
La prima guerra mondiale obbliga gli scienziati italiani a scelte combattute. Neutralismo o interventismo? Difendere l'internazionalismo scientifico che parla di pace o raggiungere il fronte per combattere il militarismo prussiano? Il matematico Vito Volterra non ha dubbi e si arruola volontario (a 55 anni!), mentre Tullio Levi-Civita, anche lui matematico, tiene ben salda la bandiera del pacifismo. Ma nel libro troviamo anche la storia dei fisici e di Guglielmo Marconi, premio Nobel nel 1909, e quella dei chimici, in gran parte ostili al conflitto ma pronti a partecipare con impegno allo sforzo bellico del Paese. La scienza serve per vincere le guerre. Quella del '14-18 vede fra l'altro la tragica novità delle armi chimiche, il battesimo militare per aerei e dirigibili, l'invenzione del sonar per la guerra dei sommergibili. La scienza serve anche per costruire la pace, un progetto che i sopravvissuti al bagno di sangue della prima guerra mondiale portano avanti con grande determinazione e tensione etica.
Viviamo nell’attesa che la nostra giornata di lavoro finisca, nell’attesa delle vacanze e della pensione. Non lavoriamo perché amiamo il nostro lavoro, perché ci è necessario esistenzialmente, oltre che economicamente, ma per poterlo finalmente lasciare. Questo pensiero, ormai largamente diffuso in tutte le classi sociali, è frutto dell’economia industriale, che ci ha fatto smarrire il valore umano di ciò che facciamo e ci ha reso estraneo ciò che produciamo.
La meccanizzazione del lavoro ci ha poi portato a pensare alla terra come a una macchina, e non come a una creatura vivente, la cui salute dipende dal buon funzionamento di tutti i suoi organi. L’effetto sull’agricoltura di questo approccio, indifferente ai principi fondamentali della vita, è stato ed è devastante, anche perché essa abbraccia tutto ciò che riguarda la sopravvivenza e il benessere dell’uomo: il suolo, l’aria, l’acqua, le piante, gli animali, la produzione di cibo, quindi di energia.
In questa raccolta di saggi, da uomo e da contadino, Wendell Berry riflette sui problemi dell’agricoltura contemporanea e ci indica un cammino non solo auspicabile ma già perseguito da molti, in cui ritorna centrale la gestione responsabile e amorevole della terra e delle creature che su di essa vivono, in cui il coltivare si fonda su principi sostenibili, ecologici e biologici, piuttosto che su principi meccanicisti orientati a ottenere proventi tanto rapidi quanto dannosi. Un cammino in cui nessuno può più permettersi di ignorare i processi di produzione che portano sulle nostre tavole ciò di cui ci nutriamo. Se torneremo a essere consapevoli che «mangiare è un atto agricolo»‚ inevitabilmente lo saremo anche di tutto quanto vi è connesso e ci preoccuperemo del benessere delle generazioni presenti e future e dunque della natura, di quel luogo che ci ospita e in cui cresce ciò che ci permette di esistere.
Qual è il motivo per cui tante persone amano correre? Il dottor Vad corre perché "è la migliore attività di fitness che ci sia, è un'ottima occasione per passare momenti preziosi con i miei bambini ed è comodo ed economico. Non ho bisogno di una squadra, né devo iscrivermi in palestra". Correre è uno dei metodi migliori per mantenere la forma fisica e contrastare gli acciacchi dell'età, ma è anche un'ottima terapia per la mente. Gli effetti di questo sport, qualunque sia la ragione del tuo interesse, sono assicurati: si perde peso, la salute migliora, il corpo si tonifica, lo stress diventa solo un ricordo, ci si sente liberi e con l'umore alle stelle. Se già corri e vuoi perfezionare le tue performance, se sei interessato a partecipare a una maratona o se vuoi avvicinarti per la prima volta alla corsa qui scoprirai tutte le ragioni per farlo. In questo volume, frutto dell'esperienza dell'autore, troverai consigli su abbigliamento, tecniche, programmi di allenamento, alimentazione; ma, soprattutto, i suggerimenti per prevenire gli infortuni e le indicazioni di un medico qualificato per affrontare il recupero e guarire più velocemente e senza ricadute.
Il mito del pianeta rosso resiste nel nostro immaginario, nonostante innumerevoli missioni d'esplorazione abbiano svelato ormai molti dei suoi segreti. È "l'altro pianeta" dove, da anni, le agenzie spaziali di tutto il mondo vanno alla ricerca di vita extraterrestre; è anche l'unico luogo dove possiamo sperare di insediare una colonia umana. Il libro racconta tutto quello che c'è da sapere su Marte, dalla sua conformazione alle ipotesi di abitabilità, fino alle ultime conquiste del Rover Curiosity, che vi è atterrato nel 2012.
