Parigi, febbraio 1253: alcuni fatti di cronaca nera danno la stura a una feroce polemica a proposito della presenza degli Ordini mendicanti nel corpo insegnante dell'Università di Parigi e nelle attività pastorali ordinarie delle diocesi. La disputa, senza esclusione di colpi, che riguardo anche aspetti biecamente materiali e durerà fino al 1257, coinvolgerà addirittura Luigi IX, il re santo, e i pontefici del tempo. In effetti, essa costituisce un inevitabile momento di svolta nella concezione della Chiesa, sull'onda lunga della riforma gregoriana. I tre testi principali che ne costituirono la base non sono mai stati avvicinati fra loro in un unico volume. E' quanto ci si propone di fare in questo libro, dotando le traduzioni (due delle quali appaiono per la prima volta in italiano) di un articolato apparato di rimandi, consapevoli che le riflessioni sulla povertà di cui questi scritti sono costellati hanno ripreso vigorosa attualità.
CARLO DEZZUTO, sacerdote della diocesi di Biella, laureato in Fisica.
dottore in Diritto canonico e licenziato in Teologia con una tesi sui Prologhi latini del XII secolo ai Commentari al Cantico dei Cantici, ha tra l'altro insegnato Storia della Spiritualità Medievale al Centro di Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica
dell'Italia Settentrionale di Milano.
Il libro offre il ritratto di Natuzza Evolo: una donna semplice, una mamma di famiglia che il cielo ha voluto arricchire di fenomeni mistici straordinari - visioni, locuzioni, rivelazioni, estasi, emografie, il dono di rivivere la passione di Cristo - ma che ha sempre vissuto in una profonda umiltà e non ha fatto che pregare, amare, ascoltare e consolare chiunque bussasse alla sua porta. Monsignor D'Ercole, figlio spirituale della mistica di Paravati, ci consegna il suo ricordo personale e commosso di mamma Natuzza, il suo «viaggio incontro a una donna, straordinaria nella sua povertà e ricca di gioia nella sofferenza che mai l'ha abbandonata, una madre per tutti». Nella terza parte del volume, inoltre, l'Autore affronta tematiche attuali - quali il problema del dialogo tra giovani e adulti; la crisi di senso e di speranza in cui è immersa la società attuale, la guerra... - alla luce del messaggio e della testimonianza di Natuzza, sottolineandone così la profonda attualità.
Le tracce di interpretazione di questo libro non intendono esaurire la ricchezza del testo dell'Enciclica Fratelli tutti: il loro intento è quello di individuare possibilmente gli antecedenti dell'Enciclica, la sua struttura e le tematiche fondamentali affrontate. Il richiamo ad alcune prospettive per il domani offre essenziali indicazioni non tanto di conclusione, bensì di invito alla lettura e all'approfondimento. Non va disatteso il fatto che la Lettera Enciclica si colloca nel contesto storico attuale caratterizzato dalla situazione creatasi a causa della pandemia mondiale da Covid-19, che ha evidenziato la criticità sostanziale di un pragmatismo tecnocratico assolutista, accentuato da una deriva di onnipotenza delirante. In questa prospettiva, l'Enciclica Fratelli tutti, ben più delle risposte, offre la possibilità di interrogativi decisivi, che fanno appello all'intelligenza, alla maturità e alla fatica della ricerca della verità di senso dell'esistenza degli umani, nello stile della fraternità che caratterizza ogni relazione
In queste pagine la storia di un uomo, un sacerdote, che incontra la santità di un giovane, Francesco Forgione, che diventerà il primo sacerdote stigmatizzato della storia e tra i più amati santi al mondo: padre Pio da Pietrelcina.
