Una delle opere più imponenti, sia per ampiezza che per profondità, della letteratura religiosa cattolica è certamente la Mistica Città di Dio di Maria di Gesù di Ágreda (1602-1665), suora spagnola della congregazione delle Concezioniste francescane. Pur avendo subìto, appena dopo la sua pubblicazione, anche sospetti ed accuse di mancata ortodossia, in seguito fortunatamente superati, resta ancora oggi una fonte copiosissima di informazioni, riflessioni ed elevazioni spirituali. Il pregio del lavoro di don Sabatino Sciorio - oltre alla buona introduzione, che inquadra la vita dell'autrice, i contenuti e la forma del testo, e alle puntuali riflessioni che ne attualizzano il messaggio -, è stato quello di ritenere della poderosa opera di suor Maria di Gesù solo gli elementi più significativi per il lettore moderno, eliminando in questa sorta di antologia le numerose immagini, tipiche della teologia mariana del tempo in cui essa è stata redatta, che rendevano Maria eccessivamente lontana dalla concretezza con cui la ritraggono i libri del Nuovo Testamento, che invece l'autore ha posto all'inizio delle meditazioni della suora, proprio per esplicitarne il valore. In questo modo la pubblicazione di questo testo basilare della spiritualità mariana non soddisfa solo l'esigenza storica di recuperarlo alla memoria, ma si offre come utile strumento per la meditazione cristiana delle donne e degli uomini che vogliono approfondire la conoscenza di Maria e che, soprattutto, vogliono farsi accompagnare da lei nel cammino quotidiano di conversione.
Madeleine Delbrêl (1904-1964) figura sempre più amata, citata e apprezzata, non smette di accompagnarci sulle strade del nostro mondo. La sua esperienza umana, la sua intuizione profonda di un Dio presente in mezzo agli uomini di ogni condizione, la sua scrittura fine e persuasiva fanno di lei una fonte d'ispirazione - e di azione - per tutti. Questi testi, tratti dall'insieme delle sue opere complete, in una varietà di stili letterari, invitano all'incontro e alla fiducia. Autrice di opere importantissime come Noi delle Strade, La gioia di credere, ha sempre provato il desiderio di partire in mezzo ai non credenti e ai poveri per vivere il Vangelo. Attualmente è aperta la sua causa di beatificazione.
Padre Vittorio Trani, da ormai cinquant'anni, è un vero e proprio testimone vivente delle trasformazioni avvenute (e di quelle mancate!) in un mondo, quello del carcere, che per tanti resta, purtroppo, un oggetto ancora misterioso. Lo scopo del libro - conversazione appassionata e appassionante fra un cappellano e due giornalisti -: far luce sull'aspetto umano dell'esperienza detentiva e sulla necessità - che impegna tutti, nessuno escluso - di approcciarsi ai temi della pena e dell'esecuzione penale nel solco tracciato dalla nostra Carta Costituzionale. Una sorta di diario del carcere e sul carcere scritto attraverso l'incontro quotidiano con le persone recluse e con le loro storie intrise di sofferente umanità. Prefazione di Pietro Parolin. Postfazione di Antonio Rizzolo.
Stare accanto al malato nell'ultimo tratto della sua esistenza; esserci, per alleviarne la sofferenza fisica, psichica e per dare ascolto ai suoi bisogni spirituali; accompagnarlo con umanità, sapendo che è l'unica risposta possibile alla concezione vitalista, giovanilista e salutista che si sta incuneando nella nostra cultura, con il rischio di tentazioni eutanasiche. Esiste una via della dignità, per i malati, che è l'accompagnamento palliativo. Questo libro lo afferma attraverso la testimonianza di un medico geriatra e palliativista. Alcune riflessioni teoriche e molte storie concrete, toccanti, vissute a casa con malati terminali e con le loro famiglie.
L'amicizia è un caleidoscopio di affetto, simpatia, onestà, altruismo, comprensione reciproca, compassione, fiducia. È poter esprimere i propri sentimenti, accettare le differenze e anche commettere errori senza timore d'essere giudicati dall'amico. Questo libretto racconta una storia dei colori che può essere la storia dell'amicizia, e anche la nostra storia.
Attraversiamo tempi quanto mai incerti. La pandemia, la guerra, la crisi climatica, politica e sociale hanno reso il presente un terreno fragile su cui camminare, e il futuro un'incognita che fa paura. In un simile contesto, mantenere accesa la luce della speranza diventa un compito sempre più arduo. Eppure, quella luce, per quanto flebile, continua a splendere. E splende con forza tra le pagine di questo volume, in cui papa Francesco, alla soglia del decimo anno del suo pontificato, riprende il senso degli interventi di riforma del Vaticano e della Chiesa da lui attuati da quel 13 marzo del 2013 e, nelle riflessioni offerte a Hernán Reyes Alcaide, giornalista suo conterraneo, disegna il mondo che vorrebbe vedere realizzato attraverso dieci richieste in nome di Dio. Con la sua voce limpida e diretta, mantenendosi fortemente ancorato all'attualità e riprendendo non solo le parole dei Vangeli, ma anche di pensatori, scrittori e artisti - da Camilleri a Dostoevskij, da Dante Alighieri a Banksy -, Francesco si rivolge a tutti, credenti e non, per pregare per una casa comune pacificata, liberata dalla povertà, custodita per le generazioni a venire, con le porte aperte al prossimo; per un'umanità che ripudia ogni tipo di abuso, riconosce la dignità di ciascuna persona, le pari opportunità di donne e uomini e non usa il nome di Dio per fomentare le guerre. Perché, se è vero che il mondo ci appare oggi un luogo cupo e inospitale, la strada per uscire dalle tenebre esiste, tracciata da tutti coloro che, grazie all'amore e con l'aiuto di Dio, si fanno ogni giorno «pellegrini di speranza», il motto scelto dal Santo Padre per il Giubileo del 2025: come questo libro, un invito di Francesco a camminare insieme verso la luce.
