
Cronistoria di Piombino e del suo Principato. Il titolo di quest'opera e programmatico: Cronistoria di Piombino e del suo Stato". Esso significa che noi cercheremo di scandagliare l'esistenza di Piombino prima ancora che divenisse il centro di questo Stato Autonomo, che poi si disse "Principato di Piombino" spina dolente del Granducato di Toscana, in quanto soggetto al Regno di Spagna, quasi quanto l'infelice Stato dei presidi di Orbetello, Talamone ed Argentario. Va riconosciuta la grande maestria politica dei Signori Conti d'Appiano, dei principi Buoncompagni e loro successori che sfruttando le forze contrastanti di Firenze, Siena, Pisa, Genova, Impero, Francia, Spagna, Turchi e Napoli riuscirono a mantenere a questo loro Stato almeno una parvenza di liberta che va dall'anno 1399 al 1814, quando il Congresso di Vienna lo soppresse annettendolo alla Toscana, quale Granducato vassallo dell'Impero Austro-Ungarico... "
Il volume e un ampio approfondimento di tutti gli aspetti politici/culturali che non permettono all'Europa di riscoprire e valorizzare la sua identita Giudaico/Cristiana.
Il presente lavoro concerne la trascrizione del Catasto Senese del 1318, la cosiddetta Tavola delle possessioni", relativo a tre Comuni rurali dell'alta e media Valle dell'Asso: Montelifré, S. Giovanni d'Asso e Monterongriffoli. "
Dal primo festino, nel 1625, ad oggi sono passati trecentottant'anni e Palermo è sempre puntuale all'appuntamento con la sua Santa Patrona. Ma è una santa che si festeggia o la città rende omaggio a se stessa, o ai potenti che l'hanno calpestata, illusa e disillusa, dai tempi del viceré a oggi? Uno scritto a metà strada tra pamphlet e saggio storico, con sapide digressioni sulle pesti reali o immaginarie raccontate da scrittori famosi, da Boccaccia a Manzoni, da Defoe a Camus, e una ricostruzione del culto di Santa Rosalia, dal poema di Petru Fudduni alle recenti spettacolarizzazioni.Nel XVII secolo Santa Rosalia spodestò le sante patrone di Palermo e ora all'alba del terzo millennio, al suo fianco è riapparso San Benedetto il Moro. Ma per liberarsi delle pesti del nostro tempo basteranno le intercessioni dei patroni celestiali e le deleghe ai miracolatori terreni?