
Con quale bagaglio culturale i ragazzi italiani escono dalle scuole superiori? Allarmata per il rapporto sempre più conflittuale degli studenti con la lingua italiana; per le loro crescenti lacune nella storia recente del paese e nella stessa basilare educazione civica; per la loro evidenti difficoltà nel ragionamento logico e nella concentrazione, una professoressa universitaria ha deciso di sottoporre i frequentanti il suo corso a un semplice test: la lettura delle prime pagine dei giornali quotidiani. I risultati sono stati deprimenti: solo 18 su 122 studenti riescono a comprendere tutti i titoli della prima pagina; nella metà e più dei casi la percentuale degli errori e delle mancate risposte oscilla tra il 25 e il 50%; degli altri, il 20% non decodifica più della metà dei titoli, il 7% non ne decifra quasi nessuno.
Il volume raccoglie ventuno saggi di storia del Friuli fra tardo medioevo ed età contemporanea. Pur affrontando aspetti diversi, che spaziano dall'ambito politico-amministrativo a quello socio-economico, culturale, ecclesiastico e religioso, essi seguono un percorso logico fra temi, luoghi ed epoche della storia della società e del territorio friulano. Una prima linea tematica attiene alla coesistenza, entro i confini del Friuli veneto, tra le entità di carattere feudale e quelle di tipo urbano e rurale, e porta ad affrontare il problema di Udine e della sua aspirazione a costituirsi come centro politico-amministrativo, capitale del territorio. Una seconda linea approfondisce i risvolti culturali e l'elaborazione ideale a sostegno di queste posizioni. Un terzo gruppo di saggi, infine, conduce in modo più mirato all'interno degli insediamenti minori, a carattere prevalentemente rurale o di tipologia piuttosto cittadina è il caso di centri come Spilimbergo o Maniago e consente di cogliere nel vivo le articolazioni socio-economiche, le stratificazioni e la mobilità della società per ceti, con le incrinature che ciò produce nella compagine feudale
La "Storia della Shoah", nata sotto la direzione di un collettivo di studiosi italiani coadiuvati da un comitato scientifico comprendente alcuni tra i maggiori specialisti internazionalmente riconosciuti, analizza il genocidio degli ebrei non soltanto come un evento geograficamente e cronologicamente circoscritto ma, più in generale, come un nodo problematico della storia del Novecento. L'evento, con la sua singolarità e la sua estrema condensazione temporale durante la guerra, è inevitabilmente posto al centro dell'opera, che ne ricostruisce il processo, le strutture, le forme, le tappe e gli attori. Ma la Shoah è studiata anche come un problema storico nel senso più ampio del termine, cercando di sondarne l'impatto sulla cultura del mondo occidentale.
Attraverso le parole degli ultimi protagonisti ancora in vita, il Dvd ripercorre le drammatiche vicende del processo sottolineando i diversi punti di vista e i ricordi di chi a Norimberga era presente nelle vesti di giudice, di militare o di semplice cronista. Straordinarie immagini storiche degli imputati durante il processo sono state montate utilizzando filmati originali inediti provenienti dall'Archivio Statale Russo di Film e Foto di Krastnogorsk e il materiale girato in aula (deposizioni degli imputati, interrogatori, requisitorie finali). Il volume "Il processo di Norimberga tra storia e giustizia" composto dai saggi degli storici Marina Cattaruzza e Istvan Deák ricostruisce oltre al processo propriamente detto anche il dibattito morale prima che giuridico che portò già nel '42 alla costituzione di una "Commissione delle Nazioni Unite per l'investigazione dei crimini di guerra" e poi alla "Dichiarazione sulle atrocità" (con le "prove documentate su atrocità, massacri ed esecuzioni di massa") stilata nel corso del vertice dei ministri degli esteri tenutosi a Mosca nel 43. Dichiarazione che del Tribunale di Norimberga può essere considerata il vero atto di nascita.
