
Il comunismo è stato a lungo il principale avversario-interlocutore dell'Occidente capitalista fin dall'evento fondante della Rivoluzione d'Ottobre. Grazie agli oltre duecento lemmi critici che compongono questo dizionario, le personalità, gli eventi storici, le organizzazioni, le istituzioni e le parole-chiave di quell'ideologia vengono presentati al pubblico con un taglio insieme informativo e saggistico che lo rendono uno strumento utile sia per gli specialisti sia per i curiosi del passato e del presente.
Il Medioevo è stato particolarmente innovatore in fatto di concezione e gestione del tempo, organizzandolo in nuovi calendari basati sulla settimana e scandendolo con il suono delle campane. Il controllo del tempo desacralizza la natura, aprendo così la strada al futuro sviluppo della scienza. Fino al XVIII secolo, l'immagine diffusa del Medioevo è quella di un'epoca oscura, che inizia con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e si conclude con la scoperta dell'America. Eppure, per l'autore, questo lungo Medioevo non è né oscuro come lo volevano umanisti e illumunisti, né dorato, come lo immaginavano romantici e cattolici del XIX secolo; è, come ogni periodo della storia, fatto di luci e ombre.
La storia dei profumi, simbolo del lusso per eccellenza, accompagna il racconto dei grandi accadimenti della storia, come una scia evanescente tra Oriente e Occidente, tra paganesimo e cristianità. Osannato, poi demonizzato, poi di nuovo elogiato, l'olfatto assimila gli uomini alle bestie; il profumo, con la sua struttura complessa e i suoi ingredienti preziosi, è invece l'espressione della volontà umana di distinguersi, di staccarsi dalla terra per accedere verso mondi più puri.
Gli Atti delle "sedicesime giornate normanno-sveve" tenute a Bari nell'ottobre 2004: quindici specialisti analizzano il secolo e le modalità della conquista normanna del Mezzogiorno, puntando in particolare a rintracciarne gli elementi cli identità e quelli di diversità: in sintesi, i caratteri originari. Temi di vasto respiro, indagati con nuove chiavi di lettura: i Normanni prima della conquista; i popoli e le etnie, le mentalità e i territori alla vigilia della conquista; gli strumenti e la tattica dell'occupazione normanna; le resistenze e le opposizioni; i regimi signorili e la conduzione delle terre; i segni sul territorio: città e fortificazioni, l'architettura sacra; le istituzioni politico-amministrative: il ducato, i comitati; le istituzioni ecclesiastiche: gli episcopati, le cattedrali, i monasteri; la sacralizzazione della conquista.
Proviamo a sederci sulle gradinate del Colosseo e immaginiamo di assistere a una giornata di spettacolo, fra cinquantamila romani esultanti. La mattina ci aspettano le lotte tra animali e a ruota le battute di caccia. All'ora di pranzo, le esecuzioni di criminali e di schiavi, intervallate da gare di atletica e numeri comici. Finalmente, nel pomeriggio, il pezzo forte del programma: i combattimenti dei gladiatori. Fik Meijer è professore ordinario di Storia antica all'Università di Amsterdam. All'attività accademica unisce il gusto per la divulgazione.
La cucina è stata paragonata al linguaggio: come questo essa possiede vocaboli (i prodotti, gli ingredienti) che si organizzano secondo le regole di grammatica (le ricette), di sintassi (i menu, ossia l'ordine delle vivande), di retorica (i comportamenti conviviali). Come il linguaggio, la cucina contiene ed esprime la cultura di chi la pratica, è depositaria dell'identità di gruppo. Ma è anche il primo modo per entrare in contatto con gli altri: più della parola, il cibo si presta a mediare tra culture diverse, aprendo i sistemi di cucina a incroci o contaminazioni. In questo volume, storici, antropologi, sociologi, illustri discutono il ruolo della cucina come identità culturale e come veicolo e prodotto dello scambio cuilturale.
Come si racconta un popolo? Forse attraverso alcune storie. E sono tante le storie reali, della Sicilia di ieri e di oggi, richiamate da Gaetano Savatteri a comporre il fastoso mosaico di una regione densa di contraddizioni. Eccentrici aristocratici, madri tenaci, inossidabili potenti, donne tormentate, feroci assassini: vite e imprese si mescolano nelle pagine di questo libro in un viaggio curioso nel tempo e nei luoghi della terra di Sicilia, uno spazio "ad alta intensità letteraria", dove la pianta dell'uomo attecchisce nelle sue forme più limpide o barocche.
