"Moltiplicanto" è una fiaba musicale senza tempo, dove il Canto e la Musica facilitano l'apprendimento delle Tabelline. Filastrocche e avventure avvicinano i più piccoli al mondo dei numeri con giochi vocali/espressivi/motori (età prescolare 4-5 anni) e diventano per i più grandi (età scolare 6-8 anni) un sussidio nell'apprendimento dei concetti matematici e musicali. Età di lettura: da 4 anni.
Come il "com-passo" permette di tracciare un segno preciso se la punta rimane fissa al centro, così questo libro indica una serie di percorsi che conducono la persona a una autentica centratura. In questo modo ogni processo formativo può essere centrato nella realtà più vera e profonda della persona e tracciare "con-passo" sicuro sentieri di crescita e trasformazione. Il testo, infatti, nasce "sul campo" dall'esperienza formativa dell'autrice con l'intento di offrire itinerari di carattere psicologico- spirituale a coloro che, a vario titolo e in vari contesti, hanno compiti di formazione e accompagnamento della persona. Il libro propone una progressiva guarigione da ogni forma di schizofrenia, di separazione tra la testa e le emozioni, tra la materia e lo spirito, tra il corpo e l'anima. La ricca esperienza dell'autrice aiuta a integrare i saperi psicologici con aspetti di ricerca spirituale: è questa l'originalità del testo pervaso di concretezza e di semplicità.
Il volume presenta le questioni della Didattica come scienza autonoma e il suo statuto epistemologico in quanto scienza rivolta ai contesti educativi in cui ha luogo l'agire didattico.
Il collocamento avviene a seguito dell'allontanamento del bambino dalla sua famiglia, quando arrivano in comunità i neonati e i bambini portano su di sé i segni dell'abbandono ed è possibile cogliere nel loro comportamento alcuni elementi disfunzionali dello sviluppo, Al bambino allontanato dalla famiglia d'origine perché rifiutato, trascurato o abusato manca soprattutto quel sentimento di sicurezza, di «continuità dell'essere» a partire dal quale ciascuno comincia a costruire la propria identità e a esplorare ciò che lo circonda. Da venticinque anni, il Polo Accoglienza Prima Infanzia Il Girotondo di Roma Capitale si impegna a offrire ai suoi piccoli ospiti la stabilità e il sostegno di cui hanno bisogno per svilupparsi in maniera piena e armoniosa: organizzata secondo i principi della pedagogia di Maria Montessori, la comunità si configura come un contesto educativo e di cura, in cui ogni aspetto è pensato per garantire l'unità della persona in divenire e per promuovere fiducia, autonomia e libertà.
Che cosa serve alla nostra scuola per spiccare il volo? Nessuno ha la "bacchetta magica" ma qualche passo concreto è possibile per trasformare una didattica troppo rigida, che a volte rischia di tarpare le ali alle nuove generazioni. L'autrice, a partire dalla sua esperienza personale come insegnante della scuola primaria, propone una "contenitore di buone pratiche", fatto di ingredienti semplici eppure rivoluzionari: approccio esperienziale, uscite didattiche, laboratori, metodologie attive. Uno tra i principali obiettivi è scardinare il semplice uso del libro di testo come strumento di apprendimento, per appassionare i bambini e renderli protagonisti del proprio percorso nella scuola primaria. Anche la relazione educativa, con gli insegnanti e tra pari, riveste un ruolo chiave per acquisire la sicurezza necessaria a spiccare il volo e riscoprirsi parte attiva della comunità, scolastica e non. Quale illustre pedagogista può aver posto le basi di un approccio tanto rivoluzionario? Forse John Dewey, Maria Montessori, Jean Piaget? No, bisogna risalire molto più indietro nel tempo: Gesù di Nazàret, il vero anticipatore delle più recenti avanguardie nel campo dell'educazione con la sua umanità e un inconfondibile stile di insegnamento. Un maestro senza cattedra e senza libri, un narratore, un uomo d'azione. Il volume è arricchito da proposte di attività didattiche, suggerimenti di lettura e aneddoti di vita vissuta, per spalancare riflessioni sulla scuola anche ai non addetti ai lavori. E, finalmente, spiccare il volo. Insieme.
