Riflessioni e testi sul sinodo e sulla sua importanza nella vita della Chiesa sono ormai inflazionate e numerose. Questo testo, sullo stile degli esercizi spirituali proposti negli anni dal cardinale Carlo Maria Martini, propone, attraverso alcuni brani del Nuovo Testamento, un itinerario biblico alla scoperta dello stile sinodale come stile di vita cristiana, come dimensione fondamentale della vita della Chiesa insieme a quella missionaria. Dopo la sapiente prefazione di padre Pietro Bovati, illustre biblista, già professore al Pontificio Istituto Biblico di Roma e segretario della Pontificia Commissione Biblica, la prima parte del testo è dedicata ad alcune note previe che aiutano il lettore a comprendere cosa significhi e cosa sia lo stile di vita sinodale. La riflessione attraverso i testi biblici si articola intorno a tre successive direttrici: nella prima la Parola di Dio ci interroga su come Gesù sia modello di vita sinodale attraverso i testi della lettera di San Paolo ai Filippesi, riguardo a Gesù fondamento della sinodalità, il brano dei discepoli di Emmaus di Luca 24 in merito a come Gesù si faccia icona di sinodalità ed infine con il brano di Giovanni 17 si riprende la preghiera del Signore per la sinodalità. Nella seconda parte invece, attraverso i testi evangelici di Matteo 14 e di Marco 9, ci si sofferma sul come gli apostoli abbiano vissuto la sinodalità. Infine nell'ultima parte, riprendendo alcuni passaggi fondamentali del libro degli Atti degli Apostoli ci si interroga su come la Chiesa nascente abbia testimoniato lo stile sinodale. Questi testi biblici dunque hanno lo scopo ed il desiderio di aiutare il lettore a comprendere come il sinodo non sia una struttura burocratica post - conciliare, ma una caratteristica costitutiva della vita della Chiesa, riscoperta e riattuata dal magistero di San Paolo VI e da quello attuale di papa Francesco.
"Lo sport non è solo una forma d'intrattenimento, ma anche uno strumento per comunicare valori che promuovono il bene della persona umana e contribuiscono alla costruzione di una società più pacifica e fraterna". Francesco
In tempi di profondi cambiamenti sociali, economici e culturali, anche il sistema sportivo è chiamato a ripensarsi. Orizzonti sportivi affronta la complessità del fenomeno sportivo, partendo da quattro prospettive inusuali, che affondano le radici nella saggezza antica: epica, etica, educazione e cittadinanza. Osservare l'evoluzione dello sport nel tempo, fin dalle sue origini, può dare linfa nuova per fronteggiare le sfide di oggi e e di domani.
Questo libro tratta di due diverse immagini di Cristo, entrate entrambe nella storia come acheropite, ovvero come non fatte da mano di uomo, ma da Dio stesso. Si tratta dunque di due capolavori divini nel vero senso del termine. Potremmo addirittura parlare di autoritratti che Dio ci ha lasciato in due momenti diversi della sua opera di redenzione. Sono per così dire due istantanee: il sudario della Veronica ci mostra il suo volto sofferente della via crucis, mentre il Volto Santo mostra quello radioso e glorioso della risurrezione.
La voce vera e credibile di due ragazzi che decidono di buttarsi nella più vera e pazza, coraggiosa, eroica avventura che un uomo e una donna possano scegliere... Il libro raccoglie le catechesi, tenute a due fidanzati - Marco di Verona e Benedetta di Roma, sposatisi nel dicembre 2020 - ispirate al messaggio di Fatima. Ma raccoglie soprattutto il coraggio e la fede di due giovani che "ci hanno creduto" e si sono fidati di Dio. Anche quando tutto sembrava indicare altre vie e altre soluzioni. Prefazione di Costanza Miriano.
La medaglia miracolosa è un piccolo scrigno di significato, e le parole che vi sono incise sono le gemme preziose che si nascondono al suo interno. "O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te". Essa è un ponte tra il terreno e il celeste, un simbolo di grazia che ci ricorda la presenza amorevole di Maria e la protezione di Dio. Le numerose testimonianze di guarigioni e di conversioni ci rivelano come la fede possa trasformare profondamente le vite, portando speranza e conforto nei momenti più bui. Ascoltando le esperienze di vari santi, tra cui Madre Teresa, il Curato d'Ars, Massimiliano Kolbe, Teresa di Lisieux e Giovanni Paolo II, ci rendiamo conto che la devozione può assumere molte forme, attraversare culture, epoche e personalità diverse, ma l'amore e la fiducia in Dio rimangono identici.
La società industriale non accetta più le religioni tradizionali nate in società pre-industriali, riproducendone le modalità di azione più tipiche e assicurando loro orientamento etico e coesione sociale. Con l'industrializzazione le religioni sono state via via sostituite nella loro funzione dalle ideologie politiche. Siamo adesso in una fase ulteriore, definibile come "società della conoscenza", in cui anche le ideologie (liberalismo e social-comunismo) si rivelano troppo rigide e poco adatte a guidare i mutamenti sempre più veloci. Orfani delle narrazioni miticoteologiche e ideologico-politiche, le nuove generazioni sono forse destinate al disorientamento nichilistico? Da tanti segnali di sensibilità sociale e di impegno etico non si direbbe. Le società contemporanee non ripudiano ogni forma di spiritualità: anzi, ne hanno sete. Il vino "buono" delle religioni del passato può essere riversato in calici nuovi, se abbiamo l'inventiva di crearli. Solo che questa spiritualità "laica", accettabile nelle società della conoscenza e del continuo cambiamento, non può veicolare dogmi, precetti e divieti: dev'essere invece tessuta di silenzio, attenzione alla realtà effettiva che ci circonda, impegno concreto per la liberazione da ogni genere di sofferenza.
