
Da qualche tempo si cita la pace di Westfalia, che concluse la Guerra dei trent'anni nel 1648, come uno dei momenti fondanti del mondo di oggi: ma il grande pubblico non ha una cognizione precisa degli eventi che la costellarono, come il suo inizio con la cosiddetta 'defenestrazione di Praga', o dei personaggi che la combatterono, tra cui il generale degli Asburgo Albrecht von Wallenstein. Tutti questi materiali sono presentati in un racconto vivace in questo libro, che inizia con uno degli episodi più interessanti della guerra, la condanna a morte del generale asburgico, per spiegarne i tratti essenziali e mettere a fuoco le numerosissime figure di italiani che vi parteciparono, dal genovese Ambrogio Spinola al senatore Piccolomini, al trentino Galliani. La vita e la morte del grande generale, i suoi studi a Roma, l'oroscopo che gli venne fatto dall'astronomo di corte, nientemeno che Keplero, la creazione di uno dei primi sistemi logistici efficienti del mondo moderno, il suo brusco licenziamento, il repentino richiamo e, infine, le accuse di tradimento e la decisione imperiale di farlo sopprimere, raccontano insieme la vita di un uomo e le vicende e le atmosfere della sua epoca.
Luglio 1936: in una Spagna nel caos, alcuni generali, tra cui Francisco Franco, mettono fine al debole governo del Fronte Popolare con un tentativo di colpo di stato che presto degenera in guerra civile. Nei lunghi e tragici anni della lotta per il potere, Franco potrà contare sull'aiuto delle altre nazioni già comandate da regimi totalitari: Italia e Germania. Ma se Hitler si limita a dare soltanto un aiuto in campo aeronautico, Mussolini stabilisce con il Caudillo un rapporto molto più stretto. La fornitura, proseguita per circa quattro anni, di materiale bellico italiano e la partecipazione militare del nostro paese. Terminata la guerra civile, Mussolini cercò di convincere Franco a scendere in campo nella seconda guerra mondiale, ma il dittatore spagnolo, pur favorendo italiani e tedeschi in alcuni campi respinse sempre con decisione ogni pressione volta a fargli dichiarare guerra alle potenze democratiche, e dette continue assicurazioni a queste ultime di non avere alcuna intenzione di abbandonare la sua posizione di neutrale.
"'Le parole dei bambini' è un libro che parla di quel che pensano e provano i bambini. Anzi, è un libro che fa parlare i bambini, dando voce, lettera dell'alfabeto dopo lettera dell'alfabeto, al loro mondo di valori, al loro modo di relazionarsi con gli altri e di vivere la realtà esperita attraverso l'originalità, l'ingenuità, la creatività, lo humour e, soprattutto, la magnificenza che li contraddistingue. Perché i bambini possiedono parole che gli adulti non sanno più trovare. Parole del cuore, legate alla loro immaginazione, fantasia, voglia di comunicare, che spesso, però, sono anche intrise dei valori, dei disvalori, delle sicurezze e delle incertezze, delle paure, delle necessità, del disagio e altro ancora che gli adulti trasmettono loro. Così, 'Le parole dei bambini' è una profezia che si autoavvera: alle parole rivelatrici dei 'profeti bambini' - che talvolta suonano come sentenze di assoluzione e talvolta come verdetti di condanna - gli adulti dovrebbero prestare massima attenzione e ascolto. Perché i bambini sono poeti: agiscono con le parole. Hanno il cinismo della sincerità, la qualità dell'innocenza, l'esercizio violento della verità. E tra le mani tengono la molle cera di loro stessi da plasmare. Ogni colpo resta impresso, ogni azione è traccia d anima." (Maria Rita Parsi)
"Non dimenticate i nostri assassini": fu questa la preghiera di 11 milioni di vittime dell'Olocausto che spinse Simon Wiesenthal, ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio del Terzo Reich, a dedicare la propria vita alla caccia dei criminali nazisti sfuggiti al tribunale di Norimberga. Grazie a un infaticabile lavoro di indagine, e alla fitta rete di relazioni da lui intrecciate con istituzioni e governi di tutto il mondo, identificò e consegnò alla giustizia 1100 responsabili dell'attuazione del diabolico progetto hitlenano di "Soluzione finale". Se, fra le prede di Wiesenthal, il posto d'onore spetta senz'altro a Adolf Eichmann, catturato in Argentina dove viveva dal 1950 sotto falso nome, e poi processato e giustiziato a Gerusalemme, altrettanto rilevante è il lungo elenco di personaggi meno famosi, ma i cui nomi erano ben noti ai sopravvissuti. Come quello di Hermann Stangì, comandante dei lager di Sobibòr e Treblinka, che quando morì, sei mesi dopo la condanna all'ergastolo, aveva scontato solo 18 secondi di prigione per ognuno dei suoi 900.000 omicidi. O del suo vice Gustav Wagner, insignito personalmente da Heinrich Himmler della Croce di ferro per l'"abilità nello sterminio", suicidatosi in Brasile mentre, a conclusione di un'estenuante battaglia burocratica, stava per essere estradato in Germania.