In un'epoca di rapidi cambiamenti e incessanti stimoli, la capacità di gestire le proprie emozioni diventa essenziale per vivere con consapevolezza e orientare la propria vita verso il bene, il bello e il buono. Questo libro offre un percorso chiaro e approfondito per comprendere il mondo delle emozioni, esplorando le loro dinamiche e fornendo strumenti pratici per educare alla loro gestione. Dalla conoscenza delle emozioni primarie e secondarie, alla scoperta delle strategie più efficaci per affrontarle, fino al ruolo fondamentale degli educatori in questo processo, il testo guida il lettore attraverso un cammino di crescita personale e relazionale. Con un approccio pedagogico e ispirato al modello educativo di Gesù, il più grande Maestro delle emozioni, questa lettura si rivolge a genitori, insegnanti, formatori e a tutti coloro che desiderano acquisire maggiore padronanza del proprio mondo interiore e trasmettere questa competenza alle nuove generazioni. Prefazione di Roberta Vincini e Francesco Scoppola. Presentazione di Angela Lauretta.
A che cosa pensa un insegnante prima di entrare in classe? Rispondere a questa domanda significa adoperarsi per cogliere lo spirito che sta alla base dell'educazione e che trascende tutti i contenuti specifici che l'insegnamento ha la vocazione di trasmettere. Un'educazione degna di questo nome deve infatti fornire ai suoi destinatari un orientamento di fondo, il cui scopo prioritario è quello di aiutarli a vivere e ad affrontare l'esistenza con fiducia. Non è forse da questo spirito dell'educazione che sono nate le nostre istituzioni educative e la nostra stessa civiltà? Basandosi su oltre quarant'anni di esperienza di insegnamento in diverse lingue e in molti Paesi, un docente appassionato come Jean Grondin - quasi a voler tratteggiare un bilancio - riflette sui presupposti della sua pratica educativa e ne trae alcune lezioni da affidare alla giovane generazione, quella dei maestri di domani.
Bambini senza infanzia, fanciulli senza gioco, adolescenti senza sogni, giovani adulti senza futuro, adulti cinici e paurosi di invecchiare, anziani troppo soli o afflitti da un narcisismo di ritorno. Figure tragiche della postmodernità, esiti di percorsi di crescita umana frammentati, sradicati, privi di punti di riferimento e di modelli chiari, in una società caratterizzata da una crisi educativa ormai strutturale. Questo volume analizza le stagioni dello sviluppo umano e i fili che si intrecciano nella costruzione profonda del "farsi persona", in uno sforzo di raccordo tra le prospettive delle diverse scienze umane e «nella consapevolezza che la dimensione storica ed economica della vita non esaurisce la totalità delle componenti che formano la persona e la fanno essere un'unità dinamica in perenne trasformazione. Mossa da sogni, progetti, utopie, passioni estetiche, morali e politiche cui non può rinunciare, che si sforza di perseguire, faticosamente, anche mancando l'obiettivo, deviando dalla meta. Proprio tali aspirazioni - spesso talmente sopite da apparire fragili e impalpabili - costituiscono gli "appigli" che la relazione educativa può intercettare quale espressione di una cura che insieme promuove, rilancia, crea e recupera. Con un'inesausta fiducia nell'uomo e con l'umile aspirazione di aiutare la vita».
I voti ci accompagnano per tutta la nostra carriera scolastica, che siano espressi in numeri o in giudizi. È convinzione diffusa che essi costituiscano un incentivo all'apprendimento e che studiare per ottenere un 'ottimo' o un '10' consenta di sviluppare in maniera adeguata le conoscenze e le competenze fondamentali per affrontare la vita adulta. D'altra parte, si è sempre fatto così. Ma è una buona ragione per continuare a farlo? Siamo sicuri che un sistema scolastico che mette al centro i voti sia il più efficace? O è invece preferibile valutare diversamente? Scopriremo in questo libro che è possibile usare la valutazione non per erogare classifiche, ma per arricchire la didattica e per favorire un clima più sereno in classe e non solo.
