Al suo inizio e fino alla sua "esplosione", il mondo di internet ha promesso di dare un volto nuovo all'intera umanità: al suo modo di comunicare, di presentarsi al mondo, di informarsi e farsi conoscere, ma anche al suo modo di decidere, di investire, di governare. Oggi assistiamo a una fase di profonda crisi di tutto questo: la moderna "torre di Babele" un mondo unito in cui tutti parlano la stessa lingua e si sentono allo stesso titolo cittadini sta per crollare, per generare una probabile nuova dispersione dei linguaggi e delle esperienze. Gli scricchiolii del grande edificio sono diversi: non riusciamo più a stare in rete con i nostri corpi e le nostre voci, non sappiamo più chi siamo e cosa pensiamo, non possiamo fidarci di nulla, né compiere un passo verso un nuovo progresso, di cui abbiamo smarrito ogni mappa. Il crollo è inevitabile. Cosa ci attende all'indomani del clamoroso evento? Un mondo connesso, ma forse non più così dipendente, che non conosciamo ancora.
Molti oggi pensano spontaneamente Satana come un piccolo demone rosso con le corna, una coda appuntita e un forcone in mano. Questa visione del diavolo, in realtà, si è sviluppata nel corso di molti secoli e sarebbe risultata estranea agli autori dell'Antico Testamento, dove la figura dell'Avversario fa la sua prima comparsa. I primi testi che menzionano Satana - anzi, nell'Antico Testamento si dice sempre «il Satana» - lo ritraggono come un agente di Dio incaricato di fare giustizia dei malfattori. Nel corso del tempo, però, quella figura evolve e viene considerata più come un nemico di Dio che come sua longa manus. Alla fine questa mutazione, su Satana ricadrà la colpa di tutta una serie di problemi. Ryan Stokes spiega magistralmente lo sviluppo della tradizione su Satana nelle Scritture ebraiche e nella letteratura del primo giudaismo, descrivendo i processi interpretativi e creativi che hanno trasformato un agente di Dio nell'arcinemico del Bene. Esplora come l'idea di una figura celeste quale Satana sia stata innestata nel problema del male e sia stata caricata della colpa di tutto ciò che va storto nel mondo. Svela le molteplici sfumature di fenomeni quali la tentazione, il peccato e il male potenzialmente fatale che, sin dai tempi antichi, hanno afflitto l'umanità. E che ancora oggi sono tra noi. Si tratta di una monografia scientifica sulla storia delle credenze su Satana: questa indagine aggiorna in modo importante i lavori preesistenti, soprattutto per quanto riguarda la comparsa della figura di Satana nel contesto precristiano. Prefazione di John J. Collins.
Calendario liturgico quotidiano per il Rito romano dalla I domenica di Avvento. Nell'anno liturgico 2026 si segue il Ciclo domenicale e festivo dell'Anno A e il Ciclo feriale II (anno pari). In appendice sono aggiunti sinteticamente gli snodi fondamentali del Calendario liturgico per il Rito ambrosiano, ugualmente dalla sua I domenica di Avvento sino alla domenica conclusiva dell'anno liturgico.
Settimane 26-34, anno dispari. QUESTA SERIE DI COMMENTI E GUIDE ALLA LECTIO DIVINA E`UN SUSSIDIO DI FORMIDABILE UTILITA E STIMOLA LA PREGHIERA E LA RIF
Verità e amore: in questo binomio si può compendiare tutta l'eredità del pontificato di Benedetto XVI. Come ben emerge da questo volume, in cui sono raccolti gli insegnamenti più significativi del suo illuminato magistero, egli infatti si è prodigato nel dimostrare che il vero senso della vita consiste nella ricerca della verità e nel dono di sé nell'amore. Per raggiungere questa meta è necessaria però una convinta e coerente affermazione del primato di Dio, uno dei temi sui quali Benedetto XVI ha maggiormente insistito. Così, nell'orizzonte di una "nuova evangelizzazione", il suo impegno primario è stato quello di far riscoprire tale primato, soprattutto in quei Paesi di antiche radici cristiane, dove è stato smarrito a causa di una mentalità secolarizzata, materialistica ed edonistica. Lungo tutto il suo pontificato, da teologo e da pastore, Benedetto XVI si è fatto umile compagno di viaggio in questo comune cammino verso una fede sempre più consapevole e matura, che non si accontenta di ciò che ha trovato, ma che ogni volta cerca nuova luce, nella gioia dell'incontro col Signore risorto.
