Questo libro parla dellaTrinità e racconta innanzitutto la storia dell’evento pasquale, della morte e resurrezione di Gesù di Nazaret, perciò un libro che parla di Dio e quindi anche dell’uomo: nella Pasqua, accolta come evento trinitario dell’amore, può essere letto il senso e la speranza della storia.
La Trinità nel suo rivelarsi salvifico si presenta come origine, presente e avvenire del mondo e si lega al vissuto personale e collettivo dell’uomo.
Un libro che si sforza di pensare l’incontro fra il mondo di Dio e il mondo degli uomini, che si consuma nella storia umana e ci è rivelato in Gesù Cristo. A questa storia la teologia non si presenta come semplice soluzione di tutti i problemi, come parola «forte» che ignori la faticosa mediazione storica dell’amore: al contrario la teologia è consapevole di essere parola «debole», anche se confida, e non può non confidare, che nella sua debolezza venga a manifestarsi la «debolezza di Dio», che è stoltezza più sapiente dei sapienti, e impotenza più potente dei forti.
Destinatari
Studiosi, sacerdoti, studenti
Autore
Bruno Forte, nato nel 1949 a Napoli, ordinato sacerdote nel ‘73, dottore in teologia nel ‘74 e in filosofia nel ‘77, è stato fino al 2004 Ordinario di teologia dogmatica nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Ha trascorso lunghi periodi di ricerca a Tubinga e a Parigi.L’8 settembre 2004 è stato ordinato vescovo nella cattedrale di Napoli dall’allora cardinal Joseph Ratzinger. Membro del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani e di quello per la Cultura, nel giugno 2005 è stato eletto Presidente della Commissione Episcopale per la Dottrina delle Fede, l’Annuncio e la Catechesi della Conferenza Episcopale Italiana. Delle sue opere (molte delle quali tradotte in varie lingue) le principali sono la Simbolica Ecclesiale (Edizioni San Paolo, Milano) in otto volumi e la Dialogica (edizioni Morcelliana, Brescia) in quattro volumi.
La spiritualità classica afferma che la perfezione umana è trascendente e situata nell'oltre; desiderare di ottenerla quaggiù è un'illusione incapace di distinguere fra il temporale e l'eterno. Non dovremmo sognare di realizzare la felicità e la perfezione in questa "valle di lacrime", in questo regno di duhkha, sofferenza e dolore. La sensibilità spirituale contemporanea si ribella contro questo atteggiamento. L'uomo e la donna contemporanei non attenuano la loro sete di infinito, ma si rifiutano di credere che la via che porta alla perfezione umana debba passare attraverso l'abbandono e il deprezzamento dei valori umani, o che stia semplicemente al di sopra di essi. Non rinunciano al trascendente, ma non vogliono essere separati dall'immanente. Mancano però ancora esperienze in questa direzione; abbiamo bisogno del coraggio di osare nuovi esperimenti, di provare a immaginare una nuova identità spirituale, laica, libera da appartenenze e identificazioni troppo strette o rigide. I quattro volumi del "Breviario universale" raccolgono oltre 500 testi di preghiere, a cui si aggiungono 900 letture appartenenti a diverse tradizioni e i relativi commenti spirituali che l'autore ha raccolto e distribuito nei 365 giorni dell'anno. Uno strumento da usare, più che un libro da leggere, una via per coltivare la dimensione spirituale che ci connota nel più profondo del nostro essere, rendendoci fratelli e sorelle in una comune umanità. Un'opera che si propone di ridare voce allo straordinario patrimonio d'insegnamenti di tutte le più grandi tradizioni sapienziali dell'Oriente e dell'Occidente, da quella induista a quella cristiana, da quella ebraica a quella buddhista, da quella islamica a quella taoista.
Pagine scelte, linguaggio semplice, tante immagini e un glossario finale per conoscere i gesti e le parole con cui Gesù si dona agli uomini e la promessa di un'amicizia davvero speciale.
