
Gli autori presentano il primo resoconto del trattamento basato sulla mentalizzazione per il disturbo borderline di personalità, la cui efficacia è stata dimostrata dalla sperimentazione clinica. Numerosi esempi illustrano le strategie e le tecniche fondamentali e viene fornita un'informazione dettagliata su come applicare la terapia, fondata sulla mentalizzazione nella pratica quotidiana. Rivolto ai professionisti della salute mentale, questo volume segna una nuova direzione nel trattamento dei pazienti borderline.
Questo è un libro sul libro, su questo strano oggetto, o merce, e sul luogo in cui esso viene messo in vendita, la libreria, affidata alle cure di quel singolare commerciante che è il libraio, a cui spetta non solo vendere, ma innanzitutto scegliere, esporre, offrire il libro alla curiosità del lettore. L'autore riprende così i temi fondamentali del suo pensiero e li piega all'intento di fare onore al commercio delle idee e a tutti coloro, librai, editori tipografi, che rendono possibile la condivisione di una "riscrittura ininterrotta dell'enigma".
Al tempo stesso guida clinica e testo di riferimento, questo è un trattato di psicoanalisi che punta all'esaustività. Un'équipe di autori di rango, che hanno operato sotto la prestigiosa sigla dell'American Psychiatric Publishing, mette a fuoco non solo la teoria e la tecnica psicoanalitiche ma anche la prospettiva evolutiva, la ricerca e i molti modi in cui la psicoanalisi si confronta con campi di indagine contigui. Il volume prende inoltre in considerazione le caratteristiche che contraddistinguono la psicoanalisi nelle diverse parti del mondo e si rivolge a un'ampia gamma di professionisti, non solo agli psicoanalisti ma anche a psichiatri, psicoterapeuti, accademici, studiosi di altre discipline, e infine agli studenti.
Da "La psicologia dal 1850 al 1950" a "Archeologia di una passione", questa selezione di testi, interviste e conferenze di Michel Foucault, un maestro del pensiero del Novecento, restituisce al lettore italiano uno dei grandi assi della sua riflessione: l'interrogazione sull'enigma della follia e sui meccanismi di definizione del potere psichiatrico. In oltre trent'anni di ricerche appassionate e di lavoro febbrile, al centro delle preoccupazioni teoriche e politiche di Foucault è stata l'indagine su quell"'Homo psychologicus" che altre epoche e altre culture non avevano mai conosciuto e in cui noi oggi riconosciamo la nostra verità.
Vittorio Benussi, esponente di spicco della scuola psicologica di Graz e fondatore della scuola di psicologia di Padova, è stato uno psicologo sperimentale. Questo volume presenta i principali lavori italiani di Benussi, composti dopo il suo trasferimento a Padova nel 1918: le ricerche di "analisi psichica reale" sulle allucinazioni, sui sogni, sul "sonno base" tutti esempi di un approccio sperimentale a una concezione dinamica della vita psichica di tipo freudiano. Proporre oggi un'edizione critica degli scritti di Benussi significa invitare al confronto con uno psicologo geniale, la cui modernità può essere finalmente riconosciuta.
Vengono presentati in questo volume i saggi, pubblicati da Mary Ainsworth dal 1962 al 1991, che hanno rivoluzionato il modo in cui gli psicologi concepiscono l'attaccamento del bambino ai suoi caregiver e le relazioni affettive profonde caratteristiche di ogni età. Come filo conduttore emerge la classificazione dei modelli di attaccamento del bambino in base alle risposte mostrate a casa e nella "Strange Situation", una procedura sperimentale oggi diffusamente utilizzata nella valutazione dell'attaccamento.
Il testo rappresenta il manuale del sistema di codifica del Lausanne Trilogue Play clinico, un metodo di osservazione diretta delle relazioni familiari che ha l'obiettivo di operazionalizzare i criteri di valutazione relazionali quando il clinico deve esprimere una diagnosi e formulare un progetto di sostegno alla genitorialità. Ancorato a costrutti teorici su cui convergono molte ricerche sulla famiglia, il sistema di codifica che viene proposto si basa su indicatori comportamentali che differenziano le famiglie funzionali da quelle disfunzionali in termini di "alleanze familiari".