Questo volume presenta un mosaico di osservazioni e idee riguardanti l'insegnamento della religione nella scuola e il ruolo degli Istituti superiori di scienze religiose. In questo momento storico esso può costituire una mappa per orientarsi nell'intraprendere scelte di ripensamento, di cui si avverte l'urgenza nell'attuale contesto sociale e culturale. Il mondo della scuola e il mondo della formazione superiore universitaria dovrebbero costituire una priorità di cura e progettazione con lo sguardo rivolto alla formazione delle future generazioni. Sono questi i luoghi privilegiati in cui promuovere una tensione condivisa a ricercare la crescita di una convivenza democratica nella solidarietà, il rispetto della libertà di coscienza di credenti e non credenti, l'accoglienza del contributo di sapienza e di umanità delle diverse tradizioni religiose e l'orientamento alla pace. Il volume rappresenta uno strumento utile per intraprendere un dibattito costruttivo al fine di "ripensare" in altro modo l'insegnamento religioso nelle scuole.
L'adolescenza, già da Rousseau definita come seconda nascita, per le profonde trasformazioni corporee, psichiche, spirituali, attraverso le quali va definendosi l'identità personale, unica e irripetibile, di ciascuno, costituisce età di passaggio, oggi particolarmente delicata e complessa. Da qualche tempo è invalsa l'abitudine di classificare con terminologia alfabetica le varie stagioni adolescenziali. Generazione Zeta rappresenta i nati fra il 1996 e il 2010, i primi ad essere cresciuti con Internet, mentre Generazione Alfa indica le leve dal 2011-12 in poi. Si tratta di fasce generazionali accomunate, oltre che dall'intrinseco processo di sviluppo individuale, anche dalla comune appartenenza all'ambiente socio-esistenziale, contraddistinto dalla rete degli strumenti d'interconnessione e comunicazione digitale. Con i loro stili, riti, linguaggi, gusti, di non semplice decifrazione, gli adolescenti odierni, dibattuti fra inquietudini, fragilità e speranze, necessitano di adulti capaci di ascolto, vicinanza, proposte di vita bella e buona. Il testo offre riflessioni ponderate sui punti di vista essenziali (sociologico, psicologico, pedagogico, pastorale) dai quali osservare/interpretare gli sfidanti mondi delle adolescenze d'oggi.
La scuola contemporanea sembra essere utile solo nella sua funzione di educazione alle tecniche, di distributore di competenze, un luogo nel quale gli studenti imparino a tradurre e a far di conto, frequentando pratiche e metodi che nel corso di quasi un secolo di scolarizzazione diffusa sono stati reiterati e rimescolati producendo risultati altalenanti. Ma dove sopravvive l'elemento culturale? Come dialogano la scuola e la vita dei ragazzi? Un divorzio sembra essersi consumato tra cultura e istituzioni scolastiche, che ha avuto come prodotto un contenitore vuoto, una cosa che non parla. Questo testo vede in dialogo chi in questi decenni è rimasto in silenzio, gli intellettuali e gli studenti. Per questo abbiamo coinvolto figure di spicco del panorama culturale italiano per le discipline scolastiche e dieci loro studenti. Il tentativo di ogni dialogo è però il medesimo: immaginare una scuola veramente nuova, che riesca a superare le criticità e a concentrarsi sulle proposte tramite la realizzazione di un nuovo immaginario didattico. Per costruirlo, il testo lascia spazio alle riflessioni di quanti vivono la scuola ogni giorno. Educazione alle conoscenze, biblioteche interattive, de-burocratizzazione della pratica scolastica, abolizione dei voti, studio della cultura contemporanea e educazione alla politica sono solo alcune delle proposte fatte dai ragazzi e discusse dagli intellettuali, nel tentativo di raccontare come la scuola dovrebbe e potrebbe essere: il motore dell'Intellighenzia del Paese.