
La lingua è un elemento fondamentale della cultura e della società. Cinquantanni di ricerche sociolinguistiche hanno permesso di conoscere, in modo sempre più approfondito, le interazioni tra lingua e società: attraverso l'analisi del linguaggio è, infatti, possibile addentrarsi nella complessità della struttura sociale, nelle sue dinamiche e nei suoi conflitti. Una sociolinguistica orientata in senso antropologico, come quella proposta in questo libro fondamentale da Giorgio Cardona, ci permette di comprendere appieno gli aspetti sociali, culturali e ideologici dell'uso del linguaggio, di scoprire come, operando sottili azioni di rielaborazione del linguaggio, diventi addirittura possibile intervenire sui rapporti tra individui, e come ogni cambiamento culturale si rifletta direttamente sul linguaggio e lo trasformi. Introduzione alla sociolinguistica è, quindi, il punto di partenza necessario per comprendere come la lingua, specchio della società che la crea, agisca a sua volta tanto prepotentemente su di essa da arrivare ad essere la sua spina dorsale.
Il volume rifonde in una nuova stesura ¡1 Corso elementare di linguistica generale e ne amplia i contenuti già sperimentati in numerosi corsi di Linguistica generale con l'aggiunta di un capitolo sul mutamento e la variazione, di un sintetico profilo di storia della linguistica e di numerosi e aggiornati materiali di approfondimento, documentazione ed esercitazione. Del volume di cui è rifacimento non solo riprende interamente il taglio e la materia, allargando anche il panorama alla linguistica storica e alla sociolinguistica, ma soprattutto cerca di mantenere l'equilibrio fra necessario rigore scientifico, chiarezza di esposizione e accessibilità da parte degli studenti. Il maggior dettaglio presente in punti cruciali della trattazione e il materiale di corredo aggiunto consentono approfondimenti selezionati anche per studenti non più principianti assoluti nella materia.
Qual è il ruolo svolto dagli affetti nello sviluppo della mente? E quali forme arcaiche di funzionamento mentale si celano dietro quei pazienti che non hanno parole per esprimere i loro sentimenti e si affidano a vaghe manifestazioni psicosomatiche o abbozzi di pensiero per dar voce alle loro emozioni? Per riflettere su questi e altri quesiti, seguendo una prospettiva che integra le più recenti ricerche di orientamento psicoanalitico con i dati provenienti dalle neuroscienze cognitive, l'autrice ha delineato un percorso che prende l'avvio dalla teoria delle emozioni di Bowlby e, attraverso l'esame degli elementi a forte valenza strutturante propri delle interazioni di attaccamento, giunge a considerare gli effetti che i fenomeni di microregolazione affettiva hanno sulla maturazione dipendente dall'esperienza del cervello destro. Grazie all'analisi delle caratteristiche delle relazioni attorno alle quali si organizza il mondo interno dell'individuo e dei sistemi cerebrali che mediano l'instaurarsi delle funzioni psichiche in senso sia sano sia patologico, il testo consente, quindi, una migliore comprensione dei processi mentali, spesso estranei e inquietanti, propri di quei pazienti che hanno sperimentato relazioni di attaccamento disfunzionali e che, pertanto, necessitano di un lavoro clinico capace di sintonizzarsi su un registro comunicativo non verbale e presimbolico per cogliere significati là dove le parole rimangono soffocate.
La motivazione scolastica è oggi un tema cruciale sia nella ricerca in psicologia dell'educazione, dove è in atto ormai da alcuni decenni un intenso lavoro di indagine e concettualizzazione, sia nei contesti di istruzione, dove la motivazione rappresenta spesso per studenti, insegnanti e genitori un problema di non facile soluzione. Nel volume i grandi temi della ricerca motivazionale vengono presentati in relazione alle fasi del comportamento motivato - dall'attivazione al senso del sé all'autoregolazione dell'apprendimento - con un'attenzione costante alla duplice valenza di fatica e piacere che l'apprendimento scolastico comporta e che ha trovato interpretazioni diverse nelle varie teorie. La fatica e il piacere di imparare intende, pertanto, fornire sia un quadro organico dei risultati della ricerca attuale, sia alcuni strumenti utili per l'applicazione di tali risultati all'insegnamento e all'apprendimento nella scuola.
"Imparare le grammatiche che stanno dietro i meccanismi con cui si produce l'informazione della stampa o dei tg; oppure essere avvertiti delle regole che danno o tolgono capacità persuasiva alle campagne pubblicitarie e sociali; o infine capire come alcune persone che compaiono in tv o al cinema divengano modelli di comportamento per molte altre", questo è ciò che l'autore identifica come uno degli obiettivi del testo. Per raggiungerlo vengono toccati i principali ambiti teorici ed empirici di discussione dei media studies, esplorando il lungo cammino che dalle interpretazioni comportamentiste degli anni Cinquanta giunge fino agli approcci culturalisti contemporanei. Utilizzando una strumentazione didattica orientata allo studente, che si avvale di figure, schemi e attività pratiche, "Sociologia delle comunicazioni di massa" si affianca al lettore nel suo processo di apprendimento stimolandone con efficacia la curiosità e l'interesse critico
Il volume, pensato prioritariamente per gli insegnanti, si rivolge anche a quanti operano sia nell'ambito della ricerca, sia nel settore educativo e formativo. La conoscenza del metodo osservativo è, infatti, un'esigenza inevitabile di quanti, operando nelle varie aree dell'intervento educativo in tutte le sue espressioni, intendano appropriarsi di strumenti cognitivi e tecniche operative utili per migliorare la propria comprensione delle realtà vissute da quanti sono loro affidati dalla società. L'obiettivo del volume è dunque duplice: migliorare le conoscenze su un tema che si rivela di grande utilità psicologica e pedagogica, e mettere "l'operatore sociale" in grado di programmare un intervento, all'interno del proprio lavoro, che sia rispettoso delle regole definite dalla letteratura scientifica. Non è sufficiente avere conoscenza dell'altro per rispondere a eventuali richieste di aiuto, bisogna che gli operatori siano addestrati a intervenire in modo efficace. Ora, affinché conoscenza e intervento siano armonizzati ed efficienti, bisogna che entrambi siano informati delle possibilità e dei vantaggi offerti da una giusta applicazione delle tecniche osservative. Non esiste, infatti, azione educativa, nel suo senso più ampio, che non proceda da una corretta osservazione del comportamento infantile. "Insegnare" a osservare è sicuramente un compito arduo, ma diventa una vera sfida rivolta a se stessi per chi decida di "imparare" a osservare.