"Le idee audaci sono pedoni mossi in avanti su una scacchiera. Possono essere eliminate, ma possono anche dare inizio a un gioco vincente". Questa citazione di Goethe apre il libro di Michael Brooks e ne svela il senso profondo: un viaggio al confini dell'ignoto, attraverso undici intuizioni radicali incomprese e a volte osteggiate al loro esordio, ma che hanno plasmato il presente (e anche il futuro) della ricerca scientifica. L'atomo, il big bang, il DNA, le ricerche sulla coscienza, l'epigenetica, la fisica quantistica e molte altre ancora; sono tutte idee che hanno rivoluzionato la scienza e che continuano a porre nuove domande, suscitare sorprese e spingere l'immaginazione oltre il limite. Michael brooks racconta l'ostinata ricerca dei segreti dell'universo da parte degli scienziati che hanno accettato questa sfida, e ci conduce fino alle frontiere più estreme della comprensione del mondo che ci circonda.
Ci troviamo tutti sempre alle prese con una massa vorticosa di sensazioni: una superficie caotica in cui il cervello deve districarsi e provare a individuare l'essenza di quello che sta succedendo. Ma come fa? Alla base della nostra attività mentale non c'è il ragionamento logico ma uno strumento cognitivo più raffinato: l'analogia, ovvero la percezione, spesso inconsapevole, di similarità profonde tra ciò che succede adesso e ricordi o concetti familiari immagazzinati chissà dove o come nel nostro cervello. Con una serie di esempi che spaziano dalle osservazioni ingenue ma talvolta geniali dei bambini al progresso imprevedibile della scienza (come la lenta sfilata di sottili analogie che hanno guidato Einstein alla comprensione completa della formula E = mc2), dagli errori del discorso, pervasivi ma raramente notati, all'incanto poco apprezzato della traduzione letteraria, Hofstadter e Sander portano al massimo grado la loro capacità di immergersi nell'articolata complessità del sapere. Il risultato è questa nuova visione dell'analogia come cuore del pensiero, presentata in un'opera destinata, come l'ormai leggendario "Gödel, Escher, Bach", a lasciare una traccia importante nella saggistica mondiale.
Questo libro di Vandana Shiva dimostra con grande concretezza come la questione apparentemente astratta della proprietà intellettuale si stia trasformando in uno strumento finalizzato al saccheggio delle risorse naturali del pianeta da parte delle grandi corporation. Manipolazione delle forme di vita e dei geni, selezione delle specie agricole, il tutto coordinato da una consapevole strategia adottata dalle grandi organizzazioni transnazionali, volte a impoverire sempre di più le popolazioni rurali del Terzo mondo.
È in atto da alcuni anni una vera e propria corsa all'alimentazione "naturale", eppure le nostre idee sul tema non sono così chiare come vogliamo credere. Sempre più spaventati e confusi dai messaggi allarmistici dei media, ci siamo convinti che la "manipolazione" del cibo sia uno dei tanti mali della società odierna, dimenticando che l'intervento umano sulle specie vegetali è antico guanto l'invenzione dell'agricoltura stessa. Siete sicuri che il colore "naturale" delle carote sia l'arancione? O che il riso che comprate sia veramente biologico? E poi: esiste sul serio una patologia chiamata "sensibilità al glutine"? Per rintracciare la storia di ciò che mettiamo oggi nel piatto, e trovare le risposte ai tanti dubbi che ci assillano, gli autori ci guidano in un viaggio nel tempo - attraverso la storia dell'uomo e le storie dei cibi come li conosciamo - e nello spazio - per raccogliere sul campo le prove e le testimonianze di ricercatori e agricoltori. Con piglio appassionato da investigatori e solido rigore scientifico, e senza timore di andare controcorrente, spiegano il vero significato di alcune parole che sentiamo e leggiamo ogni giorno, aiutandoci a scegliere con più consapevolezza.
