Bimestrale per la formazione e l'aggiornamento degli operatori liturgici.
Come si può dare pieno vigore alla parola "grazie"? Secondo Catherine Chalier, accettando una asimmetria di fondo, che non è fatta né di potere né di preferenza. C'è un tempo per i rapporti simmetrici di dare-e-avere (per esempio nella giustizia sociale) e c'è un tempo per i legami in cui non conta ciò che è dovuto, calcolato, negoziato, obbligato o reciproco. In questo secondo caso prevale il dono gratuito, con tutta la sua fragilità e la sua ricchezza. Chalier rinvia all'asimmetria ineffabile che sta all'origine di ogni vita: lì si cela una gratitudine che non cerca né di restituire né di alienare nulla. Lì la gratitudine fa intravedere il "sì" inaugurale della creazione al centro della nostra vita, la bontà originaria che ci sostiene, anche in un mondo pieno di sofferenza e di disperazione. Questa gratitudine non comporta affatto rassegnazione, ma apre le porte al significato profetico del "ringraziare". Non come parola sul futuro, ma come parola che rivela a ciascuno di noi la nostra verità più intima, quella in cui rendiamo grazie. Un testo filosofico e biblico allo stesso tempo, su un tema delicato e qualificante: la riconoscenza
La molteplicità delle religioni solleva una questione difficile e pressante: quale di esse è credibile, quale non è vera, di quale possiamo darci? Le risposte che di solito la teologia cristiana fornisce sono insoddisfacenti: o relativizzano le pretese di verità delle altre religioni o rinunciano alla presunzione di validità del cristianesimo. Altre volte, poi, ignorano la questione della verità, così che tutto diventa vago e ugualmente (in)valido. Sperimentando un nuovo approccio, Gäde mostra invece come il messaggio cristiano permetta di accordare alle altre religioni una verità insuperabile e un carattere salvifico, senza con ciò relativizzare la pretesa veritativa propria della fede cristiana. In forma accessibile, l'autore conduce passo dopo passo verso un'affascinante prospettiva, da lui denominata "interiorismo", e ne illustra i tratti applicandola al caso specifico dell'islam, preso come esempio. È il messaggio cristiano stesso a offrire la chiave per valutare le altre religioni e ad aprirci lo sguardo sulla loro verità.
Il volume «Proclamerò l'anno di grazia» - Luca, Vangelo del Giubileo presenta il terzo vangelo come percorso per vivere con la parola di Dio l'Anno Giubilare del 2025. Affronta tanti temi che sono tipici del Giubileo e che sono presenti nel Vangelo di Luca: la misericordia, il cammino, la preghiera, come vivere il tempo, l'incontro con l'altro.
A partire dal silenzio, sostrato indispensabile per ogni parola autentica ed efficace, l'autore traccia un ispirante percorso in cui la parola di Dio si intreccia con la saggezza espressa da uomini e donne di diverse generazioni e differenti contesti. Da esso potremo trarre spunti utili per avere il coraggio di prendere parola, pronti a darla a chi la chiede e a trasmetterla alle nuove generazioni, sempre attenti e alla ricerca costante della "parola di giustizia".
Oggi non viviamo tempi facili: la pandemia, la guerra, le crisi climatiche, la crescita della povertà... tutto sembra accanirsi per togliere a noi e ai nostri figli le possibilità di un futuro migliore. E la speranza sembra diventare una virtù che pochi possono concedersi. Proprio in questa contingenza fragile, però, le parole di papa Francesco risuonano come un annuncio inatteso: quando tutto sembra dirci che la speranza è un'illusione, ecco che il Pontefice ribadisce che, al contrario, sperare significa non cedere al male. Il futuro è possibile, se tutti ci impegniamo, insieme, per costruirlo, innanzitutto dentro noi stessi. La speranza è un piccolo bambino da coltivare, da fare crescere: bisogna allenarsi, restare "in forma-, perché solo se non cediamo al male, il bene potrà avanzare dentro e fuori di noi. Così, in questo libro, attraverso i piccoli segreti svelati del Vangelo e della saggezza antica e nuova, i nostri occhi saranno condotti a scoprire che possiamo ancora fare molto per cambiare ciò che siamo e ciò che saremo, per noi stessi e per chi verrà dopo di noi.
Ogni volta che si cita il nome di Aldo Moro il pensiero va alle tragiche, complesse, inquietanti circostanze della sua prigionia e della sua morte. Ma questo padre e protagonista assoluto della nostra Repubblica merita di esser ricordato per quel che è stato e per il sacrificio della vita che questo suo impegno ha comportato. Questo libro racconta Moro a chi lo ricorda poco e male e a chi non lo conosce: Moro e la sua famiglia, Moro giusnaturalista, Moro padre costituente, Moro penalista, Moro uomo di governo, Moro e la Contestazione, Moro in ascolto dei giovani, Moro e i nuovi movimenti, Moro Ministro degli esteri e uomo di pace, Moro antigiustizialista, Moro vittima del terrorismo e ispiratore di una seria riflessione sulla giustizia riparativa. Tanti aspetti uniti dalla centralità della persona che ha caratterizzato la sua vita, quanto la sua azione politica e di docente, dopo averne fatto il punto centrale della nostra Costituzione. Liberiamo Moro dal "caso" che lo tiene ancora imprigionato e che ci impedisce di avvalerci della sua attualissima lezione di uomo e di cattolico, prima ancora che di politico.