Che cosa succede se guardiamo il mondo separando corpo e mente, emozioni e conoscenza, natura e cultura? Contro il rischio di impoverimento implicito in questo sguardo, gli autori propongono di procedere, nelle pratiche formative, di connessione in connessione, ridefinendo le cornici di senso all'interno delle quali corpo, mente, significati, contesti risultano inestricabilmente intrecciati e interagenti. Rivolgendosi a tutti coloro che sono impegnati come formatori ed educatori, il volume indaga la problematicità di un soggetto in grado di ridefinire il proprio essere nel mondo, insieme agli altri, prefigurando orizzonti di senso comuni e condivisi.
L'idea portante degli autori è la presenza, in tutti i disturbi d'ansia, di una serie di fattori patogenetici comuni: perché dunque definire protocolli specifici per ogni disturbo quando i singoli processi costituenti la patologia sono sempre gli stessi? La proposta innovativa è una strategia d'intervento definita "terapia cognitiva modulare", che considera più economico ed efficace, rispetto alla pratica clinica corrente, individuare strategie specifiche per affrontare ciascuno ditali processi, da utilizzare poi nei differenti disturbi.
Sue Gerhardt illustra in particolare come le prime relazioni del bambino concorrano a formare il suo cervello "sociale" e come lo sviluppo cerebrale possa condizionare l'equilibrio emotivo futuro. Esistono infatti "percorsi neuronali" che influiscono sul modo in cui reagiamo allo stress e possono condurre a condizioni patologiche come l'anoressia, l'abuso di sostanze, i disturbi di personalità o i comportamenti antisociali. Rendendo semplice la complessità, l'autrice offre una brillante interpretazione delle più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze, della psicologia, della psicoanalisi e della biochimica: le relazioni che stabiliamo con gli altri formano il nostro carattere e l'amore è fondamentale per sviluppare la nostra capacità di diventare pienamente "umani". Un libro utile non solo ai genitori ma anche a quanti si occupano di salute mentale e di educazione e a chiunque sia interessato al benessere delle future generazioni.
Com'è che "ognuno può essere felice solo a modo suo"? Perché "non tutto si può né si deve guarire"? E davvero "chi fa sempre tutto bene finisce con l'annoiarsi"? Da questi e altri interrogativi, suscitati da esemplari citazioni junghiane, gli autori, come già nel precedente "A spasso con Jung", prendono spunto per divagazioni non accademiche suggerite non solo dalla psicologia ma anche da filosofia, letteratura, poesia, nonché dalla quotidianità. Qua e là si incontreranno lettere apocrife, interviste impossibili, personaggi inesistenti e vite immaginarie (così immaginarie, forse, da essere fin troppo reali). I brevi commenti che gli autori offrono alle citazioni scelte vogliono essere niente più che un esempio e un suggerimento per invogliare il lettore a procedere per proprio conto, sulla falsariga di un esercizio di meditazione volto a contrastare la banalità e il chiacchiericcio del nostro tempo.
La parola borderline ha un uso sempre più vasto: tra i professionisti della salute mentale e nel parlare comune della gente. Secondo Luigi Cancrini ciò è dovuto al fatto che lo spazio occupato dalle situazioni di sofferenza legate a un funzionamento borderline della mente è molto più ampio (l'oceano) di quelli occupati dalle nevrosi e dalle psicosi (i continenti che dall'oceano sono separati). Il libro discute inizialmente i diversi significati che al termine borderline sono stati dati nel tempo sottolineando la necessità di legarlo a una modalità ben definita di funzionamento della mente: cui tutti abbiamo accesso (seppure in misura diversa) e che deve essere considerata sempre reversibile (mai, dunque, strutturale). Basandosi su un'ampia esperienza personale, il lavoro dell'autore si concentra successivamente sulle situazioni in cui la regressione a questo livello di funzionamento della mente si verifica in modo più chiaro e più drammatico: nell'infanzia dei bambini a rischio e nella vita infelice o sbagliata di quelli che a questo rischio soccombono. Proponendo quelli che sono, nell'intenzione dell'autore, dei veri e propri racconti di viaggio. Del tipo di quelli fatti un tempo da Marco Polo e da Ferdinando Magellano: senza pretesa di completezza, dunque, ma capaci di fornire osservazioni utili a chi vuole iniziare una mappatura di luoghi ancora poco conosciuti e un minimo di orientamento a chi quegli stessi luoghi vuole esplorare dopo di lui.