Ripensare un autore come Bonaventura vissuto 800 anni fa non significa soltanto ricostruire dal punto di vista storico-critico le fonti del suo pensiero o le modalità storiche del suo articolarsi in rapporto ai suoi contemporanei medievali, ma renderlo vivente anche per i pensatori contemporanei, perché il pensiero di Bonaventura diventa attuale se lo si mette in relazione con le questioni più urgenti della filosofia contemporanea. In questo volume Emmanuel Falque interroga il Breviloquium di Bonaventura con gli strumenti della fenomenologia husserliana, nella consapevolezza che nel modo francescano di dire Dio egli offra l'opportunità di parlare di Dio senza ridurlo a un oggetto di pensiero, alla causa sui aristotelica che fonda l'intera realtà. La relazionalità originaria di Dio è è considerata dal Falque come il presupposto di un oltrepassamento della metafisica, in cui Dio non sia più soltanto un "oggetto" del pensiero ma diventi la fontalità originaria dell'essere. Chiaro appare dunque il legame del pensiero del Falque con l'interpretazione heideggeriana della metafisica occidentale come onto-teo-logia, ben evidenziato dal curatore dell'opera, Pierfrancesco Stagi, nella sua introduzione.
Perché sembra così arrabbiata? Perché ha tanta paura di perdere il suo posto nel mondo, tanto timore di rimanere indietro? Perché, cara, si difende tanto? La signorina Prim ha trent'anni, una spiccata sensibilità e un trascinante amore per i libri, ma è anche vittima dei suoi ideali e della rabbia verso un'epoca superficiale che sembra averli dimenticati. Un annuncio sul giornale contiene la promessa di una nuova vita: c'è un posto da bibliotecaria a Sant'Ireneo di Arnois, un incantevole paese in cui il tempo sembra sospeso e i cui abitanti hanno deciso di dichiarare guerra agli inganni della modernità. La signorina Prim viene così assunta per riordinare la biblioteca dell'«uomo dello scranno», un personaggio intelligente e colto, ma completamente privo di tatto e di delicatezza. La giovane bibliotecaria, dopo lunghe e accese discussioni con il suo datore di lavoro, inizierà a scoprire il caratteristico stile di vita e i segreti di quella comunità, decisamente fuori dalle convenzioni. Per il suo piglio brillante e l'intelligenza della narrazione, Il risveglio della signorina Prim è presto diventato un caso internazionale, un viaggio indimenticabile alla ricerca del paradiso perduto, della forza della ragione e della bellezza nascosta nelle piccole cose.
Il volume affronta una domanda antica e sempre attuale: il Risorto ha incontrato sua Madre? E quando? Siccome nei Vangeli e nel resto del NT non si fa alcun cenno a un episodio del genere, fin dall'antichità, i vangeli apocrifi e, in seguito anche alcuni Padri della Chiesa hanno ritenuto che la prima apparizione del Risorto sia stata destinata proprio alla Madre. Attraverso lo studio dell'antico rito popolare della 'Ncrinata (o Affrontata), l'autore offre una lettura equilibrata che valorizza la pietà popolare senza cedere né a un'accettazione acritica né a un rifiuto radicale.
Il titolo scelto per il Convegno Nazionale 2024 «Dallo sfigurato al trasfigurato: un cammino di fede nella sofferenza (Lc 9,29)» rivela lo splendore della trasfigurazione in vesti bianchissime e l'oscurità della passione, con le tenebre su tutta la terra, la nudità, la morte del Crocifisso e la spoliazione della nostra fragile umanità. Momenti belli, dove ogni cosa appare semplice e affascinante; momenti di paura, sconforto e solitudine, dove tutto sembra perduto. Si tratta del chiaroscuro dell'esistenza umana, delle realtà narrate dalla storia della salvezza. Dall'alto dei cieli, Dio Padre onnipotente accoglie il nostro grido e il buio del dolore cede il passo alla luce della Risurrezione. Lo sforzo di ricoprire le nostre nudità, di colmare il vuoto esistenziale, cercando di passare dalla porta stretta, ci regala speranza, ci fa incontrare negli eventi della vita terrena, anche quelli più dolorosi, l'amore di qualcuno che ci è vicino, che si prende cura di noi e non ci abbandona. Il Santo Padre Francesco, nella Bolla di indizione dell'Anno Santo 2025 ce lo ricorda: «Spes non confundit» ... la speranza non delude!
La "Pacem in terris", scritta da papa Giovanni XXIII nel 1963, è un appello alla pace rivolto al mondo che in quegli anni si trovava sull'orlo di una guerra nucleare. Un'enciclica che si rivolge a ogni uomo e donna di buona volontà, che riconosce la pace come un "anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi", e la delinea non semplicemente come assenza di guerra, ma come il risultato di un processo educativo, spirituale, economico e politico. A 60 anni dalla promulgazione dell'enciclica, un'introduzione a un testo oggi di estrema attualità. La pace è promessa già ora, possibile se ciascuno vi anela e la costruisce.
