The Holy See's diplomatic action during the pontificate of Pius XII (1939-1958) was undoubtedly multifaceted and adapted to fluid political conditions, from the tragedy of the Second World War to a new world order animated by a desire for peace, but indelibly marked by the divisions fostered by the Cold War.
It was Pius XII's firm conviction, nurtured since the final years of the pontificate of his predecessor Pius XI, that only in the return to a truly Christian civilisation and a worldview inspired by Christian principles could a sufficiently strong antidote to the evils of war, atheism and materialism be found, providing a a solid basis for a new international order that would ensure lasting world peace.
This inner conviction had to reckon, especially after the end of the Second World War, with the emergence of an idea of Western civilisation conveyed by the growing processes of economic, political, cultural and social globalisation as an organic entity, animated by the same basic democratic values and a capitalist development model, with the United States dictating the agenda, in contrast to an Eastern bloc, under the grip of communist ideology.
This volume seeks to examine how-and to what extent-the actions of papal diplomacy, from the outbreak of the Second World War to the end of Pius XII's pontificate, engaged with or expressed distinct conceptions of the West, particularly in light of newly available archival evidence from the Vatican archives.
ROBERTO REGOLI (Rome 1975) is Full Professor of Contemporary Church History at the Pontifical Gregorian University. He writes on the history of the papacy, Roman Curia and papal diplomacy. He is a member of several academic and cultural institutions in Europe and the US. He has written, edited or co-edited numerous books, most of which have focused on the dynamics of Papal governance. He has also founded journals and a publishing series focused on the history and thought of Catholicism.
PAOLO VALVO (Milan 1984) is Associate Professor of Contemporary History at the Faculty of Education of the Università Cattolica del Sacro Cuore and international correspondent of the Academia Mexicana de la Historia. He is a member of a number of scientific and editorial boards of journals and a publishing series in Italy and abroad and has published several volumes and essays on the Holy See's diplomacy in 20th century Europe and Latin America.
NICHOLAS JOSEPH DOUBLET (Pietà, Malta 1983) is a Senior Lecturer at the University of Malta, and lectures in Church History at the Faculty of Theology, in Archival sciences in the Department of Library information and Archive Sciences. He 1S also the Diocesan Archivist of the Archdiocese of Malta and has served as the chairperson of The Jesuits' Church Foundation. His main research interest is in Vatican diplomacy in the contemporary period.
La rivoluzione digitale che stiamo vivendo è l’ultima delle tante conosciute dall’umanità, specie negli ultimi due secoli, vedi la rivoluzione industriale. Oggi, però, il quadro è molto più complesso e mette in discussione l’umanità dalle sue fondamenta. Una sfida che chiama in causa anche la Chiesa e il papa. Come Leone XIII, l’omonimo predecessore a cui si ispira, anche Prevost non vuole sottrarsi al confronto col proprio tempo e rilancia la dottrina sociale cattolica, che ha avuto avvio con la Rerum Novarum. In questo libro si offrono dati, spunti e riflessioni, oltre al dialogo dell’autore con noti "esperti" che, alla luce della propria esperienza, propongono una lettura originale del cambiamento in atto e delle attese che suscita l’attuale pontificato.
È fuori dubbio che le storie del ritrovamento della santa Croce abbiano sostanziato e diffuso il culto e la venerazione del Legno santo; si è trattato di un avvenimento che avrebbe presto cambiato il modo di pensare e di rappresentare il simbolo della Croce. All’inizio del cristianesimo sono ben quattro le feste in onore della santa Croce (Venerdì santo adorazione della Croce, 3 maggio ritrovamento, 7 maggio apparizione, 14 settembre esaltazione) poi ridotte a due (7 maggio e 14 settembre). L’insegnamento veicolato dai racconti sulla santa Croce, nel corso del tempo, ha condizionato profondamente anche la vita e il culto delle chiese d’Oriente e d’Occidente. Le storie del ritrovamento della santa Croce sono un tesoro per la Chiesa, leggendole tra le righe ne viene fuori la bellezza e la forza della Croce che, onorata ed esaltata, diventa segno di speranza e di salvezza. Ri-leggere oggi la Croce in un contesto di «guerra mondiale a pezzi», per i credenti non è facile, forse è più facile svuotare il segno della Croce della sua «potenza» di amore e perdono, far finta di niente e andare avanti ma, come avvertiva papa Francesco, così facendo «non siamo discepoli del Signore»; la Chiesa andrà avanti solo se confessiamo «l’unica gloria: Cristo Crocifisso». Il 7 ottobre 2023 un «anticroce» è esplosa nella Terra del Signore, quella della morte e dell’odio, della vendetta e della guerra. Una «croce» oscura e malvagia frutto della cattiveria degli uomini. Una croce di morte che è entrata nella vita di israeliani, palestinesi e cristiani avvelenandone i cuori e le menti. Nella Croce, ricorda il patriarca Pizzaballa, «ritroviamo tutta l’umanità sofferente: le ingiustizie, le guerre, i soprusi, le umiliazioni, il grido di dolore di ognuno». Il volume è arricchito da fonti antiche, basilari per comprendere l’avvenimento, e da alcuni interessanti testi patristici riguardanti l’adorazione e le feste in onore della santa Croce.
