La pandemia come sfida pastorale per la Chiesa (G. Angelini), la pietà popolare come forma peculiare del vissuto della fede e dell'azione testimonial della Chiesa (P. Carrara), il rilievo sistematico della specifica relazionalità della famiglia (Botturi), costituiscono I temi principali dei saggi che aprono il fascicolo. Facendo seguito alle relazioni pubblicate sul numero precedente (Ri-dire Dio. Modelli di teologiafilosofica), vengono ora proposti alcuni interventi, a firma di C. De Florio, M. Epis, D. Albarello e D. Cornati, I quail proseguono il dibattito e aprono nuovi indirizzi di ricerca.
L'opera più importante di don Julio Meinvielle tradotta in italiano in versione integrale, senza censure e fedele in tutto all'originale spagnolo. Questo libro si propone di dimostrare come nel corso della storia vi siano due soli atteggiamenti di vita e di pensiero: uno, quello cattolico, che è la tradizione ricevuta da Dio tramite Adamo, Mosè e Gesù Cristo, il cui insuperato espositore è stato S. Tommaso d'Aquino; l'altro, quello gnostico e cabalistico, che alimenta gli errori dei popoli: quelli pagani, quelli che apostatarono dal primo ebraismo e persino quelli che abiurarono il cristianesimo, così come accade in particolar modo nel mondo moderno. La tradizione perversa prende origine da quella buona, corrotta dalla malizia dell'uomo. La grande tentazione gnostica del "sarete come dèi" attecchisce nel genere umano e lo conduce alla perdizione. È il Mistero della redenzione, che sebbene abbia un frutto esclusivamente salvifico non si compie se non per l'intervento delle due forze - le cattive e le buone. Un libro da studiare profondamente per capire quale sia la vera natura dei mali che ci circondano.
Chi sono i teologi e le teologhe? L’interrogativo deve essere necessariamente posto in forma plurale: non esiste oggi (se mai sia esistita) una “figura-standard”. Differenze di età, di genere, di provenienza sociale e religiosa, di cultura, di sensibilità e di formazione, anche nel pur piccolo contesto italiano, determinano una pluralità di volti e di storie, come mostrano i racconti biografici narrati in questo libro. In tutti i casi, ci troviamo davanti a credenti che ricercano – nel pensiero e nella prassi – unità di fede e di vita nella sequela di Gesù; uomini e donne di Chiesa, uomini e donne che esprimono una parola inquieta e significante; persone responsabili che proprio nel fare teologia offrono il loro contributo al bene ecclesiale e sociale. Un “destino scelto”, una vocazione consegnata, una possibilità scoperta nelle circostanze della vita, un'identità progressivamente costruita, a confronto con gli altri.
Contributi di Marinella Perroni, Antonio Autiero, Enzo Biemmi, Giorgio Bonaccorso, Piero Coda, Cristina Simonelli, Antonietta Potente, Fulvio Ferrario, Paolo Boschini, Sergio Tanzarella, Paolo Gamberini, Andrea Grillo, Simone Morandini, Riccardo Battocchio, Pier Davide Guenzi, Serena Noceti, Claudio Monge, Massimo Faggioli.
Sommario
Prefazione (E. Castellucci). Narrazioni, prismi ed esplorazioni: volti e luoghi di teologia in Italia (S. Morandini - S. Noceti). Esegesi storica come intelligenza della fede (M. Perroni). Teologia morale come passione per l’umano. Un profilo essenziale (A. Autiero). Narrare (E. Biemmi). Percorsi di riflessione (G. Bonaccorso). Nell’humus del Vaticano II: al soffio del carisma dell’unità (P. Coda). Teologia da un altrove (C. Simonelli). Fare teologia è scrutare l’universo fantastico (A. Potente). La teologia che cambia l’esistenza (F. Ferrario). Respirare con due polmoni (P. Boschini) Da una scuola di paese (S. Tanzarella). Pensare al crocevia - Via crucis del credere (P. Gamberini). Autoritratto teologico (A. Grillo). In dialogo: teologia per la creazione (S. Morandini). I «doppi pensieri», il quadro, la cornice, il chiodo (R. Battocchio). Dentro il farsi drammatico della vita e del pensiero. Una traccia del mio lavoro teologico (P.D. Guenzi). Restituiti alla Parola: «Noi» siamo Chiesa (S. Noceti). Interrogare la storia per scorgervi «tracce di assoluto» (C. Monge). Storia, tra Ferrara e gli USA (M. Faggioli). Autrici e autori.
Note sull'autore
Simone Morandini, docente di Teologia della creazione all'Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino in Venezia, di cui è vicepreside, e alla Facoltà Tologica del Triveneto, è membro dell'Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale.
Serena Noceti, docente stabile ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, tiene corsi alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale di Firenze ed è socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane.
Il pluralismo religioso rappresenta uno degli elementi più importanti di un cambiamento in atto, non facile da interpretare, che richiede un ripensamento dell’autocomprensione del cristianesimo.