La storia di Brooke Shields, una delle donne più belle del mondo, che partorisce a 38 anni la piccola Rowan e non smette di piangere dal primo istante in cui gliela mettono in braccio e scivola in una tremenda depressione da cui si riprenderà solo molti mesi dopo, e quella di Valentina Vezzali, il "cobra", che dopo appena diciotto giorni dalla nascita del figlio Pietro riprende gli incontri di scherma e le bastano tre mesi di allenamento per vincere i campionati del mondo. La storia delle madri di Plaza de Mayo, a cui la dittatura argentina ha rubato i figli, capaci di un amore assoluto per le proprie creature scomparse, perché l'amore materno perfetto è solo quello per chi non c'è più, e quella di Mercè Anglada, ostetrica di 44 anni, che per aver dedicato l'intera vita a far nascere i figli degli altri non si è mai sposata e non ne ha mai avuti di propri. Storie di madri e di maternità, storie di amore e di paura, storie di gioia e di terribili depressioni. Concita De Gregorio compie un viaggio, attraverso venti racconti di maternità, in una realtà circondata da moltissimi luoghi comuni, per cercare di dare voce a una realtà silenziosa: la fatica di essere madri in un mondo in cui per le madri non c'è posto.
Da sempre i governi e gli stati coprono con altisonanti dichiarazioni i motivi spesso cinici che stanno alla base delle guerre da loro scatenate. Secondo Luciano Canfora, il proposito americano di esportare la libertà in Iraq è solo l'ultimo esempio di questo oliatissimo meccanismo propagandistico. Sparta combatté la guerra del Peloponneso sostenendo di voler liberare i Greci dall'oppressione ateniese; le guerre napoleoniche determinarono la trasformazione della Francia rivoluzionaria in impero bonapartista; i conflitti regionali della Guerra Fredda (Vietnam, Medio Oriente, Afghanistan), furono sempre inseriti nel contesto di una lotta per l'affermazione della democrazia nel mondo. Canfora dimostra in un'analisi acuta e spesso provocatoria che la politica internazionale si è sempre servita del richiamo all'ideale libertario per coprire le logiche di lotta per il dominio che inevitabilmente condizionano lo scenario internazionale. Un appassionato atto d'accusa contro le nefandezze compiute in nome di nobili principi e supremi ideali e allo stesso tempo un disincantato repertorio di casi storici recenti e remoti, accomunati da quella che Canfora definisce una emblematica "torsione morale, culturale e politica" che consente a uno stato di perseguire una cinica politica di egemonia, fregiandosi allo stesso tempo del titolo di difensore della libertà.
Il gesuita Matteo Ricci arrivò a Macao nel 1582 e, dopo aver soggiornato in varie città, si trasferì a Pechino, dove visse dal 1601 al 1610 alla corte dell'imperatore Wanli della dinastia Ming. Fu Ricci a scoprire che la Cina coincideva con il Catai descritto da Marco Polo e a farne conoscere per primo, attraverso le sue lettere e i suoi scritti, la cultura e le tradizioni. La vita del gesuita è qui raccontata dalla giornalista Michela Fontana che a Pechino ha vissuto a lungo.
Un libro che unisce autobiografia storia del cinema, spiritualità e appunti sulla meditazione. In queste pagine il celebre regista David Lynch racconta come la meditazione trascendentale gli abbia cambiato la vita e lo abbia aiutato a concentrare le sue energie, sprigionando creatività e consapevolezza. Il tutto inframezzato da inediti aneddoti sulla produzione dei suoi capolavori cinematografici: una lettura non solo per tutti gli appassionati cultori del cinema di Lynch, ma anche per chiunque desideri sviluppare capacità di concentrazione e creatività.