Il patriarca Marco, donato dal Signore alla Diocesi di Venezia, ha lasciato un segno nella vita delle persone che ha incontrato. Uomo di grande umanità, di una fede radicata nella Parola di Dio, ha guidato la Chiesa di Venezia dal 1978 al 2002. Poi, da patriarca emerito, si è dedicato alla cura delle persone, a suggerire risposte a chi cercava Dio nella propria vita. La sua residenza di San Barnaba era diventata un punto di riferimento per chi cercava un sostegno per la propria fede o una voce amica nei momenti difficili della vita. Don Valerio Comin, che lo ha sempre affiancato e sostenuto dal suo arrivo a Venezia fino alla sua morte, è diventato l’amico fedele, il suggeritore di rapporti buoni con le persone, il sostegno nei momenti di fatica legati alla vecchiaia. In questa intervista è lui, don Valerio, che ci racconta l’uomo patriarca Marco, nei suoi aspetti di vita più intimi, quelli meno conosciuti, ma che lo hanno reso grande e molto amato. Prefazione di Giulio Giuliani.
In nome della croce, migliaia di uomini e donne attraversarono mari e deserti per liberare il Santo Sepolcro, difendere l’onore cristiano o inseguire fortuna e terre. Le Crociate sono tra gli eventi più affascinanti e controversi della storia medievale: imprese epiche e sanguinose in cui si mescolavano religione, politica e desiderio di redenzione. Ponendo attenzione al sistema di valori che rende comprensibili le scelte di protagonisti che si muovono entro un orizzonte culturale profondamente diverso dal nostro, il presente volume ripercorre le otto Crociate ufficiali — dalla chiamata di papa Urbano II nel 1095 fino alla caduta di Acri nel 1291 — insieme alle spedizioni minori e alle imprese popolari, e restituisce un quadro chiaro e documentato. Tra santi e imperatori, battaglie leggendarie, pellegrinaggi e scomuniche, il racconto di Luca Crippa guida il lettore a comprendere, superando i luoghi comuni, cosa furono davvero le Crociate: un fenomeno complesso e vivo, che ancora oggi risuona nel nostro linguaggio e nella nostra visione del mondo.
Questa raccolta dei maggiori interventi dell'arcivescovo sudafricano è stata pubblicata per festeggiarne il 50° anniversario di consacrazione episcopale. Sono articoli e capitoli di libri composti tra il 1960 e il 1996, con alcuni dei discorsi pronunciati durante il concilio Vaticano II. L'autore pone nel cuore delle sue proposte alcuni aspetti fondamentali del suo episcopato, affrontando tematiche centrali nella sua azione: l'importanza della comunicazione della fede; la connessione tra spiritualità e società; l'impegno verso sfide sociali quali Apartheid, AIDS e aborto; la tutela dei diritti; i rapporti tra religione e politica; il rinnovamento della vita cristiana; il concilio Vaticano II.
«Di poco inferiori agli angeli»: così ci descrive la Bibbia. Se gli esseri umani sono tanto vicini ai celesti messaggeri di Dio, forse lo scarto risiede proprio nella nostra sessualità e in ciò che scegliamo di farne? Per millenni il cristianesimo ha influenzato il modo di intendere l'amore, il desiderio e la famiglia, ma nell'ultimo mezzo secolo abbiamo assistito a una svolta cruciale nel nostro approccio alla sessualità e all'identità di genere. Se un tempo le dispute teologiche riguardavano dogmi come la Trinità, oggi sono le questioni più intime dell'esistenza umana a divenire fonte di nuove riflessioni, nonché di nuove divisioni, in un'epoca di straordinarie trasformazioni sociali. Con questo libro, Diarmaid MacCulloch, professore emerito di Storia della Chiesa all'Università di Oxford - arrendendosi al destino, nonché alla vocazione, dello storico - si adopera per disturbare «molti fatti da tempo indisturbati» e ci propone un illuminante riesame del passato. Dalle ambiguità delle antiche scritture, che invitano a nuove interpretazioni, alle ribellioni silenziose di monaci e mistiche; dalle riforme radicali di Lutero, che condussero all'abolizione del celibato clericale, all'Illuminismo, che sfidò convenzioni religiose secolari ridefinendo il rapporto tra ragione, fede e passioni umane, vedremo come il cristianesimo si sia costantemente reinventato di fronte a sfide inattese. Un percorso intellettuale che incoraggia la comprensione e, dunque, costituisce un potente antidoto alla paura, che è sempre, in fondo, paura dell'ignoto. Mostrandoci come concetti quali il celibato, la monogamia e l'omosessualità siano stati ridefiniti, repressi o celebrati a seconda delle epoche, queste pagine fanno affiorare un messaggio tanto semplice quanto necessario: la storia del cristianesimo è fatta di contraddizioni e di straordinaria complessità, così come lo sono i desideri, i timori e le speranze più profonde dell'umanità.
