
Il messaggio positivo che il libro di Massimo Bettetini intende comunicare è che un'educazione all'immagine è possibile. Tale educazione non può comporsi di algide indicazioni; è chiamata a incarnarsi nella famiglia. Perfettamente consapevole della complessità dell'oggi e dell'emergenza educativa in cui versiamo, l'autore ci conduce con speranza e ironia verso una visione da cui emergono suggerimenti concreti per muoversi nella giungla del web senza rinunciare a essere persone, composte di anima, psiche e corpo.
Una popolarità che non accenna a calare a tanti anni dalla sua morte e una lunga serie di luoghi comuni fanno di Giovannino Guareschi un illustre conosciuto. Imprigionato dentro schemi che lo dipingono come reazionario, ma anche come profeta del compromesso storico, in realtà è stato ben altro: un grande scrittore e, prima ancora, un grande uomo. Grazie alla lunga frequentazione della sua opera e di documenti di archivio spesso inediti, uno dei suoi maggiori studiosi rimette al centro dell'attenzione il letterato dalle invenzioni geniali, di cui il mondo di don Camillo e Peppone è solo un esempio, e il personaggio che ha segnato la storia e la cultura italiane nei decenni a cavallo della Seconda guerra mondiale.
La cultura cattolica ha una sua specificità? Forse sì, forse no. L'opinione pubblica la ritiene sempre più debole e marginale, una fra le tante culture. Rispetto all'evoluzione della società, sembra "indietro di secoli". Può rinnovarsi, o deve rassegnarsi a diventare ancor più irrilevante? Il libro sostiene che occorre una nuova matrice teologica che si concretizza nell'intendere la cultura come prassi relazionale nella vita quotidiana. Intendere la cultura come modus vivendi, e non come un sistema di idee porta a intendere la cultura cattolica come promozione dei mondi vitali di cui i laici sono i protagonisti.
Stefan Zweig (1881-1942) fu uno degli scrittori più letti e amati del suo tempo anche per la straordinaria capacità di dare voce agli "sconfitti", come Maria Antonietta, Maria Stuarda o Magellano. Nato nella Vienna dorata di fine Ottocento, in una famiglia colta e cosmopolita, Zweig respirò fin dall'infanzia l'aria vibrante di una cultura in continuo fermento. Se la Prima guerra mondiale lo spinse verso il pacifismo, l'ascesa del nazismo lo costrinse a un doloroso esilio, strappandolo alla sua Austria e alla sua lingua natia. Trovò infine rifugio in Brasile, dove si tolse la vita con la seconda moglie Lotte. Il mondo di ieri, la sua struggente autobiografia, resta il testamento di un'epoca perduta e di un uomo che, fino alla fine, cercò di costruire ponti in un mondo che si sgretolava. In questo saggio, Raoul Precht racconta l'ispirazione più profonda, il "bruciante segreto", di uno scrittore che da generazioni continua ad affascinare i lettori.
Antonio Salieri (1750-1825) è stato un gigante della storia della musica. Nato in Veneto, sviluppò a Vienna le sue straordinarie doti di compositore riempiendo i teatri europei e divenendo maestro di Beethoven, Schubert, Liszt e tanti altri. Con il passo intrigante di un romanzo e con il conforto dei documenti, Monsalve delinea il ritratto di un uomo brillante, animato da una creatività poliedrica e da intuizioni innovatrici. Non gli ha giovato la leggenda della gelosia omicida nei confronti di W.A. Mozart. Qui, con abbondanza di prove, si restituiscono l'integrità e l’onore a un personaggio di cui l'Italia dovrebbe andare fiera.
Stanislao Medolago Albani è stato uno dei padri fondatori del cattolicesimo sociale italiano. Una figura straordinaria e ancora poco conosciuta. Bergamasco (nacque nel 1851 e morì nel 1921) fu un uomo di studio, di azione, di contemplazione. Discepolo di san Giovanni Bosco, fondò banche, istituti di assicurazione, giornali; fu precursore dell'Università Cattolica e stretto collaboratore dei papi Leone XIII e san Pio X, protagonista assoluto, dopo l'Unità d'Italia, dell'Opera dei Congressi che portò all'impegno politico dei cattolici. Era animato dalla convinzione che la carità cristiana deve essere l'anima della società nella quale le persone sono chiamate a partecipare responsabilmente alla vita sociale per realizzare il bene comune.
Edipo a Colono è una tragedia di Sofocle, rappresentata postuma nel 401 a.C. In questo dramma scopriamo la fine di Edipo, una misteriosa e benevola sparizione in un posto delizioso, il boschetto di Colono. Dopo la lotta con una sofferenza assoluta, Edipo trova la pace. Sofocle era vecchissimo quando scrisse le ultime parole di Edipo e nel lasciar svanire il suo personaggio ci lascia di sicuro qualcosa anche di sé: l'amore assoluto per la propria terra, la dolcezza degli affetti, una lucida riflessione sulla vita e sulla speranza di una pietà che arriva per tutti.
Prometeo incatenato è una tragedia di Eschilo, rappresentata forse per la prima volta ad Atene nel teatro di Dioniso nel 460 a.C. Questa tragedia è tutta un enigma a partire dalla sua attribuzione. Quel che è certo è che questa storia ci riporta ad una rupe all'estremo orlo della terra, a un titano mosso da tensione d'amore, a una pena infinita, a personaggi non meno tormentati, le ribelli e tenere Oceanine, la tragica Iò, lo sfuggente Oceano, uno stranissimo Ermes; ma soprattutto rimanda a Prometeo, che ha regalato agli uomini una cosa che gli dei non hanno, la possibilità di essere migliori.
Baldovino di Sassonia Coburgo Gotha, Re del Belgio dal 1951 al 1993, è stato una personalità autorevole e influente nell'Europa del Novecento. Nel libro si ripercorrono tutte le pagine salienti di una vita: il racconto dell'infanzia infelice, con la perdita della madre in un incidente stradale, la prigionia e la deportazione con la famiglia reale durante il nazismo, gli anni del collegio svizzero. Salito al trono poco più che ventenne, il nuovo Re dovette affrontare la grave crisi in cui versava la sua nazione dopo la Seconda guerra mondiale e cercò di rimediare agli esiti nefasti del colonialismo nel Congo, voluto dallo zio Leopoldo II. In seguito, si adoperò con convinzione e da protagonista per l'ingresso del Belgio nell'Ue e nell'Alleanza Atlantica. Figura indelebile della vita di Baldovino è quella della regina Fabiola. Compagna inseparabile di vita e di fede e sua prima confidente, ebbe un ruolo di primo piano anche nello snodo più drammatico del regno, quando, nel 1990, il Re decise di sospendere il suo incarico piuttosto che firmare la legge favorevole all'aborto votata dal Governo. In questa decisione risultò decisivo l'incontro segreto che i sovrani ebbero con un frate al santuario di Loreto. È questo il "gran rifiuto" di Baldovino, lodato da papa Francesco durante la sua visita pastorale a Bruxelles del 28 settembre del 2024, in cui ha anche sollecitato l'apertura del processo per la beatificazione.