Sulla scia del dinamismo in "uscita" che caratterizza la spinta evangelizzatrice della Chiesa, auspicata e promossa dal pontificato di papa Francesco, il volume desidera affrontare diverse tematiche concernenti il diritto missionario e il suo ruolo nella vita del popolo di Dio. Evangelizzazione e carismi, la missione in una società multiculturale, strumenti giuridici di cooperazione tra le Chiese, il ruolo dei laici nella missione, la comunicazione sociale nell'evangelizzazione.
Gli "occhiali" del diritto con i quali, in questo libro, vengono analizzati i primi milletrecento anni della storia della Chiesa cattolica si rivelano particolarmente penetranti per illustrare la straordinaria evoluzione dell'ordinamento canonico e comprendere tematiche oggi vivacemente dibattute (il ruolo dei laici e quello delle donne, il celibato ecclesiastico, la qualificazione contrattuale e sacramentale del matrimonio...). Ma con quegli stessi occhiali si possono esplorare le radici di numerosi istituti di cui ancora oggi i sistemi normativi statuali si avvalgono e gli sviluppi sociali, politici e del pensiero di cui sono stati il frutto, oppure la causa. Aprendo agli studenti universitari di scienze giuridiche, ma anche ai lettori non esperti di diritto, squarci suggestivi su aspetti fondamentali e spesso poco noti della formazione dell'Occidente cristiano.
Lo svolgimento della dinamica processuale deve consentire di ristabilire l'ordine infranto e perseguire la via della giustizia, via che conduce a una fraternità sempre più piena ed affettiva, in cui tutti sono tutelati, specie i più debboli e fragili. La legge e il giudizio devono infatti essere sempre a servizio della verità e della giustizia, oltre che della virtù evangelica e della carità. Come affermato da San Giovanni Paolo II nel discorso per la presentazione ufficiale del nuovo Codice di diritto canonico, nel servire la causa della giustizia il diritto dovrà sempre ispirarsi alla legge - comandamento della carità
Lo studio analizza i conflitti tra le associazioni private di fedeli e l'autorità ecclesiastica nel Diritto Canonico latino, conflitti basati su rivendicati diritti di legittimità ed opportunità nell'agire da parte di entrambe le parti e giuridicamente fondati sul can. 323 che sancisce sia l'autonomia delle associazioni private che la vigilanza ed il governo dell'autorità. Esso parte dall'analisi di questi concetti per fornire un quadro di come sono applicati nel vigente ordinamento canonico. Viene poi studiato il processo che porta alla nascita della nuova forma giuridica delle associazioni private, non presenti nel precedente Codice, per giungere ad analizzare la normativa promulgata. La ricerca prosegue esaminando alcuni casi di conflitti reali, anche recenti, trattati dai Dicasteri della Curia Romana o dal Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Si giunge così alle ultime due parti della ricerca ovvero: l'analisi delle possibili azioni che l'autorità può compiere per tentare di sanare il conflitto - soffermandosi in modo approfondito sulla questione del commissariamento delle associazioni private e su altri provvedimenti come la rimozione del moderatore - e, dall'altra parte, le possibili azioni che può compiere l'associazione per difendere i suoi diritti in risposta all'azione dell'autorità.
Chi ancora pensasse che il diritto processuale sia arida e tecnica materia scoprirà, nella lettura di questo libro, che le cose stanno diversamente. Per restituire l'atmosfera che si respirava nelle aule giudiziarie agli inizi del mondo ch'è nostro c'era solo un mezzo: quello di lasciar parlare i protagonisti, gli avvocati, i professori di diritto. Documenti inaccessibili al lettore non specializzato, ma così vivi, così carichi di pathos da meritare d'essere riletti, tradotti dal latino all'italiano, divulgati a distanza di secoli. In questo risiede la novità del manuale che qui si presenta: non soltanto uno strumento utile a comprendere taluni aspetti del processo contemporaneo, né ancora un libro che cerca modestamente un proprio spazio tra opere monumentali, ricche di dottrina ma improponibili a un lettore moderno. Chi si è dedicato alla fatica di raccogliere l'estesa documentazione e ricomporla in un quadro d'insieme si riterrà soddisfatto d'aver almeno scostato la tenda d'un sipario dietro il quale palpita una vicenda antichissima e purtuttavia sempre uguale a se stessa.
"Una pubblicazione di questo taglio mancava. È la prima osservazione da farsi. Osservazione che, però, è necessaria come altrettanto necessario è il testo che i lettori ed i cultori di cerimoniale si ritrovano tra le mani. Un testo frutto dell'esperienza e della teoria, che ha una sola pretesa: fissare le regole del sapersi comportare e ne stabilisce delle informazioni precise. In secondo luogo, il pensiero va al perché ci si concentri sul protocollo nei rapporti tra Repubblica Italiana e Stato della Città del Vaticano. Una domanda che scaturisce dalla curiosità, ma, al tempo stesso, dalla volontà di veder definiti dei temi delicati e di estrema utilità per gli studiosi. La storia dei rapporti tra Stato e Chiesa si sposa felicemente con quello che il giornalismo divulgativo chiama "bon ton di chi governa". Questa fatica letteraria non è posta, pertanto, a favore di una determinata nicchia di esperti: al contrario, essa, con la naturalezza che si confà al sapere, si pone quale strumento meramente didascalico, per non dire quasi "didattico"." Prefazione di Enrico Passaro.
