“Lo tenga a casa al caldo, non lo faccia affaticare”, è la frase che tante volte genitori di bambini disabili si sono sentiti rivolgere quando cinquanta/sessant’anni fa chiedevano di poter iscrivere i loro figli alla scuola pubblica. Certo il progresso, non solo scientifico e tecnico, ma anche quello nei valori, ha bisogno di adeguati tempi di riflessione per concretizzarsi. Se pensiamo al trattamento riservato ai bambini disabili nell’antica Grecia o in tempi più recenti alla Germania nazista, dobbiamo constatare che progressi ne sono stati fatti, ma in Italia prima che si arrivasse a stabilirne il diritto all’integrazione scolastica, la strada è sempre stata disseminata di ostacoli, pregiudizi ed atteggiamenti che pur non decretando la morte fisica dei piccoli, ne facilitavano la morte civile. Ecco quindi che di fronte a una situazione di notevole arretratezza nella legislazione nazionale, spicca l’esempio trainante di una semplice maestra che antepone il senso del dovere alla comoda tranquillità della sua vita, fa la differenza e propaga “il contagio” accettando nella sua classe una ragazza disabile. Le storie silenziose, ma avvincenti della maestra Elena e della sua allieva Francesca fanno pensare che in un mondo in cui si dice che nulla mai cambierà, vale la pena lottare perché qualcosa in meglio prima o poi muti. In questa prospettiva ci conforta una massima di sant’Agostino che affermava: “La speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio, lo sdegno per le cose come sono e il coraggio per cambiarle”.
Al'inizio del Novecento Pier Giorgio Frassati (1901-1925) è stato uno straordinario testimone, con parole e opere, della fede in Cristo, realizzando quella coerenza tra fede e vita che è un nodo cruciale per la vita di ogni credente. Questo libretto illustrato ci fa conoscere questa fulgida figura non con una biografia in senso stretto, ma con un percorso lungo le sue vicende di uomo e di cristiano, mettendo in evidenza le grandi tappe e le grandi scelte della sua vita.
Giuseppe Carini racconta in modo vivace, ma sfidante, la sua amicizia con padre Puglisi. Aveva 21 anni e studiava medicina quando lo conobbe a Brancaccio, quartiere di Palermo con consolidate realtà mafiose, dove era nato e cresciuto. Fin da piccolo - anche grazie a un parente che il giovanissimo Giuseppe idealizzava - era attratto da Cosa Nostra. Come molti o tutti nel quartiere era cresciuto con il mito dell'uomo d'onore. Poi accadde l'incontro con 3P - come i ragazzi chiamavano padre Pino Puglisi - e la sua vita cambiò. Divenne un suo stretto collaboratore sino al giorno dell'omicidio, e restò fedele ai suoi insegnamenti al punto da divenire nel 1995 testimone di giustizia. Da quel momento è nello speciale programma di protezione previsto in questi casi.
Quello che state per sfogliare non è uno di quei tanti libri che hanno lo scopo di far conoscere al lettore la storia e la figura di un uomo ormai riconosciuto come un vero e proprio segno dei tempi. Queste pagine vorrebbero significare molto, molto di più, almeno per chi appartiene al Movimento dei Focolari, con il quale Carlo Casini ha avuto un intenso e vero rapporto di amicizia. Attraverso la vibrante testimonianza di Maria Voce - che per prima ha raccolto l'eredità di Chiara Lubich presidente - e di numerosi altri membri del Movimento, con questo volume si vuole esprimere tutta la riconoscenza dei Focolari all'amico, al fratello, al compagno di viaggio, al maestro che volentieri si è calato nel ruolo di discepolo, diventando ben presto ispiratore della stessa fondatrice. Anna e Alberto Friso dal 2008 al 2014 Responsabili internazionali di Famiglie Nuove. Con il discorso di Chiara Lubich al Convegno del Movimento per la Vita. Testimonianze di: Luigina Ambrosi Breda, card. Ennio Antonelli, Antonio Maria Baggio, Lavinia Balata, Giuseppe Barbaro, Silvia Battaglini Chellini, Liliana Cosi, Mourin Farag, Lucia Fronza Crepax, Elena Giacchi Mancini, Giovanna e Rocco Giudice, Valeria Masini, Giuseppe Moschella, Daniela Notarfonso Cefaloni, Luigi Stralla, Marina Zornada Veliach, Maria Voce, Giuliana Zoppis.