Biagio Conte non è come gli altri. È la parte buona di ciascuno di noi. La tentazione di vivere in un altro modo. Che certe volte uno pensa: «Basta, mollo tutto e ricomincio daccapo». Ecco, Biagio è stato questo punto. Un medievale folle di Dio. Ha lasciato la famiglia, rinunciando a un futuro da imprenditore, per seguire il suo istinto sacro. Da eremita ha vissuto fra le montagne siciliane, ha viaggiato a piedi fino ad Assisi. Poi è tornato a Palermo e ha diviso la strada coi barboni. Le sue Città della gioia ora sono tre: la Cittadella del Povero, la Missione di Speranza e Carità, l'Accoglienza femminile. Ogni giorno oltre seicento persone grazie a lui hanno un tetto e tre volte al giorno un pasto caldo. Un racconto religioso che costringe a guardare l'altra faccia delle nostre città. Una rivoluzione. Intensa come la verità. Dolce come la carità. Musulmani, indù, cristiani, perseguitati dalle dittature, dalle guerre. Uomini soli. Tutti insieme, pronti a ripartire. Ed è bello sapere che c'è un posto così.
Questo libro non è un semplice commento ai Vangeli ma un vero e proprio percorso che indaga sulla natura di questi testi, su come si siano formati e su quale sia il modo più corretto di accostarli. Un aiuto per coloro, credenti e non, che volessero leggerli, o rileggerli, con più consapevolezza. Un excursus necessario per entrare dentro questi libri imprescindibili che contengono parole che inquietano ed entrano in noi ferendoci, ma che come il granello di sabbia capace di penetrare nell'ostrica, ci fa produrre la perla. Parole che ci salvano e ci indicano la via per una vita pienamente umana.
Che cosa significa oggi essere cittadini cattolici? La Chiesa e i singoli credenti sono chiamati ad affrontare le sfide del cambiamento d'epoca, assumendo la complessità dell'umano e vivendo una vera e propria conversione dall'individualismo alla relazionalità. L'agire politico è uno stile di stare al mondo e di vivere la propria cittadinanza e la propria fede. I cattolici possono essere presenza creativa e incisiva nella società e contribuire a far crescere l'amore politico e l'amicizia sociale, se consolidano il loro radicamento in Cristo e riscoprono il senso di appartenenza alla comunità cristiana e alla città.
Giacomino è un esploratore nato. Quando va dai nonni, non vede l'ora di sparire nell'immenso giardino, dove si nasconde nelle casupole e nei ricoveri pieni di oggetti antichi e curiosi. Per questo lo chiamano Giacomino Nascondino! In un giorno di forte pioggia, dopo una delle sue perlustrazioni, un lungo black-out lascia tutta la sua famiglia senza corrente elettrica. Un bel problema! Ma è proprio in questa occasione che la curiosità di Giacomino potrebbe tornare a tutti molto utile... Una storia ideale per le prime letture autonome dei bambini - con testo in maiuscolo e font ad alta leggibilità - che fa conoscere alcuni oggetti e tecnologie del passato e tocca il tema del rischio energetico. Contenuti extra nelle pagine finali: carta d'identità del lettore e marionette da ritagliare. Età di lettura: da 5 anni.
Cascia, 1457. Il mio nome è Caterina. E sarò io a farti entrare nella storia della donna che ha reso unica e intensa la mia vita. Gli anni alle mie spalle sono tanti, e i ricordi si intrecciano sen za posa mentre osservo il suo volto. Sono sempre stata al suo fianco, muta presenza; e questo è il dono che il Signore mi ha fatto: seguirla a ogni passo, dalla nascita alla morte. Quando l'ho conosciuta si chiamava Margherita, ed era in fasce. Oggi è Rita, e il popolo di Cascia già la chiama santa. In lei qualcosa di miracolo è davvero accaduto.
Il sole è ormai alto, i suoi raggi colpiscono con forza la schiena del giovane che si arrampica sulla parete di roccia. Una semplice camicia bianca, calzoni scuri e comodi, scarponi che calpestano i percorsi montani: e poi solo lui, gambe e braccia, muscoli tesi. Sale sicuro, senza esitazione né paura: la montagna non la teme, è amica. Pier Giorgio prega anche mentre ascende la vetta: non ha bisogno che le parole si formino sulle labbra, i versi e il ritmo delle lodi sono dentro di lui e vengono offerte in ogni passo. Sale, sale, e ancora sale Pier Giorgio, rapido e certo, trovando sostegni sicuri. E poi lotta, sceglie da che parte stare, e non resta a guardare: ha Dio nel cuore Pier Giorgio, e con Dio i suoi figli, tra i più invisibili, i più poveri, i più feriti dall'ingiustizia. Pagine intense sono quelle che attraverso il romanzo aprono uno scorcio sulla vita di Pier Giorgio Frassati e su quella sua santità fatta di giustizia e solidarietà.
Da Genesi a Esodo, da Levitico a Deuteronomio passando per Numeri, l'autore ci porta a incontrare personaggi lontani, ma capaci ancora di parlarci delle loro e delle nostre fragilità e bellezze, di interpellare il nostro modo di essere umani oggi. La Bibbia è un libro coraggioso e utile, ha il coraggio di svelare il reale, si immerge nella vita di tutti e prova a tracciare un sentiero di sopravvivenza. Pagine scritte con semplicità, quelle che il lettore può incontrare, pagine che nascono dal desiderio di condividere il gusto buono della vita quando viene immersa nella sapienza biblica. Leggere la Scrittura ha senso perché è una relazione, e le relazioni quando sono vere non lasciano mai uguali, non sono mai uguali e sono diverse, come diversi sono i capitoli e gli stili di questo libro.