Per l'Israele antico, il periodo compreso tra VI secolo a.C. e I d.C. - tra la distruzione del primo Tempio di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor e quella del secondo, ricostruito, da parte di Tito - fu cruciale: la Bibbia assunse la forma che conosciamo e, nel giudaismo, vennero sviluppandosi rabbinismo e cristianesimo. A partire dagli scritti canonici, dagli apocrifi e dai testi qumranici, Paolo Sacchi ne propone una storia, a impianto soprattutto tematico, in cui la narrazione storico-politica si intreccia alle dimensioni religioso-culturali di volta in volta caratteristiche di un'epoca e gravide di conseguenze per le successive.
Essere santi nel matrimonio si può! E gli sposi Sergio e Domenica Bernardini lo dimostrano! Il libro è la continuazione ideale del testo dal titolo Una famiglia per il cielo (edito dall'Editrice Shalom nel 2011) e racconta, attingendo anche a documenti inediti come le lettere di Domenica ai figli, la vita di Sergio e Domenica che è straordinaria nell'ordinario: in 52 anni di matrimonio, vissuti con piena fiducia nel disegno di Dio per loro, crebbero dieci figli, di cui otto si consacrarono al Signore, e seppero conservare intatto un amore totale, unico, esclusivo, fedele, indissolubile, fecondo.Il libro è arricchito da una raccolta di aneddoti molto significativi, che ci restituiscono la profonda fede di Sergio e Domenica, e dal racconto dell'iter di canonizzazione tuttora in corso.
Cicerone scriveva che l'amicizia è superiore a tutte le cose perché dona speranza e non fa piegare l'uomo dinnanzi al destino. Quando due persone scoprono di avere in comune un'idea, un interesse o anche soltanto un gusto, che gli altri non condividono e che, fino a quel momento, ciascuno di loro considerava un suo esclusivo tesoro (o fardello), può nascere con sorpresa un'amicizia. Vedere quello che altri non vedono, ecco la straordinaria condivisione che può unire due persone nell'amicizia. Cosa succede quando questo tipo di relazione nasce tra gli scrittori? Gli effetti sono spesso mirabolanti. A volte delle carriere letterarie sono nate in virtù di un'amicizia. Autori si sono influenzati reciprocamente, altri si sono aiutati, spesso hanno condiviso i propri destini, in alcuni casi anche tragici. Questo libro va alla scoperta di questo straordinario sentimento tra alcuni dei più celebri scrittori di tutti i tempi, da Melville a Manzoni, da Dumas a Tolkien, da Leopardi a Chesterton.
L'immagine di un Dio severo e lontano dall'uomo è il frutto di una diabolica congiura perbenistica che attraversa da secoli la nostra cultura, con il risultato di un crescente allontanamento dell'uomo da Dio.
Questa l'idea centrale da cui parte la scrittura di Paolo Pivetti, nei vari registri dell'ironia, del paradosso, a volte anche di un provocatorio sarcasmo, ma sempre discorsiva e coinvolgente, in questo "Humor di Dio".
Perché se ridere, sorridere o divertirsi è cosa buona, come possiamo pensare che sia estranea a Dio?
L'autore rilegge una trentina di episodi e capitoli della Bibbia e Vangelo, pagine famosissime e pagine meno note, nelle quali rifulge, anche in particolari spesso trascuranti, lo humor di Dio.
S. E. Mons. Paolo Ricciardi, in una Lettera scritta ai Ministri straordinari della Comunione, rivolge loro parole d'incoraggiamento, di grande spessore umano e spirituale: «Vi scrivo per dirvi prima di tutto grazie. Grazie perché con voi il Signore ogni giorno entra in tante case e in tanti luoghi di cura. Grazie perché voi siete un segno quotidiano di speranza per tanti che hanno bisogno di aiuto. Grazie perché voi siete Chiesa in uscita, "tabernacoli in moto'" che ogni giorno percorrono le vie del mondo. Grazie perché ci siete». Non mancano alcuni consigli pratici per coloro che «fanno da ponte - si legge ancora nel testo - tra la casa del malato e i sacerdoti», «tra i malati e la comunità». Come quello, magari, di fermarsi a prendere un caffè con l'ammalto e la sua famiglia, e condividere con loro un momento di festa come quello che segue alla Comunione. Infine, l'auspicio di una maggiore fraternità e condivisione tra i vari ministri straordinari, «importante per cresce nella fede, per confrontarsi, per arricchirsi vicendevolmente».
Gesù, oggi, avrebbe utilizzato la rete? Probabilmente sì, perché luogo frequentato quotidianamente da folle innumerevoli, nuovo agorà in cui poter manifestare le proprie idee.
Ceto: i limiti di tale strumento sono evidenti e non sostituiscono in alcun modo l'esperienza personale di un cammino di fede comunitario, ma non abitare la rete diffondendo la Parola sarebbe davvero una imperdonabile trascuratezza da parte della comunità cristiana.
Una piccola storia ignobile della giustizia italiana, subito cancellata e rimossa. La prova generale della strategia della tensione. A cinquant’anni dai fatti, un libro-inchiesta, degno erede dei lavori di Corrado Stajano e di Camilla Cederna, rivela le verità nascoste di uno dei momenti chiave della storia repubblicana.
