Ognuno di noi è una missione su questa terra. Riscoprire la bellezza e l'urgenza di rispondere a tale missione significa trasformare gli spazi della quotidianità in occasioni di incontro, di crescita, di impegno, di meraviglia: in una parola, di fraternità. In un mondo diviso e sconvolto da venti di guerra e inimicizia, scegliamo di metterci all'opera per costruire ponti, per aprire porte, per colmare distanze, per ritrovare volti e storie di vita oltre i numeri e i luoghi comuni. Abbiamo bisogno di cibo per sostenerci nell'impresa. Queste pagine, bagnate di vangelo, possono essere discrete compagne di cammino nel viaggio di una vita che non si rassegna, ma sceglie, come può, di lasciare il segno. Il fratello è e rimarrà sempre dono e prova. È il mistero dell'amore. In questo binomio si gioca tutto il nostro desiderio di comunione. Proprio nella lotta tra due opposti sperimentiamo spesso la sorpresa di sentirci raggiunti da un amore capace di sfidare l'alterità, senza più subirla come limite ma godendola semmai come opportunità. Anche oggi siamo chiamati a decidere se essere lupo o agnello, mercenario o pastore, la sposa o la prostituta. A noi la scelta.
Le grandi distopie immaginate da Orwell o da Huxley esprimevano la propria visione degli orrori del mondo solido-moderno abitato da produttori e soldati irreggimentati e ossessionati dall'ordine. Essi credevano nei sarti su misura, cioè nella possibilità di confezionare un futuro su ordinazione. Temevano gli errori di misurazione, i tagli scadenti o la corruzione dei sarti, ma non pensavano certo che le sartorie potessero fallire e scomparire. Le distopie del presente rappresentano un mondo in cui i sarti non ci sono più, in cui ci si crea da sé il proprio futuro che nessuno controlla, né vuole o sa controllare. In un mondo come questo non può che crescere lo scoramento e il disfattismo, l'incapacità di agire e la sensazione di essere condannati a soccombere. Eppure, secondo Bauman, questa è soltanto la descrizione di quello che stiamo vivendo. Non è vero che è «sempre la stessa storia»: il futuro non si deduce dal presente, il futuro non è un destino. Ancora una volta Zygmunt Bauman illumina, legge, interpreta e traduce ogni piega del tempo che viviamo.
Donne devianti, donne criminali, donne detenute, binomi complessi da affrontare e, soprattutto, da analizzare di fronte alla complessità del genere e alle implicazioni che emergono nel nuovo, diverso, loro coinvolgimento nelle organizzazioni malavitose. Il volume ripercorre l’evoluzione di donne di camorra che, grazie agli interventi ri–educativi del trattamento penitenziario, scoprono il proprio potenziale partendo da una revisione critica del loro vissuto e dei reati commessi, realizzando un percorso ideale che aiuta a comprendere gli elementi di forza e debolezza di un sistema penale che, nonostante le carenze, è ancora la strada per l’inclusione e la valorizzazione del capitale umano.
Proponendosi di fare il punto sulla situazione dell'analfabetismo religioso in Italia, il libro presenta tre letture, sul versante sociologico (Franco Ferrarotti), storico (Francesca Cadeddu) e giuridico (Marco Ventura). La nostra terra impregnata di religione, per storia e cultura, presenta il paradosso di un'ampia diffusione di idee e informazioni confuse, accompagnata dall'accumulo di pregiudizi e fantasie, con conseguenze nefaste sul piano sociale. Alla luce di questo gli autori lanciano un grido d'allarme e l'invito a una presa di coscienza del problema, per porvi al più presto rimedio.
Ed. bilingüe promovida por la Federación Agustiniana Española
Traducción, notas e índices de Pío de Luis Vizcaíno.
Las Enarrationes in Psalmos pueden verdaderamente ser catalogadas como una «enciclopedia del pensamiento de san Agustín», ya que son el fruto de más de treinta años de trabajo y predicación del Obispo de Hipona, y en ellas ha quedado recogido su pensamiento espiritual y teológico. Por esta razón pueden considerarse, junto con Las Confesiones y La Ciudad de Dios, como las obras más significativas del Hiponense. Por la densidad escriturística, teológica y ascética de estos comentarios, por la claridad y unción con que se explican en ellos el sentido literal y las aplicaciones espirituales del texto sagrado, por la actualidad de la orientación práctica que imparten, esta obra de san Agustín ofrece al lector moderno valores extraordinarios.
El libro comprende una serie de entrevistas realizadas a Sebastián Gayá sobre su vida y sobre el nacimiento y propagación del Movimiento de Cursillos de Cristiandad. Ambas vidas están tan íntimamente relacionadas que con mucha dificultad, por no decir imposibilidad, podría relatarse la una sin la otra. Acompañan a las entrevistas numerosos testimonios de personas que le conocen bien, así como una serie de documentos y fotografías que corresponden a alusiones hechas por Sebastián a lo largo de dichas entrevistas.
