I Salmi e le Lettere di san Paolo sono la fonte a cui si alimenta il pensiero dei Padri sulla speranza. Per il Primo Testamento la speranza è essenzialmente fiducia nel Dio di Israele: è da lì che tutto discende, è in nome della fiducia in Dio che ognuno può sperare. Nel Nuovo Testamento, la speranza ha un nome e un volto: è Gesù, compimento di tutte le promesse. Il libro, raccogliendo alcuni brani dei Padri della Chiesa di varie epoche, apre uno scorcio sulla speranza e sul suo senso proprio nella fede cristiana. È diviso in quattro sezioni: speranza come fiducia in Dio; Gesù, nostra speranza; speranza della vita futura; speranza, pazienza, gioia. Estratto dal libro "La speranza nei Padri", a cura di G. Visonà, in Letture Cristiane del primo millennio.
La Passione iniziò con una festa: Gesù e i suoi discepoli si ritrovarono a cenare, a condividere un momento speciale di amicizia. A volte dimentichiamo che le nostre eucaristie, memoria viva dell'Ultima Cena, sono un'occasione di incontro, per celebrare insieme la vita, per festeggiare il fatto che non siamo soli. Le celebrazioni sono soste nel cammino e le viviamo in diversi modi. Festeggiare è godere il presente, ma ci permette anche di fissare le circostanze speciali. L'essenziale è trasformare questi tempi di verità in spazi di impegno reciproco. Il libro si struttura in tre parti: la contemplazione immaginativa di un brano biblico, una riflessione spirituale che attualizza il messaggio, una preghiera. Estratto dal libro "La Passione".
Nel brano evangelico della lavanda dei piedi c'è Gesù, chino per lavare i piedi ai suoi discepoli. E c'è Pietro, incapace di comprendere. La logica del servizio è difficile, in entrambe le direzioni: servire e lasciarsi servire. Però l'aspetto più radicale e sorprendente della scena è la maniera in cui Gesù vincola servizio e potere. È la concretizzazione di un'idea: il potere si esercita attraverso l'amore che serve. Ci sono molte fonti di potere nella società; come sarebbe bello un mondo in cui si utilizzasse il potere per il bene dell'altro! Il libro si struttura in tre parti: la contemplazione immaginativa del brano, una riflessione spirituale che attualizza il messaggio, una preghiera. Estratto dal libro "La Passione".
L'itinerario quaresimale è stato per l'autore, in cura per la malattia di Parkinson, l'occasione di un percorso ideale da cui sentirsi condotto, traendone molti benefici. Attraverso il proprio diario quotidiano, Dell'Orto ci regala un racconto in prima persona sulla relazione con la malattia che lo accompagna nel percorso della vita, scandito secondo i giorni delle settimane che preparano alla Pasqua. Una riflessione intima su una condizione patologica, che si discosta dalla mera descrizione dei sintomi come si potrebbe trovare in un trattato scientifico. La sintomatologia raccontata è mitigata dall'idea di pensare alla malattia di Parkinson come ad un mondo di relazioni sul quale investire energie. Una riflessione spirituale ma anche un aiuto a vivere nella speranza il proprio percorso di malattia.
Il simbolo della cristianità, il primo gesto che i fedeli apprendono da bambini; un segno dirompente che ricongiunge il divino e l'umano nel ricordo di una sofferenza che è al tempo stesso liberazione dal dolore terreno: l'atto di segnarsi nel momento del rito appare oggi un'abitudine acquisita sulla quale non ci si pongono domande. Come svela questo saggio, tuttavia, la croce si è fatta portatrice nei secoli di significati complessi, che vale la pena osservare in una prospettiva diacronica, storica e filosofica. A partire dalla discussione - agli albori del Cristianesimo stesso - fra l'opportunità di rappresentare il Figlio di Dio e l'oggetto che lo condusse a morte, il fervore spirituale e la religiosità popolare hanno costruito un intreccio ben più articolato e controverso di quanto si immaginerebbe, per condurre progressivamente al valore unificante del segno della croce come testimonianza di appartenenza a un credo che, al suo centro, non deve dimenticare di avere proprio Colui che su quella croce fu appeso. Arricchito dalla prefazione di mons. Giorgio Demetrio Gallaro, il testo interesserà tanto i credenti quanto chiunque sia desideroso di approfondire l'argomento in ottica laica.
