Si tratta di un libro su san Paolo come maestro di vita spirituale. L'autore, attraverso tre passaggi che corrispondono ai tre capitoli: - Conoscersi in Cristo - Dimenticarsi per Cristo - Compromettersi con Cristo traccia un itinerario ispirato alle lettere di san Paolo che possa aiutare a diventare cristiani; dei cristiani pronti a tutto per il Vangelo. Ma il grande missionario del primo secolo è credibile come "padre spirituale"?, si chiede l'Autore. Non è forse questa una immagine inconsueta? Certamente nella Chiesa cattolica il Paolo maestro spirituale non ha avuto tanto seguito come nel cristianesimo orientale, anche se la sua riflessione sull'azione dello Spirito Santo non ha pari in nessun altro luogo del Nuovo Testamento. Al di là delle discussioni c'è la convinzione che l'Apostolo possa essere considerato tale per i suoi drammi interiori, profondi e mai banali, e per la sua inattaccabile fiducia nel Dio che perdona e che è contento di noi quando andiamo davanti a lui a mani vuote, senza pretese di giustizia.
Prefazione di Romano Penna.
«Il titolo di questa sezione dell'Opera Omnia indica chiaramente l'oggetto delle opere presentate e subito si può intuire come siamo condotti al cuore dell'esistenza della Chiesa, che vive della Parola e del Pane, nutrendosi alla Tavola dei due alimenti necessari all'esistenza. I volumi di questa sezione hanno una data lontana nel tempo (1949, 1950, 1959-1993, date delle prime edizioni francesi), e tuttavia corrispondono a questioni che oggi sono più che mai importanti e difficili per la teologia e per l'esistenza cristiana; soprattutto, come si vedrà, la questione della lettura e interpretazione della Scrittura. [...] Le opere di de Lubac contenute in Scrittura ed Eucarestia trattano due grandi temi, che coincidono con i fondamenti della fede e della teologia cristiana. La Chiesa, infatti, vive della Parola testimoniata e portata dal Libro, e della Eucarestia, nella memoria di Gesù, celebrazione ma anche sintesi di tutta la storia e del mistero della salvezza. Sono opere che hanno fecondato la riflessione teologica del periodo immediatamente precedente il Vaticano II, e, anche se non citate, hanno nutrito alcuni documenti conciliari tra i più importanti (sulla rivelazione, sulla Chiesa, sulla liturgia). [...] È questo il significato delle opere di de Lubac, che rimangono dei classici della teologia del XX secolo, e proprio perché classici si presentano sempre attuali. Non si può capire la Chiesa senza pensare all'Eucarestia, e viceversa. L'esegesi, ricerca attenta, rigorosa, di tutta la dimensione storica e filologica della Scrittura, ha assoluto bisogno della lettura sempre attenta al "senso spirituale": solo così la Parola vivifica. Altrimenti rimane lettera morta, addirittura portatrice di morte». (Dall'Introduzione di Azzolino Chiappini alla Sezione quinta dell'Opera Omnia)
Stiamo vivendo un tempo prezioso nella vita della chiesa: al centro della sua missione evangelizzatrice è tornata la parola di Dio, favorendo così una rinnovata vita spirituale dei cristiani, singoli e comunità, ma anche fecondando la catechesi e gli spazi di trasmissione della fede. Il presente commento alle tre lettere dell'apostolo Giovanni si qualifica per uno spiccato carattere teologico-spirituale. Arricchito da letture patristiche, ha il pregio di far conoscere meglio alcuni dei testi biblici tra i più penetranti e ricchi di spiritualità del Nuovo Testamento. Le tre lettere - scritte in un periodo in cui le prime comunità cristiane sperimentavano delle difficoltà a rimanere salde nella fede - ripropongono non a caso l'essenza dell'annuncio cristiano nella sua insostituibilità: la comunità cristiana riceve il dono dell'acqua viva del vangelo per poter giungere alla comunione con Dio, ovvero - detto diversamente - per realizzare l'unità tra Parola, Spirito santo e vita cristiana. «Nel metodo di Zevini, nitido e costante, ogni componente strutturale della pagina biblica, ogni sua unità letteraria, anzi ogni suo paragrafo sono illuminati non solo dal riflettore dell'analisi storico-critica, ma anche e soprattutto dalla fiaccola della teologia spirituale, proprio perché quei capitoli non contengono una serie di teoremi trascendenti o di riflessioni elaborate in un contesto tematico astratto. Sono, invece, un annuncio, una "rivelazione" epifanica di Dio all'umanità» (dalla Prefazione del card. Gianfranco Ravasi).
