Le piu importanti visioni della Emmerick trascritte dal poeta Clemens Brentano sono qui commentate da uno dei maggiori esperti italiani della mistica agostiniana. Un classico della letteratura spirituale dell'Ottocento che si mantiene sempre attuale e che assume un valore ancora maggiore con la beatficazione di Anna Caterina Emmerich.
Vi sono parole che, anche se pronunciate in una situazione particolare e per un preciso destinatario, restano, per quell’ispirazione che le ha generate e per quella sapienza che vi ha preso dimora, come pietre durature di un edificio cosmico di cui ogni essere umano, e non solo il credente, si sente abitatore. I Detti dei padri del deserto fanno parte di queste “parole”. Per quella particolare situazione in cui hanno visto la luce, essi non sono definizioni, né formule, né ricette... Sono parole dette a partire dalla vita di qualcuno che, essendo ancora in ricerca ha inteso esprimere un qualcosa, che semplicemente permettesse a questa ricerca, propria e di altri, di andare avanti, di scendere più in profondità. Parole in dialogo tra loro, e sovente in tensione, che quasi su ogni argomento, ancora oggi, sono lì a dialogare, a interrogarsi reciprocamente. Limite di ogni parola è un’altra parola: a ogni frammento di comprensione ne corrisponde un altro che gli sta di fronte e lo interroga. Solo l’umiltà e l’amore non sono soggetti a questa limitazione, e la loro “parola” resta come un limpido riflesso di Dio e di ciò cui tende la sua creatura.
Luogo d’origine della maggior parte dei Detti è l’Egitto, terra che, a partire da Antonio e da altri solitari suoi contemporanei, vide la prima fioritura del monachesimo cristiano. È lì che queste parole furono pronunciate e custodite dalle prime generazioni. Ma quando le incursioni barbariche degli inizi del v secolo, e forse anche una certa decadenza, spinsero molti monaci ad abbandonare quelle regioni, il timore che l’eredità andasse perduta convinse i solitari rifugiatisi in Palestina a mettere per iscritto quella preziosa eredità. Ne nacquero le prime collezioni in greco, e successivamente queste furono tradotte in copto, siriaco e arabo, etiopico, armeno e latino, arricchendosi di nuovi testi, propri di quelle tradizioni e delle rispettive esperienze monastiche. La scelta che segue attinge a tutte queste collezioni.
Il Trattato dell'amor di Dio costituisce forse il fiore all'occhiello delle opere di san Francesco di Sales e della sua stessa vita. In quest'opera il santo vescovo trasfonde l'essenza della vita spirituale, radicandola nella carità. Indica e illumina le vie migliori perché ciascuno possa realizzare un incontro personale con Dio. La palestra della contemplazione dei misteri ineffabili dell'amore di Dio è la strada maestra perché ciascuno riesca a gustare la pienezza di vita in Dio. Francesco traccia in queste pagine una rinnovata identità del cristiano: una persona unificata, in armonia con tutte le realtà terrene, che fonda le sue scelte prioritarie nella carità come etica di relazione e via maestra alla vera santità.
"La vita in Cristo è concepita mediante i santi misteri del battesimo, dell'unzione con il miron e della santa comunione": con questa immagine potente, che anche nella scelta dei termini richiama il mistero insondabile della generazione di un essere umano, Nicola Cabasilas apre quella che rappresenta la sua opera più importante, comunemente conosciuta come La vita in Cristo. Nei sette libri che la compongono, il teologo bizantino analizza in profondità i sacramenti fondanti della vita cristiana - battesimo, cresima eucaristia - indissolubilmente intrecciati affinché la Grazia di Dio operi nella vita spirituale e materiale di ciascuno. Pagine da leggere e rileggere, parole da gustare e assimilare, una vera e propria scuola di crescita personale dalla sorprendente attualità.
La saggezza senza tempo della Regola di Benedetto da Norcia, un classico della letteratura religiosa, è messa in risalto dal commento penetrante di una rinomata mistica e studiosa benedettina. Nella sua originale introduzione alla Regola, l'autrice afferma coraggiosamente che il testo di Benedetto del sesto secolo, dopo millecinquecento anni, riesce a toccare direttamente le questioni che oggi stanno di fronte alla comunità umana: l'amministrazione dei beni, la conversione, la comunicazione, la riflessione, la contemplazione, l'umiltà e l'uguaglianza. Seguendo la Regola originale di Benedetto paragrafo per paragrafo, il libro espande i suoi principi nel più ampio contesto della vita spirituale nel mondo contemporaneo e rende le sue istruzioni, che a una lettura superficiale potrebbero suonare arcaiche, fresche e significative per le donne e gli uomini di oggi. Così questo libro si rivela una risorsa preziosa per la contemplazione personale o comunitaria. Prefazione di Laurence Freeman.
Il libro vuole essere un contributo ad una conoscenza introduttiva del cristianesimo bizantino, nella consapevolezza che, nonostante le difficoltà nel cammino di unità tra le Chiese, è solo l'incontro e il reciproco arricchimento tra di loro che può additare un futuro di fede per l'Europa e per le Chiese degli altri continenti, ispirandosi ai paradigmi creativi di inculturazione del primo millennio.
Isacco o l'anima - il bene della morte - Giacobbe e la vita beata - Giuseppe.