La spiritualità classica afferma che la perfezione umana è trascendente e situata nell'oltre; desiderare di ottenerla quaggiù è un'illusione incapace di distinguere fra il temporale e l'eterno. Non dovremmo sognare di realizzare la felicità e la perfezione in questa "valle di lacrime", in questo regno di duhkha, sofferenza e dolore. La sensibilità spirituale contemporanea si ribella contro questo atteggiamento. L'uomo e la donna contemporanei non attenuano la loro sete di infinito, ma si rifiutano di credere che la via che porta alla perfezione umana debba passare attraverso l'abbandono e il deprezzamento dei valori umani, o che stia semplicemente al di sopra di essi. Non rinunciano al trascendente, ma non vogliono essere separati dall'immanente. Mancano però ancora esperienze in questa direzione; abbiamo bisogno del coraggio di osare nuovi esperimenti, di provare a immaginare una nuova identità spirituale, laica, libera da appartenenze e identificazioni troppo strette o rigide. I quattro volumi del "Breviario universale" raccolgono oltre 500 testi di preghiere, a cui si aggiungono 900 letture appartenenti a diverse tradizioni e i relativi commenti spirituali che l'autore ha raccolto e distribuito nei 365 giorni dell'anno. Uno strumento da usare, più che un libro da leggere, una via per coltivare la dimensione spirituale che ci connota nel più profondo del nostro essere, rendendoci fratelli e sorelle in una comune umanità. Un'opera che si propone di ridare voce allo straordinario patrimonio d'insegnamenti di tutte le più grandi tradizioni sapienziali dell'Oriente e dell'Occidente, da quella induista a quella cristiana, da quella ebraica a quella buddhista, da quella islamica a quella taoista.
Il libro presenta alcune conferenze di Alexander Schmemann che, partendo da considerazioni di ordine culturale e storico-liturgico, vogliono essere una provocazione alla pastorale e ai fedeli in genere riguardo all'evento della morte e al rapporto con essa nella loro esistenza quotidiana, costatando come spesso nella visione cristiana della vita vengano assunti la mentalità e l'ethos di una civiltà post-cristiana. Alexander Schmemann parte dalla costatazione che, proprio nella morte e nel morire, gli antichi cristiani manifestavano una comprensione della vita non semplicemente come esistenza biologica, ma come dono di Dio che crea l'uomo rendendolo capace di partecipare della sua stessa vita. Per questo, il modo in cui si muore rivela ciò che per noi è la vita. Perciò, fin dall'inizio, i veri credenti non hanno cercato la vita in sé, né si sono sottratti alla morte, quando accadeva che dovevano morire. Ma cercavano Cristo, che dà senso alla vita e alla morte, e assicura la vita con il Padre. Allora anche la morte è vissuta come un incontro, come l'incontro ultimo e decisivo con ciò che "vivifica" la vita, che si rivela in essa e la rende un dono.
I salmi sono preghiere antiche, composte in periodi diversi della storia del popolo di Israele. Venivano letti nella preghiera delle sinagoghe e del tempio, anche al tempo di Gesù e degli apostoli. In questo senso il libro dei Salmi è qualcosa di unico: ogni volta che lo apriamo e recitiamo o cantiamo i salmi, cantiamo la salvezza di Dio, lodiamo il suo amore che si manifesta nella condizione umana, esprimiamo anche il nostro dolore e lo affidiamo al Signore. E ci avviciniamo alla preghiera di Gesù. L'esigenza di questo Salterio corale è cresciuta nell'esperienza della preghiera comune della Comunità di Sant'Egidio a Roma e in molte città italiane e del mondo. Ma è anche un libro che può accompagnare la preghiera personale, la ricerca di uno spazio per la lettura della Parola di Dio e il dialogo con il Signore. È un libro di preghiere, quindi, antico come è la tradizione di preghiera che raccoglie e che esprime, e nuovo come il desiderio di ogni generazione di incontrare pienamente e con forza il Signore: Dio misericordioso, Signore nostro, Gesù Cristo, crocifisso e risorto, padre e amico di ogni uomo e di ogni donna.