II metodo educativo Montessori, applicato in centinaia di scuole in tutto il mondo, ha rivoluzionato nel profondo la pedagogia degli ultimi cent'anni, proponendo un'idea del bambino completamente diversa da quella fino allora accettata. Il fanciullo viene visto come un essere completo, dotato naturalmente di un'energia creativa e affettiva, e il principio fondamentale che deve improntare la sua educazione è quello della libertà, da cui naturalmente emergerà la disciplina. Questo volume comprende alcuni dei brani chiave del pensiero montessoriano che offrono ai genitori e agli educatori di oggi utili spunti di riflessione per crescere dei bambini liberi, autentici, spontanei, responsabili.
Evi Crotti e Alberto Magni descrivono in questo libro il ruolo di genitore nella società contemporanea: dai cambiamenti di equilibrio (e i conseguenti rischi di crisi) che l'arrivo di un figlio porta nella coppia, a tutto ciò che diventare madre e diventare padre comporta nella relazione del singolo con se stesso, con il figlio, con il compagno, con il resto del mondo, fino alla costruzione di una nuova famiglia, con nuove regole e nuove identità in un momento storico in cui ruoli e tradizioni sono stati scardinati dal profondo, per giungere all'analisi dei diversi atteggiamenti affettivi ed educativi. Tutto questo è accompagnato da alcuni esempi di analisi grafologiche e di disegni che permettono da un lato di comprendere il carattere di genitori e figli, dall'altro di individuare eventuali timori, disagi o difficoltà psicologiche.
Cinque Parigi-Dakar, la presidenza della Maison Valentino, l'acquisizione della celebre casa di moda francese Vionnet; undici gare di sci di fondo Vasaloppet; il fidanzamento con Naomi Campbell; duemila ore di volo in elicottero; direzioni generali e consigli di amministrazione; la presidenza dell'Enit, la vicepresidenza della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica... Nato in una delle più importanti famiglie imprenditoriali italiane, omaggiato dalla natura di fascino ed eleganza, per Matteo Marzotto la vita potrebbe sembrare una strada costantemente in discesa. Eppure in queste pagine Matteo dimostra che non c'è mai quiete per chi decide di alzare ogni volta la posta in palio, di volare sempre un po' più in alto. Ecco allora che questa raccolta di riflessioni sui suoi quarant'anni diventa una sorta di parabola, il simbolo di un modo, intraprendente e vincente, di vivere. E gli aneddoti raccontati, esilaranti a volte, talvolta toccanti, sembrano incitare a spostare sempre un po' più in alto l'asticella della vita: nel lavoro, cercando una propria strada oltre a quella segnata dalla discendenza. Negli affetti, con un commovente ricordo della amatissima sorella Annalisa, morta a soli trentun anni di fibrosi cistica. Nello sport, con una sfida continua ai propri limiti che diventa scuola di etica. Nella vita privata, con un curriculum di fidanzate invidiato da ogni uomo. Fino a scoprire che lo scapolo d'oro più ambito d'Italia è senza dubbio un ragazzo che ha stoffa.
Nella sua ultima intervista, rilasciata al giornalista Alberto Mattioli, Luciano Pavarotti si è abbandonato a un bilancio: "Io nella vita ho avuto tutto, ma davvero tutto. Se mi viene tolto tutto, con il buon Dio siamo pari e patta". E in effetti quella di Big Luciano, è stata una vita piena di successi strepitosi, di acclamazioni universali, ma anche di tribolazioni pubbliche e private. Una vita davvero "grande", che Mattioli racconta in tutti i suoi aspetti con affetto e scrupolosità. Il giornalista narra la nascita di questo talento spropositato, che non sapeva leggere uno spartito ma riusciva a cantare ed emozionare come nessuno. Ripercorre la sua formazione artistica e privata, l'infanzia a Modena, il debutto a Reggio Emilia, le sue esibizioni già passate alla storia, la marcia trionfale in tutti i teatri d'opera del mondo e il miracolo, riuscito solo a lui, di entusiasmare con le arie d'opera folle da raduno rock. Senza tralasciare i fiaschi, pochi ma dolorosi, e le polemiche, fra cui la lunga vicenda col fisco conclusa con un assegno da venticinque miliardi di lire. Mattioli rivela poi i dietro le quinte dei "Tre tenori" e del "Pavarotti and Friends", le contaminazioni con la musica pop, la rivalità con Placido Domingo e le amicizie con Bono e Lady D. Una vita vissuta tutta d'un fiato fino al silenzioso addio. Un silenzio coperto dal ricordo potente e armonioso della sua voce e riempito da tutte quelle tracce che solo i fuoriclasse sanno lasciare nell'epoca che attraversano.