Il volume raccoglie venticinque studi pubblicati negli ultimi anni (2004-2024) che trattano testi e temi dell’epistolario paolino. Per la sua finalità didattica e la sua natura antologica tale pubblicazione, senza la pretesa di essere esaustiva, mira a integrare la presentazione generale della figura di Paolo e delle sue lettere proposta nel precedente manuale dell’autore Paolo di Tarso e il suo epistolario. Introduzione storico-letteraria e teologica (Roma 2021). Il percorso è cadenzato secondo una progressione «canonica». I primi due studi riguardano la lettera ai Romani. Seguono otto contributi dedicati alle lettere ai Corinzi. Per la lettera ai Galati si approfondisce il brano della seconda dimostrazione (Gal 3,1-4,7). Due contributi si occupano della lettera agli Efesini, uno di quella ai Filippesi, uno della lettera ai Colossesi e altri tre riguardano le lettere ai Tessalonicesi. Quattro approfondimenti concernono le Lettere Pastorali (1-2Tm; Tt) e uno la lettera a Filemone (Fm 10-20). Chiudono la rassegna due studi di carattere generale. Il primo riguarda la sostenibilità economica nelle comunità paoline e il secondo focalizza il pensiero dell’Apostolo sul lavoro umano e la sua santificazione. Seguendo gli odierni approcci metodologici, il libro unisce sapientemente l’analisi letteraria dei brani esegetici con la ricchezza del loro messaggio teologico, riletto alla luce dell’intera lettera presa in esame e nell’orizzonte unitario del pensiero dell’Apostolo.
Il nostro rapporto con l'acqua porta a galla le nostre vere intenzioni e mette in evidenza i principi che guidano le nostre scelte, che spesso sono segnate dall'egoismo, dall'edonismo e dal profitto. Nella prima parte di questo studio si cercherà di portare alla luce il legame stretto che esiste tra la gestione dell'acqua, la responsabilità dell'uomo e le conseguenze delle sue decisioni. Senza un cambiamento degli stili di vita, il sentiero verso l'abisso è già tracciato. Nella seconda parte, invece, si esplorerà come nella millenaria tradizione biblica il tema dell'acqua rimandi al rapporto con il Dio Redentore e Creatore. L'acqua crea, dona vita, ma può anche purificare o distruggere. Prefazione di Massimo Gargano.
Non è un segreto che la Scrittura sia piena di storie di violenza. Uomini e donne malvagi che popolano le pagine bibliche più oscure, ma anche persone normalissime che per una serie di motivi si ritrovano loro malgrado a tradire, condannare, uccidere. Vestono panni da carnefici per paura o convenienza, lealtà al proprio ruolo, ingenuità, oppure per mancanza di alternative. Rinarrare alcune di queste storie buie della Bibbia è un po' come guardarsi allo specchio. C'è però una certezza di fondo: qualsiasi cosa accada, la storia della salvezza non scavalca, ma attraversa anche le vicende più brutali e drammatiche. Il libro - tra attualità e attualizzazione - offre al lettore racconti brevi con rimando al testo biblico. Della stessa serie: Sconosciute. 50 donne della Bibbia e Manchevoli. Storie di incompiutezza nella Bibbia.
I seguaci di Gesù sono veri, sono come noi, noi siamo come loro, affascinati dal Figlio dell'Uomo, orgogliosi di far parte della sua squadra, emozionati dai suoi miracoli, ma anche limitati dall'incredulità, spiazzati dalle sue richieste, delusi e spezzati dal dolore, arrabbiati quando scoprono che essere suoi seguaci non li risparmia dall'umiliazione, non i mette al riparo dalla perdita.
Anche noi, come loro, siamo stati scelti.
