Il libro offre innanzitutto gli elementi base del canto liturgico. Partendo poi da quello che l’autore definisce il “peccato originale” della riforma nell’ambito del canto liturgico – ossia la scelta del Consilium di affidare alle Conferenze Episcopali l’elaborazione di repertori di canti per le celebrazioni nella lingua del popolo – lo studio propone una soluzione che consenta di superare i problemi legati ai contenuti testuali dei canti processionali della Messa.
«Questo studio è un dono provvidenziale ai sacerdoti che curano le celebrazioni e alla Chiesa tutta […] un aiuto di grande importanza per qualificare il canto e il modo migliore di rendere lode a Dio nelle nostre celebrazioni liturgiche. In quanto pastori, il nostro compito è quello di tenere sempre presente il valore inestimabile che si cela nella liturgia e custodire il suo essere in relazione con l’arte e in particolar modo con la musica sacra, che canta ed esprime la nostra fede cattolica» (dalla Presentazione del Cardinale Robert Sarah)
L'Annunciazione è una delle scene evangeliche più amate dagli artisti. E più raffigurate: dalle icone bizantine a Leonardo, dal Beato Angelico ad Antonello da Messina e ai fiamminghi.
Il volume ripercorre l'evoluzione di questo tema nella storia dell'arte e la sua influenza sulla spiritualità. E con un ricchissimo corredo di oltre duecento immagini mette in rilievo, accanto ai personaggi principali (Maria e l'angelo), i dettagli significativi, le case, i paesaggi, gli arredi e le altre presenze che via via si introducono nella scena.
Tra contemplazione della bellezza e analisi iconografica, entriamo così nelle botteghe di pittori e scultori, per assistere al dialogo tra arte e fede, a proposito dell'Annunciazione e del fiat di Maria che avrebbe cambiato il corso della storia.
Per interpretare un capolavoro come la Vergine delle Rocce, opera del genio rivoluzionario di Leonardo da Vinci (1452-1519), occorre essere molto discreti e prudenti. La Vergine delle Rocce è da sempre considerato un dipinto tanto affascinante quanto di difficile lettura, in cui il soggetto tematico si presenta in modo sfuggente. Di che cosa parla realmente? Che cosa sta comunicando? Qual è il suo segreto? Andrea Dall'Asta, teologo, critico e storico dell'arte, ne propone un'interpretazione innovativa, a partire da un dettaglio apparentemente sfuggito a decine di commentatori: che cosa indica davvero la mano dell'angelo? Scopriremo, al termine di una lettura originale e accurata dell'opera, che quel dito puntato ci indica il luogo oscuro e misterioso che ha accolto il Figlio di Dio, al cuore del segreto del mondo.Una rilettura originale e innovativa di uno dei dipinti più enigmatici di Leonardo, a partire da un dettaglio decisivo: che cosa indica davvero la mano dell'angelo?
Leonardo da Vinci, genio ancora oggi studiato e apprezzato per la sua versatilità e il modo eclettico di approcciarsi alla conoscenza, non è considerato anzitutto un "pittore di Madonne". Eppure, alcuni dei suoi dipinti più noti insistono sull'iconografia mariana, autentici capolavori di dolcezza e grazia, all'origine di veri e propri modelli la cui fortuna si è tramandata anche dopo la morte. Perché Leonardo fu un innovatore non solo in campo scientifico. In ambito artistico si inserì nella tradizione pittorica per rinnovarla, nella tecnica e nei temi, in particolare nel soggetto così caro alla devozione privata rinascimentale delle Madonne col Bambino. In questo libro Rosa Giorgi affronta un arduo percorso: raccontare il fascino e il mistero di tutte le Madonne dipinte dal grande artista, per svelare al lettore appassionato la loro storia, i loro segreti, le loro meravigliose cromie. E fargli scoprire, passo dopo passo, l'universo leonardesco incastonato come una perla nello scrigno del Rinascimento italiano.
La vita del grande Bach ricostruita sulla base dei documenti originali insieme a un’accurata analisi delle principali opere sacre del musicista, per una guida non specialistica all’ascolto che mette in relazione puntuale musica, storia, Bibbia e liturgia luterana, ma anche calvinista e cattolica.
L'opera si pone sulla scia della tematica recentemente emersa nella riflessione della Chiesa relativa al rapporto tra teologia e Bellezza, che lascia intravedere la possibilità di coniugare l'aspetto strettamente spirituale e quello più propriamente legato all'arte come anelito all'Assoluto, tanto più importante quanto più la cultura occidentale si è ormai da tempo orientata verso una decisa laicizzazione.
In quest'ottica la riflessione teologica sulla Bellezza appare particolarmente significativa perché intercetta quel bisogno di spiritualità che resta nel sottofondo della società e nelle profondità più recondite dell'animo umano.