Il volume prende in esame il delicato argomento della beatificazione e canonizzazione di un militare, vale a dire se un combattente, nonostante il divieto ecclesiastico della "effusio sanguinis", possa essere indicato dalla stessa Chiesa come modello da imitare per tutti i fedeli. L'autrice, una valente canonista bolognese, analizza la questione proponendo dei puntuali riferimenti a diversi temi altrettanto problematici che affliggono i giorni nostri, come la legittimità del ricorso alla guerra, la distinzione tra guerra giusta e ingiusta, il discernimento tra pacifismo e pacificazione, il potenziale distruttivo dei moderni arsenali militari. Ne scaturisce dunque uno studio di grande attualità, che, alla luce delle fonti canonistiche e delle acquisizioni del Vaticano II sul concetto di santità, ribadisce l'antico convincimento della Chiesa secondo cui "militare non est peccatum".
Il volume si propone di analizzare i riflessi delle tecnologie digitali, nelle loro molteplici articolazioni ed espressioni, sull'ordinamento giuridico della Chiesa cattolica, attraversando tutti i Libri che compongono il Codex Juris Canonici, quale sforzo di tradurre in linguaggio canonistico la rivoluzione digitale che, ormai, incide in modo radicale sulla concezione dello spazio e del tempo, nonché sul modo di vivere attività e relazioni in ogni ambito della vita sociale ed ecclesiale. Ne emerge un'evidente vitalità della disciplina canonistica che, oltre ad essere coinvolta da profonde riforme e costanti adeguamenti, riesce ad adattarsi ed a risponder ad un mondo in rapida e costante trasformazione, nella consapevolezza che forme di vita e organizzazione ecclesiale non sono immutabili e nella certezza di essere ancora in grado di servire questa mutata realtà. Si auspica che il volume possa contribuire alla riflessione in corso per un diritto canonico più pastorale e missionario, sempre impegnato a realizzare la salus aeterna dell'homo viator che oggi incontra i fratelli e la misericordia di Dio anche su strade, e autostrade, digitali.
Un aspetto del dinamismo in "uscita" che caratterizza la Chiesa nel pontificato di papa Francesco, è stato quello riguardante la riforma della Curia romana presente fin dall'inizio del suo ministero petrino. Il volume desidera affrontare alcune tematiche di particolare rilievo concernenti la riforma operata dalla costituzione apostolica Praedicate evangelium, partendo dai suoi principi ispiratori, fino all'esame di problematiche che nascono dal nuovo assetto che ha assunto questo organismo.
Questa raccolta di saggi costituisce il frutto di un convegno scientifico tenutosi a Roma nell'aprile del 2023, organizzato dalla Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, dalla Pontificia Università della Santa Croce e dall'Istituto Tomistico dell'Angelicum. Come indica il titolo di questa raccolta, i saggi qui pubblicati offrono una riflessione scientifica su vari aspetti storici e dottrinali del concetto di ius dell'Aquinate, ed esplorano i modi in cui questo concetto contribuisce all'approfondimento del suo insegnamento circa la natura del diritto, cioè del fenomeno giuridico. Ogni saggio affronta, dal punto di vista del suo argomento specifico, le implicazioni dottrinali della descrizione dello ius come oggetto della giustizia, presentata dal Dottore Angelico nella Questione 57, Articolo 1, della Secunda secundae della sua Summa Theologiae. Seguendo le intuizioni dell'Aquinate, l'attenzione alla virtù della giustizia è quindi considerata fondamentale per comprendere l'essenza o il tessuto ontologico del diritto (ius). Quando l'attenzione filosofico-giuridica si sposta verso la nozione di ius, intesa come fondante per la comprensione di ciò che è il diritto, è possibile giungere ad alcune conclusioni illuminanti: il fenomeno giuridico corrisponde alla stessa cosa giusta (ipsa res iusta), le varie manifestazioni del fenomeno della lex (ossia, della legge positiva, naturale e divina) possono essere considerate come ordini fondativi alla base dei fenomeni giuridici (ratio iuris), mentre i diritti vengono intesi come beni giuridici o beni di giustizia (bona iustitiae). Sebbene la giustizia - insieme allo ius quale suo oggetto - sia esaminata da ciascun autore dal punto di vista specificamente giuridico, essa è al contempo analizzata come sempre intrinsecamente connessa ai suoi aspetti morali e divino-salvifici.