Nelle terre di confine del Popolo degli Uomini martoriato dagli Orchi si muove un ragazzo con un marchio sulla fronte. È nato in un lebbrosario, figlio di una lebbrosa e di un uomo sano che l'ha seguita nel luogo più disperato mondo. E nell'amore di una madre e di un padre è stato cresciuto restando, miracolosamente, indenne dalla malattia. Uscirà dal lebbrosario come «Melmoso», nome dato ai figli sani di lebbrosi. Le umiliazioni subite lo porteranno a infierire su chi, in quel momento, è considerato perfino più abietto di lui: gli Elfi, il popolo alleato degli uomini che, dopo averli protetti per secoli, non è riuscito a salvarli dalle ultime invasioni e a cui viene ora attribuita la colpa di tutto, anche dell'acqua che sta trasformando la terra in una palude. Dal fango dell'ignominia Yorsh saprà riscattarsi, ponendo le basi per la salvezza del mondo.
Maria Montessori riconobbe fin da subito l'importanza della musica per lo sviluppo cognitivo del bambino e per questo motivo volle che in tutte le sue scuole venisse offerta un'educazione musicale approfondita e basata sullo sviluppo della persona. Individuò nella sua allieva Anna Maccheroni, musicista e insegnante di talento, una collega con una profonda comprensione dei principi montessoriani e con il necessario background musicale. Ne scaturì un originale approccio alla musica, basato sulla consapevolezza che i bambini imparano prima di tutto attraverso l'esperienza e i loro sensi: orecchio, occhio, voce, mano, corpo e anima sono coinvolti simultaneamente, e in generale tutto il bambino partecipa in modo attivo all'esperienza musicale. Questo libro custodisce le loro profonde riflessioni sulla centralità dell'esperienza musicale, ed è al contempo un'eredità da accogliere e una responsabilità da portare avanti. Prefazione di Oliver Cherubini.
Attraverso le Icone del Monastero situata sull'isola di San Giulio, sul lago d'Orta, in provincia e diocesi di Novara, ognuno dei 20 misteri del Santo Rosario sono meditati dalla Madre Cànopi con la sua sapiente lettura degli episodi del Vangelo, alla luce della Verità di Gesù e della azione instancabile di mediazione di Maria. Un Rosario bellissimo, metodologico, da pregare insieme o da soli.
Joshua ha quattro anni quando ascolta attento l'inizio di una storia terribile, quella della nonna Andra, sopravvissuta ad Auschwitz insieme a sua sorella Tatiana e ad altri cinquanta bambini. L'epilogo di quella fiaba crudele arriva dopo molti anni, ma intanto dentro Joshua nasce una domanda: quale voce racconterà la Shoah quando non ci sarà più alcun testimone vivente? L'occasione per trovare una risposta si presenta quando a scuola gli viene chiesto di raccontare un'esperienza per lui importante. Joshua quell'esperienza decide di viverla e annuncia ai professori che si calerà per una settimana nei panni di sua nonna bambina, quand'era prigioniera in un campo di sterminio. Così, per sette giorni, Joshua si rinchiude nel garage di casa dove patisce freddo, fame, fatica, solitudine, noia. E alla fine, anche se solo in parte, comprende quello che hanno passato la nonna e tutti coloro che sono stati deportati come lei. E racconta. E non smette di raccontare, perché nessuno dimentichi. Età di lettura: da 12 anni.
A pochi chilometri da Lucca, dalla pianura s'alza il Colle di Santa Maria delle Grazie. In cima c'è il manicomio. Il paese più vicino si chiama Magliano. Così «venire da Magliano», per la gente del luogo, significa portare il segno della pazzia, di una vita attraversata dal vento sublime e dannato della sofferenza mentale. In un reparto psichiatrico femminile, negli anni precedenti l'età degli psicofarmaci e ben prima della contestata riforma Basaglia, un medico vive con le «libere donne di Magliano»: donne aggressive, tristi, erotiche, disperate, orrende, miti, malate o semplicemente fuggite dal mondo. Capolavoro di Mario Tobino, Le libere donne di Magliano è «il libro sulla sua vita» oltre che il poema della profondissima e unica atmosfera che pervade le stanze della follia: perché «il manicomio è pieno di fiori, ma non si riesce a vederli». E perché «anche i matti sono creature degne d'amore», come lo stesso autore volle scrivere sulla fascetta della prima edizione del romanzo (Vallecchi 1953). Arricchiscono il volume due inserti iconografici che mostrano com'era e com'è oggi l'Ospedale Psichiatrico di Maggiano, nel quale lo scrittore psichiatra Mario Tobino abitò due camerette della Casa Medici dal 1943 al 1990 e in cui operò come responsabile del settore femminile fino al 1980.
Mons. Francesco Angelicchio è stato la prima vocazione dell'Opus Dei in Italia. Da studente si mantiene agli studi facendo la claque al teatro Eliseo di Roma con Alberto Sordi e Paolo Panelli. Combatte sul fronte jugoslavo, sfugge al rastrellamento delle Fosse Ardeatine, milita nell'Azione Cattolica e viene espulso dalla Dc. Dopo l'incontro con il fondatore dell'Opus Dei, san Josemaría Escrivá, viene ordinato sacerdote. Come direttore dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI e responsabile del Centro Cattolico Cinematografico, entra in contatto con esponenti di primo piano di quel mondo: da Fellini, a Olmi, a Rossellini, a Pasolini, a Cavani. Lasciato l'incarico, va a dirigere per oltre venticinque anni una parrocchia alla periferia di Roma. In questa esauriente biografia, l'Autore racconta la vita del primo italiano dell'Opus Dei. Prefazione di Liliana Cavani.