Una serie di importanti scelte di stile di vita, suddivise per brevi capitoli tematici, che consentono di rileggere con originalità la regola benedettina.
Se nella storia dell'Occidente la Chiesa ha sempre costituito il naturale tessuto connettivo e il centro propulsore della società a livello simbolico, culturale, politico e religioso, oggi, al contrario, viviamo in un mondo sempre più secolarizzato, in cui i valori fondamentali sembrano messi radicalmente in discussione. Dal punto di vista dell'arte il Novecento ha costituito un punto di non ritorno. All'armonia di derivazione classica che aveva fatto propri i contenuti e l'ispirazione del cristianesimo, ha sostituito una nuova estetica, in cui l'uomo si è fatto interprete di una ricerca di senso "senza Dio". Questo aspetto ha necessariamente comportato un cambiamento radicale dal punto di vista del significato stesso dell'espressione artistica. Cambiamento non sempre sufficientemente valutato nella sua complessità, anche all'interno del mondo ecclesiale. Purtroppo, molti esempi di arte "sacra" contemporanea mostrano le difficoltà di affrontare le sfide del mondo d'oggi. In questo contesto, la Chiesa è chiamata a rinnovarsi, a inculturarsi sempre più nel tempo presente, a superare la tentazione di creare spazi isolanti, per cercare di instaurare un dialogo con il mondo, perché possa ancora oggi costituire per l'arte un luogo fecondo di ispirazione e di evangelizzazione.
Il rapporto fra Cristianesmo, cultura occidentale e Islam è al centro di questo importante saggio, pubblicato per la prima volta nel 1962 e recuperato grazie all'impegno dell'Associazione "Augusto Del Noce". Nato dalle lezioni tenute dall'autore intorno agli Anni Trenta, affronta con estrema attualità il dialogo interreligioso e i rapporti fra civiltà occidentale e orientale, in un'ottica dichiaratamente Cristiana. La storia dell'umanità come "marcia lenta e tortuosa guidata da Dio" è il tema portante della ricerca, critica nei confronti di uno storicismo portatore di una forte dimensione totalitaria, estremamente vivo nei tempi in cui il saggio venne concepito e nuovamente attuale oggi.
Lo studio della rivelazione in ambito cattolico è stato storicamente segnato da una forte impronta dottrinale. Il lato esistenziale della fede è divenuto un patrimonio condiviso solo in tempi recenti. In un'epoca storica in cui la cornice fondamentale dell'annuncio sembra sfuocata e di difficile traduzione nei linguaggi dell'uomo del nostro tempo, questo volume si prefigge di segnalare alcuni possibili percorsi ermeneutici per cogliere l'attualità e il fascino del mistero cristiano. CONTRIBUTI Andrea Andreozzi, Gino Fattorini, Franco Gori, Pietro Maranesi, Francesco Giacchetta, Mario Florio, Emilio Rocchi, Osvaldo Riccobelli, Antonio Napolioni, Enrico Brancozzi. ENRICO BRANCOZZI è presbitero della diocesi di Fermo. Dopo aver conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana e il Dottorato presso l'Hochschule «Sankt Georgen» di Francoforte sul Meno, dal 2004 è docente di Teologia Dogmatica presso l'Istituto Teologico Marchigiano.
A cura di Marco Vannini
Opera di un anonimo Cavaliere teutonico di Francoforte, che riassume in forma più semplice l’alta lezione spirituale di Eckhart, fu stampata e diffusa da Lutero con il titolo Teologia tedesca, e come tale godette grande fortuna nei secoli XVI e XVII, fornendo alimento essenziale alla mistica, non solo germanica (basti pensare a San Giovanni della Croce). Definita “opera immortale” da Schopenhauer, che paragonò il suo autore a Platone e a Buddha, essa indica la via per giungere alla beatitudine in questa vita, sì che il mondo divenga per noi un paradiso. La vita è il distacco, la rinuncia alla volontà propria, in modo che il nostro occhio divenga l’occhio stesso di Dio.
Marco Vannini ha curato l’edizione italiana di molti importanti mistici: Eckhart, Taulero, Franck, Silesius, Czepko, Margherita Porete, Gerson, Fénelon. Tra i lavori più recenti: Storia della mistica occidentale (Mondadori 1999), La mistica delle grandi religioni (Mondadori 2004), La morte dell’anima. Dalla mistica alla psicologia (Le Lettere 2004), Mistica e filosofia (Le lettere 2007), La religione della ragione (Bruno Mondadori 2007).
«Uniamoci a Dio nella preghiera fervente e la nostra anima verrà trasfigurata in Lui».
destinatari
Sacerdoti, laici e quanti vogliono avvicinarsi, in modo semplice, agli scritti spirituali della Beata.
l’autore
La Beata Celestina donati (al secolo Marianna) nasce a Marradi (Fi) il 26 ottobre 1848. Sotto la guida spirituale dal padre scolopio Celestino Zini, allora provinciale delle Scuole Pie, Marianna matura la vocazione alla vita religiosa. Su impulso di padre Zini nel 1889 fonda la Congregazione delle Figlie Povere di San Giuseppe Calasanzio (Suore Calasanziane). Spende tutta la sua vita a favore dell’infanzia abbandonata e bisognosa. Muore il 18 marzo 1925; nella Cattedrale di S. Maria del Fiore a Firenze il 30 marzo 2008 è beatificata dall’allora Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Cardinale José Saraiva Martins, a nome di Benedetto XVI.