Aprile 1945. In una Vienna in fiamme e con l'Armata Rossa alle porte, una bambina vede il mondo cambiare intorno a sé. Christel, la protagonista, racconta in prima persona i bombardamenti e la fuga in periferia, il senso di precarietà e la mancanza di cibo, ma anche le scorribande e i giochi dei bambini, catturando l'atmosfera di quelle settimane inquiete attraverso la cronaca della vita quotidiana in tempo di guerra. Una galleria di personaggi indimenticabili - soldati, famigliari, vicini di casa, angeli e arcangeli - descritti con tono poetico e irriverente, scorre sotto gli occhi del lettore. Su tutti emerge la figura di Cohn, un cuoco russo per nulla eroico, a rappresentare la volontà di sopravvivere in un mondo crudele senza rinunciare alla propria umanità e all'amicizia. Età di lettura: da 10 anni.
Come far dialogare la vita di Gesù raccontata nei Vangeli con la grande letteratura universale? Don Paolo Alliata, noto per la sua maestria nell'interpretare la Bibbia attraverso i grandi testi della biblioteca universale, ci consegna alcuni scorci narrativi sulla vita di Gesù, organizzati in cinque sezioni, che concorrono a creare un vero e proprio ritratto dell'Uomo di Nazareth. Seguiremo così Gesù dai suoi inizi fino alla sua passione, morte e resurrezione, con uno sguardo rinnovato sulle sue parole, i suoi gesti e le sue relazioni. La trama narrativa è arricchita dalla tessitura artistica creata dai suggestivi acquerelli di Nicola Magrin.
È un viaggio emozionante, quello che Laura Verrani ci propone in queste pagine intense, sorprendenti e capaci di orientare con uno sguardo nuovo la lettura biblica (che sempre pensiamo di conoscere e, invece, sempre si rinnova). Partendo da Abramo e Sara (maestri dei nuovi inizi e dei mutamenti di prospettiva), attraversando le sfide delle donne dell'Esodo, per giungere a Maria Maddalena, donna che ha il coraggio di guardare il vuoto e lasciarsi interrogare, senza arrendersi all'assenza e, perciò, a sua volta capace di ripartire una volta udito pronunciare il suo nome, Laura Verrani conduce i lettori, con una scrittura immediata, fresca ma non perciò meno profonda, a tuffarsi nel mondo al femminile di pagine bibliche che rischiamo di non comprendere altrimenti appieno. La chiamata di Abramo, infatti, non si attua senza Sara, chiamata a uscire non dalla casa del padre ma dalla tenda e dall'ombra del suo sposo. Così come l'Esodo non è possibile senza il "sabotaggio" nei confronti del potere perpetrato da un gruppo di donne che nemmeno si conoscono tra loro ma condividono il rispetto per la vita. E poi Giuditta, Maria ed Elisabetta, che escono in modi diversi da una vergogna cui, altrimenti, sarebbero condannate. E la donna "curva- del Vangelo di Luca: figura di colei che ha trascorso una vita a guardare in basso, costretta da una deformità che è lo specchio di una condizione sociale ed esistenziale. E la Samaritana... Una Bibbia che lascia scoprire i cammini di libertà che la abitano da una prospettiva inattesa e sorprendente, finora poco frequentata.
Il percorso della conversione a Dio di Teresa d'Avila (non a torto considerata tra le più alte figure della spiritualità cristiana) è un cammino di purificazione degli affetti, un vero e proprio "dramma intimo" del passaggio dall'amore umano all'amore divino: da un'affettività debordante e incontrollata a una carità ordinata, perché unita a Dio, ma non meno affettuosa e debordante, e che di fatto traboccherà, dentro e fuori della Riforma del Carmelo, in una fitta rete di relazioni. In un contesto come quello attuale in cui tutti (formatori, religiosi, parrocchiani...) annaspiamo per un corretto recupero dell'affettività, cercando di evitare tanto una sua repressione quanto una sua idolatrazione, la Sapienza di Teresa in questo ambito si offre come vera maestra, nella misura in cui lei, o meglio la divina Sapienza in lei, ha potuto conseguire un'armonia perfetta - anche se apparentemente ai limiti dello scandalo (si pensi al suo rapporto incandescente con il padre Gracián) - tra amore umano e "timore di Dio". Armonia necessaria tanto più oggi per questo mondo che sembra aver perso il cuore, tra violenze e abusi di ogni tipo, al fine di liberare per tutti una sana e santa affettività.
Il libro si sofferma su alcune caratteristiche essenziali che plasmano la vita religiosa, interiormente ed esteriormente: la chiamata personale, la missione apostolica e la carità pastorale. L'autore considera la vita consacrata come un modo di vivere l'amore, evocando l'amore di Cristo che ha radunato un gruppo di discepoli perché, nello Spirito, come Lui e grazie a Lui, rispondessero all'amore del Padre. La vita consacrata, insomma, come frutto di una vocazione e di una relazione con Dio. La porta di accesso a ogni capitolo è la Parola di Dio, centro della vita della Chiesa. L'autore dà voce ad alcuni personaggi che sono cronologicamente vicini alla vita di Gesù e, in alcuni casi, alla nascita della Chiesa. La loro esperienza a contatto con Gesù è in grado di suscitare domande, di aprire al mondo, di risvegliare la sorpresa. Queste pagine non vogliono essere uno studio esaustivo o puramente accademico. Vogliono piuttosto metterci in contatto con i fondamenti di ogni persona consacrata: la grazia della vocazione, la vita comunitaria secondo i consigli evangelici, la comune missione apostolica, l'ascolto della Parola di Dio e la passione apostolica per i più deboli.