Chi si chiedesse «che cosa è il diritto amministrativo» potrebbe partire, per ottenere una risposta, dalla propria esperienza. Ripercorrendo con la memoria le tappe fondamentali della sua vita egli sa che quando è nato, suo padre è andato a dichiararlo al municipio perché quell'evento fosse annotato nei registri dello stato civile; che a cinque anni è stato iscritto in una scuola pubblica; che al termine degli studi ha conseguito un diploma di scuola media secondaria; che grazie a quel titolo ha potuto frequentare l'università; che dopo la laurea ha dovuto superare un esame di Stato per esercitare la professione che tuttora svolge (di avvocato o di ingegnere o di medico). Se colui che si è posto la domanda ha abbandonato precocemente gli studi ed è andato a fare l'operaio, sa che il suo datore di lavoro e lui stesso versano mensilmente a un istituto di previdenza i contributi in vista della costituzione di un capitale col quale gli verrà pagata la pensione quando avrà cessato di lavorare: e li hanno versati, i contributi, perché erano obbligati a farlo. Se si è sposato, lo ha fatto in municipio davanti al sindaco o a un suo delegato che ha annotato il matrimonio, sempre sui registri dello stato civile; se si è sposato in chiesa, ciò è avvenuto davanti a un celebrante che, al termine della cerimonia, ha svolto quella stessa funzione che avrebbe svolto il sindaco se si fosse sposato in municipio. Se si è dato al commercio, ricorda di averlo potuto fare solo dopo che ha ottenuto dal Comune l'autorizzazione ad aprire bottega ed ha ricevuto da altro ufficio l'autorizzazione ad attrezzare i locali in conformità a un progetto elaborato in funzione dell'attività commerciale. Il nostro immaginario personaggio ricorda che nel corso della sua vita ha avuto diecine di incontri con uffici pubblici: incontri e spesso scontri. Come quando, dopo aver chiesto un permesso, se lo è visto negare, o quando ha ricevuto dall'ANAS la comunicazione della imminente espropriazione di un terreno di sua proprietà o quando, diciottenne, si è visto recapitare al suo indirizzo la cartolina precetto che lo chiamava alle armi. In tutti questi casi il privato ha come interlocutore un apparato pubblico, una pubblica amministrazione: un'entità con la quale entra in rapporto o perché è costretto a farlo - se non fosse autorizzato non potrebbe costruire la casa che intende realizzare sul suo terreno - o perché ha un interesse a farlo (ce l'ha, questo interesse, quando chiede un contributo sul capitale necessario ad un investimento produttivo) - o perché questo rapporto lo subisce (negli esempi fatti: l'espropriazione e la chiamata alle armi). Se poi il nostro uomo domanda perché è stato costretto ad instaurare questi rapporti o perché ha dovuto subire l'iniziativa di un pubblico ufficio volta a limitare la sua libertà o la sua proprietà, si sentirà rispondere che ciò è avvenuto nell'interesse pubblico. L'interesse pubblico all'ordinato uso del territorio che subordina la facoltà di edificare ad un permesso rilasciato dal Comune; l'interesse pubblico all'apertura di una nuova strada o all'allargamento di una strada esistente che esige il sacrificio di una parte del suo terreno; l'interesse pubblico alla difesa della patria che gli ha imposto di prestare il servizio militare. Ma che cos'è questo interesse pubblico?
Noto per aver elaborato il famoso “paradosso di Böckenförde” – uno Stato liberaldemocratico presuppone la scelta per la libertà dei suoi cittadini - è questo l'autore che ha fatto proprio il dilemma del rapporto della religione nello stato secolarizzato, esaminandone il legame essenziale, gli sviluppi teorici attorno a questo legame e le contraddizioni. Questi sono i saggi più significativi da lui elaborati sul rapporto tra cristianesimo, libertà e democrazia e che pongono le basi per le sue tesi più mature. Il volume, da un lato, permette di avere una visione più completa del pensiero teologico-politico di uno tra i più significativi intellettuali tedeschi contemporanei; dall'altro, ha la funzione civile di introdurre nel dibattito su religione e politica prospettive di pensiero di ampio respiro, fondate su di una profonda cultura giuridica e teologica nutrite da un'attenta analisi storica.
