
Cosa è l’adozione, come si forma una famiglia adottiva, perché spesso i bambini adottivi manifestano difficoltà di apprendimento o criticità comportamentali, quali strategie mettere in atto per accogliere un bambino adottivo nel gruppo classe. Abbiamo scritto questo libro perché riteniamo fonda- mentale che il mondo della scuola entri in contatto con l’adozione, ne conosca i meccanismi, ne acquisisca i termini corretti ed i concetti fondamentali. A beneficio di tutti, figli adottivi e figli biologici. Perché tutti i bambini e i ragazzi possano parlare della loro sto- ria ad alta voce, senza bisbigliare, e perché gli insegnanti possano supportarli, senza timori o reticenze.
Revisione e integrazione generale dei contenuti. Il volume sottolinea l'importanza della relazione, per cui non solo gli adulti parlano di Dio ai figli", ma anche "i figli parlano di Dio". "
«Se la maggior parte dei problemi della vita reale – dipendenze, violenza, bullismo, solitudine, pornografia – continuano a essere presenti sul web è soprattutto perché essi sono presenti nella nostra mente». Da quando è stato introdotto, il web, come ogni grande invenzione, non ha cessato di suscitare dibattiti, entusiasmi e altrettanti segnali di allarme, perché presenta, insieme a opportunità inedite, le medesime problematiche del mondo offline, ma a un altro livello. Il web infatti non è semplicemente uno strumento, ma un vero e proprio «universo», parallelo e talvolta anche alternativo al mondo «reale». Qualunque sia il punto di vista assunto, tutto ciò costituisce in ogni caso un punto di non ritorno, con cui è necessario fare i conti. Da qui l’importanza di un approccio rispettoso della sua complessità, per usarne al meglio le enormi e affascinanti possibilità, senza tacerne i possibili rischi.
L'informazione religiosa nelle interviste a 15 protagonisti, impegnati in redazioni di giornali, televisioni e radio del mondo digitale. Della professione emergono, insieme alle criticità, gli elementi di forza con cui affrontare questa nuova stagione. Ne è emblema la scrittura imposta dalla rivoluzione di Papa Francesco: senza troppe mediazioni - ma anche senza semplificazioni - per raccontare un profeta obbediente alle prese con una riforma decisiva, un uomo di frontiera che ridisegna il rapporto tra centro e periferia, un pastore sulla strada delle 99 pecore smarrite con la sapienza del Vangelo e dell'esperienza cristiana.
A colloquio con: Lucio Brunelli, Marina Corradi, Domenico Delle Foglie, Massimo Franco, Franca Giansoldati, Ferdinando Giugliano, Irene Hernandez Velasco, Federico Lombardi, Raffaele Luise, Stefano Maria Paci, Paolo Rodari, Andrea Tornielli, Aldo Maria Valli, Giovanni Maria Vian, Dario Edoardo Viganò.
L’autore
Don Ivan Maffeis è il Vice Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, è docente del corso “L’ufficio comunicazioni sociali in una diocesi” presso la Pontificia Università Lateranense e di “Etica e deontologia dei media” e “Gestione dei media” presso la Pontificia Università Salesiana
Mary Godwin Shelley, una ragazza non ancora ventenne, duecento anni fa diede alle stampe un romanzo destinato a diventare una delle opere letterarie più singolari della Modernità: Frankenstein, il cui sottotitolo, Il moderno Prometeo, faceva intravedere la grande portata del romanzo, gli echi delle grandi opere che lo avevano influenzato, le suggestioni delle scoperte nel campo della fisica e della chimica e quella componente gotico-romantica che solo in un animo sensibile e appassionato poteva sintetizzare la pienezza del sublime. Mary visse in un periodo di grandi rivolgimenti, storici, sociali e soprattutto scientifici. Un periodo dove già iniziava un dibattito etico derivato dalle nuove straordinarie scoperte che avevano suscitato molte domande sui confini tra la vita e la morte e il potere su di essi degli scienziati.Mary scelse di raccontare questi dubbi e queste angosce in un romanzo che diverrà il capostipite del genere fantastico-gotico, nonché della narrativa di fantascienza.A duecento anni dalla pubblicazione il romanzo della Shelley continua a interpellare le coscienze, ad affascinare i lettori, a ispirare il cinema, la musica, la letteratura.
Secondo volume sulle dipendenze. La dipendenza sessuale esisteva certamente anche prima di internet. Il virtuale però esercita un fascino ancora più invasivo.