Milano, 25 aprile 1969: due ordigni scoppiano alla Fiera campionaria e all’Ufficio cambi della Banca Nazionale delle Comunicazioni della Stazione centrale, provocando una ventina di feriti. È il primo atto della campagna di attentati che pochi mesi dopo porterà a Piazza Fontana. L’Ufficio politico della questura, fin dalle prime ore, punta verso gli anarchici. A condurre le indagini sono il commissario Luigi Calabresi e i suoi uomini, gli stessi che si troveranno nel suo ufficio la notte della morte di Giuseppe Pinelli, nome che nell’inchiesta spunterà di continuo, come quello di Pietro Valpreda, che già qui si profila come futuro capro espiatorio. Nel giro di pochi giorni vengono arrestati tre giovani (e altrettanti nelle settimane successive) e una coppia di noti anarchici milanesi, amici dell’editore Giangiacomo Feltrinelli, che pure verrà rinviato a giudizio assieme alla moglie. Due anni dopo, con un colpo di scena dietro l’altro, il processo chiarirà le dimensioni della macchinazione anti-anarchica innescata da quegli attentati. Una vicenda determinante per comprendere fino in fondo i misteri di Piazza Fontana. Un racconto serrato di una pagina nera per la giustizia italiana, da allora totalmente rimossa dalla memoria, che assume nuova luce grazie alla scoperta di documenti fin qui inediti.
Questo volume è rivolto ai bambini in procinto di passare alla scuola primaria. Ecco quindi tante attività di preparazione alla nuova avventura sulle lettere, i numeri, la logica, giochi di associazione e tanto altro! In abbinamento con ogni volume, una scatola da 12 pennarelli Joy Carioca. Età di lettura: da 5 anni.
Alla corte di Vienna, dove sono nate entrambe, arciduchesse, figlie dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, l'infanzia di Carolina e Maria Antonietta scorre serena, tra i concerti di un Mozart ragazzino, le lezioni di celebri pensatori del tempo e i giochi in uno dei parchi più incredibili di tutta Europa. Ancora giovanissime, però, vedono la spensieratezza lasciare il posto alla vita adulta, che inizia con la separazione, dalla madre e dalla sorella che più amano. A Versailles è diretta Maria Antonietta, sposa del delfino di Francia; Carolina, invece, è destinata all'Italia, Napoli sarà la sua casa, alla corte dei Borbone. Non si vedranno mai più, perché questo è uno dei drammi silenziosi che deve scontare chi ha il privilegio di regnare, ma resteranno sempre legate da un filo sottile e tenace che le terrà unite anche nei momenti di maggior lontananza, e che stritolerà il cuore di Carolina alla morte di sua sorella. Non sono solo due regine, Carolina e Maria Antonietta, ma due espressioni, per quanto contrapposte, di un mondo in cambiamento. Carolina, la studiosa, la statista, convinta che il ruolo di regnante sia un servizio della collettività, un privilegio da pagare con la fatica. La tragica morte di Maria Antonietta, però, cambierà ogni cosa e mostrerà la fragilità di una filosofia astratta che si scontra con i bisogni e la rabbia del popolo. Due sorelle, due regine, il mondo ai loro piedi e i desideri fatti realtà, ma anche due donne, con i dolori, i pianti, le rinunce che a chi fa parte del paradiso non è concesso mostrare, né tantomeno provare.
Immagina di risvegliarti da una notte senza sogni e di ritrovarti sdraiata su una superficie fredda e dura, i vestiti del giorno prima ancora indosso e nessun ricordo delle tue ultime ore. Intorno a te solo un buio spesso a cui lentamente lo sguardo si abitua. Cominci a intravedere delle sbarre alla tua sinistra. Non può che essere un incubo, tra poco sarai nella tua stanza, avvolta nelle soffici lenzuola di casa e la vita riprenderà come prima. Questo non è ciò che accade ad Anna, che in quella gabbia, tra quelle sbarre, in un capannone pieno di gabbie simili alla sua e di persone come lei, si risveglia per davvero. Da quell'istante inizia una lotta contro chiunque l'abbia presa, una guerra impari perché Anna non ha altre armi che la sua rabbia e la nudità a cui a poco a poco è stata costretta per combattere contro chi detiene il potere, qualcuno che nessuno ha mai visto, ma la cui presenza si avverte in ogni centimetro di quel luogo spaventoso, di giorno e di notte. Spetterà a lei, circondata da persone diversissime, alcune rese folli dal macabro gioco, altre succubi di un "Lui" dai tratti sempre meno sfumati, decidere se giocare o lasciarsi morire.
Si tratta di una raccolta ragionata di testi di Paolo VI sulla gioia, tema caro alla tradizione spirituale cristiana. La figura di Paolo VI, noto soprattutto come un Papa di grande spessore culturale, emerge in queste pagine come quella di un vero maestro spirituale, appassionato di Crsito e testimone della gioia del Vangelo.
Tratto dalla Presentazione
Ai lettori come Giulia questo libro porta un augurio, che Papa Francesco riassume così: “La cosa fondamentale è discernere e scoprire che ciò che vuole Gesù da ogni giovane è prima di tutto la sua amicizia. Questo è il discernimento fondamentale. Nel dialogo del Signore risorto con il suo amico Simon Pietro, la grande domanda era: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?» (Gv 21,16).
In altre parole: mi vuoi come amico?”. Da tale amicizia nasce l’originale ed entusiasmante “essere per gli altri” in un mondo che attende speranza.