Il Vangelo di Marco accompagna il lettore in un affascinante percorso che lo porta all'incontro con il mistero della persona di Gesù. L'umanità del Nazareno è colta nei suoi gesti e parole in cui trabocca una straordinaria ricchezza di sentimenti ed emozioni, quali commozione, tristezza, stupore, irritazione, abbandono in Dio. I commenti qui proposti seguono le letture liturgiche previste per le domeniche dell'anno B.
Itinerari di ricerca e di riflessione che intendono seminare nuovi germi nell'esperienza religiosa del nostro tempo. La passione di don Sergio Carrarini per la Parola di Dio comunicata nei testi biblici e in particolare nelle parole dei Salmi nel corso degli anni cresce e si affina nella continua ricerca personale e e nella proposta a tutti noi di testi che possano mantenere viva la coscienza che nella vita Dio è sempre e in continuo dialogo con ciascuna delle sue amate creature.
Questa nuova edizione di un testo che da decenni ha animato e nutrito gruppi di lettura, di studio di preghiera raccoglie una lunga esperienza e capacità di dire ridire in parole mane l'inesauribile ricchezza di senso salvifico della parola divina.
Salmi e Cantici d'oggi fa ancora parlare questi testi biblici, perché siano e restino parola viva ed efficace per noi che attraversiamo oggi le vicende della storia. Talvolta il tesoro prezioso della Scrittura rischia di essere un pezzo da museo, reperto di una storia chiusa nel passato; in realtà essa è preziosa proprio perché custodisce e ci consegna una Parola di Dio per l'oggi. Ciascuno che si accosta al testo di un salmo, di un cantico o di un racconto biblico "tira fuori dal suo tesoro" (Mt 13,52) la Parola antica, ma sempre nuova, di un Dio appassionato di rivelarci se stesso e di farsi luce per il nostro cammino. Dalla Presentazione di mons. Domenico Pompili vescovo di Verona
Il rapporto tra diaconato e liturgia illumina ed informa di sé tutte le dimensioni della vita e del ministero del diacono. La sua presenza all'altare della Parola e del Pane è una presenza di servizio che narra - nelle parole e nei gesti - le "meraviglie" della diaconia di Cristo Servo che si china qui ed ora sulla nostra storia. Il servizio liturgico del diacono, ed in particolare quello eucaristico, deve trovare il modo di esprimere il volto di Gesù incarnato nella storia e nella vicenda esistenziale dell'uomo per il bene di ogni fratello. Dobbiamo riscoprire la liturgia e viverla, o meglio celebrarla sinodalmente, perché possa davvero diventare luogo per eccellenza dell'incontro della comunità dei credenti.
Il testo è una raccolta di pensieri, riflessioni e preghiere, per lo più redatte in forma poetica, scritte durante un decennio di presbiterato e di attività pastorale, ispirate in modo particolare alle sorgenti della Sacra Scrittura, della teologia, dei grandi mistici ma anche dalla realtà ad intra ad extra che porta l'impronta del Creatore e i semi del Verbo di Dio fatto carne. Riflessioni che Si alternano dalla vita quotidiana, alla bellezza attraente del creato e delle sue creature, alla contemplazione del Mistero di Cristo, della Vergine Maria e della Chiesa. Non usando volutamente un linguaggio teologico complesso ma proveniente da un cuore in cerca di verità, senso, bontà, che si lascia guidare dallo Spirito di Dio: il Divino Poeta.
Parole semplici per cuori semplici.