La prima parte di questo libro tratteggia la ricaduta del pluralismo nella riflessione teologica e nel suo metodo, individuando gli itinerari che hanno condotto all’elaborazione di idee-chiave per interpretare la relazione tra cristianesimo e religioni.
La seconda si concentra sull’esigenza di individuare le coordinate principali per svolgere il compito teologico che scaturisce da un confronto aperto e critico con la riflessione del pluralismo.
Il volume si colloca in una collana di testi rigorosi e agili a un tempo, rivolti soprattutto al pubblico di università, facoltà teologiche, istituti di scienze religiose e seminari.
Sommario
Introduzione. 1. La teologia del pluralismo religioso: identità e metodo. 2. La teologia delle religioni. Un percorso storico. 3. La teologia delle religioni. Alcuni modelli interpretativi. 4. Teologia biblica delle religioni: l’Antico Testamento. 5. Teologia biblica delle religioni: il Nuovo Testamento. 6. La particolare universalità religiosa del cristianesimo. 7. L’evento Gesù Cristo e il pluralismo religioso. 8. Il compito della Chiesa tra dialogo interreligioso e cura della laicità. Considerazioni conclusive.
Note sull'autore
Carmelo Dotolo è professore ordinario di Teologia delle religioni alla Pontificia Università Urbaniana, dove è stato decano della Facoltà di Missiologia. Presidente della Società Italiana per la Ricerca Teologica dal 2004 al 2014 e rieletto nel 2019, è docente invitato all’Università di Urbino Carlo Bo. Alcune sue opere sono tradotte in inglese, spagnolo e portoghese. Fra le ultime uscite: Teologia e postcristianesimo. Un percorso interdisciplinare (Queriniana 2017); Dio, sorpresa per la storia. Per una teologia post-secolare (Queriniana 2020).
Dietrich von Hildebrand, definito da Papa Pio XII: "Il Dottore della Chiesa del ventesimo secolo, con questo testo fondamentale scritto nei primi anni di post-Concilio, volle portarsi al di là dall'antitesi fra "conservatorismo" e "progressismo" nel cattolicesimo; una sua essenziale preoccupazione fu di mettere in evidenza le idee di base legate alla Rivelazione cristiana, abbandonando le quali non si ha più alcun diritto di dirsi ancora cattolici perché ci si espone al pericolo della "secolarizzazione", della negazione di tutto quel che è veramente sovrannaturale. Però l'interesse principale viene portato soprattutto sui problemi riguardanti la religione nei suoi aspetti non di teologia speculativa bensì di vita morale, di devozionalità vissuta in funzione di Cristo. L'amore supremo della Chiesa per tutti gli uomini esige la condanna degli errori in vista di un'unità effettiva che può essere raggiunta solamente nel segno della Verità. L'opera di Von Hildebrand si rivolge quindi sia a chi è strettamente legato all'ortodossia cattolica, sia a chi è interessato alle drammatiche vicende attuali della Chiesa.
Di quanto sia fecondo e ricco il ministero della cura dei malati ci dà testimonianza questo scritto. Non una trattazione di pastorale sanitaria, ma una narrazione esistenziale, una spigolatura di esperienze concrete e toccanti, arricchite da riflessioni spirituali e dalla testimonianza di alcuni pazienti che hanno vissuto - nella luce della speranza cristiana - il momento della prova. In questo suo diario, o zibaldone, come padre Andrea Stefani lo definisce, si rincorrono storie e riflessioni che ci introducono nel mistero della malattia, della vecchiaia e della morte. Di fronte alla sofferenza più acuta e incomprensibile, il cristiano non conosce una strada per aggirare il dolore, conosce piuttosto la strada della compagnia: la "compagnia degli uomini" e la "compagnia di Dio". Perché la "notte oscura" della Croce non arriva quando giungono le prove, le malattie, le morti, ma quando chi soffre resta dimenticato e solo.
Il desiderio di vedere Dio è la cifra sintetica della Divina Commedia di Dante Alighieri, il quale propone nel suo insuperabile poema un viaggio che in questo volume viene riproposto nelle sue tappe principali: dal riconoscimento del limite strutturale dell’uomo (la selva oscura) alla volontà di mettersi in cammino per giungere alla visione di Dio. Durante il percorso, il Poeta è costretto a scontrarsi con il male assoluto, personificato da Lucifero, per poi, superato l’Inferno e il Purgatorio, incontrare santi testimoni della fede come Francesco d’Assisi, Bernardo di Chiaravalle e, sopra a tutti, la Vergine Maria. Questo itinerario, nella rilettura di alcuni canti danteschi in chiave teologica, condurrà alla fine il Vate, insieme ai lettori della presente opera, alla contemplazione stessa della Trinità divina. In vista del VII centenario dalla morte del Poeta e a dieci anni dalla sua fondazione, «la Cattedra di Alti Studi Medievali, legata al nome di Marco Arosio, insigne studioso di Medioevo, si pregia, così, di un’ottima pubblicazione sul pensiero e l’opera di Dante Alighieri» (dalla Presentazione di Franco Nembrini).