Nell'Italia del Cinquecento, divisa tra lo splendore delle corti e delle arti e la tragedia delle guerre e delle pestilenze, nuove dottrine religiose diffondono gli umori inquietanti del dubbio e della ribellione, insieme con le speranze di un profondo rinnovamento. Il fervore del dissenso e della libera critica percorre strati sociali di ogni condizione, tocca il vertice e la base ecclesiale della cattolicità, investendo tanto le dottrine teologiche quanto le pratiche religiose quotidiane. Massimo Firpo delinea una densa sintesi della diffusione in Italia di dottrine eterodosse scaturite dalla Riforma protestante ma con tratti di peculiare originalità. Pressoché cancellate dalla repressione controriformistica, esse furono tuttavia capaci di alimentare importanti filoni del radicalismo religioso europeo.
Queste pagine, tolte dagli scritti e discorsi di Papa Luciani quand'era vescovo di Vittorio Veneto e patriarca di Venezia, hanno l'unico scopo di portare il popolo cristiano lungo il mese di maggio, che tradizionalmente è legato alla pratica del "Fioretto". Papa Luciani ebbe un delicato amore e una spiccata devozione per la Madre di Dio. Lo confessò lui stesso: "Ho imparato ad amare la Vergine Maria prima ancora di conoscerla... le sere al focolare, sulle ginocchia materne!".
Fondata nel 1622 e tuttora esistente con il nome di Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, la Congregazione de Propaganda Fide è il dicastero della Curia pontificia preposto alla giurisdizione sulle missioni cattoliche nelle varie parti del mondo. La fondazione di questa istituzione costituisce un fattore di affermazione dell'autorità spirituale universale del papa nel contesto globale apertosi con l'espansione dell'Europa nel mondo. Giovanni Pizzorusso discute i motivi che hanno portato alla creazione di questa istituzione e i problemi geopolitici che sono sorti con le potenze coloniali nelle varie parti del mondo. Analizza inoltre la struttura burocratica interna e il funzionamento della Congregazione, anche in rapporto alle altre congregazioni soprattutto il Sant'Uffizio, e i termini della sua giurisdizione sui missionari nell'ambito delle varietà di situazioni presentate nelle missioni dal confronto tra il cattolicesimo tridentino e le diverse società e culture. Approfondisce infine il rapporto tra Propaganda Fide e gli ordini regolari protagonisti delle missioni, in particolare cappuccini e gesuiti.
Don Paolo è dal 2007 l'arcivescovo cattolico di Mosca. Una diocesi vastissima e composita che comprende al suo interno anche un caleidoscopio di nazionalità, fra cui la comunità armena, quella coreana, quella vietnamita, e via dicendo. Dentro il perimetro della Russia, tutto è di più: più chilometri da percorrere, più lingue, più incroci di culture e vissuti. Più bellezza da condividere ma anche, a volte, più timore nel testimoniare ciò che si crede. Perché quando si è minoranza si è più fragili. Quando si è minoranza l'identità viene sollecitata ogni giorno e ogni giorno sei chiamato a verificarne la consistenza, che è Cristo stesso. Mediante questo libro mons. Pezzi, si racconta a Riccardo Maccioni, per la prima volta dal principio. Intrecciando in queste pagine al vissuto personale, umano e missionario, fatti e valutazioni sull'attualità e il futuro della Chiesa, della Russia e con esse, necessariamente, del mondo intero.
Cosa significa essere leader in un tempo di radicali cambiamenti. Prefazione Antonio Spadaro.
«La sua missione è l'Italia», dice Benedetto XV nel 1918 ad Armida Barelli nell'affidarle il mandato di fondare la Gioventù Femminile Cattolica. Inizia un lungo viaggio lungo la Penisola per coinvolgere le giovani che dovranno costruire l'Associazione nelle diocesi. La "Sorella Maggiore" stabilisce un fitto dialogo epistolare con le giovani donne che devono superare i condizionamenti ambientali e culturali, dovuti anche a una mentalità ecclesiastica arretrata. In queste lettere inedite le giovani, insieme alle difficoltà organizzative del primo radicamento, parlano della propria vita, aprono il loro cuore, confidando la propria ricerca spirituale, tracciando il difficile cammino di autonomia delle donne in un dopoguerra carico di novità e di fermenti sociali. Le giovani vedono nella "Sorella Maggiore" un punto di riferimento per la loro crescita umana e spirituale e per un'inedita e coraggiosa emancipazione. Le lettere documentano così il contributo di Armida Barelli al processo di integrazione dei cattolici nella vicenda nazionale e alla nascita di un originale protagonismo femminile.