Come individuare e definire le azioni simboliche dei profeti? Perché questi gesti, rari e occasionali nei profeti anteriori, si moltiplicano col passar del tempo e diventano centrali nei libri di Geremia e di Ezechiele? Che cosa dicono a noi, lettori del XXI secolo, questi gesti paradossali e talvolta sconcertanti (Isaia deve camminare nudo e scalzo per tre anni, Geremia non può sposarsi, Ezechiele mangia cibo cotto su sterco di animale, ecc.)? La parola del profeta diventa parte del suo corpo, la Parola di Dio si radica nella carne di un uomo e la trasforma, lo trasforma, per sempre.
Informazioni sull'autore
Donatella Scaiola, laica e sposata, è professore ordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana e professore invitato nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e in altre istituzioni accademiche. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale ed è direttore della rivista Parole di Vita.
Saggio che raccoglie le offese rivolte a Gesù riportate nei quattro Vangeli. Ogni accusa infamante rivela, sub contraria specie, qualcosa di vero su Gesù. L'autore si addentra in campi inesplorati per ritrarre un Gesù dal "basso". (Prefazione di Antonio Pitta).
I grandi libri, sempre, aprono in noi sentieri imprevisti che possiamo a nostra volta imboccare. Poiché non si torna intatti dalla lettura dei grandi libri: il lettore, infatti, è letto dai libri che legge. Leggendo impariamo anche a leggerci, e possiamo così vedere noi stessi in modo diverso. Questo vale ancor più nel rapporto di fede con le Scritture: tramite le pagine di questo libro impariamo a lasciarci leggere con autorità dalla Bibbia, la quale contiene una Parola il cui sguardo può destabilizzarci e imprimere una svolta feconda nella nostra vita.
Giacomo, nella sua lettera, intende mostrare la praticabilità del cristianesimo attraverso un itinerario di fede che coniuga l’ascolto della Parola di Dio e le opere. L’Apostolo esorta a non ridurre la fede a una serie di dichiarazioni verbali, ma ad agire concretamente operando il bene. Utilissima per comprendere la vita delle prime comunità cristiane, la lettera rappresenta una guida per il credente di oggi, chiamato a vivere la sua fede nelle relazioni quotidiane tra prove e dubbi, favoritismi e incomunicabilità; si propone come invito alla riflessione per quanti vivono un cristianesimo stanco e inoperoso. Con i suoi consigli, l’Apostolo Giacomo si rivela un maestro capace di offrire un insegnamento che non ha smarrito la sua attualità e concretezza.
La cura che la ricerca teologica dedica all'indagine del ruolo della Bibbia nell'esperienza della fede cristiana non sarà mai eccessiva. Quest'opera - fruibile sia da chi incontra la teologia per motivi di studio sia da chi vi si accosta per accrescimento personale - sviluppa le categorie proposte ne Il Dio affidabile per definire la centralità della Scrittura biblica, "lingua madre" custodita da ebraismo e cristianesimo, contributo decisivo allo sviluppo della cultura tutta. La rilevanza della Bibbia si delinea a partire dalla sua descrizione come rivelazione attestata, legata in modo canonico alla figura di Gesù e all'inaudita identità del Dio di cui è Parola. La scrittura è peraltro corpo vivo: le forme e le forze di quel testo agiscono tracciando lo spazio ospitale per ogni umano e le modalità della sua accoglienza ecclesiale e liturgica. Entrando in dialogo con i principali apporti forniti dalla teologia fondamentale, dall'esegesi biblica e dall'estetica della lettura, Sequeri guida alla scoperta delle occasioni di pensiero e di maturazione umana che la Bibbia continua a generare. «Questo libro è il frutto della ripresa di un tema che mi sta molto a cuore, sul quale ritengo che la teologia cattolica non abbia ancora realizzato una concentrazione adeguata» (Pierangelo Sequeri).
