Il volume affronta il tema dell’abuso di potere nelle società del passato e del presente da una prospettiva transdisciplinare. Da un lato, vengono sviluppati approcci metodologici e schemi di analisi dal punto di vista della filosofia e della teoria della storia, della didattica della storia, degli studi letterari, dell’antropologia, della storia della Chiesa e della religione. Dall’altro lato, i contributi trattano casi di studio che prestano particolare attenzione all’Olocausto, alla violenza di massa e alla guerra, alla storia della schiavitù, alla storia missionaria e agli abusi sessuali. L’attenzione si concentra sulle narrazioni della memoria, sulla politica della storia, sul rapporto tra storiografia, memoria pubblica, restituzione e riparazione, ma anche sull’empowerment e la partecipazione della società civile e delle vittime di violenza nella creazione della memoria pubblica, di spazi di commemorazione e di memoriali relativi a casi di abuso di potere.
È venerabile, è monsignore, e vescovo ma soprattutto è sacerdote don Tonino, che infatti si faceva chiamare così anche dopo la nomina episcopale. Lui incarna davvero la figura del "pastore con l’odore delle pecore": è sempre stato un pastore tra la gente, per la gente. Costruttore di pace, ha sentito forte l’impegno sociale e ha lottato contro ogni forma di ingiustizia; è stato un uomo capace di vivere il suo tempo seminando e vivendo la "buona notizia" del Vangelo e ancora oggi «non smette di aiutarci, gettando il seme della sua Parola, perché raggiunga la terra buona che è quella del nostro cuore» (Cardinale Matteo Maria Zuppi) e che ci chiama a saper riconoscere negli altri, soprattutto nei poveri e negli ultimi, il volto di Gesù.
Nel 1939, mentre le truppe di Hitler si apprestano a incendiare l’Europa, Simone Weil svolge alcune riflessioni sulla catastrofe che prende forma sotto i suoi occhi, evidenziando come quegli accadimenti così terribili rientrino perfettamente nell’alveo della politica occidentale, a partire dalla Roma antica e passando per Luigi XIV e Napoleone. Weil utilizza non il racconto del presente ma le cronache degli storici greci e romani, che vissero un’altra immane sciagura, frutto dei propositi di dominio dell’Impero romano.
¡Estudiad el Catecismo con pasión y constancia!
¡Dedicadle tiempo!
Estudiadlo en el silencio de vuestro cuarto, leedlo con un amigo, formad grupos de trabajo y redes, intercambiad opiniones en Internet.
Sí, tenéis que estar más profundamente enraizados en la fe que la generación de vuestros padres.
Papa Benedicto XVI (del Prólogo)
Cosa accade quando un popolo, assediato dalla paura e dalla guerra, eleva a Dio una preghiera? Questo libro guida il lettore dentro tre pagine decisive della storia biblica, in cui i re di Giuda - Ezechia, Giòsafat e Asa - affrontano invasioni militari straniere non con strategie belliche, ma con l’arma potente della preghiera. Le loro parole, tramandate nei libri storici dell’Antico Testamento, sono, dalla storia della monarchia divisa in poi, le uniche preghiere esplicite dei re di Giuda durante un assalto militare: grida di fiducia che cambiano il corso degli eventi e aprono una via di pace. L’autore, con un’analisi rigorosa dei testi biblici e un attento confronto con le fonti extra-bibliche, mostra come la preghiera sia molto più di un gesto religioso: diventa strumento narrativo, svolta letteraria e chiave teologica. Nel periodo esilico - quando il tempio non esisteva più e il sacrificio era impossibile - e durante la successiva era della ricostruzione, la preghiera assume un ruolo centrale, diventando, insieme alla Torah, il cuore della fede e il luogo in cui Israele rielabora la propria identità. Il lettore scoprirà così come le suppliche dei re, nate tra assedi e minacce, abbiano forgiato la memoria d’Israele e offerto alla comunità post-esilica un modello di formazione, di speranza e comprenderà che queste antiche invocazioni parlano ancora oggi: insegnano ad affidarsi a Dio nelle crisi personali e collettive, a riscoprire la preghiera come forza capace di trasformare il cuore e gli eventi storici, di aprire sentieri di luce anche nelle notti più oscure.