Per leggere queste pagine non servono conoscenze che già non possediate: bastano tre ore ben spese, che potrebbero migliorare radicalmente la vita dei vostri figli e dei vostri nipoti. Il dibattito sul riscaldamento globale è forse il più importante confronto pubblico che l'umanità abbia mai affrontato. Ne va della sopravvivenza della nostra specie, e non in un lontano futuro, bensì tra pochi anni. Se i climatologi dicono il vero (e non c'è ragione di dubitarne), il "punto di non ritorno" - il momento oltre il quale qualsiasi intervento umano sarebbe ormai inutile - si situa intorno al 2050, tra meno di 35 anni. Conviene quindi conoscere i termini del problema, perché tutti noi saremo presto chiamati a fare delle scelte su scala planetaria per la prima volta nella storia. E per decidere bisogna sapere. È questo che ha spinto James Flynn a scrivere questo libro. Essendo autore notoriamente attento ai temi più accesi del dibattito pubblico, Flynn si è reso conto che è terribilmente difficile districarsi tra le migliaia di pubblicazioni sulla crisi climatica globale. A chi credere tra i molti che ne parlano? Ci sono "negazionisti" che non credono ai dati scientifici e spingono per non fare assolutamente nulla e ci sono ambientalisti un po' ingenui che pensano che l'umanità rinuncerà volentieri al benessere pur di abbassare il livello di C02 dell'atmosfera.
Il lupo carpisce il nostro sguardo e ce lo restituisce. Simbolo spirituale per i nativi indiani, cacciatore alla pari per gli eschimesi, ricettacolo di paure irrazionali per molti popoli, il lupo occupa un posto speciale nel nostro immaginario. Da sempre il suo rapporto con l'uomo è un rapporto complesso, fatto di paura e di ostilità, ma anche di sorprendenti affinità. Barry Lopez traccia un ritratto inedito di questo straordinario animale. Ci conduce in un appassionante viaggio alla scoperta dei suoi comportamenti, della sua psicologia, della complessa struttura sociale del branco e del difficile rapporto con l'uomo.
"'Il giardino che vorrei' mi sarebbe piaciuto leggerlo all'inizio, quando ho avuto a mia disposizione un podere: ero piena d'amore e d'entusiasmo, ma le mie idee erano quanto mai vaghe. Adesso sarei pronta a ricominciare da capo, non fosse che - nel frattempo - mi sono affezionata al mio, seppure imperfetto, giardino". Così Pia Pera racconta cosa l'ha spinta a scrivere queste pagine: accompagnare chi intraprende l'avventura con la terra considerando nove scenari possibili: acqua, sole, ombra, mare, pianura, collina, montagna, città e orto. A ciascuna evocazione di queste nove "scene primarie" segue un "dietro le quinte" dove si suggerisce come realizzare i nostri desideri botanici: che piante scegliere, come ospitarle al meglio. Sono i consigli e i punti di vista di una scrittrice che trafficando all'aria aperta ha trovato serenità e saggezza, desiderio e appagamento, spiritualità e concretezza. E l'ispirazione più potente per la sua straordinaria e sensuale produzione letteraria.
Una guerra nascosta distrugge ogni giorno il nostro pianeta. Da una parte, l’agricoltura delle multinazionali, degli espropri di intere regioni del globo, della pioggia spietata dei pesticidi e dei fertilizzanti, del monopolio di Ogm sempre più fragili e costosi, dell’abolizione sottaciuta di interi capitoli della Carta dei diritti umani. Dall’altra, l’agricoltura dei piccoli contadini, che in ogni parte del pianeta coltivano la loro terra nel rispetto dell’ecosistema e si fanno alleati della ricchezza silenziosa della biodiversità.
Chi nutrirà davvero il mondo, le multinazionali o i piccoli contadini? La risposta di Vandana Shiva è molto netta. Non saranno i grandi brand del settore agroalimentare. Sarà la miriade di progetti socialmente, economicamente, ecologicamente sostenibili, ormai diffusi ovunque nel mondo. Saranno le risorse spontanee di un’agricoltura libera dalla gabbia delle monocolture e restituita all’equilibrio della natura e della biodiversità.
Vandana Shiva ci regala in queste pagine un manifesto unico al mondo, che condensa con inedita chiarezza e radicalità trent’anni di ricerche e coraggiose realizzazioni sul campo. Un manifesto che esce in prima edizione mondiale in Italia, paese ospitante dell’Expo dal tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Chi nutrirà il mondo di oggi e di domani? L’agricoltura delle multinazionali, assetata di profitto e avvelenata da pesticidi, fertilizzanti, Ogm? Oppure l’agricoltura dei contadini indiani, africani, cinesi, capaci di valorizzare la ricchezza della biodiversità e l’equilibrio spontaneo degli ecosistemi?
Un manifesto radicale, rigoroso, appassionato.