Samuele Pinna, sacerdote ambrosiano, è Docente invitato presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. Oltre a numerosi contributi apparsi su diverse riviste, è autore, tra gli altri, dei volumi Meditazioni sul Concilio. Una lettura del Vaticano II con Benedetto XVI (2015); Un grande amico. Il Maritain di Piero Viotto (2018); Charles Journet: il Mistero della Chiesa (2018), Il mistero di Dio e l’abisso del Male (2019); con Davide Riserbato, Filastrocche e canarini (2018) e assieme anche a Giacomo Biffi, Tutto liscio come… loglio? (2020); ha poi pubblicato insieme a Francesco Pinna e a Teresa Gornati, con la Presentazione del card. Robert Sarah, Lo Spirito Santo e la Chiesa alla luce dell’insegnamento del Concilio Vaticano II (2019). Ha, inoltre, curato il libro La mariologia di san Bernardo di Marco Arosio (2016).
Nella sua Ystoria sancti Thomae de Aquino, Guglielmo di Tocco riferisce che in un momento della propria vita, l'Angelico Dottore ha definito palea (paglia) ciò che aveva scritto... Eppure, ciò che Tommaso ha definito 'paglia' ha nutrito in modo abbondante, esemplare ed efficace generazioni e generazioni di teologi, di filosofi, di ricercatori della verità; e può continuare a svolgere questo compito importante anche per la Chiesa e l'umanità del xii secolo... Questo libro è destinato a studiosi e studenti desiderosi di fare esperienza di alcuni aspetti dello straordinario spessore, nonché della bellezza del poliedrico pensiero di questo frate domenicano, innamorato del suo Signore, umile suo servitore, per il cui amore, come riferisce Guglielmo di Tocco, ha «studiato, vegliato, lavorato, predicato, insegnato».
Queste pagine presentano sotto il profilo teologico quell'ambito esperienziale che è la musica. La musica è linguaggio singolare che, oltre ad essere altamente espressivo, si mostra "universale" perché capace di affratellarci; è linguaggio che come nessun altro sa far percepire il Mistero nella dimensione simbolico-estetica dell'arte. Non c'è espressione dei sentimenti umani più grande della musica. Sulla sua magia hanno riflettuto tanti uomini e donne di cultura lungo la storia (matematici e filosofi, musicisti e teologi...), aspirando a decifrare le orme della Bellezza che si rivela nella "teofania" dei suoni. Sulla loro scia, questo studio - nato dall'esperienza didattica - si pone a sua volta l'obiettivo di introdurre a un discorso teologico sull'intero fenomeno musicale, dalla sua genesi ispirativa fino alla sua realizzazione scritta, dalla sua esecuzione al relativo riscontro sull'uditorio, quale recezione contemplativa entro le categorie estetiche dell'arte. «La riflessione non si restringe all'ambito della musica sacra o della musica liturgica. Allarga, invece, l'orizzonte speculativo al "fenomeno musicale" in senso lato, là dove appaiono con evidenza possibili incidenze spirituali» (Sergio Militello).
Fin dal loro apparire, nel 1534, i Paradossi di Sebastian Franck suscitarono sconcerto per la loro radicalità: ad avere la forma del paradosso sono la teologia stessa e la Scrittura, un paradosso in conflitto con tutto ciò che il mondo crede. Di qui l'andamento dialettico dell'opera: il vero Cristo, il Cristo interiore, lo Spirito, non ha bisogno delle Chiese storiche, ovvero non ha bisogno di libri, cerimonie, culti. Il Nuovo Testamento stesso è pensato da Franck non come un libro, una legge, bensì come lo Spirito santo che parla all'uomo interiore, all'uomo completamente distaccato. Affermazioni che nella loro paradossalità, anche stilistica, riprendono temi della mistica speculativa di Meister Eckhart e inaugurano quella corrente della cultura europea che va sotto il nome di "pensiero religioso liberale". Non a caso Pietro Martinetti ebbe a scrivere: "Sebastian Franck è la più grande figura religiosa del cristianesimo moderno. Egli ha un intuito profondo della realtà: anche nella storia religiosa sa gettare uno sguardo penetrante, sicuro, sereno, obiettivo. Egli solo ha saputo sottrarsi, restando cristiano, alla schiavitù del biblicismo, che egli rimprovera anche agli anabattisti, e resistere al sogno di restaurare il cristianesimo apostolico [...] Non dobbiamo perciò meravigliarci se egli rimase solo.".
La frattura tra arte e fede continua!l'immagine liturgica pare rifiutare quasi il tempo presenteIn quale modo l'arte sacra oggi racconta Dio?