Secondo Lepre, la Repubblica sorge non solo dalla Resistenza, ma anche dalla crisi dello stato-nazione costruito dal fascismo. L'inizio dei bombardamenti sulle città, alla fine del 1942, segnando il primo incrinarsi del consenso al regime, determina anche l'inizio del processo di costruzione del nuovo stato italiano. Lepre segue la storia del dopoguerra ricostruendo non solo gli avvenimenti storici ed economici, ma anche le metamorfosi degli atteggiamenti e degli stili di vita, la storia delle mentalità e del costume, portando alla luce quelle debolezze strutturali della società e della politica che conducono alla crisi della prima Repubblica.
Per mezzo secolo sono rimasta in silenzio. Non volevo somigliare a quei soldati di Verdun che irritavano i giovani con i racconti della loro guerra. Tuttavia sul mio braccio, in quel punto, c'era sempre il tatuaggio: A 16727. Il numero di matricola di Auschwitz. Auschwitz-Birkenau per l'esattezza. È il nome di quell'acquitrino polacco dove fu costruito il peggiore tra i campi di sterminio. Con la camera a gas e il forno crematorio. Io tornai. I bambini con i quali sono partita, loro, duecento piccoli orfani ebrei, non tornarono, furono gassati subito dopo il loro arrivo al campo, erano troppo giovani per lavorare. Io avevo diciassette anni. I miei genitori non hanno fatto ritorno dalla deportazione. Papà aveva cinquantatre anni, mamma ne aveva quarantuno. Agli occhi dei tedeschi erano troppo vecchi.
"Accadono a Roma cose incredibili". E l'inizio dell'ultima pagina del diario che un ebreo romano, ufficiale delle Regie Forze Armate, scrive all'alba del 16 ottobre 1943, poco prima di essere catturato e avviato al campo di sterminio di Auschwitz. "Cose incredibili", infatti: nel giro di pochi anni le leggi razziali, e poi le deportazioni, sconvolgono e distruggono la vita della più antica comunità ebraica italiana. Gli ebrei della capitale vivono la discriminazione razziale con incredulità e amarezza, ignari tuttavia della tragedia che si va preparando. Protagonisti delle storie raccontate in questo libro sono, all'epoca, ragazzi, poco più che adolescenti. Sono sopravvissuti a volte per caso, a volte perché la solidarietà e l'amicizia dei loro concittadini - spesso dei religiosi - sono stati più forti della paura delle rappresaglie, I loro ricordi, che pacatamente intrecciano insieme eventi drammatici e piccole vicende della vita quotidiana, testimonianze dai campi di sterminio e vivaci ritratti del popolo del Portico d'Ottavia, sono consegnati ai giovani di oggi perché non si perda la memoria del più grave crimine contro l'umanità di cui deve rispondere il nostro secolo.
La Repubblica di Weimar nacque sotto una cattiva stella. Su di essa gravò fin dall'inizio la pesante ipoteca conseguente alla sconfitta della Prima Guerra Mondiale e sin dal primo giorno della sua esistenza fu sottoposta alla pressione del potente movimento ideologico bolscevico che, superati i confini russi e nel tentativo di realizzare la rivoluzione mondiale, diffuse contemporaneamente in Europa entusiasmo e paura senza precedenti. Infatti il Partito Comunista Sovietico attuò in modo drammatico, anche fisico, il postulato annientamento di classe della grande e piccola borghesia nonché dei contadini benestanti. In Germania il Partito Comunista Tedesco, il più grande formatosi al di fuori della Russia, fece propria questa tesi. Considerata l'inquietudine che questa minaccia alimentava in ampi strati della popolazione tedesca, non deve sorprendere che, con il nazionalsocialismo, si formasse un contromovimento radicale ed estremista in rapida ascesa sotto la guida di Adolf Hitler. Alla fine la fragile Repubblica di Weimar rimase schiacciata fra queste due ideologie opposte, in quanto non riuscì mai a creare nella popolazione una base democratica sufficientemente ampia e consolidata.
Partendo dalle ballate medievali su Robin Hood, Raffaele Nigro ripercorre in questo libro sette secoli di scritture, racconti, poemi che hanno per soggetto i briganti, senza dimenticare gli apporti del teatro, dell'opera lirica, della pittura e del cinema. Dall'epopea delle compagnie di ventura al bandito ideale di Cervantes, dai masnadieri preromantici alle sanguinose vicende dell'unificazione italiana alla letteratura popolare per cantastorie, dal brigantaggio come ribellione sociale alle imprese di Salvatore Giuliano, Nigro ci offre un'avvincente ricognizione di personaggi fuori del comune in compagnia di autori come Byron, Schiller, Stendhal, Verga, D'Annunzio, Gramsci, Hobsbawm, Marcuse, García Márquez.