Don Dolindo Ruotolo ebbe fama di santità già in vita, tanto che Padre Pio stesso, ai napoletani che andavano in pellegrinaggio da lui, diceva "Perché venite qui, se avete don Dolindo a Napoli? Andate da lui, egli è un santo".
Teologo e predicatore, scrisse molte opere, ma anche tantissimi aforismi, preghiere e messaggi che riceveva in locuzione interiore. Dai suo scritti, don Marcello Stanzione ha raccolto una selezione di pensieri de cui farsi ispirare nella preghiera e e nel cammino spirituale, seguendo quello che è stato il più grande insegnamento di don Dolindo: vivere sempre nell'abbandono a Gesù.
Il testo si conclude con una selezione delle più belle preghiere di dor Dolindo Ruotolo.
Nel Messico post-rivoluzionario degli anni Venti del '900, il governo massonico e autoritario del presidente Plutarco Elías Calles attua leggi repressive contro la libertà di culto, perseguitando i sacerdoti e dichiarando contraria alla legge qualsiasi manifestazione religiosa. La reazione popolare a tali soprusi si manifesta nella guerra Cristera, che coinvolge tutto il Paese e mette a dura prova la stabilità dell'esercito federale: contadini, artigiani, donne e persino bambini sono disposti a pagare con la propria vita per difendere la fede cattolica. Tra di loro, l'adolescente José Sánchez del Río viene ammesso nell'esercito dei Cristeros e diventa il portabandiera della guerriglia. Coraggioso, determinato e devoto alla Vergine di Guadalupe, il ragazzo sopporterà atroci torture e sarà felice di morire per testimoniare la sovranità di Cristo Re e impedire la scristianizzazione del Messico. Beatificato nel novembre 2005 da Papa Benedetto XVI, José Sánchez del Río è stato proclamato santo il 16 ottobre 2016. La sua biografia, composta dal Postulatore della causa di Canonizzazione, Prof. Fidel González Fernández MCCJ, ricostruisce il contesto storico della guerra Cristera e mostra la bellezza della testimonianza dei martiri per la vita della Chiesa. Enrique Gorostieta Velarde (Andy Garcia), il più importante stratega militare del Messico anni '20, è un uomo ateo e scevro da ogni ideologia. Mosso da un profondo ideale di giustizia e amareggiato dalla situazione di repressione in atto nel Paese, decide di mettere il suo genio militare a disposizione del popolo cristiano perseguitato. Con perseveranza e dedizione, il Generale Gorostieta riuscirà a trasformare un gruppo eterogeneo di contadini, studenti ed intellettuali nella forza militare della Cristiada.
Alberto Burzio con questa raccolta di interviste ci prende per mano e ci aiuta a osservare con attenzione la realtà. Dove tanti vedono un grigiore indifferenziato, lui mette in evidenza sprazzi di luce intensa, macchie di colori così vividi che non puoi che condividere l'affermazione che dà il titolo alla raccolta: "Che meraviglia!". Prefazione di monsignor Giuseppe Guerrini Vescovo emerito di Saluzzo.
La veggente Marie-Julie Jahenny, una semplice contadina bretone, nacque nel 1850 nella Francia postrivoluzionaria. Visse per oltre novant'anni e, secondo i suoi estimatori, per oltre sessant'anni ricevette numerosi messaggi e rivelazioni dal Cielo. Molto conosciuta in Francia, diverse persone la invocano ogni giorno e affermano di avere ricevuto per mezzo di lei favori di ordine temporale ma soprattutto grazie di ordine spirituale. La sua fu una vita costellata da eventi soprannaturali: estasi mistiche, profezie - molte delle quali si sono verificate -, dialoghi con santi e sante nel Cielo, rivelazioni sulla Chiesa, la Francia, l'Italia e il mondo. Le sue visioni apocalittiche annunciano castighi e distruzioni radicali: «La crisi verrà per tutti repentina, i castighi saranno universali e si succederanno uno dopo l'altro senza interruzione». I suoi messaggi profetici sono spesso indicatori dei tempi difficili che si stanno approssimando per la Chiesa cattolica in particolare, che attraverserebbe una fase di decadenza mai vista prima. Marie-Julie avrebbe ricevuto le stigmate in quanto si offrì quale vittima espiatrice per i peccati dell'umanità e riferì di un «matrimonio mistico con Cristo». Durante una delle estasi, la Vergine le chiese la realizzazione di uno scapolare - di cui diede una descrizione precisa - in grado di fornire una protezione speciale. Non sempre compresa, anzi anche osteggiata da una parte del clero, morirà a La Fraudais il 4 marzo 1941. Don Stanzione riporta nel suo testo numerose testimonianze di medici che l'hanno assistita e di laici, sacerdoti e alti prelati con i quali è stata in contatto.