«È il lavoro teologico, salutare e necessario, nel quale si inscrive la ricerca di Gabriele Chiruzzi, cui va un infinito ringraziamento. Oggi c'è il rischio che Amoris Laetitia non venga adeguatamente recepita per ciò che è: l'ultima tappa della posizione dottrinale della Chiesa sul matrimonio. L'ultima tappa in attesa della prossima, che la farà sicuramente evolvere ancora lentamente, come un vestito che deve essere adattato ai cambiamenti del corpo d'un bambino in crescita. Il matrimonio è per essenza una [...] pietra angolare della società e della Chiesa e a questo titolo ha una dimensione istituzionale imprescindibile: non ci si sposa solo per sé stessi! Allo stesso tempo è l'avventura intima più grande di una vita. Questa pietra angolare è una pietra viva. A questa pietra viva rende omaggio Gabriele Chiruzzi con il suo impressionante lavoro di sintesi, d'audacia e d'equilibrio» (dalla Prefazione del cardinale Jean-Paul Vesco O.P.).
Nell’opera è presentato il testo di don Bosco "Il più bel fiore del Collegio Apostolico ossia la elezione di Leone XIII" edito nel settembre 1878. Si tratta del risultato di un’esperienza unica, poiché don Bosco è stato a Roma dal 22 dicembre 1877 al 26 marzo 1878 sempre in contatto con il Vaticano alla morte di Pio IX e alla elezione di Leone XIII. Il testo è stato redatto principalmente dopo il 20 di febbraio. Questo testo permette di comprendere come don Bosco nel contatto con questi due Papi fosse fortemente impegnato sia nei rapporti con l’arcivescovo di Torino mons. Gastaldi che nella concessione dei privilegi alla Società Salesiana e delle Missioni d’Oltreoceano. A questo si aggiunge la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore affidatagli dal Papa Leone XIII nel 1880. Si tratta di presentare sia il testo edito da don Bosco sulla elezione del nuovo Papa che i suoi rapporti con il Vicario di Cristo, i quali permettono di comprendere l’apertura di don Bosco verso il nuovo Papa e l’intervento di Leone XIII nelle attività sottolineate di don Bosco e come questi sia riuscito a realizzarle. Presentazione di Roberto Colameo.
Il papato rinascimentale è stato oggetto di un'ampia e consolidata produzione storiografica, che ne ha esplorato i molteplici aspetti politici, culturali e istituzionali. Manca tuttavia, in questo panorama, uno studio sistematico sul rapporto tra papato ed eucaristia. Questo volume intende colmare tale lacuna, mostrando come il sacramento del Corpo di Cristo non soltanto fosse al centro della devozione papale, ma rappresentasse anche un fondamento teologico e simbolico della concezione del potere pontificio sviluppatasi nel tardo Medioevo. La ricerca si concentra innanzitutto sulla celebrazione della solennità del Corpus Domini alla corte pontificia, dedicando particolare attenzione alla processione eucaristica, momento culminante della festa, in cui si riflettevano dinamiche curiali, gerarchie ecclesiastiche e messaggi politici. Il libro affronta inoltre un aspetto ad oggi poco indagato: la riluttanza dei papi rinascimentali a celebrare personalmente la Messa, cui preferivano, invece, assistere. Se questo fenomeno è stato interpretato da alcuni studiosi come un segno di "secolarizzazione", l'autore ne propone qui una lettura più contestualizzata, legata alla sacralità del ruolo papale e alla liturgia come spazio di rappresentazione teologica. Lo studio si fonda su un'ampia base documentaria prodotta presso la corte pontificia tra XV e XVI secolo, e riserva particolare rilievo alle testimonianze dei maestri delle cerimonie, i cui diari e trattati offrono uno sguardo privilegiato sulla vita rituale della Curia romana e sulla costruzione simbolica del primato papale. Ne emerge un affresco ricco e inedito del ruolo dell'Eucaristia nella liturgia pontificia e nella visione del papato tra Medioevo ed età moderna.
Maria, tra i testimoni del Vangelo, è unica: il suo fiat, il suo ruolo nella salvezza, la sua vita con Gesù e il suo influsso sulla prima comunità cristiana la rendono una maestra che, con le sue parole, i suoi silenzi e i suoi gesti, insegna che cosa significhi essere veri discepoli.In ognuno dei sedici capitoli di cui è costituito il volume, l'autore si cala nel tempo e nel mondo in cui è vissuta Maria, raccontandone la storia dal di dentro, facendo rivivere dialoghi e sentimenti che immagina abbiano segnato la sua esistenza; quindi propone un'attualizzazione dell'episodio narrato, con un linguaggio concreto e coinvolgente, e infine suggella la «contemplazione» con una preghiera in tema.
"It is the peace of the risen Christ. A peace that is unarmed and disarming, humble and persevering. A peace that comes from God, the God who loves us all, unconditionally" Pope Leo XIV