«Ecco uno di quei libri destinati a diventare fedeli compagni di strada, manuali di noi stessi, letti e riletti, prestati e regalati. Quelli che trovi al volo nella biblioteca di casa perché li sai cari e preziosi, e dove si finisce per sottolineare quasi tutto, infilando post-it o piegando orecchie nelle pagine, per ricordarsi dov'era quella frase così precisa che non l'avremmo saputa dir meglio» (dalla Prefazione di Francesco Ognibene). La neuropsichiatra Mariolina Ceriotti Migliarese continua il viaggio iniziato con L'alfabeto degli affetti: qui si concentra su come emozioni e affetti danno forma alle nostre relazioni, a partire dal mondo delle relazioni familiari, mai scontate, nelle quali si può imparare a fare pace con i propri limiti e a far fiorire il proprio desiderio: perfetti, imperfetti e in cammino come tutti noi siamo.
La fede che ci porta a scoprire Dio, come in un polittico, è posta al centro di altri elementi quali la Parola, il silenzio e la storia. Dio va incontro agli uomini, anche a quelli che non lo cercano, è in cammino sulle loro strade; un dialogo oltre la quotidianità, una presenza che si insedia in un travolgente rapimento, sempre nel rispetto della piena libertà dell'uomo. Anche il dolore, l'ottusa cattiveria dell'uomo e il male fanno parte di questo cammino. Nel suo messaggio striato di lacrime la parola del profeta Geremia insegna a far sbocciare in ogni giorno di questo cammino la scintilla di una stella. Gianfranco Ravasi riflette sul mistero del male e della sofferenza nella storia dell'umanità. Sono pagine profonde e universali per ritrovare il coraggio di lottare e di sperare nonostante la crisi e l'oscurità del tempo presente. Ogni meditazione è una scheggia, che sui passi del profeta Geremia pungola il lettore a risvegliare la propria coscienza per riconoscere nel dolore una strada per incontrare Dio, se stessi e il prossimo.
La narrazione del Sé, specialmente nel rapporto con l'altro, costituisce un esercizio fondamentale nella tensione verso la comprensione della vita e del mistero, come risulta dallo studio dei testi mistici. Un percorso di scrittura che nel tempo ha visto un protagonismo femminile altrimenti inedito nella storia della letteratura. Attraverso un confronto fra i primi scritti autobiografici di Chiara Lubich e quelli di altre personalità significative del '900, come Etty Hillesum, Madeleine Delbrêl, Itala Mela, Giorgio La Pira e Divo Barsotti, emerge come il linguaggio mistico, inteso come lingua speciale dell'amore, apra il testo a sorprendenti possibilità di conoscenza, nonché di costruzione, della realtà. Un confronto che mette in evidenza anche le potenzialità e le caratteristiche proprie della scrittura femminile e maschile.
Il libro segna un percorso a servizio delle parrocchie, delle comunità, dei singoli fedeli, per aiutarli a entrare nel tesoro stupendo del Vangelo della domenica (anno liturgico A, Vangelo di Matteo), giorno del Signore. Per ogni domenica e festa: un commento essenziale, chiaro e spontaneo nel linguaggio, con un taglio decisamente "pastorale" nelle sue meditazioni, nate dalla predicazione parrocchiale; una citazione, un aforisma o una breve storia; e infine una preghiera.
Comincia il nuovo ciclo di commenti alle letture della domenica, delle Solennità e di alcuni momenti-forti dell'anno liturgico, per accompagnare il cammino di fede dei credenti attraverso la liturgia. Un discorso immediato, ma incisivo e provocatorio - che esprime la cordialità del rapporto che l'Autore riesce a stabilire con i suoi interlocutori (studenti, parrocchiani o amici) dà alla sua esperienza fascino nella semplicità, aiutando così il lettore ad accogliere la Sacra Scrittura nella propria vita come lo specchio su cui ci si deve riflettere se ci si vuole dire cristiani. Utile per uso personale di ogni credente, è altresì adatto per sacerdoti o per i gruppi liturgici che vogliano approfondire la Parola.
Nel 1206 il vescovado di Assisi fu teatro di un gesto profetico che sconvolse il suo tempo e continua a interrogare il nostro tempo. Il giovane Francesco, davanti al padre Bernardone e al vescovo Guido, rinunciò a tutti i beni terreni, spogliandosi fino alla nudità, per essere totalmente di Dio e dei poveri. La porta di quel vescovado, sepolta da secoli, è stata oggi riportata alla luce, nel complesso che ormai, a ricordo di quell'evento, ha preso il nome di Santuario della Spogliazione. A quella porta, che scandì diversi momenti della vita di Francesco, il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino dedica questa meditazione. La "porta di Francesco" diventa il simbolo di scelte radicali, a cui ogni nostra esistenza è chiamata. È la porta della decisione, della riconciliazione, del nostro cammino verso l'eterno