I corpi intermedi possono e devono contribuire al rinnovamento dell'Italia e dell'Europa. Indirizzare l'azione delle istituzioni sulle priorità che stanno in cima alle preoccupazioni dei cittadini e dalla cui risposta dipende lo stato di salute e il futuro della nostra democrazia, è ancora una loro prerogativa. A patto che sappiano rinnovarsi nel profondo. Quale sarà nell'immediato futuro il ruolo dei corpi sociali intermedi? Quello che si sapranno meritare, decidendo di affrontare con coraggio le questioni cruciali per i nostri territori, per il nostro popolo, per il nostro tempo e recuperando l'originaria vocazione di organismi di prossimità capaci di creare reti tra i cittadini e le istituzioni, tra la domanda e l'offerta politica, sociale ed economica.
Luisa Bove in questo libro dà voce a Giulia, vittima fin dall'adolescenza di un abuso sessuale subito da parte di un sacerdote; la narrazione in prima persona restituisce senza sconti il dramma della protagonista e il suo lento percorso di rinascita. Le biografie delle persone che sono state vittime di abuso sono uniche. Ci sono coloro che soffrono per tutta la vita per le conseguenze psichiche, relazionali e fisiologiche degli abusi subiti. Alcuni commettono suicidio, altri non si fidano più di nessuno e rimangono isolati, altri ancora diventano molto aspri e arrabbiati, mostrando la propria rabbia anche sui media. Ci sono vittime - non sappiamo realmente quante siano - che per "caso", per "fortuna" oppure per Provvidenza trovano le persone giuste nel momento giusto e le circostanze propizie. Questo permette loro di intraprendere un cammino di comprensione e di lutto per il passato, di ri-orientamento del presente (liberato da questo macigno) e di possibile riconciliazione per un futuro più sereno (Hans Zollner). In queste pagine troverete il crudo racconto dei fatti e l'evoluzione delle domande profonde che Giulia si sta ancora facendo: la sua vita interiore è in cammino. E rimanere in cammino non è per niente scontato dopo fatti così gravi (Anna Deodato).
«Un terzo degli inglesi sotto i trent’anni non sa dire qual è il proprio telefono di casa senza consultare la rubrica del cellulare. Due terzi degli studenti americani non sanno la data della guerra civile che diede forma agli Stati Uniti attuali, un quinto di loro non ha la più pallida idea di chi fossero i nemici nella Seconda guerra mondiale. Non è la crassa ignoranza del tipo tradizionale, questa è una sorta di perversa efficienza: perché faticare a memorizzare date e nomi, quando basta interrogare Wikipedia o Google per tirar fuori quel che serve in poche frazioni di secondo?»
Semplici e "complicate". Storie di vita familiare ascoltate e raccolte da don Stefano (sacerdote e psicologo) durante la sua esperienza tra la gente, tra moglie e marito, tra ex moglie e marito, tra figli e genitori, tra figli voluti e mai arrivati o altri non desiderati abbastanza. Uno spaccato di esperienze nel quale riconoscersi e riflettere, dove la famiglia è guardata attraverso l'esperienza della fragilità umana e non sotto la lente dell'analisi sociologica.
È possibile leggere “con uno sguardo diverso” la Bibbia senza tradirla o fraintenderla? La prospettiva psicoanalitica proposta in questo saggio aiuta a scoprire contenuti, idee, emozioni che la pagina evangelica contiene in sé e comunica, al di là di letture di comodo o convenzionali.«Trovo molto interessante questo rapporto tra linguaggio psicoanalitico e lettura del Vangelo, perché l'attenzione ai sentimenti, alla cura degli affetti, alle proprie esperienze personali è importante per accogliere la Bibbia come parola rivolta a tutti» (dalla prefazione di don Virginio Colmegna).Una densa rilettura “con uno sguardo diverso” di alcuni famosi brani evangelici che parlano a tutti, credenti e non credenti.
Le onde delle migrazioni diventano sempre più tempestose e fomentano una sindrome dell'invasione. Alcuni vedono nei migranti e nei profughi i veri responsabili della crisi odierna, dimenticando che nei secoli l'Europa si è formata con i migranti. A un giovane rifugiato è stato chiesto: "Perché non rimanete nella vostra terra?" La risposta è stata di una lucidità impressionante: "Noi non siamo stupidi, né pazzi. Siamo disperati e perseguitati. Restare vuol dire morte certa, partire vuol dire morte probabile. Tu che cosa sceglieresti? Noi non abbiamo colpe se siamo nati dalla parte sbagliata e voi non avete alcun merito di essere nati dalla parte giusta".
Accogliere i migranti e i rifugiati, soprattutto bambini, non è una scelta, ma un dovere umano.