La celebrazione della messa può ancora parlare al cuore delle culture contemporanee o rischia di restare prigioniera di forme lontane dalla vita reale? In un mondo sempre più plurale, questa domanda è quanto mai urgente. Mondi diversi, un unico pane affronta con lucidità e profondità il tema dell'inculturazione liturgica, quel processo vitale attraverso cui la fede si radica nelle culture. La tesi è chiara: l'inculturazione non è un semplice adattamento, ma un incontro reciproco tra vangelo e cultura - pratiche, simboli, immagini, linguaggi.?i?i? esplora il legame profondo tra liturgia ed espressioni culturali. I saggio si muove con rigore tra fondamenti storici e teologici, orientamenti del magistero e casi concreti, come il recente rito amazzonico. Ne emerge una visione dinamica e creativa del celebrare, capace di parlare alle realtà più diverse. L'opera invita a riscoprire la liturgia non come un'eredità semplicemente da conservare, ma come una forma capace di rendere visibile il mistero cristiano nella carne delle culture.E, qui, ?i?i? si muove con maestria, affrontando una sfida cruciale per la chiesa di oggi, chiamata a celebrare un solo mistero in mondi sempre diversi.
La Storia dell'Italia contemporanea si apre con il primo dei quattro volumi dedicati al profilo politico delle vicende italiane degli ultimi due secoli nello scenario internazionale. Dopo l'Introduzione di Andrea Ciampani all'intera opera, nella prima parte del volume Roberto Balzani affronta i processi di maturazione, spesso difformi e competitivi, delle aspirazioni nazionali e delle richieste liberal-costituzionali, elaborati nel susseguirsi di accelerazioni e pause che segnarono gli Stati italiani nel quadro europeo. Il loro sovrapporsi, per effetto di scelte politiche e militari e di eventi accidentali, portò infine a misurare il confronto sulla modernizzazione liberale nella Penisola sul metro dell'esperienza piemontese. Nella seconda parte, Carlo M. Fiorentino segue l'evoluzione dei percorsi avviati alla fine del biennio 1848-1849, richiamando le disillusioni riformiste e le proposte di un impossibile ritorno al passato, pure presenti in vari Stati italiani a fronte della via europea all'unità nazionale perseguita da Cavour. Dopo la proclamazione del Regno d'Italia, il giovane Stato unitario si consolidò affrontando problemi di equilibrio interno e di dissidenza sociale, trasferendo la capitale da Torino a Firenze e combattendo la guerra per il Veneto.
Le fragilità del sacerdote vanno tenute in considerazione non per giustificare i suoi errori, ma per prevenirli, così che possano anche essere d'aiuto nella sua formazione personale. Partendo dal tema della vanità, intesa come il rischio di perdere l'essenza del proprio servizio, l'autore arriva a esplorare la sfida dell'affettività, considerando che una formazione eccessivamente rigida può generare distacco e freddezza nei rapporti con la propria comunità. Lungo il cammino, si affronta anche il pericolo dell'ipocrisia, una maschera che può celare la vera identità del presbitero, minando la sua autenticità e indebolendo l'efficacia di ogni azione evangelica. Attraverso le pagine si illuminano aspetti nascosti del ministero ordinato, delineando un itinerario di crescita interiore che invita all'umiltà, alla trasparenza e a una rinnovata autenticità.
Aggiunte spartiti inseribili nel raccoglitore cartonato Dio della mia lode, contenenti parti vocali, testi e accordi.
Tutti i testi sono ispirati alla Sacra Scrittura.
La raccolta contiene alcuni elementi di novità che l’avvicinano al sentire musicale giovanile, pur tenendo presente la migliore tradizione musicale del Rinnovamento nello Spirito.
I brani sono validi per la preghiera, l’evangelizzazione, il concerto, la catechesi, il semplice ascolto. Testi e arrangiamenti sono caratterizzati da uno stile moderno e sono fruibili sia da un pubblico di giovani sia di adulti.
Formato 29,7x21 cm
Esortazione apostolica di Papa Francesco sulla fiducia nell'amore misericordioso di Dio in occasione del 150° anniversario della nascita di Santa Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo. Un testo che, partendo dalla spiritualità propria della santa preferita da papa Francesco, allarga il suo orizzonte alla misericordia di Dio.