Giordano Bruno Guerri fa luce su una figura emblematica, sempre screditata, ma che ha anticipato di un secolo il modernista papa Francesco, preannunciandolo: Ernesto Buonaiuti. Un'indagine scrupolosa e approfondita dalla quale emergono molte scoperte inedite su un personaggio controverso e sulla sua drammatica vicenda, in particolare sui suoi rapporti con Mussolini e su quelli, davvero singolari, con padre Gemelli e due santi, don Orione e Giovanni XXIII: molte riforme del concilio Vaticano II, così come quelle di papa Francesco, si rifanno infatti alle idee di questo sacerdote, perseguitato da quattro papi nel Novecento. Chierico "irrequieto e di idee avanzate e pericolose", come lo definì una nota in seminario, Buonaiuti divenne il più importante esponente del modernismo italiano, il movimento di riforma del cattolicesimo condannato nel 1907 da Pio X. Docente di Storia del cristianesimo alla Sapienza di Roma, tentò di conciliare il ritorno ai valori della Chiesa primitiva con il pensiero moderno attraverso un'analisi critico-filologica del Vangelo. Nel 1926 gli venne inflitta la massima scomunica, che impediva a ogni buon cattolico di avvicinarlo. Accusato dal Sant'Uffizio, attaccato dall'Osservatore Romano e dalla Civiltà Cattolica, usato come oggetto di scambio tra il regime fascista e la Santa Sede durante la stesura del concordato del 1929, vittima di veri complotti ecclesiastici tesi ad allontanarlo dall'insegnamento, Buonaiuti rinunciò alla cattedra solo nel 1931, rifiutando di giurare fedeltà al regime. Neppure l'Italia nata dalla Resistenza gli rese giustizia: a causa delle pressioni del Vaticano, fu l'unico a non riottenere la docenza fra i dodici professori "non giuranti".
Sono trascorsi nove anni dal 13 marzo 2013, allorché il cardinale Jorge Mario Bergoglio è divenuto papa con il nome di Francesco. Il pontefice latinoamericano ha raccolto una difficile eredità: quella di una Chiesa piegata dallo scandalo mondiale della pedofilia del clero, dai disastri delle finanze vaticane, dai traffici di Vatileaks. In pochi anni il Papa è riuscito nel miracolo e ha modificato, agli occhi del mondo, l'immagine di una Chiesa inaffidabile e corrotta. Nondimeno questo non gli ha risparmiato critiche ed incomprensioni di consistenti settori del mondo cattolico. Le accuse, soprattutto da parte di componenti della Chiesa nordamericana e di gruppi tradizionalisti e conservatori, indirizzate al Papa "modernista", "progressista", "peronista", "socialista", hanno accompagnato la storia del pontificato. Dato il loro peso mediatico hanno contribuito a deformare, agli occhi di molti, il senso vero ed autentico delle parole dei gesti di Francesco. Per questo appare importante restituire a quelle parole il loro vero significato. Papa Francesco non è un progressista che abbandona la dottrina della Chiesa, né tanto meno un conservatore che dimentica i passi compiuti dal Concilio Vaticano II. È un Papa missionario e sociale che ha come desiderio di rilanciare la tensione polare tra evangelizzazione e promozione umana, la stessa che era al centro della Evangelii nuntiandi del "grande" Paolo VI. I contributi del volume, ad opera di specialisti sull'argomento, aiutano a comprendere il pensiero ricco e «polifonico» del Papa e a situare correttamente la sua prospettiva nella vita della Chiesa.