«Artista, scienziato, architetto, filosofo, eretico, dedito all'esoterismo, massone. Ogni epoca ha sottolineato (spesso falsandolo) un volto del poliedrico genio di Vinci. Parlare di Leonardo teologo è corretto o è una forzatura? L'autore di questo saggio, attingendo con rigore agli scritti e alle opere di Leonardo (lasciando invece cadere ogni leggenda o interpretazione arbitraria), mostra come «negli scritti di Leonardo troviamo frequenti riflessioni sul rapporto che intercorre tra l'arte della pittura e Dio. Inoltre la maggior parte delle opere che di lui possediamo è di tema indubitabilmente sacro: creazione, incarnazione, redenzione. Leonardo è teologo per la sua capacità di rappresentare la totalità. Tutta la sua produzione pittorica è un grande inno al Creatore.» (dalla prefazione).
Il libro propone un’analisi del rapporto tra Kazimir Malevic -l’artista che più di ogni altro ha affrontato il problema della visione dell’invisibile- e la dimensione estetico-filosofica dell’icona. Dopo aver ripercorso i fondamenti teologici e spirituali di questa grande tradizione dell’Oriente cristiano, l’Autore prende in esame l’opera del fondatore del Suprematismo a partire dal celeberrimo Quadrato nero -uno dei miti e dei riti istitutivi dell’arte moderno-contemporanea- e di questa vera e propria ultima icona fornisce una lettura che corre in parallelo con il De visione dei (1453), uno straordinario scritto del filosofo e teologo Nicola Cusano, che di quell’opera seminale sembra paradossalmente rappresentare il commento anticipato. Nell’opera di Malevic assume nuova vita il problema artistico e teologico-filosofico dell’icona. Ciò significa che in realtà le avanguardie non operano una tabula rasa (la “parola d’ordine” con la quale sempre si sono autopresentate) della cultura artistico-filosofica precedente, ma che l’intreccio tra appartenenza e modificazione si anima anche in quei casi ove più enigmaticamente evidente ci si offre il tratto dell’azzeramento radicale, della rielaborazione più innovativa.
Danzare: istinto e arte, preghiera e seduzione, gioco e pensiero, relazione e introspezione, comunicazione e meditazione. Danzare è estasi, rapimento, bellezza; danzano gli animali, danzano gli uomini, danzano gli angeli. Con un linguaggio semplice e accessibile, questo libro traccia un itinerario affascinante fra antropologia, esegesi, teologia e liturgia, per innamorarsi della danza e per danzare l'amore.
Riflettere sui vizi capitali è come fare un viaggio dentro il mistero dell'uomo, un'esplorazione nell'«abisso del cuore» di cui parla il Salmo, dove bene e male si confrontano. E quale guida migliore dell'arte? Questo libro riccamente illustrato racconta come artisti di varie epoche abbiano interpretato i sette vizi capitali. Attraverso gli occhi dell'arte e soprattutto dell'arte di ispirazione cristiana - che ha prospettato per immagini i grandi temi della vita dell'uomo con il costante riferimento alle Sacre Scritture - ogni vizio capitale viene indagato grazie alle opere di grandi maestri come Giotto, Dürer, Correggio e di autori poco noti al grande pubblico, ma non per questo meno interessanti e stimolanti.
«Siamo tutti imbarcati», dirà Pascal. Dove? Sulla Nave dei folli, risponde Hieronymus Bosch. A inseguire vanità delle vanità, dominati dalla «maledetta lupa» dell’invidia e dell’avarizia. Ci salveremo dalla perdizione e dal naufragio? Sarà la misura dell’ironia e la ragionevole fede dell’umanista Erasmo a offrirci una speranza? O soltanto la follia della fede nel Cristo deriso e crocefisso potrà riscattarci? Ma negli inverni e nei sinistri carnevali di Bruegel il Vecchio regnano unicamente la violenza e la lotta per sopravvivere, in un gioco tremendo e crudele che nessuno ormai ha la forza di trascendere.
«Solo l'amore, sorretto dall'amore incondizionato di Dio, può portare al rischio, al pericolo, ma anche a quel desiderio che, in un periodo così instabile per la Chiesa, animava l'intimo di tutti quelli che avevano fatto del "beneficio di Cristo" la loro vita. È l'amore, nella sua essenza, che permette all'uomo di osare; solo l'innamorato trova il coraggio di andare contro tutto e tutti». Il testo indaga sul contesto storico-religioso che ha caratterizzato gli ultimi anni della vita di Michelangelo. L'obiettivo è quello di capire da dove scaturiva quella profonda spiritualità che tanto lo aveva affascinato verso la fine degli anni trenta del Cinquecento e che lo aveva portato a manifestare, attraverso la materia, la sua totale devozione verso il Cristo Salvatore.