Un viaggio tra le porte aperte le porte chiuse della nostra vita di famiglie cristiane, imparando dallo stile di Dio che apre passaggi nel mare e strade nuove nel deserto, dallo stile di Gesù che apre gli occhi del cieco, la tomba di Lazzaro, la comprensione delle Scritture e il cuore dei discepoli in fuga verso Emmaus. È la nostra identità, la nostra missione, il senso, il lievito, l'orizzonte che possiamo essere, come famiglie cristiane, per il mondo, per ogni donna e ogni uomo, per chi si è smarrito e per chi cammina sicuro, per chi sa ancora tenere il cuore aperto agli altri e per chi l'ha chiuso a doppia mandata.
Prima dell'avvento della psicologia, la cura della psiche era affidata a sacerdoti, teologi e filosofi. Oggi i disagi interiori sono in aumento e gli psicologi non bastano per coprire il bisogno delle persone. Inoltre i metodi della psicologia, forse, non sono più sufficienti a soddisfare le esigenze spirituali più profonde degli individui. Potrebbero alcuni lettori e accoliti, ministri minori della Chiesa, nell'ottica di creare una rete pastorale inserita nella società, offrire sostegno alle persone rifacendosi ai libri confessionali medievali? Evidentemente solo il sacerdote può accordare il sacramento della riconciliazione con Dio, in seguito alla confessione, ma qualunque persona, dopo aver studiato i metodi e l'applicazione della cura dell'anima in uso nel periodo medievale, può svolgere consulenze spirituali e teologiche di evidente valore terapeutico al fine di curare le sofferenze interiori.
Opera di Guigo il certosino (XII secolo), la Lettera è il suo insegnamento circa la necessità per i monaci e per i cristiani tutti di uno spazio di silenzio orante, della solitudine e della separazione dalla vita esterna, per costruirsi una cella interiore dove esercitarsi nella vita spirituale e giungere all'unione con Dio.
La condizione umana è sempre in bilico tra un desiderio di infinito e un quotidiano di limitatezza; tra la voglia di una ricchezza che consolidi i nostri desideri e una croce che non smettiamo mai di portare. Come uscire da questo passaggio stretto? La scoperta del cristianesimo è l'unica risposta possibile: la vicenda di Cristo è infatti la garanzia di un'esistenza che sceglie l'amore per rispondere al dolore. Le pagine della passione di Gesù ci invitano a guardare alla nostra sofferenza sapendo che non siamo soli nel viverla. A chi si domanda cosa scegliere tra la ricchezza e la croce, Dio risponde in Cristo che la ricchezza è la croce.
Non c'è mai stata un'epoca in cui, di fronte allo sconforto delle esistenze, sia stato sentito tanto necessario l'annuncio della risurrezione. Mentre camminiamo fra disillusioni e speranze che sembrano svanite per sempre, mentre non ci attendiamo più nulla dal futuro, ecco che la parola della risurrezione, di fronte a tutto questo dolore, è una promessa che non resta disattesa: la promessa che nulla di ciò che viviamo finisce nelle tenebre, se manteniamo aperti gli occhi sul mattino di Pasqua. Quando ci sembra che scenda la notte non dobbiamo smettere di ripetere: "Resta con noi, Signore", poiché tu sei il Dio della vita, di quella vita che sembra sfuggirci di fra le mani, e che invece ci riconsegni per sempre.
Giovanni Paolo II nel 2000 si è inginocchiato nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme e ha detto con emozione e con sicurezza: «Questo è il luogo più sacro del mondo. Questa tomba vuota è la testimonianza silenziosa dell'evento centrale della storia umana». Perché? Perché Cristo è vivo ed è risorto! È da questa certezza che si snoda la riflessione del card. Comastri, per mostrare come la luce della Risurrezione abbia lasciato degli inconfondibili segni in tutta la storia umana.
In queste pagine viene esplorato il significato profondo di "silenzio" e "meditazione" e viene proposta una pratica quotidiana attraverso un insegnamento condiviso. In un'epoca in cui la meditazione è spesso ridotta a moda o tecnica di benessere, e in un mondo in cui, quando si parla di "meditazione", subito si pensa a qualche pratica orientale, è fondamentale riscoprirne le radici autentiche, che sono cristiane. Questo libro offre una guida per ritornare alla meditazione cristiana, recuperando le nostre radici spirituali e preservando la ricchezza di una tradizione che rischia di essere dimenticata, in un mondo sempre più lontano dalla bellezza del patrimonio spirituale cristiano.