Nicola Gori, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Università di Firenze,collabora con la Cattedra di Letteratura spagnola della Facoltà di Lettere e Filosofia ed è redattore dell’Osservatore Romano. Studioso appassionato degli autori mistici, ha pubblicato numerosi libri in questo campo. È anche autore di premiati racconti e poesie.
Con Bonaventura sia la Chiesa sia l'Ordine dei Frati Minori si trovano a vivere la fase storica in cui nasce l'esigenza di rendere accessibile in modo esplicito l'esperienza di Francesco di Assisi, e a Bonaventura stesso, a causa del suo ministero teologico al quale si aggiunge anche quello della guida dell'Ordine, tocca in sorte la missione di esplicitare non solo il vissuto dell'Assisiate, ma anche e soprattutto le sue intenzioni originarie nei confronti della sua Fraternità. Egli riesce in quest'impresa grazie alla geniale intuizione di pensare all'interno di ciò che, in definitiva, costituisce il cuore del vissuto di Francesco: l'evento de La Verna. In questo senso tale evento non solo diventa il motivo principale di una theologia practica nel doctor seraphicus, ma ne accompagna l'intero itinerario, come una costante e interna presenza, a partire dalla teologia della creazione, fino alla centralità cristologico-trinitaria del vissuto di Francesco a La Verna. Il carattere trinitario dell'esperienza mistica di Francesco, il suo influsso e la sua presenza nella teologia trinitaria di Bonaventura costituscono una delle interpretazioni più interessanti di tale esperienza e una chiave di lettura di vari passaggi della teologia trinitaria di Bonaventura, il quale rappresenta l'intelligenza teologica della «mystica sapientia» di Francesco d'Assisi. Da questo punto di vista egli si presenta particolarmente attuale e provocatorio per la ricerca teologica. Infatti, in Bonaventura, grazie a quanto egli sa cogliere da Francesco, riflessione filosofica e speculazione teologica si fondono insieme nel vissuto mistico-agapico di quel Dio trino che non recede mai dalla sua volontà di scendere verso l'uomo. In questo senso, la mistica diventa di per sé una vera e propria provocazione, che la teologia non può fare a meno di raccogliere.
Descrizione dell'opera
La tesi del volume è che la teologia deve occuparsi non di Gesù, né del messaggio biblico, bensì dell'istituzionalizzazione della religione cristiana, come si è attuata nel II secolo sulla matrice greco-romana: «Il cristianesimo si è modellato sui dati socioculturali della tarda antichità. Non solo vi prende corpo, ma ne è un prodotto, facendosi carico delle sue questioni, delle sue ricerche e delle sue aporie in base alle coordinate dell'epoca; e dandovi una propria riposta. Perciò la religione cristiana non è l'effetto di un testo (la Bibbia), né di una realtà riconducibile a quel fondatore che sarebbe Gesù di Nazaret». Per l'autore il momento costitutivo del cristianesimo non può quindi essere un modello da ripetere ma potrà solo essere una successione di trasformazioni storiche continuamente riprese.
Oggi si intende spesso per «teologia» un complesso di rappresentazioni organizzate, di credenze o di dottrine, ma tutto ciò è il prodotto di una storia più recente. I padri della Chiesa fino al III-IV secolo hanno fatto teologia in presa diretta sul mondo greco-romano rispondendo ai problemi di quella cultura. Compito della teologia è dunque quello di tornare a dialogare con il mondo e con l'uomo. Non si tratta di screditare la realtà di una tradizione, ma di fare chiarezza sull'orizzonte del lavoro da compiere: il paradigma della Chiesa dei padri, che ha risposto ai problemi della cultura greco-romana assumendone le categorie, deve spingere la teologia di oggi a parlare usando le categorie della contemporaneità.
Sommario
Introduzione. I. Certe eredità storiche all'orizzonte di un compito. 1. Compito e funzione della teologia: un'eredità da differenziare. 2. Genealogia e aporie dell'Occidente, luogo dell'esercizio teologico oggi. II. Un'esemplarità: il cristianesimo. 3. Statuto e uso dei riferimenti nella teologia cristiana. La regolazione di una tradizione come ripresa e superamento di eredità. 4. La costruzione delle teologia nel cristianesimo. Storia diversificata e posizioni discordanti. III. Una pertinenza pubblica. 5. La teologia come lavoro sulle credenze. 6. Il teologo davanti alla società contemporanea. Una lettura dell'umano. Indice dei nomi propri.
Note sul curatore
Pierre Gisel è docente all'Università di Losanna e professore invitato in diverse istituzioni universitarie. Ha pubblicato Les monothéismes. Judaïsme, christianisme, islam, Labor et Fides 2006; Qu'est-ce qu'une religion?, Vrin 2007, e ha diretto l'Encyclopedie du protestantisme, PUF 2006.S