Sebastián Gayá Riera, nace en Felanitx (Mallorca) el 30 de julio de 1913 y al día siguiente es bautizado. Fue ordenado sacerdote el 22 de mayo de 1937. A lo largo de su vida sacerdotal desempeña diferentes funciones entre las que podríamos destacar: en Mallorca, Iniciador del Movimiento de Cursillos de Cristiandad, Canciller Secretario del Obispado; en Madrid, Viceconsiliario del Secretariado Nacional de Cursillos, Prelado Doméstico de su Santidad con el consiguiente título honorífico de Monseñor.
El Movimiento de Cursillos de Cristiandad, inicia su andadura con el primer Cursillo impartido del 7 al 10 de enero de 1949, en San Honorato, en el monte de Randa (Mallorca). Sin embargo, venía gestándose mucho antes de esa fecha. Ya desde 1945 en la Escuela de Dirigentes, de la que Sebastián era director, los jóvenes mallorquines se prepararon con ilusión y esfuerzo para la Peregrinación Nacional a Santiago de Compostela que tuvo lugar el 28 de agosto del año 1948.
La notable disminución del número de cristianos hace más evidente que nunca la centralidad del tema de la misión de la Iglesia, incluso en Occidente. No es suficiente detenerse en la constatación de que la Iglesia es misionera por naturaleza o en la llamada de la urgencia de una nueva evangelización. Es necesario preguntarse cómo la Iglesia puede ser misionera hoy sin abdicar de su propia identidad y cómo hacerlo en el contexto cultural actual, marcado por la secularización, los efectos de la globalización y la experiencia cotidiana del pluralismo religioso. Con ayuda de una rica reflexión filosófica y antropológica sobre el tema, este volumen propone la vía del don como posibilidad para repensar la misión eclesial. El resultado es un camino convincente en el plano teológico y rico en ideas para la praxis pastoral de nuestras Iglesias. Es un libro útil para que la llamada urgente a una Iglesia misionera en salida no se convierta en un eslogan vacío de contenido y de profundidad espiritual para la vida de los creyentes y de las comunidades cristianas.
Roberto Repole (Turín, 1967), se licenció y doctoró en Teología Sistemática en la Pontificia Universidad Gregoriana. Arzobispo de Turín desde 2022 fue creado cardenal el 7 de diciembre de 2024 por el papa Francisco. Es miembro de la Comisión Episcopal para la Educación Católica, las Escuelas y las Universidades de la Conferencia Episcopal Italiana y, desde 2024, miembro del Dicasterio para la Doctrina de la Fe.
Título de la edición original: Il dono dell’annuncio. Ripensare la Chiesa e la sua missione. Traducido del original italiano por Sol Corcuera Urandurraga.
Ogni giorno nell'Ufficio di corrispondenza del Papa arrivano migliaia di lettere, disegni e messaggi dei bambini. I più piccoli si rivolgono a Francesco con fiducia e confidenza, spesso in maniera buffa e fantasiosa, aprendogli il cuore sulle loro paure e le loro speranze: la scuola e i nonni, la pace e la guerra, Totti e Messi, la tv e la fede. In questa raccolta, i pensieri delle "letterine" incontrano le parole del Pontefice, che racconta di sé, della sua Prima Comunione, della propria infanzia. Perché, dice Papa Francesco, "solo i bambini possono insegnarci di nuovo a sorridere e a piangere". Età di lettura: da 6 anni.
Una ristretta schiera di Tecnotitani - a capo di imprese come Amazon, Google, SpaceX e Meta - detiene le redini del progresso tecnologico alimentando disuguaglianze laceranti, consumismo di massa, concentrazioni di potere e ingenti speculazioni finanziarie. È il "tecnocapitalismo" di cui Loretta Napoleoni offre un ritratto accurato e impietoso, e che mina alle fondamenta la democrazia e la società tutta. Per l'autrice, a minacciare il futuro è soprattutto la rapidità della trasformazione tecnologica: quanto più le innovazioni si susseguono dirompenti, tanto più i mostruosi profitti dei Tecnotitani si dilatano, a danno di salari e diritti del resto di una popolazione gettata in preda all'ansia. Come se non bastasse, le criptovalute e l'intelligenza artificiale applicata agli scambi di Borsa stanno gonfiando nuove bolle finanziarie destinate a scoppiare, mentre la corsa allo spazio viene appaltata alla voracità di nuovi Baroni. Tecnocapitalismo è un invito a riappropriarsi della tecnologia - e del futuro -, perché solo mettendo l'innovazione al servizio della collettività e del bene comune possiamo evitare il disastro sociale ed ecologico.