Il titolo del libro si lascia ispirare dal verso contenuto in una celebre lirica ("Anch'io sono una formica") del romagnolo A. V. Reali, padre cappuccino e artista a tutto tondo, nonché apprezzato biblista. "LA CREPA DELL'ESSERE", che in queste pagine vuol essere "tentata", coincide paradigmaticamente con l'apertura sul fianco del Crocifisso, culmine della rivelazione cristologica come verità di Dio, secondo il racconto del Quarto Vangelo (cfr. Gv 19,34). L'interrogazione del testo biblico, avvalendosi della preziosa convergenza fra questioni teologiche e prospettive filosofiche, permette di focalizzare con efficacia i due fuochi irriducibili della serie di analisi proposte nel libro, sotto il segno delle metafore soglia e dis-chiusura. A partire da questo riscontro inedito, sono compulsate in modo particolare le riflessioni di Giorgio Agamben e Jean-Luc Nancy, due tra i più rappresentativi pensatori del contemporaneo. Dalle loro speculazioni soglia e dis-chiusura ricavano tratti di inconfondibile originalità, mentre emerge l'intreccio danzante di una reciproca co-appartenenza: mai l'una senza l'altra, tanto fuori dal racconto quanto all'interno dell'intrigo evangelico. Attorno ad esse ruota l'insieme delle considerazioni qui suggerite ed intimamente connesse con snodi teologici attualmente assai rilevanti, tra i quali sono quantomeno da menzionare il carattere messianico dell'ospitalità; il realismo della immaginazione e la sua mediazione indispensabile nel costituirsi del riconoscimento teologale... Grazie all'ausilio fornito dagli approcci biblico e filosofico il libro si propone finalmente di istruire una prospettiva teologico-ermeneutica sul fenomeno del cristianesimo in quanto tale. Potrà in questo modo contribuire ad aprire uno spazio teologico per la progettazione dell'evento cristiano, sotto il segno dell'oscillazione figurale tra soglia e dis-chiusura, nell'oggi della post-modernità.
Nei capitoli dal 13 al 17 del Vangelo secondo Giovanni, che vengono proposti alla meditazione dei Gruppi di Ascolto della Parola, Gesù è impegnato a raccontare, attraverso gesti e parole, la natura intima dell'amore, che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Egli dichiara, in una sorta di testamento definitivo, qual è la natura profonda della condizione umana: noi siamo al mondo per imparare a lasciarci amare e a coinvolgerci nell'avventura dell'amore. Il fatto stesso che siamo al mondo è avere tra le mani una ricchezza clamorosa. Perché la creazione è il continuo atto d'amore con cui il Creatore fa spazio alle sue creature e il suo impegno affinché, nel tempo, esse diventino se stesse.
Mi pare felice l’espressione “donne impertinenti” che raccoglie in questa categoria donne che si distinguono non tanto per la loro grazia e femminilità, quanto piuttosto per il loro agire non convenzionale facendo cose, talvolta, del tutto inaspettate…
È importante, come sottolinea l’autore, ricordare il paradigma teologico soggiacente al libro dei Giudici che si rinnova nel corso della narrazione ed è costituito di quattro elementi fondamentali: la descrizione del male commesso da Israele (soprattutto il peccato di idolatria); la conseguente ira del Signore; la sottomissione di Israele alla forza dei suoi nemici; Dio che suscita un giudice-liberatore per portare a compimento il suo disegno di salvezza.
(dalla presentazione di Massimo PAZZINI)
Gabriele Maria CORINI (1975), discepolo del Cardinale Martini, licenziato in Scienze Bibliche ed Archeologia presso lo SBF di Gerusalemme (2003), ha conseguito il Dottorato in Teologia Biblica alla FTIS di Milano (2008). Membro dell’Associazione Biblica Italiana, è docente stabile di Sacra Scrittura presso l’ISSR regionale ligure, di ebraico e Profeti – Scritti presso la FTIS di Milano e parroco dell’Antica Collegiata di S. Ambrogio in Alassio (Sv).
È autore di numerose pubblicazioni a tema biblico, pastorale e spirituale, tra cui L’amico dello sposo. Storia di un’amicizia straordinaria con Carlo Maria Martini (2013); Contro la sciatica del cuore. Spunti biblici sulla divina Misericordia (2015); Non rimanere caduti. Le quindici malattie dell’amore cristiano secondo Papa Francesco (2016); Chi non serve non serve. Il volto bello dell’amore cristiano (2017); La riforma del cuore. L’Evangelium Gaudium come pratica della vita nel Vangelo secondo Matteo (2018) e Giudici. Introduzione e commento (2018); Israele tra memoria e identità. L’alleanza di Moab come manifesto programmatico della memoria fondatrice d’Israele (2018); I verbi della familiarità cristiana (2020); Donne impertinenti. L’intreccio narrativo al femminile nel Libro dei Giudici (2021).