Noi apparteniamo a lui
Il profeta è una figura ben definita nelle sue capacità e nel suo ruolo sociale in molte civiltà antiche e permane nel suo significato attraverso le religioni. In senso traslato il linguaggio ordinario, e con un senso positivo, lo riferisce a chi solleva lo sguardo oltre il presente ed è capace di vedere ciò che i più non colgono. Questo è sintomo del possibile valore permanente di questa figura, non nel senso più noto di prevedere e predire il futuro, ma di coscienza vigile e critica di una comunità, partecipe della sua storia anche se non in una posizione di potere. Attraverso una ricognizione della figura del profeta nelle civiltà antiche, con lo sguardo soprattutto al contesto ebraico, e una riflessione sul possibile significato attuale di questa figura, ispirata da interpretazioni filosofiche del Novecento, soprattutto Martin Buber, questo volume vuole mettere a fuoco il valore che la figura del profeta ha all'incrocio di religione e politica. Figura non riconducibile all'una o all'altra sfera, ma che, in quanto voce che parla in nome di Dio, si costituisce misura di entrambe. E modello di una presenza pubblica che sollecita la propria comunità ad operare responsabilmente nella storia piuttosto che attendere un destino predetto ed ineluttabile.
La figura di Gesù è di grande attualità, Gesù è "di moda". La ricerca del Gesù storico è ormai ampiamente aperta e consente di focalizzarne alcuni aspetti. L'autore mette in evidenza due aspetti: la sua pratica di guarigione e la sua adesione al giudaismo. Quest'ultima è particolarmente importante in quanto mette in discussione le regole di purità: l'amore per l'altro, infatti, ha la precedenza su ogni altra considerazione legale. Pubblichiamo qui la traduzione dell'articolo "Écrire une Vie de Jésus aujourd'hui", apparso sulla rivista Études 4259 (2019).
Il Dio che si rivela è anche un Dio che si nasconde. Tuttavia, la sua presenza nascosta non è assenza, è appunto quella di un volto familiare che si nasconde, o di uno sguardo amorevole che si sottrae. La presenza elusiva di Dio è una metafora biblica della rivelazione. Il Dio di Israele è un Dio che si rivela e si nasconde, perché nel nascondimento mette alla prova la nostra speranza. La presenza di Dio è elusiva non perché egli sia abitualmente nascosto, ma perché la sua presenza intermittente è un segnale di libertà.
Il frutto del melograno si caratterizza per i suoi numerosi chicchi e se ne può apprezzare appieno il gusto solo se mangiati insieme. Per la sua conformazione esso ha colpito la fantasia umana e subito si è trasformato in un potente simbolo di pluralità e ricchezza ermeneutica per culture e religioni. Alla sua carica evocativa si ispira la presente serie di volumi che si articolano secondo una struttura costante: dopo aver inquadrato il personaggio in una dimensione teologica, si fornisce una descrizione generale del modo in cui esso è stato recepito nella letteratura esegetica ebraica e in quella cristiana, e si offre un'antologia commentata di testi scelti per la loro bellezza e la loro dimensione dialogica. La serie ha un duplice scopo: da un lato quello di offrire un'idea della ricchezza ermeneutica delle due tradizioni interpretative, mostrandone aspetti poco noti ma suggestivi; dall'altro far comprendere come tra di esse vi sia stato un lungo e fecondo rapporto osmotico più che una precoce e netta divisione.
Il titolo di questo libro è volutamente provocatorio. Nello studio sulle relazioni di dipendenza tra i vangeli di Matteo, Marco e Luca, alcuni autori preferiscono definire l’oggetto della ricerca “questione sinottica”, altri invece “problema sinottico”. In teoria, non c’è una sostanziale differenza tra le due diciture. In pratica, tuttavia, coloro che preferiscono la definizione “problema sinottico” sono spesso convinti di non poter trovare una soluzione o che quanto si poteva dire è già stato detto. Nonostante le difficoltà, in ogni caso, la teoria tuttora più insegnata è quella basata sulla dipendenza di Mt e Lc da Mc e dalla fonte dei detti chiamata comunemente “Q”. Lo stesso autore, da giovane studente di Scrittura, riteneva che ciò fosse un dato acquisito. Gli anni vissuti a contatto con l’ambiente biblico in Terra Santa e più ancora le molte ore passate davanti a una sinossi lo hanno profondamente convinto, tuttavia, del diverso periodo di composizione dei due vangeli e della conoscenza di Mt da parte di Lc. Se in passato tale ipotesi era per lui un “problema”, ora è semplicemente la soluzione; la questione sinottica trova infatti la sua risposta nell’ordine Mc – Mt – Lc: Mt ha utilizzato Mc come fonte e Lc ha utilizzato Mc e Mt. Una volta eliminato il dogma di Q, la questione sinottica non è più un problema.