Allan Schore ripercorre qui l’evoluzione del concetto di inconscio da astrazione intangibile e metapsicologica a funzione psiconeurobiologica di un cervello tangibile. L’integrazione delle più recenti scoperte nella neurobiologia e nella psicologia dello sviluppo consente una comprensione più profonda dei meccanismi dell’inconscio. Citando studi che incrociano differenti discipline, Schore elabora in modo convincente una base neurologica per le sue concettualizzazioni teoriche e applica queste riformulazioni a rilevanti questioni cliniche legate alla vulnerabilità, al trauma, alle differenze sessuali e all’autismo.
Oggetto di questo volume sono alcuni luoghi dedicati a san Michele Arcangelo che sorprendentemente si dispongono lungo una linea retta che corre dall’Europa settentrionale fino al Medio Oriente. In particolare, l’autore prende in considerazione San Michele al Monte Gargano, la Sacra di San Michele della Chiusa, Mont Saint Michel, Saint Micheal’s Mount all’estremo della Cornovaglia, lo scoglio roccioso di Skellig Micheal in Irlanda e, procedendo invece verso sud, l’isola di Simi del Monte Carmelo. L’analisi si sviluppa prendendo in considerazione il simbolismo legato alla figura dell’arcangelo a partire dai suoi attributi iconografici ( la lancia, la spada, la bilancia ecc.) e anche alcuni elementi antropologici ed esoterici legati alla civiltà megalitica e alle popolazioni indoeuropee. Così, un passo alla volta, si svelano i misteriosi legami che collegano tutti questi luoghi, attraversando il tempo e lo spazio.
Il numero 10/2025 di Limes, in uscita l’8 novembre, s’intitola Tutti contro tutti, e fa il punto sulla rivoluzione globale in corso. Il volume si interroga sulle conseguenze dell’avvicinamento tra Cina, Russia e India, che avviene in un contesto di profondissima crisi sia degli Stati Uniti d’America sia dei paesi europei, che oscillano tra paura e sdoganamento della guerra. La prima parte - Acrobazie cinesi, russe e indiane - analizza le relazioni tra Pechino, Mosca e Delhi, probabilmente mai così vicine. Eppure le divergenze contano - e pesano - tanto quanto le affinità. Il caso dell’Artico, dove Pechino cerca di competere coi russi, segnala infatti come l’alleanza tra i due paesi sia tutto tranne che scontata, anche in virtù di profonde diffidenze storiche. Stesso discorso vale per l’India, che pur non rinunciando al multi-allineamento continua a guardare con attenzione ai movimenti della Cina. Pechino non nasconde più la sua potenza, ma Mosca e Delhi non hanno intenzione di diventare suoi meri partner di minoranza. La seconda parte - dedicata a L’America e il nemico di dentro - indaga la vera causa di questo riallineamento: la crisi d’identità degli Usa e i tentativi, portati avanti dall’amministrazione Trump, di dar vita a un vero e proprio cambio di regime. Di particolare interesse sono la pubblicazione di un’Antologia dei nazionalisti, che riassume il clima politico-ideologico che muove i progetti identitari e geopolitici del movimento Maga, e i resoconti di due viaggi: uno nelle stanze del potere di Washington e uno lungo la Route 66. Pur ambientati in luoghi diversi sotto ogni punto di vista, i due diari trasmettono la stessa sensazione di sfascio e spaesamento. La terza parte - intitolata Europe in guerra - fa il punto sulle ambizioni veterocontinentali riguardanti la guerra in Ucraina. Pur immaginando diversi scenari possibili, ciò che emerge da questa sezione è come gli europei continuino ad avere idee molto diverse gli uni dagli altri, oltre che mezzi non sempre sufficienti a dar seguito alle loro parole. Il caso tedesco è a tal proposito emblematico, mentre l’approfondimento sul fronte Nord della Nato mostra come la postura dei paesi della regione sia irriducibile a quella di altri membri dell’alleanza. Noi italiani in primis.