Un pellegrinaggio quotidiano, quello di don Gianluca, cappellano di un ospedale di Brescia, fatto di incontri con persone che vivono un momento duro della loro vita, in cui emergono energie inattese che fanno sbocciare in loro motivi di speranza. La corsia diventa così "il santuario della speranza" e il malato il "pellegrino" capace di trasfigurare le sue difficoltà in opportunità. Ecco che le storie ordinarie di vita richiamano le vite di alcuni santi, creando una sorta di "gemellaggio" tra i santi del cielo e i "santi della terra". Da ogni incontro scaturisce un breve, ma intenso messaggio rivolto al lettore, per gettare nuova luce sul suo "cammino" nella "corsia della vita".
Il card. Comastri ci esorta a vivere la Quaresima come il periodo più favorevole a raddrizzare le cose storte del quotidiano che, scavando profondamente nel nostro animo, ci impediscono di aprire il cuore a Dio e al prossimo.
«Sono un figlio di sant'Agostino, agostiniano, che ha detto "Con voi sono cristiano e per voi vescovo". In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato». Papa Leone XIV
La speranza. Delle tre virtù teologali, è la sorella più piccola come la definisce Charles Péguy, una bambina che prende per mano le sorelle più grandi, la fede e la carità, e le sospinge in avanti, verso orizzonti infiniti. La speranza è una cavalletta, che si posa silenziosa sulle pareti di casa; è una ginestra sul Vesuvio, come quella cantata da Giacomo Leopardi; è un gelsomino dietro casa, come scrive nel suo Diario Etty Hillesum.In questo libro, tratto dalla sua ultima meditazione teatrale, Lucilla Giagnoni ci accompagna per mano lungo i sentieri della storia e della spiritualità, per riscoprire la forza stupefacente della speranza così come risuona nelle parole senza tempo di scrittori e poeti.La speranza è quella forza che, in ogni "selva oscura", ci fa muovere il primo passo, nonostante tutto; è il senso che orienta il nostro cammino nella città del mondo, e che fa di tutti noi dei "pellegrini di speranza".
Lucilla Giagnoni offre un percorso di riflessione sulla speranza attraverso alcune pagine di grande letteratura, esplorando questa virtù nelle sue molteplici sfaccettature. Il libro conduce il lettore in un viaggio che spazia dalla quotidianità all'eternità, illuminando il potere straordinario della speranza anche di fronte alle avversità più estreme. La speranza cristiana si configura in effetti come una rivoluzione rispetto alla visione greca, trasformandosi da consolazione contro la cecità del fato in dono di sé da parte del divino e in collaborazione umana con il divino. Giagnoni lo mette in luce ridando voce ad Agostino, Dante, Giacomo Leopardi, Emily Dickinson, Etty Hillesum, Mary Oliver, Charles Péguy, David Maria Turoldo... Riflessioni teologiche e narrazioni personali si intrecciano, così, svelando la speranza non come astratta illusione, bensì come una forza concreta capace di trasformare la realtà. Un libro che è un invito a trovare nella poesia la chiave per resistere, creare e sperare, riscoprendo il dinamismo rivoluzionario della speranza nel cuore della vita e spalancando le porte all'Infinito.
Si tratta di un libro su san Paolo come maestro di vita spirituale. L'autore, attraverso tre passaggi che corrispondono ai tre capitoli: - Conoscersi in Cristo - Dimenticarsi per Cristo - Compromettersi con Cristo traccia un itinerario ispirato alle lettere di san Paolo che possa aiutare a diventare cristiani; dei cristiani pronti a tutto per il Vangelo. Ma il grande missionario del primo secolo è credibile come "padre spirituale"?, si chiede l'Autore. Non è forse questa una immagine inconsueta? Certamente nella Chiesa cattolica il Paolo maestro spirituale non ha avuto tanto seguito come nel cristianesimo orientale, anche se la sua riflessione sull'azione dello Spirito Santo non ha pari in nessun altro luogo del Nuovo Testamento. Al di là delle discussioni c'è la convinzione che l'Apostolo possa essere considerato tale per i suoi drammi interiori, profondi e mai banali, e per la sua inattaccabile fiducia nel Dio che perdona e che è contento di noi quando andiamo davanti a lui a mani vuote, senza pretese di giustizia.