Di quanti personaggi abbiamo perso la memoria! Di lei, no. Gesù l'ha difesa non solo dagli occhi spenti di chi la criticava, l'ha difesa anche dall'oblio della morte, dalla cancellazione della morte: è come se risorgesse ogni volta che leggiamo il vangelo. Risuscita. Per tutto il migrare dei secoli niente continua a raccontare così intensamente il vangelo, niente di più trasparente del suo gesto. Pubblichiamo qui l'adattamento dell'incontro tenuto il 5 maggio 2013 a Montericco di Albinea (RE), presso l'hospice Madonna dell'uliveto.
Tutti noi ricordiamo le figure e le straordinarie vicende dell'Antico Testamento: Adamo ed Eva e il Paradiso Terrestre, Noè e il Diluvio Universale, la chiamata di Dio ad Abramo, Mosè e il passaggio del mar Rosso, la sfida di Davide al gigante Golia. Spesso però ci è difficile collocarle dal punto di vista geografico e storico. È ciò che fa l'autore, accompagnandoci in un interessante itineriario nella storia e nella geografia dei luoghi della Bibbia. Con un ricco apparato di immagini tratte da opere d'arte dell'antichità, fotografie dell'autore e dettagliate piantine che ci guidano nella Mezzaluna Fertile, la regione che ha visto nascere e fiorire le civiltà più antiche e che fa da sfondo alle vicende del Vecchio Testamento.
La Genesi, Bereshith, è il libro delle origini, il racconto della creazione e delle prime grandi storie dell'umanità. Ma è anche un testo enigmatico, denso di significati nascosti e aperto all'interpretazione. In questo dialogo a due voci, Erri De Luca e Haim Baharier si confrontano con i primi capitoli della scrittura sacra, dando vita a un'opera che è al tempo stesso racconto e commento, poesia e studio, visione e scavo nella parola. De Luca affronta la Genesi con il suo inconfondibile stile narrativo: prende i dettagli e li trasforma in storie, restituendo corpo e anima a uomini e donne che troppo spesso restano ai margini. Baharier, invece, si muove nel solco della tradizione esegetica ebraica, esplorando la ricchezza del linguaggio biblico, decifrando lettere e simboli che compongono le parole sacre, sciogliendo stratificazioni di senso. Adamo, Noè, Abramo, Isacco: i patriarchi della Genesi tornano a vivere in queste pagine, non come figure lontane ma come uomini di carne e ossa, immersi nel mistero del loro tempo e delle loro scelte. Il rapporto con il divino, il senso della legge, la tensione tra libertà e obbedienza sono temi che emergono con forza da questo confronto, dove la scrittura sacra si rivela ancora una volta libro vivo e capace di parlare al presente. Un'opera che riporta la Genesi alla sua dimensione originaria: testo da interrogare, da raccontare, da far risuonare nel tempo. Un libro che è incontro tra narrazione e interpretazione, tra poesia e sapere, tra voce e ascolto. Due voci, due modi di leggere la scrittura sacra. Erri De Luca narra la Genesi con la forza della letteratura, Haim Baharier ne esplora i significati nascosti, attraverso la profondità della tradizione esegetica ebraica. Un dialogo tra parola e interpretazione, tra poesia e studio, tra racconto e ricerca del senso. Un libro che riporta la Scrittura alla sua essenza più viva: essere letta, interrogata, riscoperta.