Ecco, dunque, il punto di partenza: una mappa. Come quelle dei viaggiatori antichi: una carta un po’ ingiallita, stesa con attenzione su un tavolo di legno. Per scoprire che non c’è nessun confine naturale, nessun luogo geografico dove sia possibile affermare che abbia inizio l’Oriente. C’è invece un solo unico immenso macrocontinente, dove le divisioni tra Europa e Asia non sono geologiche ma umane, culturali e politiche. In questo libro Alessandro Vanoli racconta la storia di come l’Oriente ha contribuito a costruire l’Occidente. Una storia fatta di viaggi, mercanti e guerre e che parla di spezie, di gioielli e di pietre preziose, ma anche di un’infinità di scoperte, dalla bussola allo zero, al divano. Ma in parallelo racconta anche come, proprio assieme a questa progressiva mescolanza, si sia costruita sempre di più una contrapposizione culturale, ideologica e politica. Perché erano in Oriente il giardino dell’Eden e le immense ricchezze sognate da Alessandro Magno, ma erano a Oriente anche i barbari e i più terribili mostri. E di secolo in secolo tutto questo sarebbe stato ripreso e rivisto in forme diverse, fino ai sogni orientalistici più moderni fatti di harem e odalische, di asceti in meditazione ma anche di violenza e di tirannide. Sino al presente, tra spiritualità indiana, ristoranti di sushi e serie televisive coreane, in un mondo sempre più frammentato e segnato dai drammi del Medio Oriente e dal potere della nuova Cina, dove nessuna facile definizione basta ormai a dirci cosa di noi sia Occidente e cosa Oriente.
Padroni del mondo, garanzia e tutela della sicurezza di tutti, gli imperatori romani erano soverchiati dagli obblighi e dai doveri. Eppure una parte importante della loro vita era dedicata all’otium. Cos’era questo tempo libero che si concedevano? Com’era la vita quotidiana degli imperatori lontano da Roma, nelle loro sontuose ville? A prima vista, l’otium, il riposo, non si confà a un imperatore: la sua è una carica che non prevede interruzioni; su di lui grava il peso del mondo; la sua veglia protegge il sonno di tutti e la sua operosità assicura l’otium degli altri. Eppure, per molti imperatori la routine quotidiana era ordinatamente scandita da riposi, letture e pratiche ludiche. Anzi, l’otium era così importante che finiva per diventare un metro di giudizio: Plinio elogiava Traiano come cacciatore e timoniere perché nel suo ritemprarsi rivelava il suo vero carattere. Al contrario, le giornate dei cattivi imperatori, come Nerone, erano invase dai bagordi, al punto da fagocitare tutto il loro operato. Seguiremo la vita quotidiana degli imperatori nelle loro proprietà nella cintura verde che circondava Roma (gli horti) o mentre si muovevano tra le ville del Lazio e della Campania, anche se neanche lì incombenze e preoccupazioni cessavano di perseguitarli.
Il Sole, la stella attorno alla quale orbitano la Terra e tutti i pianeti del sistema solare, è l’astro dominante nel cielo, detta i ritmi della nostra esistenza e non solo. Dalla notte dei tempi l’umanità lo ha adorato e temuto, ma anche studiato e osservato. Oggi le sonde spaziali e i viaggi interplanetari stanno rivoluzionando ciò che sappiamo della nostra stella, aprendo nuovi orizzonti e nuove frontiere.
Roma: fu capitale di un impero, poi poco più di un campo di pecore, prima di ritrovare l’antico splendore a partire dal Dopoguerra. Eleonora nella Città eterna ha trascorso la giovinezza, intrufolandosi di notte nei suoi luoghi proibiti. Dopo aver vissuto altrove per diversi anni, a Roma è poi tornata e in queste pagine ce la racconta con una lingua precisa e dolcemente beffarda. Come ha fatto un popolo così disinvolto a conquistare il mondo? E perché questa città sempre sull’orlo del caos e dell’isteria è così difficile da lasciare? Se pensate che una guida non possa regalare emozioni, cominciate a leggere questa e non riuscirete più ad abbandonarla. Una città, un’autrice, 5 itinerari.