Per Padre Pio, la messa rappresentava il fulcro della vita spirituale e il compimento del suo sacerdozio. Era molto più di una semplice celebrazione religiosa: il frate delle stigmate stava ore all'altare, dove riviveva la passione e la crocifissione di Cristo. Questo saggio-inchiesta affronta gli aspetti più mistici della vita del Santo di Pietrelcina, come le stigmate e la lotta contro il demonio, e li contrappone al contesto socioculturale degli anni Sessanta, anni di profonde trasformazioni nella Chiesa e nella società. Secondo Padre Pio, infatti, le forze del male cercavano di distruggere il sacrificio eucaristico: da qui il suo desiderio di offrire ogni messa in riparazione dell'indifferenza con cui era celebrata da altri sacerdoti.
Questa Cristologia deriva dal corso tenuto da Dietrich Bonhoeffer, allora giovane docente di teologia sistematica, nell'anno in cui Hitler venne nominato cancelliere del Reich (1933). Quel corso rappresentò il vertice massimo della sua attività accademica all'Università di Berlino. Essendo andato perduto il manoscritto originale, il testo - qui nella rigorosa edizione critica - è stato stabilito sulla base degli appunti presi dagli svariati uditori del corso. Il filo conduttore di questa Cristologia è «Cristo come centro». In questo principio sono tenuti insieme l'ascolto, pieno di gratitudine, della cristologia del cristianesimo antico e della Riforma, la revisione critica di posizioni della teologia contemporanea, ma anche l'appassionata ricerca del Signore che si fa incontro alla sua comunità nella Parola e nel Sacramento. La "teologia dal basso" trova già qui il primo avvio. E già qui tende al titolo cristologico più semplice che si possa pensare - e che più tardi Bonhoeffer stesso enuncerà: Cristo come «l'Uomo per gli altri». «La Cristologia di Bonhoeffer, ricostruita da Eberhard Bethge sulla base di appunti presi quasi sotto dettatura, ci si presenta come un testo ricchissimo, a volte troppo denso rispetto alle questioni che solleva. In questo modo ci restituisce però la profondità di quelle lezioni che - poderoso sforzo di sistematizzazione delle questioni più urgenti nel dibattito filosofico e teologico dell'epoca - impressionarono gli uditori e che, a detta dello stesso Bonhoeffer, gli costarono più fatica di qualsiasi altro corso universitario» (Dalla Introduzione di Alberto Conci).
I Vangeli sono da trattarsi solo come racconti gnoseologici, congegnati per rispondere alle domande chi è Gesù e come riconoscerne l'identità, oppure anche quali veri e propri racconti di risoluzione, rispondenti alla domanda che cosa succede con la storia di Gesù? Riconoscibili quali racconti di ricerca, sono di fatto qualificabili anche in relazione agli effetti/affetti suscitati dalla singolare missione di Gesù. L'analisi di circa sessanta episodi, tra Vangelo di Luca e Atti, mostra come il profilo della tipologia e della synkrisis, che si propone di correlare strettamente episodi in rapporto alla storia di Gesù o alle vicende della chiesa apostolica primitiva, valga pure per la dimensione di ricerca, cui non solo Gesù, ma anche i discepoli missionari dopo la sua risurrezione si ritrovano sottoposti volta per volta. Lo studio adotta il metodo narrativo, intento a evidenziare il conflitto dei punti di vista, in quanto produttori di tensione narrativa.
Esistono libri buoni per una stagione soltanto e altri, più fortunati, che hanno una vita più lunga; infine ci sono i long seller, destinati a essere letti e riletti e a tornare più e più volte con vesti grafiche sempre differenti negli scaffali delle librerie. È questo il caso di Gesù Zero, forse il testo più significativo nella produzione di Paolo Curtaz. Scritto per le tante persone che sentono simpatia nei confronti del Nazareno, ma che sono frastornate e confuse dalle molteplici parole che si dicono su di lui, Gesù Zero è un libro per chi crede di credere e per chi crede di non credere. In un mondo che considera Gesù irrilevante e lo conosce appena, è dallo Zero che occorre ricominciare per (ri)scoprirne la figura.
Biografia spirituale e intellettuale di una delle sante più note di tutto il mondo. Jean de Saint-Cheron sceglie una prospettiva particolare per raccontare Teresa: non la ragazza tutta «fiori e crocifisso» che una certa vulgata ha trasmesso, ma la donna che per tutta la vita ha lottato contro se stessa per imparare ad amare tutti: una vera e propria «guerriera» dell'amore, santa perché ha capace di combattere, e vincere, la «buona battaglia della fede». Un testo appassionato, scritto in maniera impeccabile, da uno degli autori cattolici più in auge oggi in Francia.