Il volume analizza l'abbazia della SS. Trinità sul Monte Sacro (Mattinata) in provincia di Foggia, individuando differenti stratificazioni insediative ruotanti intorno alla definitiva progettazione e sistemazione del Gregorius Magister (1220-1248), personalità di rilievo dell'"entourage federiciano", scrittore di cultura enciclopedica e promotore sociale del sito. Partendo dall'esegesi delle fonti, che hanno permesso l'analisi del sistema amministrativo e giuridico dell'abbazia e la ricostruzione della topografia storica, si giunge, dopo la descrizione architettonica, alla restituzione critica delle fasi costruttive della basilica. Il volume è corredato da un apparato fotografico.
Quando fu ravvisata la sorprendente affinità della scultura romanica con le immagini dell'antica arte mesopotamica, non pochi archeologi e storici si dedicarono con fervore all'esplorazione del nuovo, affascinante territorio di studi. Ma solo il giovane Baltrusaitis doveva individuare, con facoltà rabdomantica, il complesso e occulto reticolo di vie che aveva messo in contatto due mondi così distanti nel tempo e nello spazio. E il saggio in cui condensò i suoi studi, apparso nel 1934, non mancò di produrre un effetto dirompente nel mondo della storia dell'arte, rivelandosi subito, nella sua "prodigiosa rapidità", un'opera fondamentale. A quell'opera si accompagna qui il "Ritratto" tracciato da Jean-François Chevrier - che resta ancora oggi l'unica, preziosa fonte sulla vita di Baltrusaitis - in cui vediamo delinearsi con vividezza la "mitologia personale accuratamente nascosta, dissimulata nei libri", di uno studioso che seguì una linea audacissima di ricerca, dove si apriva la strada da solo. Una biografia intellettuale e al tempo stesso l'inaspettata apertura di un uomo elusivo, che per la prima volta ha accettato di svelarsi confidando "sceltissimi ricordi": per esempio di quando Pasternak, amico di famiglia, mimava buffe scenette davanti a lui bambino; o di quando, trovandosi a Milano con i genitori, a otto anni, "si smarrì in mezzo alla folla, ma come per miracolo riuscì a ritrovare l'albergo. "Un angelo è sceso da una guglia del Duomo e mi ha preso per mano" disse".
Il comunismo è stato a lungo il principale avversario-interlocutore dell'Occidente capitalista fin dall'evento fondante della Rivoluzione d'Ottobre. Grazie agli oltre duecento lemmi critici che compongono questo dizionario, le personalità, gli eventi storici, le organizzazioni, le istituzioni e le parole-chiave di quell'ideologia vengono presentati al pubblico con un taglio insieme informativo e saggistico che lo rendono uno strumento utile sia per gli specialisti sia per i curiosi del passato e del presente.
Il Medioevo è stato particolarmente innovatore in fatto di concezione e gestione del tempo, organizzandolo in nuovi calendari basati sulla settimana e scandendolo con il suono delle campane. Il controllo del tempo desacralizza la natura, aprendo così la strada al futuro sviluppo della scienza. Fino al XVIII secolo, l'immagine diffusa del Medioevo è quella di un'epoca oscura, che inizia con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e si conclude con la scoperta dell'America. Eppure, per l'autore, questo lungo Medioevo non è né oscuro come lo volevano umanisti e illumunisti, né dorato, come lo immaginavano romantici e cattolici del XIX secolo; è, come ogni periodo della storia, fatto di luci e ombre.
La storia dei profumi, simbolo del lusso per eccellenza, accompagna il racconto dei grandi accadimenti della storia, come una scia evanescente tra Oriente e Occidente, tra paganesimo e cristianità. Osannato, poi demonizzato, poi di nuovo elogiato, l'olfatto assimila gli uomini alle bestie; il profumo, con la sua struttura complessa e i suoi ingredienti preziosi, è invece l'espressione della volontà umana di distinguersi, di staccarsi dalla terra per accedere verso mondi più puri.