Tutti conoscono don Oreste Benzi come infaticabile apostolo della carità, nessuno conosce, e nemmeno immagina, un don Benzi infaticabile lettore e studioso. Eppure il sacerdote riminese fin da giovane amava approfondire leggendo libri di teologia, Sacra Scrittura, spiritualità, psicologia, psicanalisi, attualità sociale. Ai giovani indicava e regalava libri. Per lui il cristianesimo era l'irruzione di un uomo nuovo nella storia e tutto ciò che è umano rientrava nei suoi interessi. Valerio Lessi ha indagato sugli oltre 2.600 volumi lasciati nella sua biblioteca, ed il risultato è una inedita biografia culturale del sacerdote dalla tonaca lisa.
Un'antologia di lettere personali - non d'ufficio - del Card. Giuseppe Siri, Arcivescovo di Genova (1946-1987) ai suoi sacerdoti: testimonianze della sua paternità e - in filigrana - della sua spiritualità, delle sue adamantine convinzioni teologiche, della sua intensa fede, del suo profondo amore alla Chiesa, della sua limpida, assoluta coscienziosità, umana e pastorale.
La Vita Hieronymi Savonarolae, scritta in latino nei primi decenni del 1500, è maturata in un ambiente di discepoli e sostenitori del frate. La biografia è un'opera complessa in cui apologia e narrazione agiografica si intrecciano per manifestare la verità e lasciarne testimonianza ai posteri. Il Savonarola conosciuto da G.F. Pico non è solo il profeta per la riforma della Chiesa, ma è il santo taumaturgo, artefice di tale riforma. L'idea del Savonarola mandato da Dio a restaurare la Chiesa diviene esplicita nella redazione definitiva della Vita in cui è argomentato il puntuale parallelismo tra la storia di Cristo e quella di Savonarola.
Uomo dei paradossi, gigante spirituale le cui radici affondano nel protestantesimo e si nutrono della tradizione cattolica e ortodossa, Frère Roger incarna lo slancio ecumenico che ha caratterizzato la seconda metà del Novecento. Ma chi era davvero Roger Schutz? Un profeta? Un fondatore? Un amico dei più poveri? Una figura spirituale carismatica in ascolto dei giovani? Partendo quasi dal nulla, questo figlio di pastore protestante svizzero è riuscito a raggiungere le periferie delle nostre società, nonostante i numerosi ostacoli che dovette superare a livello istituzionale e i tanti dubbi che lo attanagliarono lungo tutto il corso della sua esistenza. Fino alla morte violenta nel 2005, proprio nel cuore della comunità religiosa che aveva fondato tanti anni prima a Taizé. Grazie a un’impressionante mole di documenti e scritti originali alcuni inediti provenienti dagli archivi della comunità, e alle testimonianze delle numerose persone che lo hanno conosciuto, questa biografia, al tempo stesso storica e spirituale, rivela tutta la portata della figura di Frère Roger per la Chiesa del XX secolo. Dalla Seconda guerra mondiale al Concilio Vaticano II, dalle contestazioni giovanili del ’68 alla caduta del comunismo, Sabine Laplane traccia il ritratto di un protagonista dell’ecumenismo, che ha saputo indicare ai giovani e non solo la via di un "pellegrinaggio di fiducia sulla terra" più attuale che mai.
 
 
 
 
